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SPIRITBOX + INVISIONS + UNPROCESSED - Alcatraz, Milano - 02/06/2023
12/06/2023 (721 letture)
All’Alcatraz di Milano va in scena una quasi replica del concerto dello scorso anno, agli Spiritbox e agli opener InVisions si sono aggiunti gli Unprocessed, una band tedesca dal discreto seguito. Fortunatamente, rispetto al 2022, è cambiata la location, unico vero problema della serata dell’anno passato, e ci troviamo al più capiente e decisamente meglio organizzato Alcatraz invece che un rovente e strabordante Legend Club. All’arrivo presso la location milanese noto come la folla in coda sia parecchio nutrita ma la band ci fa sapere, tramite canali social, che la serata non è da tutto esaurito, ma ci siamo andati vicino per pochi tagliandi rimasti invenduti. Gli Spiritbox, tra l’altro, hanno disdetto un concerto in Francia 48 ore prima per la rottura del pullman con il quale stavano viaggiando. Fortunatamente non ha avuto alcuna ripercussione il nostro concerto italico e i canadesi, pochissimi minuti dopo la conclusione della scaletta, si sono involati verso il Rock im Park in Germania, arrivando a soli 5 minuti dalla loro esibizione. Ottimi musicisti, non altrettanto ottimo il management a gestire il loro tour europeo ricco di peripezie varie…

UNPROCESSED
A differenza della serata del 2022, come già anticipato, si sono aggiunti anche i tedeschi Unprocessed, un pò per giustificare un leggero aumento di prezzo, un pò perchè all’aumentare degli astanti e della capienza, aumenta anche il divertimento proporzionalmente. Ammetto di non aver precedentemente sentito il gruppo teutonico, capitanato dal talentuoso frontman Manuel Gardner Fernandes, e perciò sono rimasto piacevolmente colpito dalla loro proposta sonora. Il complesso di Wiesbaden porta in scena un progressive metal strumentalmente simile ai Polyphia e agli Animals As Leaders, che ricorda più i secondi che i primi ad essere onesti. Oltre al comparto strumentale, il leader e chitarrista si cimenta in ottime linee vocali, da un pulito clean per passare ad un potente growl. Le poche tracce degli Unprocessed scorrono via in fretta, forse troppo velocemente, segno che il tempo trascorso è piacevole e la loro proposta molto interessante e accattivante. Il basso di David Levy è il perno attorno cui ruota la loro struttura strumentale, un incessante muro di note che sorregge le strutture progressive metal dove spicca raro qualche assolo di chitarra e qualche sfogo vocale in growl.
Quartetto promosso a pieni voti, avrei gradito 4 o 5 tracce in più.

INVISIONS
A volte si apprezza più una band quando vi è l’effetto sorpresa. Quell’effetto che ci fa ascoltare senza alcun pregiudizio e preconcetto un suono mai udito prima, senza confrontarlo con altro, godendolo e gustandolo naturale così come viene emesso. Questa premessa per rimandarvi alle parole scritte lo scorso anno sugli InVisions, quartetto britannico catalogabile come metalcore, con alcune contaminazioni prog ma decisamente inferiori rispetto ai precedenti Unprocessed. Insomma, l’effetto sorpresa me li aveva fatti probabilmente apprezzare maggiormente che non al secondo ascolto. La band inglese di Ben Ville è rimasta sul medesimo livello dell’anno scorso, senza visibili miglioramenti, dunque un’onestissima band di apertura ma nulla più. Di quelle che sì, prima di un gruppo interessante fa anche piacere sentire, ma come headliner? Si fa fatica ad immaginarli. La scaletta è fedele alla precedente esibizione del Legend per 4 canzoni su 7, troviamo come novità The 6 6 9, buona traccia di apertura per scaldare l’ambiente, Inertia e Fall With Me, quest’ultima con alcuni spunti progressive interessanti e un ritmo più docile nelle parti cantate, per una conclusione sentimentale con il bel testo interpretato dal cantante Ben Ville. Rimandati a Settembre, con una piccola insufficienza.

SETLIST INVISIONS
1. The 6 6 9
2. Annihilist
3. Gold Blooded
4. D V P E
5. Deadlock
6. Inertia
7. Fall With Me


SPIRITBOX
Dopo le rapide esibizioni dei precedenti Unprocessed e InVisions, dalla lunghezza di 30/35 minuti l’una, siamo nuovamente davanti a Courtney LaPlante e soci a meno di 365 giorni dalla volta precedente. Quest’oggi ci troviamo in un locale decisamente più areato e climatizzato e oltretutto il palco rispecchia meglio il blasone raggiunto dai talentuosi ragazzi canadesi. La stessa cantante e frontwoman, durante il concerto, ricorderà il concerto milanese dell’anno passato come uno dei più caldi della sua vita, un ricordo comunque piacevole che le fa notare come la fanbase sia aumentata e anche la loro popolarità nel Bel Paese. Oltre al cambio di location, i nostri hanno potuto portare in scena anche alcuni nuovi singoli usciti dopo il rilascio di Eternal Blue, come Rotoscope e The Void. La traccia iniziale Rule Of Nine è invece parte di una collezione precedente, ottimo modo di infiammare il palco per l’entrata in scena. Per il resto, molte similitudini con la scaletta dello scorso anno, come è normale che sia per una band che ha rilasciato un solo full length per il momento. Troviamo quindi la spettacolare Circle With Me, Hurt You e poi Yellowjacket così come Halcyon. Una strana e inattesa sorpresa poi per i presenti, me compreso, un senso di già sentito ci ha colti di sorpresa. Parliamo di un brano dei No Doubt, non certo una band metal, e i nostri hanno deciso di portare sul palco una rivisitazione in chiave metallica del brano Hella Good, uno dei maggiori successi degli anni 2000 di Gwen Stefani e dell’ex fidanzato e bassista Tony Kanal. Immancabili poi le hit Secret Garden, forse il brano più orecchiabile e di maggior successo con un’ottima resa dal vivo del bel timbro di Courtney, Holy Roller e la conclusiva e omonima traccia dell’album Eternal Blue. Si conclude quindi senza encore e senza finta uscita di scena la splendida esibizione degli Spiritbox, con l’unico neo di una durata eccessivamente breve. Dagli headliner ci si aspetta qualcosina in più di una misera oretta abbondante ma, come detto in apertura, il motivo è la loro partecipazione al Rock im Park del giorno dopo, senza possibilità di intrattenersi oltre. Li perdoniamo.

SETLIST SPIRITBOX
1. Rule Of Nines
2. Hurt You
3. Yellowjacket
4. The Void
5. Halcyon
6. Circle With Me
7. Hella Good
8. Rotoscope
9. Secret Garden
10. Holy Roller
11. Hysteria
12. Constance
13. Eternal Blue


Nel giro di poco meno di un anno, per la precisione 359 giorni, gli Spiritbox, e gli InVisions di riflesso, sono passati dai 300 presenti del Legend ai circa 1000, centinaio più centinaio meno, dell’Alcatraz (a capienza ridotta). I canadesi hanno accresciuto nettamente la loro popolarità nel giro di poco tempo, grazie ad un ottimo album di debutto e due discreti singoli che hanno fatto girare sui vari social la bella performance vocale di Courtney LaPlante, vera stella del gruppo, come Tatiana Shmayluk per i Jinjer. Chissà che il prossimo tour non veda una collaborazione tra le due band, o magari un singolo con un bel duetto tra le due voci femminili più interessanti del metal degli ultimi anni. Bello vedere Ben Ville guardare con ammirazione, a lato del palco, l’intera esibizione degli Spiritbox, un vero e sincero supporto. Peccato solo per la durata, come detto, dovuta a un tour dai tempi strettissimi tra una data e l’altra e peccato perché anche quest'anno non abbiamo potuto ascoltare Sun Killer. Impossibile poi non notare come i pezzi più ostici da interpretare vocalmente siano stati messi nella prima metà della scaletta, per avere poi una seconda metà più agevole e meno stancante a livello vocale. Un trucchetto che ha consentito a Courtney di arrivare senza grossa fatica alla fine dell’esibizione, tenendo qualche energia per il Rock im Park e il Rock am Ring dei due giorni successivi.



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Courtney LaPlante
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ARTICOLI
12/06/2023
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SPIRITBOX + INVISIONS + UNPROCESSED
Alcatraz, Milano - 02/06/2023
 
 
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