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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Children of the Sun - Roots
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18/06/2022
( 1132 letture )
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Con un album di debutto come Flowers alle spalle, per i Children of the Sun, giovanissimi esponenti di un retro-rock tinto di psichedelia sessantiana, era tutt’altro che facile tornare e convincere tutti che quel risultato non fosse il classico colpo fortunato, quasi perfetto quanto irripetibile e fuori portata. In effetti, ci sono voluti tre anni per vedere una nuova pubblicazione e non sono pochi in un momento come quello attuale, nel quale il sovraffollamento di uscite può velocemente portare al raffreddamento nell’interesse del pubblico. Assestata la formazione rinunciando a una tastierista di ruolo come era Anna Nilsson e alle percussioni di Sara Berkesi, la formazione di base resta la stessa, a partire ovviamente da Josefina Berglund Ekholm e dalla sorella Ottilia, Wilma Ås che ha preso in carico le tastiere e Ida Wahl al basso, senza dimenticare l’ottimo Jacob Hellenrud alla chitarra, mentre dietro le pelli si siede stavolta Johan Lööf, per un gruppo che resta comunque a trazione femminile.
Tre anni dicevamo non sono pochi e in effetti anche a livello sonoro hanno lasciato il loro segno. La musica proposta da Children of the Sun resta ancorata al classic rock di derivazione psichedelica, con fari di riferimento Jefferson Airplane e Janis Joplin, gli immancabili Led Zeppelin e, per venire a tempi più recenti, Blues Pills (in primis), Rival Sons e Greta Van Fleet. Eppure, rispetto al debutto, Roots risulta se possibile ancora più variegato e curato nei particolari, segno che quella quasi incredibile maturità che già si registrava in Flowers fosse tutt’altro che incidentale. I fari restano centrati sulle qualità vocali sorprendenti di Josefina, col suo timbro cristallino da mezzosoprano, comunque capace di calore e qualità interpretative di livello superiore, ma stavolta lo sforzo compiuto a livello di arrangiamenti, con influenze che spaziano dal blues al soul al jazz al folk rock e i ripetuti interventi a sostegno di Ottilia e Wilma, garantiscono un equilibrio superiore rispetto al debutto. Ovvio che la bionda frontwoman rimanga il fulcro attorno al quale tutto il resto si sviluppa, ma questo non mette in ombra i brani, tutti di qualità, praticamente quasi senza cali di tensione e caratterizzati appunto dall’ottimo lavoro strumentale di tutta la band. A conferma insomma di una volontà di coprire più coloriture possibile, non mancano anche le impennate puramente hard rock che danno libero sfogo a Jacob, il quale ha comunque il suo bel daffare lungo tutto il disco, dimostrandosi musicista versatile e completo e, ribadiamolo, fa impressione pensare che abbiamo a che fare con ragazzi di poco più di venti anni, che trattano la materia con così evidente facilità e trasporto. Difficile capire come persone nate attorno agli anni Duemila possano subire così perentoriamente il fascino di una musica nata oltre trent’anni prima e viverla così intensamente da volerla riproporre con questo livello, come se avessero davvero respirato quegli anni irripetibili e la loro filosofia positiva. Questo, precisiamolo, si riflette nella musica stessa: dolce, solare, felice. Il che non vuol dire stupida, banale e leggera, tutt’altro. Basti la doppietta iniziale in tal senso a far capire le potenzialità compositive, strumentali e vocali dei ragazzi, che radono letteralmente al suolo centinaia di concorrenti nello stesso genere con una superiorità imbarazzante (per gli altri). Reflections ci catapulta indietro di cinquant’anni, con un crescendo notevole, mentre Leaves è il singolo psichedelico perfetto; Blood Boils Hot gioca con spiritual e blues, così come Gaslighting col rock’n’roll, mentre Eden è una ballata sospesa e dolcissima, che sarebbe piaciuta a Jeff Buckley, mentre Roots e Man in the Moon mostrano due facce diverse della stessa grande ispirazione psichedelica, con Josefina che si confronta ancora con Grace Slick ed Elin Larsson nella prima, per poi prendere in mano il crescendo della seconda, nel quale forse lasciare libero sfogo alla solista non sarebbe poi stato un male. Sul finale si fa apprezzare l’ottimo duetto su In Silva, pezzo acustico sul quale Josefina fa letteralmente venire i brividi, sostenuta e sollecitata dalla voce maschile. Thunder come da titolo fa ruggire la distorsione, entrando in pieno territorio zeppeliniano/Rival Sons, mentre Reaching for the Sun è forse uno dei punti assoluti del disco, oltre che uno degli episodi più chiaramente psichedelici del lotto.
Al secondo album i Children of the Sun non solo confermano tutta la qualità e sincerità della loro proposta, ma riescono anche nel difficile compito di alzare il livello, dimostrandosi ottimi compositori. Non si inventa nulla, intendiamoci, ma dischi così sono un vero piacere, per spezzare la routine e ritrovare le radici di un suono che è ancora capace di scaldare il cuore. Specialmente in mano a interpreti di questo livello. I margini di miglioramento ci sono, i brani sono tutti piuttosto brevi, mancano spazi solistici degni di rilievo e ancora il gruppo non si è preso il rischio della “canzone epica” da dieci minuti, ma non è detto che tutto questo sia obbligatorio. Per adesso, non siamo ancora a livelli eccelsi, se non per la voce incredibile di Josefina, ma se i ragazzi continueranno a crescere in questo modo sarà plausibile attendersi un vero capolavoro. Bravi e sinceri, quasi ingenui nella loro adesione a canoni così datati eppure partecipati con calore e convinzione. Un gioiello da scoprire.
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4
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Grandi Somali Yacht Club. Sto ascoltando il nuovo album in questi giorni. Gli Ecststic Vision mi piacciono musicalmente ma mal digerisco il cantante. Dovrò ridar loro un'occasione. |
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3
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...sicuramente bravi...ma "leggerini"...aspetto con ansia le recensioni di
due gruppi psichedelici...piu' heavy....piu' pesanti....che hanno fatto due dischi davvero ottimi.....gli ucraini SOMALI YACHT CLUB...e gli americani ECSTATIC VISION..... |
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2
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Eh ma sorridi almeno  |
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1
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Ciò che scrivi io ordino. 😢 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Reflection 2. Leaves 3. Blood Boils Hot 4. Gaslighting 5. Eden 6. Willow Tree 7. Roots 8. Man In The Moon 9. The Soul 10. In Silva 11. Thunder 12. Reaching For Sun 13. Epilogue
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Line Up
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Josefina Berglund Ekholm (Voce) Ottilia Berglund Ekholm (Cori) Jacob Hellenrud (Chitarra) Wilma Ås (Tastiera, Cori) Ida Wahl (Basso) Johan Lööf (Batteria)
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RECENSIONI |
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