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26/04/25
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OZRIC TENTACLES + SILAS & SASKI - Spazio Rossellini, ROMA (RM), 01/04/2025
08/04/2025 (416 letture)
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Tra i gruppi più affezionati al nostro paese ci sono sicuramente gli Ozric Tentacles, che in ogni tour toccano la penisola con parecchie date (questa volta addirittura 8). Avendo perso l’appuntamento dell’anno scorso e avendoli visti l’ultima volta svariati anni fa, approfitto dell’occasione prendendo il biglietto per la data del 1° aprile allo Spazio Rossellini di Roma. Il locale, recentemente ristrutturato e riaperto, si trova all’interno dell’Istituto di Istruzione Superiore Statale Cine-tv Roberto Rossellini, in zona Marconi, e ospita spesso spettacoli di vario genere (teatro, danza, musica, ecc.). Arrivato con netto anticipo (lo spettacolo è previsto alle 21) mi metto in fila e alle 20.10 circa le porte si aprono. Stranamente all’ingresso non c’è nessun controllo di sicurezza, il personale verifica la validità del biglietto e si entra. La sala appare non molto spaziosa -sembrerebbe più larga che lunga- e piuttosto spoglia, anche perché le sedie sono state rimosse per l’occasione. Subito a sinistra, appena dopo l’ingresso, si trova il banchetto del merchandise e in fondo c’è giusto un bancone del bar dove poter prendere qualcosa da bere. Il palco è comunque ben attrezzato, con macchina del fumo, proiettore, e l’impianto audio sembra piuttosto recente.
SILAS & SASKI Come nel tour precedente, anche questa volta gli Ozrics sono accompagnati dal duo (o meglio dal trio) costituito da Silas Wynne (in arte Silas Neptune) -figlio del noto fondatore della band inglese- e dalla sua compagna Saskia Maxwell (Saski). La proposta dei due è costituita di brani originali sullo stile della band “madre”, ma la differenza principale la fa proprio Saski, che si divide tra flauto traverso, chitarra acustica -6 e 12 corde- e voce. Per l’occasione la coppia si esibisce in trio insieme al bassista turnista degli Ozrics Coreysan. Accompagnati dalla quasi onnipresente drum machine e dalle suggestive visualizzazioni di stampo psichedelico sullo sfondo, incanalano il mood della serata verso un viaggio della mente, per staccare lo spettatore dalla realtà, almeno per una serata. Si passa quindi da scenari lisergici dipinti dai sintetizzatori e dalle chitarre di Silas -sui quali si staglia la voce da soprano di Saski- a frammenti ambient/tribali (Harmony of the Spheres) nei quali il flauto è protagonista. I minuti passano velocemente, tra pezzi più movimentati e per così dire più canonici (Moonsong), brani in cui ritmi arabi e melodie orientaleggianti si fondono nuovamente al cantato, accompagnati dai passi di danza di Saski (Milky Window), e altri dalla mutevole identità come Shadow, che si muove tra chitarra acustica e riff elettrici serrati. Durante lo spettacolo, la cantante factotum interagisce frequentemente con il pubblico, sfoggiando la sua predisposizione per la lingua italiana. Non c’è che dire, un’ottima introduzione che fa però desiderare ancor di più il piatto forte della serata.
SETLIST SILAS & SASKI: 1. Vespers 2. Harmony of the Spheres 3. One 4. Universal Orchestra 5. Moonsong 6. Milky Window 7. Shadow 8. Shakti
OZRIC TENTACLES Il locale nel frattempo si è riempito, ma non si può definire affollato. Dopo un breve cambio di strumentazione, alle 22 precise le luci si riabbassano ed entra il gruppo inglese, ormai alla sua ennesima incarnazione con il solo mastermind Ed Wynne rimasto della formazione originale. Insieme a lui sale nuovamente sul palco la coppia Silas & Saski, il primo adesso totalmente dedicato alle tastiere e ai synth e la seconda ad occuparsi delle parti di flauto e dei sintetizzatori verso la fine del concerto. A costituire la sezione ritmica ritroviamo il bassista originario di Trinidad & Tobago Coreysan e il componente ufficiale Pat Garvey alla batteria. Il buon Ed ha l’aria un po’ stanca ma sorridente e dopo una breve introduzione da parte di Saski si parte con il viaggio. L’introduzione è affidata alla coppia di brani storici 0-1 ed Eternal Wheel, grande classico lungo e articolato come da tradizione Ozric, la cui parte conclusiva infiamma a dovere il pubblico. Basso e batteria hanno modo di brillare durante la title-track del capolavoro di space rock Erpland, altro episodio davvero trascinante. Le visualizzazioni sullo sfondo continuano a scorrere incessantemente in un loop ipnotico, affiancate dalle luci a tratti stroboscopiche: la congiunzione uomo-musica è con tutte le probabilità l’obiettivo ultimo del gruppo inglese, che non si risparmia neanche per un momento. Si chiude momentaneamente la parentesi di Erpland e si torna al debutto Pungent Effulgent con The Domes of G’bal, per un momento dall’animo più rilassato, borderline con il reggae più rockeggiante, infarcito di variopinte sonorità orientaleggianti e impreziosito dal flauto. Tocchiamo quindi il brano che porta il nome dell’ultimo lavoro in studio Lotus Unfolding (2023), sicuramente uno degli episodi più riusciti. Dominata dai synth e dai tratti ambient molto marcati, si riconferma un altro importante viaggio che ci trascina verso luoghi incontaminati. Si rimbalza poi ancora a Erpland con la bella Sunscape, episodio tra prog e psichedelia, durante la quale Ed si ritaglia uno spazio di improvvisazione solista -sulla sua fida Ibanez Jem- non presente nell’originale, e si ritorna poi a Pungent con la lunga Ayurvedic, che segna la metà del concerto. Decisamente il brano più ostico del lotto, anche per gli ascoltatori di lunga data. Il familiare riff di tastiera introduce The Throbbe, sicuramente uno dei brani più noti, che dal vivo acquista un’altra dimensione di potenza. E questo è il bello dei concerti degli Ozric Tentacles, dato che l’ascoltatore potrebbe essere colto alla sprovvista da quello che succede sul palco, ma non è mai smarrito perché il gruppo abilmente lo conduce per mano lungo l’esecuzione. Proprio come accade nel brano successivo, intitolato Dub Jam, un po’ la quintessenza di quanto proposto dal gruppo. L’acidissimo riff dell’up-tempo intitolato Kick Muck, in cui i due Wynne si dilettano in un botta e risposta di sintetizzatori, ci conduce verso la fine del concerto. E proprio per concludere il gruppo sceglie come da tradizione l’unico singolo mai pubblicato, ovvero quella Sploosh! dall’ottimo Strangeitude. Finito il brano, il gruppo saluta e ringrazia (nuovamente in italiano, per mezzo di Saskia) ma il pubblico dopo un’ora e mezza non è sazio, ha ancora bisogno di viaggiare. Gli Ozric Tentacles lo accontentano rientrando per un ultimo brano, la strana Jellylips, caratterizzata dai bizzarri campionamenti vocali e dalle molte stratificazioni sonore, nonché dal grosso lavoro ritmico sottostante.
SETLIST OZRIC TENTACLES: 1. 0-1 2. Eternal Wheel 3. Erpland 4. Domes of G’bal 5. Lotus Unfolding 6. Sunscape 7. Ayurvedic 8. The Throbbe 9. Dub Jam 10. Kick Muck 11. Sploosh! ---Encore--- 12. Jellylips
È il momento di trarre un bilancio della serata. Partiamo quindi dai suoni, ottimamente calibrati e mixati durante tutto lo show. Dal punto di vista scenografico, il proiettore e la cura della programmazione delle luci sono stati sicuramente un valore aggiunto. Nonostante gli innumerevoli cambi di line-up nel corso del tempo, la macchina live degli Ozrics funziona ancora egregiamente. Difficile citare le singole performance perché lo sforzo è stato collettivo e volto alla migliore resa sonora dei brani, con una scaletta incentrata sui primi due album della band (di Erpland ricorre quest’anno il 25esimo anniversario). Al netto della stanchezza di Ed, che inoltre durante tutto il concerto ha dovuto lottare con il pedale del wah che si spostava da solo a causa dei cavi ingarbugliati, lo spettacolo è assolutamente riuscito e mi sento di consigliarne caldamente l’esperienza se mai dovessero passare dalle vostre parti.
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....articolo molto interessante...la band ha prodotto degli ottimi albums...peccato che li non ho mai visti dal vivo....spero presto di colmare questa lacuna... |
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