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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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TESSERACT + UNPROCESSED + THE CALLOUS DAOBOYS - Alcatraz, Milano (MI), 28/01/2024
02/02/2024 (1260 letture)
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Dopo quasi 6 anni dall’ultima volta, era una fredda serata piovosa di novembre all’Industry di Parma, i TesseracT fanno di nuovo tappa nel bel paese. La temperatura è simile, è aumentato però il numero di capelli bianchi oltre che la quantità di nebbia all’esterno. Per la data parmense, eravamo di fronte ad una sorta di mini festival progressive metal e, oltre ai britannici, ci avevano letteralmente deliziato della loro presenza il virtuoso chitarrista australiano Plini e gli eccelsi Between The Buried And Me, che è quantomeno arduo definire band di apertura. Oggi siamo meno fortunati e, ad accompagnare Daniel Tompkins e soci, troviamo The Callous Daoboys e i validissimi Unprocessed, già ascoltati in occasione del concerto milanese della band rivelazione Spiritbox, tra l’altro nella stessa location. Il palco è posto lateralmente rispetto all’entrata, come in ogni serata da locale a capienza ridotta, ma si può affermare che, nonostante la riduzione, il numero dei fan è veramente nutrito e se non si è registrato un sold out, sicuramente mancavano pochissimi tagliandi.
THE CALLOUS DAOBOYS
Con una discutibilissima intro tecno, se non vado errato Everytime We Touch dei Cascada (ma metto le mani avanti dicendo che potrei essere smentito in quanto decisamente profano verso quel genere), fanno il loro ingresso i Callous Daoboys. Quest’introduzione è già sintomo di ciò che andrà in scena da qui a poco: il sestetto porta sul palco un metalcore molto aggressivo con la presenza di una violinista a smorzare il ritmo. Un genere sicuramente molto confusionario, una voce growl dalle forti tinte grindcore si alterna a tamarrissimi incipit da discoteca che danno il via ad ogni brano, con note sparse qui e là di violino che per la maggior parte dell’esibizione era quasi impossibile da udire, visti i settaggi della strumentazione che ne hanno completamente oscurato il sound. Tutto molto rivedibile, dalla presenza scenica all’estremo caos che sembrava regnare sul palco. Scopro poi successivamente, dai canali social, che la lineup prevedeva anche un sassofonista, assente al concerto. Più che il rammarico per non averli visti al completo, mi viene da pensare che sia stato meglio così, si sarebbe solo registrato un ulteriore livello di entropia assolutamente non necessario. La band ci ha poi tenuto a farci sapere che, in sostituzione del solito tavolino merchandising al fondo del parterre, avrebbero incontrato i fan direttamente nel loro camioncino fuori dall’Alcatraz, per protestare contro l’altissima percentuale di guadagno chiesta dal locale (oltre alle canoniche tasse) sulla vendita dei loro prodotti.
UNPROCESSED
Come già accennato in apertura, avendo visto da poco gli Unprocessed sapevo già cosa aspettarmi, tanto da riascoltare con piacere una loro esibizione. Ero rimasto piacevolmente colpito dalla loro performance del 2023 e non hanno fatto che confermare quanto di buono visto la scorsa volta a supporto degli Spiritbox. Qui fortunatamente, avendo scalato di un posto l’ordine del bill, hanno avuto più spazio per portare più canzoni e un minutaggio più consistente. La stellina della band è indubbiamente Manuel Gardner Fernandes, dotato di una voce pulita e cristallina nei momenti più intimi e un growl ben bilanciato quando è il caso di interpretare i momenti più aggressivi. Nei circa quaranta minuti a loro disposizione, durante le otto canzoni proposte, ho riascoltato con piacere il loro prog metal elegante e molto tecnico, moderno e adeguatissimo a combinarsi con il prog/djent dei TesseracT. Sarebbe bello, ad ogni concerto in cui siamo costretti ad ascoltare improbabili band d’apertura che non si sa come siano finite sul palco e che a volte non collimano per nulla con gli headliner, potersi portar dietro gli Unprocessed e accenderli al bisogno. Penso che un complimento migliore di questo non potrebbe essere fatto. Adeguati ad ogni occasione, tecnici, precisi, estremamente professionali e incredibilmente talentuosi. Ne sentiremo parlare nella scena prog dei prossimi anni.
SETLIST UNPROCESSED 1. Hell 2. Lore 3. Fear 4. Abandoned 5. Thrash 6. Deadrose 7. Glass 8. Haven
TESSERACT
Nonostante le due band d’apertura, la serata scorre molto rapidamente e, fatta eccezione per alcuni doverosi circle pit e wall of death, espressamente chiesti dai due frontman, il pubblico si rivela molto tranquillo e sembra attendere pazientemente l’approdo della band di Milton Keynes sul palco dell’Alcatraz. Un’attesa abbondantemente ripagata. I TesseracT del 2024 funzionano alla perfezione, un gruppo ben oliato, dai meccanismi ormai rodati nel tempo, che girano come se fosse il processo più semplice del mondo. Dan Tompkins è in ottima forma e interpreta ottimamente anche la splendida Of Mind - Nocturne originariamente incisa da Ashe O’Hara, ormai dimenticato dai fan presenti. Nonostante proprio il vocalist sia l’ultimo tassello di un marchingegno ben consolidato, è attorno a lui che ruota il fulcro della scena, un animale da palcoscenico che fagocita ogni attenzione concessa dai fan in adorazione. C’è tanto materiale tratto dell’ultimo riuscitissimo War Of Being, soprattutto la titletrack di undici minuti che dal vivo suona ancor meglio che su disco, una suite dove i nostri non si erano mai spinti su questa durata (se parliamo di tracce singole) e che di solito in sede live si assestano sempre massimo sui 6/7 minuti. Altri pezzi che impattano bene le orecchie degli astanti (in un Alcatraz fortunatamente dai volumi non esagerati ma ben bilanciati) sono quelli tratti da Sonder, un disco che probabilmente rende meglio in presa diretta che non in studio, bellissima la doppietta King-Smile mentre c’è spazio per l’intimità con Juno, adeguatissima per i toni acuti del cantante. Dopo la solita trita e ritrita uscita di scena, che come per il cucù fatto ad un bimbo di due anni non finirà mai di stancare, i nostri ci regalano l’assoluto highlight di serata, con le prime due magistrali parti di Concealing Fate, tratte dall’immenso One, ancora oggi nè eguagliato o quantomeno raggiunto in valore da altri lavori della band. Una splendida “prova di forza” dei TesseracT che entrano di diritto nei gruppi migliori da vedere sul palco per gli amanti del prog metal di qualità, una garanzia.
SETLIST TESSERACT 1. Natural Disaster 2. Echoes 3. Of Mind - Nocturne 4. Dystopia 5. King 6. War Of Being 7. Smile 8. The Arrow 9. Legion 10. The Grey 11. Juno
---- ENCORE ----
12. Concealing Fate, part 1: Acceptance 13. Concealing Fate, part 2: Deception
Fuori dall'Alcatraz la nebbia, fedele compagna di viaggio che dal locale milanese ci accompagna fino all’uscio di casa verso la vicina Torino, senza abbandonarci un secondo, una presenza ormai cara agli abitanti della val padana. Come quel sibilo appena accennato che non abbandona le orecchie fino al momento di coricarsi nel letto. Per chi, come il sottoscritto, era presente anche alla data di Parma, la forte sensazione è quella di aver assistito a due serate fondamentalmente molto simili, complice una scaletta quasi identica, se non consideriamo le 5 tracce del nuovo disco (le altre infatti erano pressochè le stesse canzoni già ascoltate quel giorno). Ai TesseracT del futuro si chiede quindi solo un pò più di intraprendenza nella scelta dei brani e di abbandonare le solite scalette consolidate per esplorare qualcosa di meno noto ma che mostri un’altra sfaccettatura del loro sound. Tolto questo aspetto, un concerto da applausi e si torna a casa ancora una volta soddisfatti.
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