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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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ARCH ENEMY + BEHEMOTH + CARCASS + UNTO OTHERS - Alcatraz Club, Milano (MI), 12/10/2022
18/10/2022 (1189 letture)
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Ci avviamo a destinazione allorquando, lungo la via Valtellina appaiono i consueti posteggiatori abusivi, tutto tristemente nella norma e segno definitivo di ritorno alla normalità! Prima di fare ingresso, alla luce del cambio di politica sulla birra (non v’è più la gloriosa Beck’s e sono aumentati i prezzi) d’uopo una tappa nel baretto di fiducia. Prima di varcare i portoni del locale, incontriamo lungo la strada i componenti degli Arch Enemyfatta eccezione (purtroppo) della vocalist. Si registra una buona affluenza già prima delle 18, ci son tutte le premesse per una serata rovente, e così sarà!
UNTO OTHERS Forte curiosità ed attesa accompagnava l’esibizione degli statunitensi, sia alla luce delle ottime uscite discografiche (qui la recensione) sia perché, come puntualizzato dal frontman Gabriel Franco, si trattava della prima apparizione in terra nostrana. Ecco quindi alle 18:04 spegnersi le luci e mentre uno zombie di ben oltre mezza età con sguardo riverso a terra e camicia in jeans si aggira tra la platea, parte in sottofondo un brano dei Rush e, pochi minuti dopo, puntualissimi i quattro salgono sul palco. Una Tama a doppio pedale scandisce con precisione chirurgica l’opener Heroin, apripista dell’ultima menzionata fatica discografica. Strumentazione: Gabriel Franco (voce/chitarra) imbraccia una sempreverde Gibson Sg, il solista Sebastian Silva sfoggia un’inossidabile Jackson mentre il bassista Brandon Hill punta sul sicuro avvalendosi di un fido Fender. Un Ampeg per il basso ed un’azzeccata accoppiata testata/cassa EVH ben rappresentano il reparto amplificazione. Si rileva fin da subito una sezione ritmica potente e precisa che, unita a una buona padronanza del palco, garantisce fin dalle prime note uno spettacolo altamente godibile. Il quartetto porta avanti lo show senza esitazioni e soluzione di continuità, complice probabilmente la scaletta ridotta ad appena sette pezzi. Il tono di voce profondo di Franco, dai tratti vicini a Robert Smith finanche Peter Steele, cattura e ammalia. Ottima l’acustica, come da tradizione dell’Alcatraz, che rende pienamente giustizia a un’esibizione promossa a pieni voti, che ben accompagna l’ottima impressione avuta per la produzione in studio. In chiusura si dileguano senza proferir alcun saluto, questione di stile che invero non inficia l’ottima performance.
SETLIST UNTO OTHERS 1. Heroin 2. Give Me to the Night 3. No Children Laughing Now 4. Can You Hear the Rain 5. Nightfall 6. Summer Lightning 7. When Will God's Work Be Done
CARCASS Si cambia musica, in tutti i sensi, con l’arrivo dei Carcass e l’evento prende decisamente un piglio più impetuoso. E’ passata tanta acqua sotto i ponti da quell’esordio, Reek of Putrefaction, considerato uno dei lavori più estremi mai concepiti in campo metal, dopo il quale i britannici son riusciti ad evolversi a tal punto da annoverarsi tra i massimi esponenti del death/grind mondiale. Della formazione originaria sono rimasti Bill Steer ed ovviamente Jeff Walker, i due maggiormente rappresentativi. Mantengono la stessa batteria ed amplificazione dell’act che li ha preceduti così come rispettano alla lettera l’orario di inizio. Decidono di aprire con la relativa pacata Buried Dreams ma è con la seconda Kelly's Meat Emporium che si torna ai vecchi fasti, accelerando drasticamente e scatenando l’inevitabile putiferio tra la folla. Walker, che grattugia il basso come un forsennato e scaraventa fiumi di plettri lacerati da cotanta furia sul pubblico, ad un certo punto chiede di innalzare gli accendini scandendo “per favore” ma, manco a dirlo, non c’è nulla di romantico in ciò che proporranno! Un vero e proprio assalto ai padiglioni auricolari da parte di una granitica macchina più che ben rodata, le quattro iene si destreggiano con maestria e diligenza propri di professionisti del loro calibro. Peccato, a questo punto, per più persone che fumano dentro la sala, circostanza che non trova alcuna giustificazione. C’è da sottolineare, durante un set che certamente avremmo gradito di maggior durata, come appare evidente che il territorio dei Carcass siano le parti tirate, compresi i blast beat, nelle quali sprigionano furore incontenibile, naturalezza e padronanza disarmanti. Scaletta, come detto, un po’ troppo ristretta ma che sapientemente attinge al meglio della loro discografia ed altra prova di magnificenza da parte di una band che, dal vivo, resta garanzia di ineguagliabile possanza.
SETLIST CARCASS 1. Buried Dreams 2. Kelly's Meat Emporium 3. Incarnated Solvent Abuse 4. This Mortal Coil 5. Dance of Ixtab (Psychopomp & Circumstance March No. 1 in B) 6. The Scythe's Remorseless Swing 7. Corporal Jigsore Quandary 8. Heartwork 9. Carneous Cacoffiny
BEHEMOTH Altro ritorno di livello quello dei Behemoth i quali, come vedremo, ancora una volta non hanno deluse le aspettative. Prima dell’inizio viene calato un enorme telone che coprirà il palco ed in sottofondo diffusa una litania simil orchestra che si accorda prima del concerto. Il predetto telone fungerà da schermo per la proiezione, appena prima della comparsa della band, di filmati ed immagini ad effetto, ottimo accorgimento per scaldare un pubblico in fremente attesa. Pertanto, in perfetto orario, una volta issato il telone Nergal e soci fanno la comparsa sul palco, ed è subito visibilio! Gran parte della platea, giunta da ogni dove, era qui per loro pertanto siffatto calore era ampiamente prevedibile. La scarna scenografia dei primi due artisti si arricchisce con una batteria Pearl completa e a doppia cassa sorretta da una pedana, aste reggimicrofoni adorne, pannelli laterali e di sfondo con temi richiamanti l’ultimo album Opvs Contra Natvram. Il coinvolgimento degli astanti è stato pressoché immediato e si è assistito ad un pogo forsennato, perpetrato fino all’ultimo secondo della brillante performance. Nergal sa il fatto suo, cambia sovente costume durante la prova, conosce bene il mestiere ed è un leader innato, dotato di carisma da vendere. Il gruppo risulta devastante e totalmente trascinante, non una pecca, procedono malefici ed implacabili coi simpatizzanti che ribattono colpo su colpo con cori da stadio, sudore, mosh e circle pit da manuale. Un'altra prestazione degna di nota che consacra i Behemoth tra le realtà più apprezzate del genere.
SETLIST BEHEMOTH 1. Ora Pro Nobis Lucifer 2. The Deathless Sun 3. Ov Fire and the Void 4. Thy Becoming Eternal 5. Conquer All 6. Daimonos 7. Bartzabel 8. Off to War! 9. No Sympathy for Fools 10. Blow Your Trumpets Gabriel 11. Versvs Christvs 12. Chant for Eschaton 2000
ARCH ENEMY Volata finale di una notte incandescente come poche, calano infine gli Arch Enemy del nuovo corso con Alissa White-Gluz. Sul drappo che copre il palco campeggia una eloquente scritta "Pure Fucking Metal" mentre uno sprovveduto alle nostre spalle ritiene di poter finalmente assistere allo spettacolo in tutta comodità, sostenendo l’improbabile tesi secondo la quale per il quintetto svedese/americano non si poghi… beh è auspicabile si sia spostato per tempo perché ciò che avverrà di lì a poco sarebbe stato un proseguo del crescendo visto dai Carcass in poi. La scenografia si implementa ulteriormente di luci ed effetti di scena, fino al puntuale salir dei prodi scudieri melodic death! Il concerto si intende di supporto al recente Deceivers, dal quale saranno difatti tratti la maggior parte dei brani in scaletta. Gli Arch Enemy sono un combo tremendamente valido ma non c’è dubbio che l’ingresso di Alissa ne abbia accresciuto il pregio: non soltanto rappresenta uno dei principali termini di paragone dell’odierno vocalizzo metal femminile, ma ella stessa rappresenta il valore aggiunto. Oltre la capacità di passare con naturalezza da parti growl da far impallidire colleghi mascolini ben più blasonati a brillanti linee melodiche, in scena sciorina grinta, fascino e presenza scenica fuori parametro, non è esagerato ritenere come cospicua parte degli attuali followers lo si debba a lei. Gioca anche facile avere tra i compagni di scuderia un chitarrista dello spessore di Jeff Loomis, sulle cui capacità è perfino superfluo spendere parola alcuna. La White-Gluz, autentica leonessa dello stage, è apparsa in gran forma fisica e vocale nonché un bagaglio professionale, già ricco di suo, notevolmente accresciuto a discapito forse, rispetto a passate edizioni, di una dose di genuinità in luogo del puro mestiere, seppur eseguito a regola d’arte. All’interno di una programmazione calibrata e di respiro che è andata a “pescare” fin dal primo album Black Earth, non passa inosservato l’impatto dell’unico brano tratto dal sorprendente Will to Power ovvero The Eagle Flies Alone dal maestoso incedere che ha letteralmente scosso e fatto sobbalzare tutti gli spalti! Si segnala infine, anche se ciò non desterà stupore, che non si è mai assistito a così tanti scatti fotografici nei confronti di un artista!
SETLIST ARCH ENEMY 1. Deceiver, Deceiver 2. War Eternal 3. Ravenous 4. In the Eye of the Storm 5. House of Mirrors 6. My Apocalypse 7. The Watcher 8. The Eagle Flies Alone 9. Handshake With Hell 10. Sunset Over the Empire 11. As the Pages Burn 12. Snow Bound 13. Nemesis 14. Fields of Desolation
CONSIDERAZIONI FINALI In definitiva gran bella serata, bill di enorme caratura, ottima concatenazione delle band, tutte in gran spolvero ed Alcatraz che si conferma tra le location privilegiate per i live di qualità. Ma, soprattutto, una volta tanto menzione d’onore per il vivace pubblico, giunto fin dal profondo sud, che ha risposto e pogato in maniera massiccia ma con correttezza, senza che siano mancate per i più temerari, schiene guarnite di graffi e lividi, le abituali ferite da battaglia dei guerrieri più temerari!
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Non c'entra nulla, ma... il campo ricerca usa il termine o termini immessi cercandoli sia tra nomi band che titoli dei dischi? Scomodissimo e assurdo... così se uno vuole cercare le recensioni di un gruppo che ha un nome comune, nel metal soprattutto, che è usato tantissimo o soprattutto anche per i titoli dei dischi, quante pagine di risultati deve scorrere, soprattutto se l'uscita/recensione non è recente ma di anni e anni fa o primissimi tempi del sito (sono sempre in ordine cronologico di pubblicazione mi pare i risultati)? Per esempio cercando la band inglese Hell... ho provato a mettere anche sia nome che titoli dischi, uno per volta, e allora non esce proprio nulla... |
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arrivato all'inizio dei Carcass. devastanti ma set troppo corto. non mi piace la formula del doppio headliner perchè alla fine suonano poco entrambi. un'oretta a testa è davvero poca roba. Arch Enemy in forma e i pezzi dell'ultimo album guadagnano molto dal vivo. Alissa professionale però le poche parti cantate in pulito non mi sono piaciute molto, concordo con il recensore sul fatto che lei risulta poco vera. |
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