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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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22/07/2023
( 11256 letture )
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Le fredde lande scandinave con la loro magnifica natura selvaggia e incontaminata, la scarsa densità abitativa, il retaggio culturale pagano e guerriero, l’attuale benessere e modello sociale evoluto. Chi non ama queste zone e la loro cultura? Chi non conosce la mitologia, la complessa vicenda storica, la lingua runica, le migrazioni e le conquiste che porteranno i vichinghi con i loro drakkar fino al Nord America da un lato e a Bisanzio o in Sicilia dall’altro? Chi non ha ascoltato la narrazione della cristianizzazione e poi la sopravvivenza e il ritorno di attenzione attorno ai culti propri di queste popolazioni? Sappiamo bene quanto da questi Stati siano emerse tante band black metal e altrettante hard rock, sleaze, garage, death metal e via dicendo. Ebbene, da qui sono venuti anche veri e propri pionieri, come gli svedesi Heavy Load, i Candlemass, i Sarcofagus, a conferma di un underground ricchissimo, che ha progressivamente visto anche la Finlandia emergere tra gli altri Stati, con una propria identità e fisionomia, togliendosi di dosso una dimensione "periferica" e per certi versi di "fratelli poveri" rispetto a Danimarca, Svezia e Norvegia. Proprio dalla Finlandia provengono i Desolate Realm, duo guidato da Matias Nastolin. Questi, col fido Olli Törrönen anch’egli nei Decaying, band death metal ormai dalla lunga carriera, nel 2018 ha deciso di sfogare la propria passione per il doom di stampo epico, pubblicando nel 2020 un EP, Unleash the Storm, per poi tornare in piena pandemia col debutto sulla lunga distanza, Desolate Realm del 2021 e, oggi, con il secondo e fondamentale Legions, mantenendo un fiero profilo di autoproduzione.
A cinque anni dalla fondazione, i Desolate Realm restano un progetto se vogliamo secondario nella carriera dei due musicisti, ma è chiaro che il cuore di entrambi batta forte per il genere proposto, tanto che la discografia comincia a delinearsi in maniera chiara e, con essa, anche l’identità della band. Legions, infatti, riprende sì quanto tracciato nelle uscite precedenti, ma mostra anche qualche segno di variazione, quanto mai opportuna. Si può infatti legittimamente sostenere che nascendo come progetto-tributo a un genere, l’epic doom di matrice classica, in effetti i margini di manovra compositiva per i due non siano poi così larghi e questo è pur vero. Talmente vero che resta il vero Tallone d’Achille della band. Ma andiamo con ordine: come dicevamo, Legions riprende in maniera chiara l’indirizzo di fondo, con riff potenti di matrice doom innervati da solismi e intrecci tipicamente epic metal, sui quali il vocione roco e stentoreo di Nastolin, che potrebbe ricordare il JB di Grand Magus / Spiritual Beggars, si adagia con linee epicissime e cariche di enfasi. Stavolta, però, i due decidono di giocare la carta della dinamica, tanto che in più frangenti è Törrönen a prendere le redini del gioco, abbracciando accelerazioni piuttosto ruvide e uno stile sì potente e cadenzato, ma che non rinuncia al doppio pedale e a passaggi squassanti. Si potrebbe dire, che assieme ai Candlemass e Doomsword i Desolate Realm avessero abbracciato anche i Manilla Road di metà carriera, quelli con Randy Foxe dietro le pelli e il risultato si sente. Non solo nella maggior velocità di qualche episodio, ma anche nelle linee melodiche di Nastolin che in più occasioni rimandano a quelle di Mark Shelton. Questo connubio riesce particolarmente bene nei primi tre brani del disco, con la titletrack solenne e dal bel refrain epico, ma comunque piuttosto dinamica nelle ritmiche e nei cambi di tempo, Final Dawn che è un vero tripudio epico e Forsaken Ground che invece preme sull’acceleratore a tutto spiano, come una carica di cavalleria pesante che tutto travolge, senza peraltro rinunciare a decelerazioni mortifere che esaltano e a un bell’assolo. E se il gioco regge benissimo anche nella successiva Revelation, nella quale Nastolin intona la strofa in pulito, rinunciando anche a sporcare la profonda voce baritonale peraltro con ottimi risultati, purtroppo, a partire da Betrayal qualcosa smette di girare altrettanto bene. Difficile individuare una causa, i brani sono di per sé piacevoli, competenti e affatto diversi a livello formale dai precedenti, ma l’attenzione inevitabilmente scappa e si perde, quasi in maniera definitiva. Forse il problema sta proprio nell’assoluta coerenza stilistica e compositiva, che appiattisce le tracce o nella mancanza di un guizzo di qualunque tipo che si discosti dal "compito ben fatto" e dal manuale del perfetto brano epic doom. Difficile dirlo, ma il risultato è che fino alla conclusiva Eternal Winter il disco scorre senza sussulti e anzi perfino annoiando non poco. Con i suoi quasi nove minuti naturalmente l’ultima traccia costituisce la composizione più ambiziosa di Legions e in buona parte il risultato rende giustizia alle intenzioni, seppure manchi totalmente di una melodia convincente, con una prima parte enfatica e pesante, seguita da una sezione centrale più veloce e aggressiva, che conduce alla terza parte che ritorna su un riff pesantissimo a chiusura.
Tra le tante proposte che arrivano dalla Scandinavia, i Desolate Realm si posizionano quindi tra quelle realtà di valore non discutibile che a un amore smodato per il genere di riferimento, uniscono anche qualità e caparbietà. Purtroppo, a loro manca qualcosa e la maggior propulsione dinamica inserita nei brani, per quanto benvenuta e salutare, non basta a elevare Legions oltre una dimensione "di culto". Che forse è anche quella a cui i due membri mirano. Piacevole, ben suonato, con una voce che si distingue per caratterizzazione, risulta alla fine monodimensionale, tutto giocato sugli stessi assunti e alla fine anche poco intrigante nel suo essere epico. Manca spessore, manca drammaticità, mancano le tenebre, mancano dolore ed estasi. Mancano insomma il coinvolgimento emotivo e la profondità narrativa. Ci sono riff, ottimi passaggi di batteria, intenzione e metodo, ma quelli reggono per i primi tre, quattro brani. Poi la caduta è inevitabile. Un vero peccato, perché le premesse ci sono tutte e in molti casi anche la realizzazione. Purtroppo, nel complesso diremmo che "si poteva fare di più". Chissà che il terzo album non sia quello del salto di qualità e della definitiva crescita di questo progetto.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Legions 2. Final Dawn 3. Forsaken Ground 4. Revelation 5. Betrayal 6. The Lost One 7. Through the Depths 8. Eternal Winter
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Line Up
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Matias Nastolin (Voce, Chitarra, Basso) Olli Törrönen (Batteria)
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RECENSIONI |
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