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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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03/02/2018
( 1370 letture )
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I Lihhamon sono un gruppo tedesco di recentissima formazione, che fa il suo debutto direttamente con un primo full-length, Doctrine. Senza dubbio, per una band agli esordi, riuscire a trovare spazio tra le varie proposte del genere, un black metal ibridato con una forte componente death, non dev'essere stato semplice, soprattutto per la scelta di buttarsi nella scena direttamente con un album completo, piuttosto che, come capita molto più spesso, con un demo o un EP. Eppure ciò non ha impedito al gruppo di Lipsia di attirare l'attenzione dapprima della piccola etichetta spagnola Auto de Fe Prods, che ha distribuito nel 2016 la versione CD di Doctrine, per poi far vivere al gruppo un ulteriore momento di visibilità grazie alla più recente produzione in vinile, tramite la nota label americana Nuclear War Now! Productions. La collaborazione con quest'ultima ha in effetti portato i Lihhamon ad essere apprezzati su più larga scala, essendo molto compatibili con le proposte musicali della label che si è da sempre fatta portavoce di sonorità più estreme e votate al culto del black/death più marcio e schizofrenico.
Doctrine, nella miscela di influenze debitrici a gruppi come Revenge/Conqueror, si spinge su sonorità in piena aderenza con il culto Ross Bay, ossia alternando ritmi molto frenetici con una batteria psicotica, in cui sicuramente James Read può essere considerato un elemento ispirazionale, che si ibridano con rallentamenti meno soffocanti, ma dove la voce è sempre molto distorta e opprimente. Le atmosfere sono abbastanza costanti scorrendo l'intero disco, non trovando veri momenti di pausa o interruzione, se non in concomitanza con gli interludi Splendour e Coronation, che sembrano quasi fare da pezzi d'incastro tra tre parti ben distinte del disco. Coronation, che nei suoi circa due minuti potrebbe quasi essere considerata un brano a sé, a conti fatti svolge il ruolo di intro alla successiva Cadaver Synod. Ne rappresenta, infatti, la premessa perfetta con lo stratificarsi compulsivo di rintocchi di campane, di una voce che sembra pronunciare un maleficio e il sottofondo in secondo piano di suoni inquietanti, insistenti ma incomprensibili perché marcatamente distorti. Quegli stessi rintocchi, raggiunto il climax con l'ingresso di alcuni passaggi di organo, sfociano come anticipato nel brano seguente che, nell'incorporarne l'atmosfera, tuttavia propone un approccio molto più lento. Lo stacco ritmico si inagura con un incipit pomposo ma d'effetto, quasi marziale nel suo incedere, che si presta nel corso del brano ad ulteriori metamorfosi, dapprima con un incedere schizofrenico dove la voce ci riannega in atmosfere più oscure e fa da spola ad un drumming incontrollato, per poi offrire alcuni brevi spunti di "moderazione". Sta proprio qui, infatti, l'ambivalenza della loro proposta, laddove il black metal è chiamato ad infierire nel momento in cui i bmp arrivano a livelli più accentuati, quasi sposando velocità grindcore, mentre il death metal è a supporto atmosferico, dando soccorso alle orecchie dell'ascoltatore con alcuni momenti meno serrati ma decisi. Sicuramente tutti gli strumenti fanno un gran lavoro dal punto di vista esecutivo, ma come si sarà certamente capito, il drumming ricopre un ruolo quasi da protagonista, facendo emergere in A. una notevole dimestichezza nel gestire l'eterogeneità ritmica e nell'amalgamarsi vocalmente anche con le voci degli altri due compagni, M. ed F.. Una partecolarità è infatti che i tre membri, oltre ad occuparsi del proprio strumento, partecipano tutti attivamente alla resa vocale del disco, anche se risulta difficile all'ascolto identificarne i diversi contributi. Doctrine si chiude con l'outro Triumph, esaurendosi in canti liturgici che perdono la loro essenza eterea perché sporcati da un filtro disturbante. Scorrendo i titoli sembra palese un tributo ad alcune tematiche affrontate dai prima citati Revenge, anche se il tutto si dimostra coerente con il titolo e la copertina del disco, che sembrerebbe rappresentare una specie di Papa zombieficato, pronto per l'appunto ad imporre la sua dottrina.
Un buon debutto, che seppur non si distingua per particolari elementi d'innovazione all'interno del genere, presenta i Lihhamon come un gruppo molto valido e che gli amanti del black/death devono sicuramente tenere d'occhio.
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Batteria marziale, un massacro. Voto 88!!! |
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INFORMAZIONI |
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Nuclear War Now! Productions
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Tracklist
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1. Decimation 2. Genocide Crusade 3. Throne of Eradication 4. Splendour 5. Hostes 6. Ironsides 7. Coronation 8. Cadaver Synod 9. Death or Torment 10. Triumph
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Line Up
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M. (Chitarra, Voce) F. (Basso, Voce) A. (Batteria, Voce)
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RECENSIONI |
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