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LICKS! - # 9 - Registrare una canzone
16/04/2013 (6392 letture)
PREMESSA NUMERO 4
Come ormai tradizione di questa serie di articoli non posso cominciare senza prima fare una premessa fondamentale.
Chi vi scrive infatti non è un fonico ma un appassionato di home recording, per questo motivo questi articoli vogliono essere solo uno spunto per approfondire questa sconfinata materia ma non contengono la verità assoluta, anche perché come già detto, essere appassionati è una cosa, essere un fonico o un ingegnere del suono istruito un'altra.
Registrare non è solo un'arte, è una scienza e come tale va trattata, anche se questo non dovrebbe impedire ai giovani musicisti di avvicinarsi a strumenti che potrebbero notevolmente allargare le possibilità a disposizione di una band emergente.
In questo particolare articolo poi vi parlerò di quelle che considero (almeno secondo la mia modesta esperienza) le basi per iniziare a registrare un pezzo, ma non mi avventurerò in consigli specifici riguardanti il mixaggio o il mastering, troppo sarebbe lo spazio richiesto e troppe le variabili da tenere in considerazione, senza contare le conoscenze tecniche veramente ampie necessarie ad una trattazione puntuale e comprensibile.

PRIMI PASSI
Dando per scontato che abbiate a vostra disposizione gli strumenti necessari (sequencer, scheda audio, eventuale pre-amplificatore e casse o cuffie adatte allo scopo), dovrete per prima cosa avere le idee molto chiare circa la struttura della canzone che state andando a registrare, oltre che avere già un'idea di massima riguardo gli arrangiamenti.
Capita molto spesso di cambiare qualcosa via via che si registra, ma il fatto che abbiate già ben ponderato la struttura vi mette nella posizione di lavorare su qualcosa di solido.
Un cambio in quest'ultima rischia di mandare a rotoli svariate ore di registrazioni per cui cercate sempre di valutare bene cosa state facendo, specie se decidete - ad esempio - di cambiare un tempo a metà canzone o di raddoppiare un ritornello.
Per fare ciò vi conviene provare e riprovare la canzone in sala prove e portarla dal vivo se ne avete la possibilità, non c'è modo migliore di testare l'efficacia di un pezzo e farlo crescere con il tempo.
Crescere potrebbe sembrare un verbo improprio, ma vi garantisco che più tempo date ad una canzone per evolversi e maturare (insieme alle vostre capacità tecniche) e migliore sarà il risultato.
Dunque non abbiate mai fretta di registrare, l'incisione non è che il coronamento del pezzo, un'impronta da tramandare ai posteri, ma deve avvenire solo quando si è davvero convinti della sua validità (potrebbe addirittura capitarvi di accantonare interi estratti del vostro repertorio perché incapaci di reggere alla prova del tempo e di evolversi in maniera sufficiente).

METRONOMO
All'inizio lo odierete, la maggioranza dei giovani musicisti o di quelli meno esperti non ha (purtroppo mi verrebbe da aggiungere) familiarità con i metronomi.
Eppure vi garantisco che senza le vostre registrazioni risulteranno davvero sconclusionate e di infima qualità.
È come un ombelico intorno al quale si sviluppa prima un embrione e poi una canzone completamente formata e pronta per essere data alla luce.
Ovviamente sarete voi a gestire e regolare questo ombelico, sia per quanto riguarda i bpm (battiti per minuto) e sia per quanto riguarda il tempo (userete il classico 4/ 4 o vi avventurerete in più complessi tempi dispari?)
Per farlo dovrete armarvi di pazienza e cominciare a suonare su metronomi a varie velocità con uno strumento guida per la canzone (di solito la chitarra) cercando di seguire il metronomo ma modificandolo lentamente durante l'esecuzione fino a trovare i tempi e i bpm che più si avvicinano alla vostra esecuzione tipo.
Una volta che avrete individuato tutti i tempi (ed eventuali cambi) e settato il metronomo lungo tutta la durata della canzone ( i sequencer hanno editor appositi per queste "tracce tempo") potrete incidere basandovi su questo una versione grezza della chitarra o della voce che il vostro batterista userà come guida (ovviamente si tratta di registrazioni temporanee ed incomplete che verranno rimosse non appena il batterista, ed eventualmente anche il bassista, avranno completato le loro registrazioni).

BATTERIA
Come potrete immaginare è il primo strumento che va registrato, è imprescindibile soprattutto considerando che porta con sé l'ossatura ritmica della canzone.
Avete ovviamente diversi modi per farlo, ma solitamente negli home studio il tutto viene gestito mediante protocollo MIDI, quindi potrete programmare la vostra batteria con il mouse usando le apposite griglie midi che vi permettono di inserire i vari colpi con una scansione precisa al sessantaquattresimo.
Se invece disponete di una batteria elettronica il vostro batterista potrà suonare il pezzo usando le chitarre e le voci grezze come riferimento ma cercando di rimanere il più possibile incollato al metronomo come ogni buon batterista dovrebbe fare.
Finite le registrazioni potrete poi correggere con pochi click eventuali errori (la griglia su cui lavorerete infatti non sarà che una rappresentazione grafica della traccia di metronomo che avete preparato) o arricchire la traccia inserendo colpi su pezzi che non avete potuto utilizzare a causa del numero limitato di pad del drumkit.
In molti sequencer tra l'altro avrete la possibilità di cambiare anche la velocità d'esecuzione in seguito alla registrazione, dato che la batteria se ben aderente al metronomo si adatterà automaticamente ad ogni variazione successiva della traccia tempo.
Mentre registrate dovrete ovviamente anche assegnare dei suoni ai vari pezzi (a seconda dei banchi di samples che avete a disposizione), per questa prima fase potete anche usare dei suoni diversi da quelli definitivi, dato che – come spiegato nell'articolo precedente – il protocollo MIDI funziona su impulsi neutri a cui potete assegnare tutti i suoni che volete, anche dopo la registrazione (anche se suoni troppo differenti potrebbero reagire troppo diversamente alle varie dinamiche dei colpi).

BASSO
Tradizione vuole che il basso si registri subito dopo la batteria per completare la sezione ritmica, in realtà dipende un po' dall'importanza che ha nel vostro sound, ci sono cantanti e chitarristi che non riescono a fare a meno del basso per registrare una canzone in maniera corretta e altri che è già tanto se sanno come questo strumento suoni, ragion per cui nulla vi impedisce di registrarlo dopo le chitarre ritmiche o quando più preferite.
Con questo si inizia a registrare un segnale audio vero e proprio e - per quanto potrete lavorare in post produzione su quest'ultimo per curarne il suono - non potrete però aggiustare un'esecuzione errata facilmente come nel caso del protocollo MIDI ( a meno di non perdervi in taglia e incolla precisi al millisecondo), insomma se sbagliate qualcosa fate prima a ri-registrare quel passaggio.
Per prima cosa assicuratevi che il basso sia perfettamente accordato ed intonato, utile anche che monti corde fresche per permettergli di rendere al meglio (anche se dipende sempre molto dal suono che state cercando).
Nel caso che lo registriate in linea (basso diretto nella scheda audio) usando software che simula un amplificatore o registrando direttamente il segnale del basso entrando che entra nella scheda senza usare alcun tipo di software (o in un preamp che poi a sua volta entra nella scheda se ne avete uno a disposizione), cercate di settare il tutto in modo che il suono sia più simile possibile a quello che desiderate ottenere (consci però del fatto che difficilmente sarà quello definitivo).
Iniziate poi suonando la parte più pesante (dove le dinamiche sono più spinte in pratica) dell'intera canzone e regolate con l'apposita manopola il gain (segnale in ingresso) in modo che in quel passaggio non vada in picco (in genere c'è una spia che diventa rossa per segnalarvelo), quando sarete sicuri di non avere picchi in quel punto lo sarete anche di non averne nel resto della canzone.
Per aiutarvi potete anche usare un compressore, che limita la dinamica ma che "gonfia" enormemente il suono del basso, oltre che aiutarvi rendendo l'esecuzione più lineare (se non siete già sicuri del risultato potrete registrare senza compressore ed aggiungerlo poi in un secondo momento durante il mixaggio).
Oltre a tutto questo prima di cominciare a registrare verificate l'assenza di rumori di fondo causati da una cattiva schermatura del cavo o da interferenze elettromagnetiche nelle immediate vicinanze, nel caso doveste riscontrarne è il caso di inserire un gate o un noise suppressor o reductor, questo senza però esagerare perché si tratta di strumenti che tagliando via le frequenze su cui si trova il disturbo portano via insieme anche frequenze buone, nel caso questo problema fosse troppo accentuato provate ad usare cavi professionali o bilanciati che risultano estremamente silenziosi (spesso vi troverete a non usare nessun tipo di gate).
Inutile dirvi che anche i bassisti registrando dovranno fare estrema attenzione al metronomo, giusto per evitare l'onta di incidere passaggi fuori tempo che di sicuro comprometterebbero la canzone intera.

CHITARRE
Buona parte di quello che ho scritto in precedenza per il basso si applica anche alle chitarre: controllate dunque l'accordatura, cambiate le corde, tagliate in qualche modo l'eventuale rumore di fondo, se potete usate il pre-amplificatore e settate in maniera adeguata il gain della scheda audio per evitare picchi.
Fatto ciò iniziate a studiare quelli che saranno i vostri suoni, ovviamente tenendo sempre a mente che i vostri bellissimi settaggi difficilmente rimarranno inalterati durante il mixaggio.
Se usate suoni diversi usate una sola traccia per ognuno in modo da avere successivamente la più totale libertà durante il mixaggio.
Quando usate programmi che simulano gli amplificatori l'audio che registrate è in clean, è il programma a modificarlo successivamente, ragion per cui potrete sempre andare a modificare i vostri settaggi (entro certi limiti) anche a registrazione avvenuta.
Registrate poi tutto facendo attenzione sì al metronomo ma soprattutto andando dietro alla batteria (ed eventualmente anche al basso se l'avete già registrato).
Le chitarre ritmiche potrebbe essere buona cosa registrarle due volte magari con suoni diversi (le stesse parti ma ri-suonate e non semplicemente duplicate) in modo che il suono risulti più pieno, mentre per quanto riguarda le parti soliste non avete assolutamente limiti nel numero di sovra-incisioni.

TASTIERE
Le tastiere sono probabilmente lo strumento più semplice da registrare visto che quelle moderne sono ormai concepite per essere interfacciate con un computer, queste potrete usarle per controllare (mediante protocollo MIDI) banchi suoni presenti sul vosto computer o in alternativa registrando direttamente il suono della tastiera mediante cavo jack, se disponete di una scheda audio a due ingressi e più cavi potrebbe anche essere una buona idea registrare usando una traccia stereo (che registra cose diverse su due canali separati, destro e sinistro).
Anche per queste cercate di usare una traccia per ogni suono che usate e non di cambiare il suono al volo durante la registrazione su una stessa traccia, questo perché ogni suono necessita di un trattamento particolare in fase di mixaggio ed è molto più semplice farlo con tracce separate.

VOCE
La voce è l'ultima cosa da registrare prima di procedere al mixaggio, oltre che la più complicata da gestire visto che impiegando un microfono è anche importante l'ambiente in cui questa viene ripresa, in genere è consigliabile una stanza non troppo grande, sarebbe meglio se trattata acusticamente ma ovviamente non si può avere sempre tutto.
Fondamentale il microfono a condensatore, che va piazzato lontano da ogni fonte di rumore, computer compreso (visto che è talmente sensibile da riprendere anche il suono della ventola), se il tutto passa per un preamp è ancora meglio perché garantirà molte più armoniche alla vostra ripresa.
Il cantante deve usare cuffie chiuse che non facciano uscire la base (o il microfono registrerà anche il rientro della base dalle cuffie) oppure auricolari a cui vanno sovrapposte cuffie chiuse proprio per bloccare i rientri.
Una volta che è tutto predisposto settate un gate per i rumori ambientali (qualcosa ci sarà per forza), un riverbero che aiuti il cantante e regolate il gain in modo che non ci siano picchi quando il cantante esegue il passaggio più spinto dell'intera canzone.
Fatto ciò mettete il/la cantante a suo agio, permettetegli di ri-registrare tutti i passaggi che non ritiene sufficienti (quando pensate che la ripresa non sia comunque malvagia salvatevela su un'altra traccia per sicurezza senza dirgli nulla, a volte chiedono troppo a loro stessi).
Se necessario dividete il testo e registrate una frase per volta in modo che l'esecuzione possa sempre avvenire dopo aver ripreso fiato (farete poi un collage delle registrazioni migliori).

MIXAGGIO
Eccoci alla fase più delicata di tutte, come spiegarvi in breve cosa vuol dire mixare?
Per usare un'immagine simpatica e realistica, capirete quanto questa fase sia necessaria quando vedrete che tutti i bellissimi suoni che avete – con tanta perizia - preparato per ogni singolo strumento messi tutti insieme suonano malissimo.
Mixare vuol dire lavorare su ogni singola traccia in modo che sia ben valorizzata con l'uso di equalizzatori, compressori e altri mille orpelli (saturatori, riverberi, delay ecc) ma che non entri in conflitto con le altre.
Ogni strumento produce uno spettro di frequenze molto ampio, ma molte di queste sono del tutto inutili e se lasciate al loro posto si andranno a sommare a quelle degli altri strumenti che suonano in quel range creando un pastone senza capo né coda.
Prima di cominciare abbassate la traccia dell'out (quella in cui confluiscono tutte le singole tracce) a – 7db (circa) e fate attenzione che non vada in picco, il volume sarà basso ma potete sempre alzare quello delle casse, è importante che in questa fase il volume di quella traccia sia contenuto e che nessuna traccia vada in picco.
Partite poi lavorando sulle singole tracce della batteria, se avete usato quella in MIDI, assegnategli ora i suoni definitivi, duplicatela, cancellate tutti i colpi che non siano cassa ed esportate in wave l'audio della cassa (senza picchi), ripetendo l'operazione per ogni singolo pezzo che compone il drumkit, vi ritroverete con moltissime tracce audio su cui lavorare.
Queste ora andranno trattate ed equalizzate in maniera diversa in modo che suonino bene, attivatele una per volta man mano che andate avanti e regolate i volumi a seconda di quello che vi serve, controllando che l'equalizzazione permetta di ascoltare ogni singolo pezzo.
Fondamentale è che prestiate attenzione al "pan", ovvero alla posizione in cui il segnale viene riprodotto (sinistra, centro o destra), se non lo toccaste vi trovereste una batteria tutta al centro (dunque che esce identica da entrambe le casse o le cuffie, come in una traccia mono), cercate di ricreare l'effetto di una batteria vera agendo sul pan dei vari pezzi in modo realistico, esempio: rullante leggermente a sinistra se volete dare l'impressione a chi ascolta di stare al posto del batterista o viceversa se volete che abbia l'impressione di trovarsi davanti (anche se ovviamente non sono regole assolute, potete tranquillamente disporre i pezzi secondo il vostro gusto).
Passate poi al basso, alle chitarre e a tutti gli altri strumenti (voce compresa); man mano che lavorate cercate di ascoltarli a coppie in modo da verificare che non si sovrappongano (basso e chitarre, basso e cassa, chitarre e rullante) e regolate i volumi in modo coerente.
C'è anche chi invece preferisce mixare tenendo attive insieme tutte le tracce, provate entrambi i metodi e vedete con quale vi trovate più a vostro agio.
Rifate poi lo stesso lavoro con il pan per gli altri strumenti: il basso va al centro, le chitarre ritmiche una per lato e gli altri strumenti a seconda dell'effetto che volete ottenere, fate solo attenzione a non caricare troppo un lato rispetto all'altro.
Finito questo lungo lavoro dovreste trovarvi una registrazione molto più chiara e che entro certi limiti valorizza tutti gli strumenti, per quanto di volume un po' basso.

MASTERING
Dopo il mixaggio manca solo più l'ultimo e altrettanto fondamentale step: il mastering.
Scopo di questo è uniformare il più possibile il suono della canzone o dell'album che si sta realizzando, e adattare la registrazione al supporto su cui verrà riprodotta (dunque nel 99% dei casi al cd).
Inoltre – tra le altre cose - alza di parecchio il volume, incide sulle dinamiche comprimendole o espandendole, modifica l'immagine stereo della canzone e la risposta in frequenza
Spesso viene sottovalutato dai musicisti in erba, ma in realtà se ben fatto riesce a valorizzare moltissimo un buon mixaggio, almeno quanto riesce a rovinarlo se mal fatto (mentre se il mixaggio è pessimo difficilmente uscirà un buon mastering, chiunque lo faccia).
Ci sono programmi come Ozone che hanno dei buoni preset da cui partire per un mastering casalingo (che includono già strumenti fondamentali come l'equalizzatore, il limiter, il compressore multibanda, lo stereo imager e il saturatore) ma sarò il più sincero possibile dicendovi che si tratta di un passaggio che potrebbe risultare necessario eseguire in studio, specie considerando che lì oltre a disporre di fonici qualificati hanno apparecchiature di ascolto di livello altissimo e soprattutto attrezzature che agiscono sull'audio in analogico e non in digitale, cosa che porta ad una qualità decisamente più alta.

Siamo così arrivati alla fine di questo nostro lungo – seppur superficiale - viaggio nell'home recording, spero possa essere stato gravido di spunti e abbia fatto appassionare qualcuno a questa pratica tanto complicata quanto piena di soddisfazioni.
Grazie per l'attenzione!



vitadathrasher
Mercoledì 17 Aprile 2013, 8.22.10
9
La batteria pestata dal batterista ha una sua dinamica che segue il pezzo ed è in assoluto la scelta da fare, specialmente in questo genere (metal-thrash) dove i colpi sono più ravvicinati. Con una batteria campionata si perde di dinamica e si appiattisce tutto. Se però, in ambito Home non si ha la possibilità di ottenere un determinato suono si può attingere dalla libreria di campioni e mixarli sui colpi originali. La batteria elettronica non la prendo nemmeno in considerazione, effetto mitragliatrice assicurato specialmente se si viaggia sui 190 battiti. Il basso si può mettere anche dopo le chitarre..... Il click nel thrash è legge!
Room 101
Mercoledì 17 Aprile 2013, 2.38.34
8
Ragazzi concordo con voi sulla superiorità della batteria tradizionale (registrata in studio). Ho dovuto insistere su quella elettronica perché se usata con criterio può comunque essere utile per registrare dei demo soddisfacenti e soprattutto per non dover ricorrere allo studio visto che si parla di home recording (e registrare in maniera casalinga una batteria vera è fuori discussione visto che serve attrezzatura del valore di migliaia di euro), è chiaro che se si vuole un prodotto valido e si ha un certo tipo di budget lo studio è la scelta migliore, però in questa serie di articoli ho voluto insistere sulla registrazione in casa perché nettamente low-cost, ovviamente di conseguenza la qualità sarà minore, ma per un gruppo agli esordi non serve certo una produzione stile Nuclear Blast!
therox68
Martedì 16 Aprile 2013, 21.53.10
7
"Room101": è vero che tradizionalmente il basso si traccia dopo la batteria ed è altrettanto vero come dici che lo si può registrare quando vuoi. Personalmente io propendo per la prima soluzione. E senza click. E se il bassista si lamenta gli tolgo anche la traccia di batteria.
waste of air
Martedì 16 Aprile 2013, 21.37.18
6
@vichingo: pienamente d'accordo con te! Però se ad esempio senti Catch 33 dei Meshuggah senza saperlo, mica te ne accorgi che è una drum machine! A volte ti trovi davanti un bel disco e ci rimani quando vai a vedere nel booklet!
il vichingo
Martedì 16 Aprile 2013, 18.34.53
5
Ma certo Fabrizio, capisco perfettamente. Per quanto concerne il mio progetto Black/Folk solista ho lo stesso problema con la tastiera che non presenta alcuni toni, quindi devo ricorrere ad un programmino per computer. E come ho detto altre volte più di tanto non mi pongo il problema se è presente una batteria elettronica su disco anche se ovviamente preferisco una acustica; semplicemente se devo scegliere tra le due sempre e solo l'acustica per una serie di ragioni ed infatti quella suono da parecchio tempo .
Sambalzalzal
Martedì 16 Aprile 2013, 18.23.43
4
fabriziomagno@ purtroppo Rolf dei Running WIld anche ha badato al risparmio quando si è avventurato (penso in modo totalmente casalingo) nell'universo del machine drumming con gli ultimi albums... sono rimasto così trumatizzato che da li appena sento parlare di batteria elettronica mi prendono le madonne! Scherzo ovviamente ma sono del parere che in alcuni generi a meno che non ci sia un genio a programmare sia praticamente impossibile rendere la batteria bella da sentire o competitiva come una "umana"...
fabriziomagno
Martedì 16 Aprile 2013, 15.45.14
3
vichingo, capisco bene il tuo ragionamento, ma ricorda che alcuni tra gli album che noi folkettari più amiamo sono stati fatti proprio con la fottuta batteria elettronica. Io ho suonato dieci anni in un gruppo thrash con un signor batterista (e un drum kit all'epoca pagato tipo 14 milioni di lire), e l'idea della batteria finta mi fa proprio schifo...però se uno decide di fare tutto da solo e non vuole musicisti intorno non c'è soluzione, sempre se questa persona non sappia suonare la batteria in maniera più che convincente. Io purtroppo non lo so fare e per il mio progetto devo per forza utilizzarne una finta, anche se preferirei, ovviamente, averne una vera. I problemi sono di costi (non lavoro, figurati se mi vado a pagare lo studio ecc) e di trovare una persona - ma non è la mia volontà - che capisca cosa voglio. Quindi devo per forza ricorrere alla batteria digitale...
il vichingo
Martedì 16 Aprile 2013, 14.36.33
2
La mia non vuole essere assolutamente una critica od offesa a chi la usa, ma la batteria elettronica la trovo di una tristezza impressionante, soprattutto se utilizzata nel Metal, sia questo Power, Black od Epic. Volete mettere una bella batteria acustica dove si ha la possibilità di aggiungere quanti piatti/tamburi si vuole e che il suono lo produce sul serio? Senza contare che ascoltare il suono prodotto in cuffia mi deprime, molto meglio far ballare il vicinato al ritmo di Coma of souls .
Room 101
Martedì 16 Aprile 2013, 0.16.31
1
Dal momento che l'articolo è stato ri-caricato incollo l'unico commento che aveva ricevuto durante il primo caricamento: Vitadathrasher: La batteria è consigliabile farla in studio, a livello home avreste bisogno di una moltitudine di mic. Pre amp, convertitori e un trattamento acustico del box. Senza contare la batteria e la sua qualità. Le librerie di campioni sono da usare per chi vuole fare tutto in \"casa\" ma hanno il grosso difetto di alterare il tocco del batterista, specialmente se il batterista è tecnicamente preparato. Per il resto investite i vostri soldi in un ottimo preamp, convertitore A/D e mic. Risparmiando sul numero di canali ma non sulla qualità. Per avere qualità in senso assoluto ogni anello della catena è importante e nessuno esclude l\'altro, ma visto che si parla di home r. Concentratevi sulla qualità della ripresa, ovvero sul materiale hardware analogico, senza sprecare soldi in schede che hanno 100 entrate, 100 plug in o in computer con muscolose cpu. Registrare un ottimo suono alla fonte vi permette, se non vi sentite di fare tutto il lavoro da voi, di portare il materiale in studio con la sicurezza di ricavare un buon prodotto finale.
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