|
27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
|
|
Desolate Realm - Desolate Realm
|
29/05/2021
( 3693 letture )
|
Se la pandemia del 2020 da un lato ha paralizzato il mondo della musica dal vivo, dall’altro ha permesso a band più o meno note di poter lavorare quasi ininterrottamente alla creazione di materiale inedito, spesso destinato alla naturale prosecuzione del percorso artistico, ma talvolta indirizzato all’ideazione di qualcosa di divergente rispetto a quanto musicalmente proposto finora nel progetto madre. Poi c’è stato chi, come la death metal band finlandese Decaying, ha compiuto entrambe le scelte in un vero e proprio exploit creativo. Così se la pubblicazione di Shells Will Fall, quinto album di una ormai longeva carriera, è stato l’evento principale, l’anno da poco trascorso ha visto la concretizzazione del progetto parallelo concepito già a fine 2018, Desolate Realm, che ruota attorno al tuttofare Matias Nastolin. L’indiscusso leader dei Decaying si occupa di voce, chitarra e basso mentre Olli Torrorren, suo compagno nel death metal act, lo segue alla batteria. Un primo assaggio di questa nuovo viaggio lo si è potuto gustare proprio ad inizio 2020 con l’EP Unleash the Storm, mentre solo ora viene alla luce l’omonimo full length d’esordio.
Stilisticamente, rispetto al heavy doom preponderante dell’EP, i Desolate Realm abbandonano quasi interamente le velleità e le sonorità in stile Solitude Aeternus e Candlemass per lanciarsi in un heavy roccioso e veloce dalle molteplici influenze. Complice la voce potente e baritonale di Nastolin i nostri giocano sin dall’incipit di Spire e Beneath the Surface a fare il verso a quegli artisti che hanno portato alto il vessillo dell’heavy metal senza compromessi. Sui riff veloci ed incalzanti è proprio la voce a svettare e colpire in Desolate Realm, con tonalità a metà strada tra la possanza di Andy B. Franck dei Brainstorm e la teatralità di Zachary Stevens, senza eguagliarne, almeno per ora, il carisma. I preamboli aggressivi dell’album lasciano spazio ad una parte più riflessiva dove altri giganti fanno capolino. The Circle si ricollega stilisticamente all’EP d’esordio, e si avvertono echi cadenzati dei Grand Magus e dei Candlemass più recenti, quelli con Robert Lowe alla voce, mentre Crypt è una canzone fortemente debitrice del sound inconfondibile dei Mercyful Fate: il fraseggio chitarristico si fa finalmente più complesso, uscendo dall’anonimato che spesso affligge Desolate Realm e Nastolin si lancia a più riprese in un cantato in falsetto, chiaro e riuscito omaggio a King Diamond. La seconda metà dell’album con Reckoning e The Chosen torna su ritmi lanciati, il riffing veloce e serrato lambisce il thrash e lo US metal, corredato dalla batteria di Olli Torrorren che ha più di un’occasione di mettere in mostra la sua maestria. Per tutta la durata dell’album il batterista finlandese sfodera una tecnica e una versatilità invidiabili anche in generi al di fuori del death metal proposto dai Decaying e i continui cambi di tempo riescono a donare quella varietà necessaria a brani spesso troppo prevedibili nelle parti strumentali. Gli otto minuti abbondanti di Tormented Souls chiudono Desolate Realm: il lungo mid tempo parte alla grande con una fase iniziale magniloquente e declamatoria in stile Savatage ma, complice la mancanza di parti solistiche, si trascina un po’ in un finale senza mordente, eccessivamente dilatato. Desolate Realm è un album che partendo da basi ed intenzioni più che buone, non riesce mai a decollare del tutto. Le cause sono imputabili ad un difetto macroscopico, che si intensifica nella naturale progressione delle composizioni: il songwriting non è quasi mai all’altezza del genere proposto. Se nelle strutture e nei fraseggi ritmici risulta convincente, purtroppo è altrettanto deficitario sotto l’aspetto puramente emozionale e creativo, marcatamente nella seconda parte del disco. Quante volte è capitato di ascoltare un disco metal classico, magari tecnicamente non ineccepibile, ma che è stato in grado comunque di lasciare un segno profondo grazie a quella naturale fusione di melodie ficcanti ed epica esaltazione? Purtroppo, in Desolate Realm questa immedesimazione non avviene quasi mai, lasciando l’impressione di avere tra le mani una bellissima scatola vuota. L’attenuante è che il metal proposto difficilmente concede spazio all’originalità e all’inventiva, tuttavia parti solistiche quasi inesistenti (contrariamente a quanto proposto in Unleash the Storm) e la totale mancanza di refrain memorabili (vero tallone d’Achille di Desolate Realm) non permettono all’album di emergere, galleggiando invece quasi interamente sulla sufficienza. Forse pubblicare un EP e un full length con un intervallo di pochi mesi di distanza l’uno dall’altro è stata una mossa controproducente, andando a dilapidare e sparpagliare idee e creatività. Parzialmente queste evidenti lacune sono coperte ed attenuate da tanto mestiere e dall’indubbio bagaglio tecnico del duo, punti di forza dai quali i Desolate Realm devono ripartire per un proseguo di carriera più soddisfacente.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
 |
 |
|
|
|
Tracklist
|
1. Spire 2. Beneath the Surface 3. The Circle 4. Crypt 5. Reckoning 6. The Chosen 7. A Tall Order 8. Tormented Souls
|
|
Line Up
|
Matias Nastolin (Voce, Chitarra, Basso) Olli Torrorren (Batteria)
|
|
|
|
RECENSIONI |
 |
|
|
|
|
|