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JARLE H. OLSEN - La nascita e lo sviluppo di 'Quadrasonic'
21/10/2011 (2723 letture)
L'abbiamo scoperto, l'abbiamo ascoltato, ci è piaciuto e l'abbiamo contattato: Jarle H. Olsen ha risposto alle nostre domande con precisione, illuminando alcuni punti oscuri della sua ultima, riuscitissima, produzione, Quadrasonic. A voi la lettura!

Kalyth: Prima di tutto voglio ringraziarti per la tua disponibilità per quest'intervista. È sempre un vero piacere avere la possibilità di fare quattro chiacchiere con alcuni dei migliori artisti sulla piazza.
Jarle: Grazie a voi, mi fa sempre piacere rispondere a qualche domanda.

Kalyth: Iniziamo con alcune domande di rito. Non sono riuscito a trovare nessuna informazione in merito alla tua età, ma sei così tecnicamente preparato e di talento che potresti essere benissimo un veterano. Quanti anni hai? Da quanto tempo suoni la chitarra e quanto tempo impieghi nello studio e nella pratica?
Jarle: Suono la chitarra da quando avevo tredici anni ma non mi ci sono messo seriamente fino al raggiungimento dei sedici. Passavo ore e ore suonando la chitarra mentre ascoltavo i miei dischi preferiti, e ovviamente facevo anche tantissima pratica. A conti fatti, ho sempre passato più tempo suonando che non studiando scale cromatiche e così via. Ovviamente per raggiungere un livello tecnico importante bisogna partire dalle basi e fare progressi un po' alla volta.

Kalyth: Parliamo ora della tua carriera. Quadrasonic è il tuo primo solo album pubblicato tramite una label. Se i tuoi fan volessero ascoltare altro tuo materiale, dove potrebbero cercare?
Jarle: Quadrasonic in realtà non è pubblicato sotto etichetta, ma è totalmente indipendente. Oltre a questo non ho fatto molto in campo di registrazioni. Alcune collaborazioni qua e là ma nulla di più che meriti di essere menzionato. Oltre al materiale solista, di recente ho partecipato ad un album thrash metal con un amico, e sarà fantastico. Mi è sempre piaciuto molto il thrash "old school".

Kalyth: Leggendo quali sono state le tue influenze musicali più importanti, è impossibile non notare che tra tutte le classiche band metal più famose come i b>Dream Theater, gli Iron Maiden, i Metallica, i Testament e così via, elenchi anche nomi come Bach o Rachmaninoff, ma anche le colonne sonore di John Williams ed Ennio Morricone e le musiche di videogiochi!
Jarle: Già, prendo ispirazione da tutto! Se mi piace il suono di qualcosa che sento, non importa da dove proviene. Alla fine tutto può essere musica, e i generi sono stati inventati solo per dare la possibilità ai negozianti di catalogare i dischi. Come dicevo prima, sono sempre stato un fan del thrash vecchia maniera e quindi sono sempre stato appassionato di Maiden, Testament e dei Metallica degli inizi. Cosa che probabilmente ha avuto un grosso impatto sulla mia musica.

Kalyth: A proposito di chitarra, dici che le chitarre Carvin sono quelle che "hanno profondamente molto il mio stile". Perché? Cosa c'è di così unico nei loro strumenti da averti reso uin loro fedele fruitore per così tanto tempo? Secondo il tuo sito web, l'unica alternativa alle Carvin è costituita da una Gibson Les Paul '79 Custom. Cos'altro hai suonato in Quadrasonic?
Jarle: Le Carvin hanno cambiato il mio modo di suonare perché quando ne ho imbracciata una era il periodo in cui dedicavo molto tempo allo studio e prendevo tutto molto seriamente. Si trattava di una Carvin Ultra V. Dopo di quella acquistai un'altra Carvin e credo che mi fosse piaciuta molto la loro "suonabilità". Ora ne possiedo molte, sia a sei che a sette corde e mi danno tutte molta soddisfazione, soprattutto per il mio stile personale. E poi i ragazzi che le fanno sono davvero gentilisssimi.
Per questo disco poi ho usato in particolar modo una delle mie Carvin DC747 a sette corde, per tutte le tracce ritmiche. Poi ho fatto delle sovraincisioni con la Les Paul, in modo da ottenere un suono diverso su alcuni riff. Tutte le parti pulite invece sono state registrate usando una Eugen custom di un mio amico. E per le parti soliste invece ho usato la mia buona vecchia DC145. Tutto qui.

Kalyth: In quanto chitarrista, ascoltando il tuo album non posso far altro che invidiare il modo in cui tu (e molti altri tuoi illustri colleghi) riesci a far sembrare facili e quasi naturali alcune delle tecniche più complesse. Qual'è il trucco dietro a questa capacità? C'è qualche particolare suggerimento che potresti dare a qualcuno che vorrebbe raggiungere gli stessi risultati?
Jarle: Be', non ci sono trucchi. Quando suono, non penso ad altro, lo faccio e basta. Si tratta solo di quanto si è sviluppata la propria tecnica. Vale lo stesso discorso che fanno gli sportivi migliori: per ottenere i tempi record un corridore ad esempio deve avere una tecnica pulita ed essenziale, ed eseguire i movimenti meno dispendiosi possibile. Credo che valga lo stesso per la chitarra.

Kalyth: Parliamo di Quadrasonic un po' più nel dettaglio. Puoi dirci qualcosa del processo creativo che si cela dietro al disco? Quando hai deciso di iniziare a comporlo?
Jarle: Ho accumulato tanto di quel materiale nel giro di anni...! Adoro comporre da sempre, quindi quando ho deciso di trasformare i miei pensieri in musica, e quindi in un disco, avevo già moltissime idee di come dovesse suonare. Quindi in pratica è stato scritto in anni di lavoro. Per quel che riguarda la composizione, molto dipende dall'ispirazione che ho in un determinato momento, dall'umore, dalla mia concentrazione ecc... A volte le cose vengono fuori da sole, altre volte invece per niente. È così per ogni artista. E le canzoni che nascono in maniera ppiù naturale di solito sono quelle che preferisco. Mentre tendo a catalogare come "problematiche" quelle per le quali ho dovuto lavorare duramente prima di farle suonare come si deve. Però devo dire che sono piuttosto incontentabile, e quindi a volte mi trovo sul punto di dover lasciare stare un pezzo così com'è, altrimenti rischio di rimanere bloccato per sempre! Eheh...

Kalyth: C'è una traccia che preferisci rispetto alle altre? Perché?
Jarle: Non mi piace fare paragoni tra le canzoni. È come paragonare i giorni della propria vita: ognuna è diversa, ognuna ha il suo tema portante. Almeno, questa è la mia visione. Ovviamente però ci sono canzoni più riuscite di altre.

Kalyth: Parlando di Osiris, qual'é l'idea fondante di questa trilogia di pezzi? Perché hai scelto un'ambientazione e un feeling che richiamasse l'Egitto? Ho letto in giro che proprio questi tre brani erano già disponibili sotto forma di demo in rete. Erano molto diversi da quello che poi è effettivamente finito sul disco?
Jarle: La prima parte di Osiris è probabilmente il pezzo più vecchio del disco, dato che la demo da cui è stato raffinato risale addirittura al 2002. Quella versione è quasi uguale alla versione finale, a parte alcune piccole variazioni sui soli improvvisati. Adoro il suono cupo e drammatico del modo frigio e volevo continuare a utilizzare questa sensazione di epicità. Sono anche un appassionato di mitologia e l'ho studiata molto. Quindi ad un certo punto ho creato un pezzo che suonava quasi come Osiris, e quindi decisi di trasformarlo nella parte 3. Entrambe le parti sono pesanti e potenti quindi volevo inserire qualcosa con una dinamica differente tra le due. Pensavo che avrebbe fatto da collante e avrebbe contribuito a calmare l'ascoltatore e smorzare un po' l'intensità, prima di ripartire con la raffica di note finale. Eheh...

Kalyth: Come fa un musicista a decidere quali sono gli ospiti che vuole coinvolgere in un progetto solista? Ovviamente nello specifico mi riferisco a Jan Martin Kleveland e Manuel Soto. Sono stati scelti pensando in modo "commerciale" oppure è successo altro?
Jarle: Non si tratta di ospiti "invitati", piuttosto di cari amici. Conosco entrambi da tanto tempo. Jan è un bassista col quale ho lavorato a lungo, soprattutto in sede live. E Manuel è un tastierista originario del Cile che ha fatto parte di un gruppo locale. Quando suoniamo li di solito apriva i nostri concerti con Exordium, quindi ho pensato che sarebbe stata una bella idea coinvolgerlo anche per l'album.

Kalyth: E ora? Pensi che l'album sarà seguito da una promozione di qualche tipo? Sono previsti concerti o clinic? C'è la possibilità di averti qui da noi in Italia?
Jarle: Non c'è nulla di programmato al momento. Ma vorrei poter suonare dal vivo il più possibile, e chissà dove finirò andando in tour.

Kalyth: Oltre alla musica, cosa fai nella vita? Quali sono i tuoi hobby? Hai altre passioni?
Jarle: No, mi occupo solo di musica. Ovviamente ci sono molte altre cose che mi piacciono, ma si tratta di cose personali.

Kalyth: Per concludere, vorrei chiederti quali sono:
- i tre chitarristi che preferisci
- i tre album che porteresti con te su di un'isola deserta
- gli artisti/chitarristi che non sono più tra noi che ti piacerebbe incontrare se avessi una macchina del tempo, e cosa chiederesti loro.
Jarle: - Adrian Smith, Alex Skolnick e Yngwie Malmsteen. Immagino i chitarristi che mi hanno influenzato maggiormente.
- Dato che ormai le reti wi-fi sono ovunque, anche su un'isola deserta perché dovrei scegliere?
- Probabilmente Johan Sebastian Bach.

Kalyth: E siamo alla fine. Grazie ancora per il tuo tempo e la tua gentilezza. Speriamo di avere presto tue notizie e ti auguriamo tutta la fortuna possibile! Quadrasonic rappresenta sicuramente come una grande premessa a qualcosa di ancora più grande!
Jarle: Il piacere è stato mio! Vi ringrazio per l'interesse che avete dimostrato in merito alla mia musica e per aiutarmi a farmi conoscere. Potete trovare sempre tutte le informazioni sul mio sito e sul mio profilo Facebook per tutte le informazioni e novità. Tanti auguri!



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Jarle H. Olsen in una foto live (fonte: http://www.jarleholsen.com)
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