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15/08/2024
( 7167 letture )
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Ian Gillan, 79 anni. Roger Glover, 79 anni. Ian Paice, 76 anni. Don Airey, 76 anni. A questi quattro arzilli e storici musicisti si aggiunge il nuovo entrato Simon McBride, 45enne chitarrista e compositore nordirlandese che completa la nuova formazione dei Deep Purple, una Mark IX capace di sciorinare anche nel 2024 musica di assoluto spessore, tanto da regalarci senza se e senza ma uno dei migliori lavori di questo 2024 e tornare a un livello qualitativo elevatissimo, probabilmente mai toccato nei precedenti lavori in studio con Steve Morse. Prodotto sapientemente dall’esperto Bob Ezrin, =1 rappresenta il ventitreesimo lavoro in studio dei Deep Purple e ci regala una band in assoluto spolvero, ispirata nel songwriting quanto nell’esecuzione energica di quello che è un vero manifesto di hard rock.
Composto da tredici brani, composti in un vero lavoro di squadra da tutti i membri della band assieme a Ezrin, =1 è un lavoro che riesce a stupire per la carica e l’ispirazione di cui la band è capace, mescolando forti elementi Seventies dalle radici del Deep Purple sound con un sound compatto, potente e per larghi tratti esaltante, tanto legato alla storia della band quanto in grado di scorrere in maniera fluida e con una freschezza stupefacente. I Deep Purple non vogliono suonare al passo con i tempi né hanno la pretesa di essere contemporanei o innovativi, riuscendo peraltro a confermarsi come una roccaforte di un sound a cavallo tra hard rock e rock blues e come una band vogliosa di dimostrare tanto a livello tecnico quanto emozionale come questo genere possa avere ancora un presente e un futuro nell’enciclopedia della musica. A livello lirico e concettuale, =1 rappresenta metaforicamente come tutto sia riconducibile all’unità, un minimalismo ben raffigurato anche dall’artwork e da una presentazione grafica essenziale e senza fronzoli, sia pure capace di trasmettere una sensazione di pulizia e simmetria. Musicalmente l’album presenta una qualità molto elevata, a partire dall’opener Show Me, quattro minuti di incendiario hard rock condotti da una vocalità esplosiva di Ian Gillan che alla soglia degli ottanta ci regala la miglior prestazione sentita in decenni, mentre la new entry Simon McBride si conferma scelta azzeccatissima, capace di riportare un sound elettrico, corposo e settantiano che si complementa perfettamente alle rotonde trame costruite dalle tastiere di Don Airey, mentre il tappeto ritmico ad opera di Glover e Paice è semplicemente straordinario e in grado di dare quel quid aggiuntivo al cocktail strumentale, unendo tecnica e feeling con una energia trascinante. Un nuovo classico della band. A Bit on the Side prosegue in modo roboante muscolare, con sprizzate di progressive specialmente nelle tastiere di Airey e nei virtuosismi ritmici, con un grande solo di McBride che sprizza feeling e tecnica. Tratti bluesy emergono nelle cariche energiche di Sharp Shooter e nelle più rilassate If I Were You e I’ll Catch You, mentre il metronomo sale in una dimensione di grande hard rock settantiano che sprizza dalle note di Portable Door, Old-Fangled Thing e Lazy Sod, in cui l’hammond di Airey (a tratti infuocato e incontenibile) e la sei corde di McBride costruiscono riff taglienti e il perfetto tappeto per le linee vocali sicure di e spesso teatrali del maestro Gillan. Pictures of You e Now You’re Talkin’ sono grandi pezzi in cui il classico Deep Purple e Rainbow sound emerge in modo prepotente e torna a far assaporare alcuni virtuosismi neoclassici e linee vocali tiratissime, tanto da far venire il dubbio di trovare Blackmore come guest nei credits del pezzo o che Gillan abbia falsificato negli anni il proprio passaporto. Qualità altissima in tutti i brani dell’album, sciorinati con uno stile inconfondibile e allo stesso tempo mai scontato, preziosi tasselli che contribuiscono a un disco autentico e da veri fuori classe. =1 va dunque bel oltre il disco che farà l’esclusiva gioia dei puri nostalgici, nonostante la band volutamente spinga nel dosaggio di alcuni elementi ed arrangiamenti Seventies presenti solo a tratti negli ultimi lavori in studio, risultando al passo con i tempi e una spanna sopra la maggior parte della produzione rock contemporanea. =1 è un gran disco senza tempo che a ben 56 anni di distanza dall’esordio conferma le qualità dei Deep Purple e proietta la leggenda in un presente e in un futuro che non abbiamo dubbi consentirà alla band di scrivere nuove pagine di storia della musica hard rock.
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VOTO LETTORI
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83.77 su 158 voti [
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preciso che questa coincidenza (tra tipo di chitarrismo e linea politica nostalgica) non mi fa, di per sé pensare male di mcbride o dell\'album. La mia è proprio una valutazione di direzione artistica che per lo meno, prima trovavo adeguata per quanto sul palco loro fossero da essa davvero troppo dissociati. Oggi trovo che la direzione artistica si sia adeguata alla maggioranza che chiede sempre un ritorno alle origini soffocando la libera evoluzione e maturazione dei musicisti verso l\'esplorazione e il nuovo, che è ciò che mantiene giovani più del semplice \"divertirsi con il passato\". Non sto dunque valutando l\'album scevro da ogni contesto, cosa che in questo caso trovo come minimo difficile se non impossibile. Non ne penso male come non penso male di mcbride che dal vivo mi è piaciuto, che sto apprezzando anche sull\'ultimo lavoro solista di don airey e che semplicemente penso non sia così caratteristico come blackmore e morse abbastanza da lasciare (per lo meno al momento e con questo solo album all\'attivo) nell\'ascoltatore qualcosa di così memorabile e distintivo di identificabile come una ennesima rinascita, quanto invece piuttosto come la prematura chiusura di un corso che proprio di rinascita stava parlando (now what, infinite e whoosh) e che con un moto di rinascita era cominciato (purpendicular era effettivamente qualcosa di completamente diverso dal passato e suonava davvero fresco e azzeccato). Morse ha fatto davvero tanto per i deep purple e questo concetto non è stato fatto arrivare con la dovuta forza alle masse che avrebbero potuto imparare tanto da una proposta live che si concentrasse sugli ultimi 3 dischi per regredire all\'indietro con i pezzi di rapture of the deep, bananas emagari con una incursione seria in quel lotto di pezzi di abandon ( Almost Human,Don\'t Make Me Happy,Seventh Heaven,Watching the Sky,Fingers to the Bone) che più di tutti mostrano la band nella fase di sodalizio tra morse e jon lord (che meglio sarebbe stato ricordato per le sue ultime perle piuttosto che per le solite medesime di gioventù) |
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se la cavano tutti, ma con morse stavano andando in una direzione più avventurosa da nuova giovinezza, mentre con questo disco sembrano più fare gli attempati vecchietti che ribadiscono le loro origini con un rock secco, stra sentito e un po\' vecchio. Certo, il suono è buono, alla voce di gillan su queste tonalità non si può rimproverare nulla. tutto funziona, ma , ecco....pensate alla canzone the surprising, bird of prey. all i got is you, nothing at all, a Simple Song, Weirdistan, Out of Hand, Above and Beyond, Uncommon Man,All the Time in the World, Vincent Price........ecc
Queste sono le canzoni di un gruppo vivo nel presente, in salute e che dovrebbero proporre dal vivo, anche a rischio di non lascare proprio lo spazio nei live ai classici anni 70 (se proprio avanzasse posto io procederei all\'indietro gradualmente dalla band che sono alla band che erano e a cui ancora somigliano, alla band che proprio non sono più). Un gruppo che su disco c\'è non dovrebbe fare la cover band di quelli che furono. Ed è per via di un concorso di colpa (tra i fan che vogliono sentire solo i vecchi pezzi e loro che gli accontentano in ogni live) se dai più non è percepita questa realtà e di conseguenza si sottovaluta l\'era morse, si pensa che senza blackmore non abbian più avuto ragione di esistere ecc ecc. Questo cambio di chitarrista purtroppo ha ancor più rimarcato questa linea \"politica\", una politica a mio avviso sbagliata e irrispettosa di se e di chi davvero gli ha seguiti nel tempo. |
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Alla loro veneranda età tirano fuori un album vario, interessante e con alcuni nuovi spunti. Bravo e personale McBride. Sezione ritmica notevole come sempre. Gillan se la cava col mestiere. Don Airey superlativo. Voto 85. |
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Alla loro veneranda età tirano fuori un album vario, interessante e con alcuni nuovi spunti. Bravo e personale McBride. Sezione ritmica notevole come sempre. Gillan se la cava col mestiere. Don Airey superlativo. Voto 85. |
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Più lo ascolto più mi piace questo album, certo qualche rimando a qualcosa del passato ma a me piace ogni giorno di più.
Spero che questa formazione riesca a farne almeno un altro. |
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@Rob, mah, é possibile che il cd sia un po’ ritoccato? Comunque in live a Verona sicuramente molto meglio. Tra l’altro c’è una gran bella versione di hard lovin’ man.
Questo disco invece non l’ho ancora “digerito”. Lo trovo parecchio noioso, al pari di now what? |
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In Berlin 2003 suonano parecchi brani dell\'allora nuovo album. C\'è il video del concerto |
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@Painkiller: Non mi risultano live ufficiali del tour di Bananas. Su Youtube puoi trovare Berlin, Basel, Toulon e Live at he Nec, tutti 2003, qualità del suono mediocre, i primi due un po\' meglio. |
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@Painkiller, io me lo ricordo totalmente afono. Non si sentiva proprio. Ciò detto, invece posso dire che questo album continuo ad ascoltarlo dopo mesi. Proprio molto bello. Non riesco ancora ad archiviarlo |
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@Rob: esiste anche il cd, e Gillian non sarà stratosferico ma non così male dai! Ma il suono e la scaletta sono ottimi.
Non riesco a trovare un live del tour di Bananas, qualcuno ha idee? |
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@Painkiller, per Hellfest 2017 parli del concerto di cui al DVD allegato a Whoosh!? Perché la scaletta magari può andare, ma Gillan è letteralmente imbarazzante. |
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@Painkiller grazie per la segnalazione, li ascolterò di certo.
P.s. Ora mi sono ricordato che in London 2002 che ho citato nel commento precedente Ian è senza voce; peccato, suonano anche The aviator, Up the wall (prima versione di I got your number) e Mary Long. Molto meglio Newcastle 2001, scaletta come dvd Perihelion ma credo miglior qualità del suono. |
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@Emanuele: trovo molto bello il live in Verona con l’orchestra (ok la setlist è incentrata sul vecchio repertorio ma è prodotto alla perfezione e Gillian canta piuttosto bene), ed il live all’hellfest che oltre all’ottimo sound propone una setlist basata sui dischi più recenti. |
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..continua dal commento precedente
Purtroppo gli altri live più vicini nel tempo che ho ascoltato non aggiungono nulla, per via della voce di Ian e proprio perché il nuovo materiale è stato sempre trascurato dal vivo |
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Leggo ancora commenti su Blackmore, anche basta una volta per tutte, dopo 30 anni. Ascoltate gli album live delle reunion dei cosiddetti Rainbow, per rendervi conto di come suona adesso. Grazie a Dio è arrivato Steve e ha salvato la band. Può non piacere per il suo stile, ma è un chitarrista unico e il gruppo ha ritrovato entusiasmo. Gli album con lui sono quasi tutti buoni, non mi piace tanto solo Rapture of the deep (e il disco di cover). Certo, non sono dischi perfetti, alcuni contengono anche delle canzoni che sarebbe stato meglio non includere tenendosi sui 40 minuti, con i brani migliori. In ogni caso, se li si ascolta senza pregiudizi, sono più riusciti di THOBL, S&M e TBRO. E anche questo lo è, direi sorprendente considerando l\'età dei musicisti e la capacità di proporre ancora nuove e valide canzoni. Simon è più anonimo di Steve, non ha un tocco così personale, eppure ha uno stile e un\'attitudine, anche nel songwriting, più vicini al periodo Blackmore e penso che questo nuovo lavoro piacerà ai vecchi fan, tranne agli sciocchi che aspettano un nuovo In Rock.
Anche io sono critico per il fatto che non abbiano valorizzato abbastanza il repertorio con Morse, costruendo la scaletta dei live sempre sulle vecchie canzoni, mentre in ognuno degli album più recenti vi sono delle perle che avrebbero meritato spazio.
E sono critico sulla produzione eccessiva di dischi dal vivo. A proposito, quali considerate indispensabili con Steve? Io Olympia e Montreaux 96, Total Abandon. Mi piacciono anche il dvd Perihelion e London/Newcastle 2002 perché contengono qualche rarità live. |
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Altro gran bel disco dei nostri inossidabili vecchietti diverso da whoosh ma non so se più bello o meno, di sicuro lo sto ascoltando molto di più forse mi piace maggiormente questo chitarrismo che qualcuno ha definito più british e forse ha ragione. Unico pezzo che non mi piace è i say nothing ma nel complesso voto 85 pienissimo. |
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Simon McBride ha il drive chitarristico tipicamente British metal che mancava a Morse, questo e tutto.
L era morse e\' stata valida come songwriting ma sfortunatamente non ha mai fatto breccia nel cuore dei fan nwobhm.
detto questo, prendete =1 e mettetelo a fianco di Battle rages on. |
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rob sarà che l\'hard rock asciutto a me ha scassato e preferisco qualcosa di un po\' più avvolgente. Per di, a me un disco così ricorda più il rocckettino anni 60 che il taglio anni 70, qui non c\'è una child in time, nessuna epicità e nemmeno le cavalcte come battle rages on o anya. gillan vinceva nonostante la sua voce ridimensionata perché cantava cose come the surprising o all i got is you, bird of prey, nothing at all, o le molte di now what . Era emozionante e avventuroso. Questo disco è sicuramente meno avventuroso ed emozionante e manca sia la forma canzone con appeal tipica di blackmore che la progressività (poi non veramente sviluppata a fondo come sperazvo) degli ultimi album con morse. Non che non mi piaccia, ma mi lawcia poco, mi amnca una vena epica, quel pizzico di oscurità. Mi ricorda più il modo di fare musica degli ufo, (sicuramente più ripetitivo e asciutto e per loro andava bene così) e tutta la musica più blues di ian gillan dove per me era sprecato già allora
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Verrebbe da fare la battuta: “piuttosto si è perso qualcuno, Steve Morse. E finalmente dopo 30 anni hanno composto un disco di hard rock”. Il che non significa che negli ultimi 30 anni non abbiano pubblicato dischi sempre più che buoni. Buoni, ma privi dell’anima hard rock |
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Ho riascoltato \"infinite\'\" infinite volte mentre questo dopo 3 volte non mi viene la voglia di rimetterlo su e vado a preferire altri ascolti. Forse ci vorrà più impegno, ma la sensazione é che si sia perso qualcosa |
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Come back elettrizante, 85 ci sta turto. Airey e Mc rode innesti top. |
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Sono cresciuto a pane e Deep Purple e non posso che voler bene a questa unione di grandissimi musicisti...ma 85 e\' veramente e solo amore!!! |
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Un buon album che si fa ascoltare senza problemi, e da chi ha il proprio nome scolpito da più di 50 anni nella storia del rock forse non mi sento di pretendere di più, anche se la maggior parte degli album con Morse personalmente li metto un filo sopra. Il precedente Whoosh per esempio mi aveva sorpreso di più. Show Me, A Bit on the Side, I’ll Catch You e anche altri pezzi sono assolutamente riusciti, però altri 4/5 episodi sono meno convincenti. Dal punto di vista della prestazione dei singoli il meglio lo danno gli ultimi arrivati: Don Airey, notevole come già sul precedente album, e il nuovo Simon McBride, veramente sorprendente per tecnica e gusto. Voto 78 |
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Anche io preferisco i pezzi di perfect stranger, house of blue light e battle rages on, ma sono solo 3 dischi e sono molto indietro nel tempo e comunque non perfetti, certo li so sentiva un potenziale che poi non si è sentito più, ma sono passati 30 anni e dire che i Deep purple non lo sono più senza Blackmore ormai ha perduto di significato mi sa. C\'è stato più Steve morse che qualunque altro chitarrista. E di canzoni notevoli on tutti o suoi anno ne ha scritte molte. Hanno sbagliato loro a insistere live sempre sui soliti pezzi di quando erano ragazzi che poi a mio parere sono inferiori e meno tosto di quelli della Réunion. Avrebbero i vece dovuto piazzare un bel live da vecchietti prendendo solo canzoni da now what, infinite e woosh e nel tempo avanzante metterci cose da rapture of the deep, abandon, purpendicular ecc così si che avrebbero fatto vedere una band ormai diversa, fresca ed evoluta nel tempo degna di portare il nome Deep purple piú che mai. Invece su disco sono una band e in live sono spesso la cover, ben riuscita per carità, ma invecchiata dei se ventenni. Cosí facendo i commenti negativi se li attirano e magari non destano dal sonno quella buona percentuale di frequentatori di concerti che magari conosce solo le vecchie hit |
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E dopo trent\'anni direi che il mondo se ne è fatto una ragione.... e dai, su... se preferisce suonare da menestrello non è mica colpa di nessuno. |
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I DEEP PURPLE senza BLACKMORE non sono mai stati i DEEP PURPLE. Erano e sono un\'altra band. |
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Pensavo essere l\'unico a cui è piaciuto ma vedo con piacere che la recensione di 85 (forse un tantino esagerata) mi fa capire che ci avevo visto, anzi sentito bene. E\' un gran bel lavoro. |
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Onore ai \"vecchi\" che ancora sono in pista ma...il disco è banale, nel senso compositivo: avete mai ascoltato i dischi con Blackmore? Ogni canzone aveva riff importanti, melodie definite, ritornelli che ti entravano in testa e che potevi cantare. Queste canzoni invece? Non se ne salva una che regga il confronto (con i lcassici è impossibile, ovvio) con una sola canzone di album di livello \"medio\" (che poi a sentirli oggi siamo a livelli stratosferici) come \"The House of Blue Light\", \"the battle rages on\" e così via. La verità è che nessuno di loro ha il livello compositivo di mr. Blackmore, nè ora nè con Steve Morse. Purtroppo. Dò a questo album la sufficienza, ma solo perchè sono loro. |
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Ci vuole più rispetto per gli anziani... |
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Capisco che siamo di fronte ai Deep Purple però, sinceramente, ho l\'impressione che si stia un pò esagerando. L\'ho ascoltato molte volte prima di scrivere e per carità, il disco è bello, non si può dire che sia un lavoro non riuscito, si lascia ascoltare, scorre piacevole, ma 85? Addirittura media di 87 tra i lettori! Un pò più di grinta dai Deep Purple anche se hanno una età avanzata è lecito aspettarsela... per me 70. |
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Questo disco è stupendo, emozionante... |
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piacevole si, anche secondo me. Probabilmente hai ragione. E comunque da un buon decennio tutte le mie band preferite sulle prime con il nuovo album mi deludono. Dopo di che non so se siano i vari ascolti o la volontà di farmelo piacere, ma acquisisco anche quello, generalmente l\'impressione che i precedenti siano migliori se ne va dopo parecchio |
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Boh, a me non dispiace: si lascia ascoltare, è gradevole. Non saprei cos\'altro chiedere a questi Deep Purple, a parte un ultimo tour col \"medievista\"... |
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per ora now what, infinite e whoosh gli preferisco, vediamo cone andranno i prossimi asolti. Lo trovo più asciutto e secco, un po\' alla ufo. A me il lavoro di morse e airey insieme piaceva molto e anche il cantato di gillan nei dischi precedenti lo trovavo più fantasioso ed emozionante (all i got is you, surprising per fare solo due esempi). Non so come si possa dire che morse aveva già dato tutto o che fosse meno adatto di mcbride ai deep purple. Io trovo che proprio il suo suonare molto diverso da blackmore, ma così caratteristico sia stato il punto di forza di questi ultimi dischi. Che poi da purpendicular nessun disco sia mai suonato epico e vagamente metallaro come certi pezzi di perfect stranger, house of blue light e battle rages on rimane vero e inconfutabile |
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Il segreto del buon andamento del disco è il chitarrista...ha dato una bella rinfrescata. |
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volendo giudicare il disco, senza condizionamenti del passato della band, per me è un gran bel disco che suona accattivante e fresco. Grande McBride, voto 85 |
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Bellissimo disco,ottimo l\'innesto di McBride,Airey e Paice da applausi,Gillan pur non avendo più la voce dei tempi d\'oro è ancora in grado di emozionarmi...voto 85,avercene di questi dischi! |
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Piccola aggiunta, l\' album di Paul Di\'Anno con i suoi Warhorse sicuramente inferiore tecnicamente e compositivamente ma almeno vivo, imperfetto, onesto. |
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Hard pop camuffato da rock, tutto molto carino e piacevole ma ci manca qualcosa ed è il guizzo, scarica elettrica, potenza, stile. Qui come questi tempi insegnano è tutto ben fatto ed al suo posto ma non ha niente da dire, allora è meglio tornare ad ascoltare gli album del passato, penso a Burn o Fireball forse anche più brutti ma che sentire!! Vabbè d\'altronde è finito tutto e ci beviamo quello che ci meritiamo. Un saluto a tutti. |
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Album godibilissimo, eroi immortali e fondatori del sound heavy metal. Come non amarli....mio voto 89 |
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A me sembra un album normale di una band storica che non vuole andare ancora in pensione. Loro si divertiranno pure ma io non più il tempo e i soldi da spendere per ascoltare i loro album. Con 20 anni in meno avrebbero preso 20 punti in meno... |
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Probabilmente il mio gruppo hard rock preferito. Made in Japan ascoltato a 14 anni mi ha cambiato la vita e ha decretato che Ritchie Blackmore è dio e Gillan il più grande di tutti. Però a fase Morse non mi ha mai preso più di tanto complice anche il declino totale di Gillan. Buoni dischi, alcuni eccellenti, ma la scintilla non c’era. C’erano solo i miei soldi che uscivano dalle tasche per l’acquisto e quindi, questo l’ho preso con il medesimo spirito: completismo. Sono rimasto di sasso. Con Simon McBride siamo tornati all’hard rock, quello puro. Non so come spiegarmi e non vorrei essere frainteso; Steve Morse è un Gigante, un produttore di quelli grossi (non ricordo il nome, ma l\'articolo sì) l’ha definito il miglior chitarrista con cui ha lavorato, ma il suo stile, per me, non ci stava più di tanto nei Purple. McBride mi è sembrato più tradizionalista e quindi…quindi questi qua hanno sfornato il miglior disco dai tempi di…boh? Battle rages on (c’è Anya, quindi è un disco stupefacente)? Whoosh? Non lo so, ma erano secoli che non ascoltavo un loro disco a ripetizione con così tanto gusto. E anche Gillan è “presentabile”. Don Airey conferma di essere il più sottovalutato tastierista della storia. Nessuno che lo menzioni mai quando c’è da fare delle classifiche (oh! io per primo sia chiaro), ma se ha suonato di tutto con tutti, qualcosa vorrà pur dire. Poi ci sono le autocitazioni: I’ll catch up è Wasted Sunsets; Portable Door è Pictures of home; Sharp shooter sembra uscire da The house of the blue light. Ma francamente non me ne frega niente. Sono autenticamente esaltato per questo disco suonato da 80enni. Per la prima da 40 anni hanno fatto un disco che non viene surclassato dagli Uriah Heep (che adoro!). |
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Un album molto buono e con non pochi momenti di sorpresa e un moderato entusiasmo. McBride solidissimo e un ottimo fit per la formazione attuale anche se finora si rivela meno fantasioso di Morse.
Now what?! però non viene superato, a mio gusto; anche alcuni pezzi di Infinite (Birds of Prey, the surprising, all I got is you) e Woosh li trovo molto sottovalutati e troppo presto dimenticati. Mi è dispiaciuto davvero tanto che Morse abbia dovuto (comprensibilmente) lasciare così. |
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Da ormai antico amante dei deep devo dire finalmente un disco che ascolto volentieri dopo anni e anni . Forse il merito è anche del nuovo chitarrista . Morse non ne aveva proprio più.... Gillan è Gillan, a 79 non gli si può chiedere di cantare con la voce di uno da 20 . Se a uno non piace suggerisco con molta simpatia di cambiare musica ( non saranno certo i commenti biliosi a far cambiare la mia). |
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no, non ti denunciano. Solo, il castigamatti di metallized ti intercetta al volo e viene ad arrestarti sotto casa. |
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Eh sì, sicuramente non si tratta della \"nostra\" lisablack |
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Io utilizzo i nickname che mi pare. Se no cosa fate? Mi denunciate?? |
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Anche secondo me c\'è qualche troll, Lisablack non scrive commenti di questo tipo, però Duke, se sei tu, dire spazzatura a qualcosa che non ti piace, è allo stesso livello dei commenti che hai criticato, come faccio anch\'io a volte....non sarò un troll anch\'io? Non ci capisco più un casso... |
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Quindi se un gruppo ha fatto la storia del rock non si discute a prescindere? Ian gillan non è da oggi che ha problemi alla voce |
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Secondo me questo chitarrista ha dato nuova linfa al gruppo: lui e le tastiere di Don Airey non fanno altro che rincorrersi per tutto l\'album con ottimi risultati. Ian Gillan recita teatralmente la sua parte senza fare danni e mi ha soddisfatto (ma davvero qualcuno si aspettava di più dalla sua voce a quasi 79 anni? ). E i pezzi ? Davvero sorprendenti in positivo. Almeno sette ottimi e gli altri discreti. Se il livello è questo fanno benissimo a pubblicare ancora materiale nuovo. Per me 80.
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i deep purple storia del rock...chi li mette in discussione non ha capito nulla e ne lo spirito...a quella eta\' si mettono in tasca parecchi nuovi gruppi..
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Pregherei l\'utente che si firma lisablack o LisaBlack di smetterla di utilizzare il nick di un altro utente. Da subito. Grazie. |
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Inoltre prodotto malissimo, suoni confusi, batteria sembra stia suonando una scatoletta di tonno, basso inesistente.
Un brutto modo di chiudere una grande carriera |
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....per la loro età.....gran disco....veramente coraggiosi a continuare.....lisa non commentare quello che non ascolti...commenta il tuo genere monnezza...e lascia stare i grandi.... |
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Ce l’ho da qualche settimana ma ancora non riesco a interpretarlo. Whoosh! ed Infinite mi piacciono molto, più di Now What! ma leggendo i commenti entusiastici forse dovrò ascoltarlo ancora, al momento mi sembra più di mestiere rispetto ai due, per me illustri, predecessori. |
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Sciapo, Gillan ormai senza voce, quando fa due urletti fa proprio ridere, chitarrista bravo ma anonimo al massimo, canzoni normali per un gruppo come loro. 85? Ma per favore..... |
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Beh la critica di Sadwings è costruttiva a differenza di altri trolls...
posso anche essere daccordo ocn lui sulla voce di Gillam ma considerata l\'età non ci si può lamentare, non credi?
Per me un gran bel album e l\'85 ci sta tutto |
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Lisablack limitati a commentare i tuoi gruppi Black, per cortesia... Bel disco |
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Veramente tutto al posto giusto, che sorpresona. McBride bravo, evocativo del Blackmore sound pur non esagerando. Giustissimo85 |
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Album in puro stile Purple personalmente il migliore senza blackmore ad averne di musicisti così voto 85 ci sta tutto . |
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8
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Album pessimo, un po\' di mestiere ne niente più. ritmica piatta, creatività zero.
Meglio ritirarsi che essere la caricatura di sé stessi e fare uscire schifezz del genere.
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6
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L ho comprato perché sono i deep purple ma onestamente tutto questo entusiasmo non lo capisco.
Il mio problema principale rimane con la troppa centralità della voce di gillan che secondo me da troppo tempo è un tallone d Achille e non riesce a donare varietà e colore alla sue interpretazioni .
Per questo motivo il mio album preferito dei deep purple post blackmore rimane now what perché secondo me in quel caso la parte strumentale e progressive la faceva da padrone e la voce di gillan era meglio dosata. Poi una cosa che mi da fastidio degli ultimi deep purple è il voler essere eccessivamente intellettualodi nei loro intentj con copertine criptiche ma brutte, come volersi elevare e distanziare da ciò che sono sempre stati. |
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5
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Che disco meraviglioso.. probabilmente il disco hard rock dell\' anno |
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4
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Sorpresona, il miglior disco dei Purple da Perfect Stranger. |
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3
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Il voto è relativo, la recensione è quasi pienamente condivisibile e ne condivido i toni entusiastici, l\'album è veramente molto bello. Dico \"quasi completamente condivisibile\" perché, tuttavia, concordo con Matteo nel ritenere Now What ancora il miglior album degli anni 10 e 20 se non dai tempi di Perfect Strangers. Subito dopo probabilmente potrei metterci proprio =1. Mi è piaciuta anche la definizione dello stesso Matteo: disco sorprendente. |
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2
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Come per gli ultimi colpi dei Motorhead.... |
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1
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Voto un po\' esagerato,ma è davvero un disco sorprendente, ma non credo sia migliore di now what |
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