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17/10/24
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The Healing Process - Theme and Variations
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28/09/2024
( 447 letture )
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È molta l'attitudine che trasuda da questo Theme and Variations, secondo album in studio ad opera dei The Healing Process. Il gruppo milanese rivendica infatti un approccio radicalmente DIY e caratterizzato da un budget ridotto ai minimi termini, come loro stessi spiegano. Autoproduzione, presenza limitata o nulla sulle principali piattaforme di streaming, mixaggio effettuato “in cameretta” esclusivamente con plug-in gratuiti: sin dalla sua creazione, il progetto si distingue per una filosofia “100% fatto in casa”. A ciò si aggiunge una postura critica nei confronti della scena musicale, metal in particolare e thrash nello specifico, ancorata secondo il duo a “schemi triti e autoreferenziali, poco inclini al rischio perché commercialmente validi”. Dinnanzi a questa situazione, i The Healing Process sperano di “ridare un po’ di lustro a un genere sulla via di un irreversibile tramonto”.
Affermazioni forti e sicuramente provocatorie, ma bisogna dire che i due milanesi non si limitano ai proclami altisonanti. Theme and Variations è infatti un lavoro di sostanza che ha, da subito, attirato la nostra attenzione. Innanzitutto, la qualità sonora del disco si rivela ampiamente sufficiente, certo essenziale e parecchio asciutta, ma del tutto adatta alla proposta dei Nostri. Quello che invece non suscita nessuna riserva è il songwriting. Rispetto all'esordio Locked Inside Yourself (2022), promettente ma ancora grezzo, il duo affina nettamente la proposta. Il nuovo nato si articola attorno a nove brani, di cui tre brevi interludi strumentali. Se ogni episodio è chiaramente definito ed autonomo, l'album può essere ugualmente considerato come un'unica, lunga canzone: le song si susseguono sinuosamente, incastrandosi tra di loro nel corso di un ascolto integrale. Theme and Variations si presta dunque ad essere consumato d'un fiato, senza per questo risultare eccessivamente complesso da assimilare. Concretamente, la musica dei The Healing Process prende la forma di un thrash metal d'impatto, roccioso e globalmente incentrato sui tempi medi. Il tasso tecnico è relativamente elevato, ma resta sempre al servizio della forma-canzone. Ne si ha una prima riprova a partire dall'iniziale Nothing at All, brano dotato di un buon riffing e di una strumentale generosa, ma capace di stamparsi subito nella testa dell'ascoltare. Merito anche di un paio di riuscite linee melodiche, presenti un po' dappertutto nel corso del lavoro, come si evince in particolar modo nell'elaborata Blepharostat. Altra caratteristica benvenuta, alcuni brani presentano dei testi cantati in italiano. Una scelta ancora decisamente minoritaria in questo genere, e che i The Healing Process dimostrano di saper applicare nel migliore dei modi. La lingua di Dante si addice perfettamente alla rancorosa strumentale, e l'effetto, lungi dall'essere innaturale, decuplica l'impatto e la potenza dei brani. Gli interludi strumentali risultano ugualmente piacevoli e ben confezionati, malgrado la corta durata. Nell'ottica dell'ascolto integrale evocato sopra, le song forniscono un momento di calma più che benvenuto.
Insomma, i punti a favore di Theme and Variations sono numerosi. Il disco colpisce sin da subito, ma cresce indiscutibilmente con il passare degli ascolti. La prestazione dei musicisti è potente e precisa, ed anche la voce del frontman Carlo Braccio, pur senza risultare particolarmente peculiare, fa il suo senza demeriti. Al di-là di tutte le considerazioni tecniche, la band ha il grande pregio di aver scritto un pugno di brani gradevoli, efficaci e davvero trascinanti, che ci si ritrova a canticchiare ad ascolto concluso -e questo è forse il miglior indicatore del successo di un disco. Certo, la resa sonora è perfettibile, ma va letta nel contesto della filosofia generale del progetto; il suo carattere rustico (benché largamente sufficiente) è quasi una dichiarazione politica. Ben vengano quindi l'attitudine e l'iconoclastia, se seguite da una proposta musicale valida. L'unico appunto che ci sentiamo di muovere ai The Healing Process riguarda la copertina, anonima e persino sgranata: va bene il budget risicato e l'approccio DIY, ma qualcosa in più poteva essere fatto, in quanto l'artwork attuale non invoglia particolarmente all'ascolto. Sarebbe un peccato.
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3
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Considerando che si tratta di una registrazione casalinga 100% DIY la produzione è più che buona, anche se qualche aggiustamento nel mixing poteva starci. Ottima la prova vocale, urlata e graffiante che mi ha ricordato lo stile tipico del punk-hc italiano e con sporadiche ma efficaci incursioni in un grezzo growl. Musicalmente un ottimo thrash tecnico ma non eccessivamente, con qualche leggera influenza hc che ho sentito emergere qua e là... Voto giusto direi, che con un mixing un po\' più centrato poteva arrivare ad 80 |
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2
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Ciao Polenta, grazie a te per il commento e per le gentili parole, mi fa molto piacere che i dischi che recensisco incontrino il tuo gusto! |
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1
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Ho appena finito di ascoltare alcuni dei loro pezzi su bandcamp e devo dire che questo è di molto superiore al precedente. L\'unico neo che gli trovo sono i testi in italiano, ma è un difetto meno che minore. Per me anche un 80. In ogni caso Griso, devo ammettere che stai diventando uno dei miei riferimenti per quel che riguarda gli ascolti. Questi ragazzi non li conoscevo, e anche per questo - oltre che per il tuo lavoro - ti ringrazio. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Introduzione 2. Nothing at All 3. La Servitù 4. Punto di Non Ritorno 5. Interludio 6. Step in Line 7. Tutti contro tutti 8. Blepharostat 9. Coda
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Line Up
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Carlo Braccio (Voce, Chitarra, Basso) Enrico Meloni (Batteria)
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