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07/12/25
BATTLE BEAST + DOMINUM + MAJESTICA
LIVE CLUB - TREZZO SULL\'ADDA (MI)
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TESTAMENT + OBITUARY + DESTRUCTION + NERVOSA - Live Club, Trezzo sull'Adda (MI), 18/10/2025
05/11/2025 (359 letture)
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Diciamocela tutta: chi di voi all'annuncio del Thrash of the Titans Tour non si è ritrovato a sbavare per questa line up esplosiva? La MC²LIVE piazza un colpo di assoluto rilievo organizzando la data italiana di questo imperdibile connubio metallico, e nemmeno il parziale cambio di programma che vede la defezione dei Goatwhore in favore delle Nervosa scalfisce il clamore della notizia: non ci si può certo lamentare di questa combo... e infatti la data va sold out, nonostante i Testament bazzichino spesso le nostre lande; e poi non dimentichiamo che questo evento cade -finalmente!- di sabato, rendendo ancor più appetitoso il piatto. Mi reco quindi alla volta di Trezzo con grandi aspettative, e dopo aver parcheggiato non senza una certa difficoltà a causa del cospicuo numero di avventori sbrigo velocemente la "pratica accredito" e mi ritrovo all'interno del locale a ridosso della prima fila.
NERVOSA Un pubblico senz'altro ben disposto accoglie le opener Nervosa, gruppo al femminile capitanato dalla bionda Prika Amaral che esibisce una battle jacket condita di svariate toppe (bello anche il top con il logo dei Death della bassista Emmelie Herwegh). La scaletta è incentrata sull'ultimo album Jailbreak -sul quale la Amaral riveste anche il ruolo di cantante- l'attitudine è quella giusta, la presenza scenica pure e le ragazze sembrano ben affiatate; Helena Kotina affianca egregiamente Prika alla chitarra e la mezz'ora a disposizione delle gentili donzelle scorre via tra incitamenti e applausi.
SETLIST NERVOSA 1. Seed of Death 2. Behind the Wall 3. Kill the Silence 4. Perpetual Chaos 5. Venomous 6. Jailbreak 7. Endless Ambition
DESTRUCTION Durante il cambio palco dalla batteria vengono tolti i loghi delle Nervosa che ricoprivano la doppia cassa per lasciare il posto a uno ben più "antico", ed ecco il turno degli storici Destruction; un boato accoglie l'ingresso di Schmier e compagni e la compagine tedesca non si fa certo pregare, mettendo a ferro e fuoco il locale meneghino a colpi di purissimo thrash! Curse the Gods irrompe dalle casse e deflagra sulla platea che apprezza con cori, horns up e un pogo di tutto rispetto (e al netto di qualche problemino agli speaker che spinge il frontman a rivolgersi in un paio di occasioni a un fonico sul palco). I riff taglienti della coppia Damir Eskić/Martin Furia -tra l'altro produttore proprio dei dischi delle Nervosa- si abbattono sulle nostre teste come i primi crowdsurfing della serata e tra una Nailed to the Cross e una Mad Butcher l'adrenalina sale sempre più; oltre ai classici c'è spazio anche per qualche nuovo brano (Scumbag Human Race, No Kings - No Masters e Destruction<) ma è chiaro che con il non elevato minutaggio a disposizione il panzer tedesco punti sui cavalli di battaglia offrendo comunque una setlist assolutamente soddisfacente. Prestazione compatta e impeccabile quella degli applauditissimi Destruction, che tengono fieramente alto il vessillo del teutonic thrash, ma adesso è il turno di quello proveniente da oltreoceano e l'attesa per gli Obituary è palpabile...
SETLIST DESTRUCTION Intro 1. Curse the Gods 2. Nailed to the Cross 3. Scumbag Human Race 4. Mad Butcher 5. No Kings - No Masters 6. Thrash 'Til Death 7. Bestial Invasion 8. Destruction
OBITUARY Ed ecco il turno dei co-headliner Obituary, i quali si presentano avvolti da una nebbia che li accompagnerà per tutto il set: stasera gli americani attingono soprattutto dal capolavoro Cause Of Death per la felicità dei presenti, i quali accolgono l'ingresso dei fratelli Tardy con il dovuto calore: apre le danze la strumentale Redneck Stomp seguita a ruota da Sentence Day e il caos può avere inizio! John Tardy in bermuda camouflage urla nel microfono col viso nascosto dai lunghissimi capelli mentre Donald -magrissimo e decisamente più in forma del fratello maggiore- pesta il drumkit da par suo senza soluzione di continuità. Il corpulento Terry Butler è abbastanza statico ma con lo sguardo percepisce la grande partecipazione del pubblico, annuendo soddisfatto ad ogni coro e moshpit. La parte centrale ci lascia ipnotizzati ma non inerti, la violenza dei riff monolitici di Body Bag e Dying non fanno prigionieri, ci annichiliscono e schiacciano a terra come immani macigni, chi sopravvive scavalca la folla e si proietta al di là della transenna facendosi trasportare dalle note melmose; con Slowly We Rot gli Obituary pongono fine alle nostre sofferenze, il boato del Live Club testimonia la prestazione maiuscola della band proveniente dalla Florida che ci saluta appagata da una simile dimostrazione di affetto.
SETLIST OBITUARY 1. Redneck Stomp 2. Sentence Day 3. A Lesson in Vengeance 4. The Wrong Time 5. Infected 6. Body Bag 7. Dying 8. Cause of Death 9. Chopped in Half/Turned Inside Out 10. I'm in Pain 11. Slowly We Rot
TESTAMENT Cala un enorme telo che nasconde i preparativi della scenografia dei Testament, che a differenza dei predecessori puntano anche su un ricco palco. Mi rendo conto di aver assistito a un'infinità di concerti della band californiana, ma se l'ho fatto è perché ogni volta uscivo soddisfatto e sono sicuro che sarà così anche oggi. E la conferma arriva dalla scaletta: basta infatti scorrerla per leggere, ad esempio, l'esecuzione di una chicca come Trail of Tears che da sola vale il viaggio verso Trezzo. Chuck Billy è in forma smagliante, ha un sorriso che gli attraversa il faccione e non lo abbandonerà per tutta la serata, si parte a bomba con D.N.R. e il pogo è già ai massimi livelli, mentre con Practice What You Preach si raggiunge uno dei picchi più alti di coinvolgimento da parte degli astanti che cantano e saltano come forsennati, così come nella sorprendente Low. Il giovane Chris Dovas trova uno slot per il suo assolo che permette ai compagni più "maturi" di tirare un attimo il fiato, ma poi si riparte alla grande con First Strike Is Deadly e il mosh si spreca. Chuck se la ride di gusto e ci incorona come miglior pubblico dell'intero tour: magari sono frasi di circostanza ma da come è andata la serata non faccio fatica a credere alle sue parole che sembrano sincere, tanto più se si osserva l'espressione dei muisicisti sul palco. Eric Peterson sembra invasato, continua a salire sugli ampli e lancia plettri alle prime file, Di Giorgio ammicca sornione per poi scatenarsi improvvisamente, mentre la classe cristallina di Skolnick traspare ad ogni plettrata e raggiunge l'apice nella ballad Return to Serenity, dedicata da Billy al padre del batterista. C'è pure spazio per un paio di estratti dal nuovissimo Para Bellum -peccato solo l'esclusione della stupenda Meant to Be, ma tre lenti in scaletta effettivamente sarebbero forse stati troppi- ma il gran finale di Into the Pit mette tutti d'accordo e ci lascia stremati ma felici.
SETLIST TESTAMENT
1. D.N.R. (Do Not Resuscitate) 2. WWIII 3. Practice What You Preach 4. Sins of Omission 5. Native Blood 6. Trail of Tears 7. Low 8. More Than Meets the Eye Drum Solo 9. First Strike Is Deadly 10. Infanticide A.I. 11. Shadow People 12. Return to Serenity 13. Electric Crown 14. Into the Pit
Che dire? È stato un concerto -quasi un mini festival- di livello assurdo, organizzato alla perfezione e nel weekend, probabilmente una delle punte di diamante della stagione in ambito metal. Chapeau, e alla prossima!
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4
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bel concerto, i suoni in generale non erano male (forse i primi brani dei Testament un po\' caotici), Obituary una conferma, Testament intelligenti nell\'impostare la scaletta, Nervosa gradita scoperta |
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3
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Wow! Gran bel bill! Anche se i Nervosa non li conosco |
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Concerto spettacolare e felice di aver visto gli Obituary in un contesto che gli abbia reso giustizia (finora purtroppo sempre visti in date con scalette risicate e sound non all\'altezza). Testament soliti martelli pneumatici, visti tante volte e sempre a livelli altissimi. Tra l\'altro, ho conservato per qualche giorno i lividi di un pogo abbastanza assassino  |
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1
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Concerto della madonna !! Sarebbe andata sold out anche una seconda data nel centro Italia. Peccato ! |
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