IN EVIDENZA
Album

Blue Oyster Cult
Ghost Stories
Autoprodotti

King Gizzard and The Lizard Wizard
PetroDragonic Apocalypse
CERCA
ULTIMI COMMENTI
FORUM
ARTICOLI
RECENSIONI
NOTIZIE
DISCHI IN USCITA

26/04/24
ACCEPT
Humanoid

26/04/24
DEICIDE
Banished By Sin

26/04/24
BLACK TUSK
The Way Forward

26/04/24
PARTY CANNON
Injuries Are Inevitable

26/04/24
EXHUMATION
Master`s Personae

26/04/24
SIX BY SIX
Beyond Shadowland

26/04/24
PARTY CANNON
Injuries Are Inevitable

26/04/24
PESTILENCE
Levels of Perception

26/04/24
BEHOLDER
Dualisme

26/04/24
DARKTHRONE
It Beckons Us All

CONCERTI

26/04/24
SINISTER + GUEST
CENTRALE ROCK PUB, VIA CASCINA CALIFORNIA - ERBA (CO)

26/04/24
MARLENE KUNTZ
DEMODÈ CLUB, VIA DEI CEDRI 14 – (BA)

26/04/24
KARMA
CSA RIVOLTA, VIA FRATELLI BANDIERA 45 - VENEZIA

26/04/24
THE TOWER MUSIC MEETING (day 1)
BOCCIODROMO, VIA ALESSANDRO ROSSI 198 - VICENZA

26/04/24
PONTE DEL DIAVOLO + OTUS + GODWATT
TRAFFIC CLUB, VIA PRENESTINA 738 - ROMA

26/04/24
CRASHDÏET
SLAUGHTER CLUB, VIA A.TAGLIABUE 4 - PADERNO DUGNANO (MI)

26/04/24
ELECTRIC VALLEY RECORDS FEST
BLOOM, VIA EUGENIO CURIEL 39 - MEZZAGO (MB)

26/04/24
LOS FUOCOS + SUPERSONIC DEUCES
ARCI JOSHUA BLUES CLUB APS, VIA CANTONIGA 11 - COMO

26/04/24
URAL + FUNERAL RAPE + BLOODY MARKET
CIRCOLO COOPERATIVO LIBERO PENSIERO, VIA ISIDORO CALLONI 14 - LECCO

26/04/24
MAXIMUM FESTIVAL 2024 (day 2)
ALTROQUANDO, VIA CORNIANI 32 - ZERO BRANCO (TV)

TOTAL METAL FESTIVAL 2007 - Una giornata a Bari
29/09/2007 (13795 letture)
Siamo alle solite: non basta mettere in piedi il più grande evento metal di sempre in Puglia, non bastano i sacrifici economici e gli enormi sforzi organizzativi di chi da anni si impegna per diffondere il metal e la sua cultura nel sud Italia (leggi Vivo Management), non basta avere tre nomi di richiamo internazionale che ti vengono a suonare sotto casa per una cifra modestissima, non basta mai niente. E per questo ci si lamenta in continuazione. Se la massima "ognuno ha quel che si merita" vale anche nell'ambito musicale, allora continueremo a lamentarci ancora a lungo per l'ennesimo concerto di Gigi D'Alessio o Tiziano Ferro (non ho niente contro questi artisti, sono solo due nomi a caso per cui il popolo del rock di certo non impazzisce) come unico evento di rilievo da queste parti. E pensare che tutto lasciava presagire ad un evento dalla riuscita epocale: una location enorme, due palchi (di cui uno dalle dimensioni quasi faraoniche) che azzerano i tempi morti tra le esibizioni delle band, impianto audio e luci delle grandi occasioni, stand per tutti i gusti, lotterie, decine di magliette, cd e gadget in regalo e persino uno spogliarello! Se posso dare un consiglio a Luigi Pisanello e alla sua Vivo Management, l'anno prossimo distribuisca l'Amaro Lucano per tutti, così non si potrà volere di più dalla vita...
A proposito, se vi state chiedendo il perchè di questo sfogo, vi rispondo subito. Il Total Metal Festival 2007 è stata l'ultima conferma dell'inettitudine dei metallari del sud e ha verificato il trend assenteista che ha flagellato una stagione concertistica (S-Hammer Metal Fest e Route To Hell sono solo gli ultimi due esempi in ordine di tempo) che sulla carta, per la prima volta in un milione di anni, non aveva nulla da invidiare a quella del nord Italia. Detto questo, let the music do the talking...

NEAR DEATH EXPERIENCE
Se il buongiorno si vede dal mattino (il fatto che siano quasi le 16:00 è un dettaglio del tutto irrilevante), allora questa sarà una grande giornata. Di disguidi tecnici.
L'esibizione dei Near Death Experience, band calabrese che ha sorpreso un pò tutti con l'apprezzatissimo Threshold of Consciousness, è infatti viziata dal jack della chitarra di Bruno Guarascio che si è staccato un paio di volte e da un clamoroso blackout dell'impianto a circa metà concerto. Si verrà poi a sapere che un tecnico di palco è inciampato nei fili staccando tutto, ma quando suoni per soli venti minuti queste cose ti condizionano. I ragazzi comunque ce la mettono tutta e nonostante i suoni ancora in fase di aggiustamento (ne risente soprattutto la voce) la loro esibizione all'insegna del thrash metal è apprezzabile sia dal punto di vista tecnico che da quello dell'impatto. Soprattutto i due pezzi nuovi (Speed-Materia e la devastante Animatronic) e l'acclamata cover di Low dei Testament fanno un figurone e riescono a smuovere un pò l'esiguo pubblico presente.

THE SOVRAN
Neanche il tempo di salutare i Near Death Experience, che già i primi riff dei Sovran irrompono sul secondo palco. La band tarantina è devota in tutto e per tutto al rock'n'roll metallico di Lemmy & Co. e non per niente è conosciuta come "i Motorhead pugliesi". In realtà nel loro riffing i Sovran aggiungono buone dosi di Killing Joke e certa wave ottantiana ma oggi, complici suoni grezzissimi, è la parte più veemente e rumorosa a prendere il sopravvento. Inutile stare a discutere di tecnicismi e altre amenità, il compito di Anthon e soci è quello di travolgere un pubblico ancora poco numeroso con bordate energetiche e rockeggianti che culminano con una buonissima ed immancabile cover di Ace of Spades. Per quanto mi riguarda l'obiettivo è stato raggiunto; bravi Sovran.

NECROTORTURE
Torniamo al palco principale e ad accoglierci troviamo la band più violenta della giornata: i foggiani (approssimo per difetto la loro provenienza) Necrotorture col loro brutal gore si rivelano un gruppo di macellai sonori senza pietà e senza compromessi, da consigliare senza riserve a chi nella musica cerca violenza, furia cieca e sangue, tanto sangue. Il minuscolo e veterano cantante Alex guida l'assalto ai timpani di un pubblico che apprezza e si scatena supportato da una band esperta e compatta, che conta tra le sue file un batterista di statura mondiale, Antonio "O' fenomeno" Donadeo. Chiamarlo macchina da guerra sarebbe riduttivo, posso solamente dirvi di provare per credere. I brani? E chi ci ha capito niente, sono ancora intontito. Mi ricordo solo che a un certo punto Alex presenta il prossimo come "60 secondi di paura" e mai parole furono più profetiche. Da segnalare una furibonda cover di Scum dei Napalm Death (il pezzo più intelligibile del lotto) che raccoglie urla, applausi, pogo, sangue.

DELIRIA
C'è qualcosa che non va con i Deliria. Qualcosa che li perseguita. Chiamatela malasorte, chiamatela nuvola di Fantozzi, fatto sta che ogni volta che assisto ad un loro concerto i ragazzi partono carichissimi e sembrano dover spaccare il mondo, salvo poi vedersi costretti a frenate vorticose indotte da problemi tecnici. Anche oggi è stato così, dopo l'attacco thrash tout court di Fuck the Garda e un nuovo apprezzabile pezzo al confine col death metal, l'impianto (questa volta del secondo palco) salta e quando tutto viene risistemato i nostri hanno difficoltà a sentirsi nelle loro spie. Ne viene fuori un suono di chitarra orribilmente zappato che inficia la prima parte della cover di Holy Wars dei Megadeth. E' un peccato, perchè il pezzo è eseguito con grinta e determinazione (forse neanche megadave l'ha mai suonato in modo così rabbioso) e mette in mostra l'ottima tecnica del combo, soprattutto dei due axemen Brado e Uomo V. L'adrenalina comunque non manca mai (vedere Andro, l'invasato bassista) e il pubblico se ne accorge, partecipando con entusiasmo e...pogo. In attesa del loro prossimo concerto io continuo a credere nei Deliria, è un pò come credere che il thrash metal più puro non morirà mai.

BACKJUMPER
C'è chi è nato per pescare, chi per lavorare a maglia, chi per ascoltare il rombo delle palle di cannone. E c'è chi è nato per distruggere il palco: è il caso dei Backjumper. La giovanissima band della provincia barese ha la capacità di farsi apprezzare da tutti nonostante la sua etichetta "crossover-core" possa far venire l'orticaria a molti, e la dimostrazione arriva quando sulle note di un nuovo pezzo in preparazione per il prossimo cd, il cantante pacman chiede ed ottiene dal pubblico diviso in due parti uno scontro frontale in pieno stile rugby. Lo spettacolo che questi ragazzi portano sul palco è sfiancante e pregno di un'intensità pazzesca, costruito su pezzi particolari e personalissimi, suonati e cantati con una grinta smodata, che si esaltano a dismisura in sede live. Tra l'acclamatissima Life Sponsored By e un paio di ottime cover (Digging the Grave dei Faith no More ed una spettacolare Down for Life dei Testament cantata in duetto con Orion dei Deliria), il concerto dei Backjumper è talmente riuscito che scatena fenomeni strani come il bersagliamento del palco con decine e decine di caramelle (!), lo scoppio di un brutto incendio in una campagna poco distante dalla nostra location (fortunatamente spento per tempo) e un tizio che dorme a due metri dal palco. Dorme? DORME???
Ad ogni modo per darvi un'idea del successo di questa esibizione, vi posso dire che Emperor Magus Caligula dei Dark Funeral va a complimentarsi di persona con i ragazzi a fine show. E questo segna un momento con il quale chiunque suoni dopo sarà obbligato a confrontarsi.
PS: Al primo che indovina la citazione iniziale andrà un premio speciale consistente nell'intero quantitativo di caramelle lanciate sul palco.

GODYVA
La defezione degli Illogicist ci permette di tirare un sospiro di sollievo prima di tornare al main stage che, illuminato dall'ultimo sole della giornata, costituisce uno scenario imperfetto per i Godyva: alla gothic metal band barese infatti gioverebbe maggiormente un'atmosfera lunare e saturnina, ma tant'è... Precisi nello stile e puliti nell'esibizione, i Godyva partono un pò morbidi con Dreams of a Child, salvo correggere il tiro con le successive Lovable Sin e Cold, che sembrano incontrare i favori del pubblico soprattutto nella sua ala più dark (qualcuno è qui quasi esclusivamente per loro). Lady Godyva si mostra frontgirl sicura e carismatica e non perde tempo ad accattivarsi l'attenzione dei presenti; la sua voce è potente e cristallina, peccato per quei suoni che ogni tanto sembrano voler giocare a nascondino con le tastiere di Botys Beezart. Il tempo vola e l'ultimo pezzo in scaletta, The Ark, presente sul prossimo album della band, saluta la platea che ricambia con un bell'applauso a sottolineare il riuscito, anche se pericoloso, inserimento dei Godyva in un bill tutt'altro che consono al loro sound. "Siete belli!" urla la soddisfatta singer. A' Lady Gody', ma l'hai visti' nfaccia?
Sorrisi di circostanza.

CRUENTUS
Vero e proprio culto nel panorama metal pugliese, il gruppo dei Cruentus si è recentemente riunito nella sua formazione originale ed è pronto a riguadagnare le scene. Quello del Total Metal Festival è per i baresi un esame importante, indicativo dello stato di salute della band e dell'efficacia dei nuovi pezzi che andranno a comporre un disco previsto per la fine del 2007. Purtroppo però, vuoi per la ruggine accumulata negli anni di inattività, vuoi per un pubblico che non si lascia coinvolgere più di tanto, lo show dei Cruentus non è esattamente quel che si dice un successo. Il thrash-death metal sperimentale dei nostri è sicuramente interessante e i pezzi sono efficaci e ben composti, ma viene a mancare la compattezza di un tempo sopperita in buona parte dal mestiere. Che evidentemente non basta ad un pubblico che non si smuove neanche davanti ad una cattivissima versione di Sabbath Bloody Sabbath, oggettivamente esaltante (lo sanno bene le mie corde vocali). Che volete di più dalla vita?

GOLEM
Veri e propri eroi locali, i Golem sono la classica band che più la si vede suonare e più ci si rende conto che "spacca". Come per i torroncini del Cavalier Condorelli, ascoltare il death metal melodico della band barese "è sempre un piacere", ed è molta la gente pronta a confermarlo a suon di scapocciate e spallate sulle note delle ormai note (perdonatemi il gioco di parole) Murder God o Ever Been To Hell. Quello che la gente non sa invece è che i tre pezzi conclusivi, tra samples elettronici e riff moderni, farebbero invidia anche a certi signori svedesi (chi ha detto Soilwork?). Soprattutto One Bullet Left, ascoltata in estasi dal sottoscritto, assume i connotati da hit bella e buona. Inutile dire che l'esecuzione dei nostri è tosta e decisa e che la chitarra di Ottavio Marzo è una delle migliori sentite urlare durante questa giornata. Se ancora non conoscete i Golem vergognatevi, ehm, cioè, segnatevi il loro nome.

CORAM LETHE
Dopo le ottime prove del Gods of Metal e dello S-Hammer, i Coram Lethe approdano in quel di Noicattaro armati di grinta, cattiveria e tanto buon death metal. La band toscana lascia da parte i convenevoli per passare immediatamente all'assalto frontale di un pubblico tanto intontito quanto sorpreso dal piglio devastante con cui i ragazzi conducono lo show. Ad incarnare l'attitudine spietata del combo ci pensa la nuova cantante Erica Puddu, cognome tipicamente sardo che dissimula la chiara provenienza della ragazza: l'inferno. Erica possiede una voce spaventosa (oggi leggermente sovrastata dalle due chitarre) ed un'energia inesauribile che la porta a sbattere la sua enorme massa di capelli biondi in giro per il palco senza un secondo di tregua, accompagnata dal bassista Federico Stiaccini e dal chitarrista Filippo Occhipinti. Il sound della band è un pò confusionario ma i cinque granitici pezzi portati sul palco lasciano a bocca aperta tutti i presenti, me compreso.
Un'esibizione di livello per una band in sicura ascesa, dalla quale ci si aspetta molto per il futuro. Si dice che chi vivrà vedrà, ma con questo tenore non saranno molti i sopravvissuti. Metallari avvisati...

VISION DIVINE
Non sono mai stato un amante del power metal di stampo italico e di conseguenza non mi sono mai veramente interessato ai Vision Divine ma, essendo esposto per forza di cose alla loro odierna esibizione, ho fatto diverse scoperte, tutte riconducibili a quella dell'acqua calda. Ho scoperto che i Vision Divine sono forse l'unica band del Bel Paese che è riuscita ad affrancarsi dai clichè del power metal più tradizionale e stereotipato (a parte l'effetto visivo procurato dal manowariano chitarrista Federico Puleri) e soprattutto ho scoperto un certo Michele Luppi. Senza troppi giri di parole posso dire che il singer di Vision Divine e Mr. Pig sia uno dei migliori cantanti che abbia mai visto esibirsi dal vivo, un vero portento di tecnica in possesso di un'estensione vocale pazzesca (l'acuto conclusivo ne La vita fugge è stato semplicemente disumano). E il sound dei Vision Divine trova i suoi punti focali proprio nella voce di Luppi e nella chitarra del mastermind Olaf Thorsen, oltre che nella tastiera di Alessio Lucatti. Le canzoni proposte quest'oggi sono tratte dagli ultimi tre album, con ovvia preferenza per il nuovissimo The 25th Hour di cui sono presentati ben cinque episodi (metà della scaletta), su cui svettano Out of a distant night (Voices) ed Alpha & Omega, pezzi ad ampio respiro musicale che si muovono tra hard hock, heavy e progressive metal con uno spiccato senso della melodia (caratteristiche presenti in quasi tutti i pezzi del "nuovo corso" del gruppo). La prestazione della band è ineccepibile sia a livello esecutivo che scenico (Michele Luppi si rivela un frontman istrionico e dalla parlantina sciolta) e i dieci pezzi in scaletta sono eseguiti senza sbavature e con trasporto dai sei musicisti sul palco. Il pubblico dimostra di apprezzare non poco, canta a squarciagola e partecipa allo scambio di battute col simpatico Luppi. Memorabile l'incitazione di quest'ultimo ad alzare le mani per aria e abbassare due dita a caso... indovinate il risultato?
VISION DIVINE SETLIST
1. The 25th hour
2. Out of a distant night (voices)
3. Alpha & omega
4. The secret of life
5. Colours of my world
6. Eyes of a child
7. The perfect machine
8. First day of a never ending day
9. The daemon you hide
10. La vita fugge


THE ORANGE MAN THEORY Dopo essersi fatto conoscere in giro per il continente Americano, il nome degli Orange Man Theory comincia a girare insistentemente anche in Italia. Se avete deciso di cominciare a scoprire questa band sappiate che:
- Gli Orange Man Theory sono una manica di simpatici squilibrati;
- Il cantante Gianni e il bassista "Cinghio" sono addirittura pericolosi;
- La loro musica è altamente distruttiva, maneggiare con cura.
E' ovvio che si scherza (ma neanche tanto), ma questa introduzione serve a far capire come la follia si sia impadronita del Total Metal Festival all'ultimo atto del secondo palco. Tra il pubblico che continua a non darsi pace se non abbatte le transenne e Gianni che cerca in tutti i modi di distruggersi le corde vocali, disarticolandosi in movenze schizofreniche e tarantolate e cercando di continuo il contatto coi fans scendendo dal palco, tra le espressioni da psicopatico di Cinghio e le sue dediche improbabili, l'esibizione della band romana assomiglia più ad un giro in manicomio che a un concerto. Non sono sicuro di cosa suonino (un misto di hardcore, metalcore, death, surf rock e chi più ne ha più ne metta) ma gli Orange Man Theory lo suonano come se questa dovesse essere l'ultima cosa che fanno. L'impatto del sound crudo di chitarra e basso è micidiale e l'attitudine pure. Merendina will have his revenge on capeside, Vampires in the sun, Riding a cannibal horse from here to Clinton sono solo parole che separano il precedente attacco di isteria da quello successivo e dopo le grandi melodie dei Vision Divine, il grande caos organizzato dei capitolini rieduca le orecchie dei presenti alla violenza.
Comunque sia andata, è stato un successo.
THE ORANGE MAN THEORY SETLIST
1. Satan is real
2. Gimme some goat
3. Merendina will have his revenge on capeside
4. Orketto
5. The Way to rock
6. Vortex of cows into the sweet tornado
7. Galvino is back in town
8. Orange is the colour
9. Vampires in the sun (surfin' Transylvania)
10. Riding a cannibal horse from here to Clinton


DARK FUNERAL
E se vi dicessi che scendendo dal palco a fine concerto Emperor Magus Caligula protesta contro l'addetto alla security che deve scortarlo al camerino, incazzato perchè questo gli impedirà di assistere allo spogliarello che sta per andare in scena? E se vi dicessi che il bassista B-Force trova irresistibilmente ilare il collarino multicolore del pass del tastierista dei Godyva? E se vi dicessi che il batterista Dominator ha passato metà festival ad aggirarsi per lo stadio con l'espressione di un bambino che ha perso la mamma? Iniziereste a vedere i Dark Funeral da un'altra prospettiva? Pensateci, tutti quei colori che usano per i loro artwork (altro che bianco e nero come i gruppi true), oggi riversati su tendoni che costituiscono la scenografia più bella del festival, il potenziale "commerciale" che i loro brani hanno acquisito nel corso degli anni (ascoltare 666 Voices Inside è stato illuminante)... Aggiungeteci che Emperor Magus Caligula è il blackster più espansivo che abbia mai visto (non smette mai di comunicare con un pubblico che -ahimè- stenta a capirlo, fa battute, apprezzamenti al nostro paese, ringrazia ad ogni applauso) e otterrete che... i Dark Funeral sono dei poser! Dei poser capaci di salire sul palco e far singhiozzare parte dell'impianto tanta è la potenza con cui King Antichrist esplode negli speaker. Dei poser capaci di distruggere ogni cosa (soprattutto se è sacra, come tiene a precisare il singer) a suon di cannonate black. Dei poser in possesso di una perizia musicale tale da suscitare ammirazione anche da parte dei più edulcorati fan dei Vision Divine presenti. Dei poser in grado di raccogliere un tributo di corna e incitazioni (tra le quali anche una rivolta al sesso orale) a fine concerto talmente lungo che la spogliarellista pronta sul secondo palco a tratti non si addormenta. Insomma, se vi dicessi che ho cercato di prendervi per il culo? Scegliete voi se nella prima o nella seconda parte del report; e se vi piace rischiare potete assistere ad uno dei loro concerti e poi farmi sapere.
DARK FUNERAL SETLIST
1. King antichrist
2. Diabolis interium
3. The arrival of satan's empire
4. Open the gates
5. Vobiscum satanas
6. 666 voices inside
7. The secrets of the black arts
8. Attera totus sanctus
9. Hail murder
10. Atrum regina
11. An apprenctice of satan


SEXY SHOW
Dietro un uomo che adora il metallo c'è semplicemente un uomo (e non in senso materiale, maliziosi che non siete altro). Quale miglior modo dunque per appagare anche la vista dopo ore di sollazzo uditivo se non con uno show sexy? Eggià, per la serie "ce l'abbiamo solo noi", quest'anno in veste (si fa per dire) di headliner a sorpresa sul secondo palco si è esibita la spogliarellista Jasmine, che sulle note di canzoncine molto poco metallare quali "Relax, take it easy" di tale Mika ed altre, ha dato in pasto ad una folla scalmanata ed urlante un tripudio di tette & culo abbondante e molto apprezzato. In realtà la ragazza ci mette un minuto a rimanere in mutande (e mentre me lo sto appuntando sul fido bloc-notes non mi accorgo che due chiappe in tanga sballozolano a 50 cm dalla mia testa), poichè lo show è incentrato sull'interazione con un ragazzo scelto a caso dal pubblico che accetta di buon grado di farsi torturare in tutti i modi possibili. Senza dilugarmi in dettagli, vi basti sapere che c'è stato il numero della candela e quello degli spruzzi di crema (vi lascio immaginare dove siano andati a finire tali trastulli), e quando ho scoperto che un tale si strusciava su un palo in un'improbabile lap-dance a meno di un metro dal sottoscritto, ho saggiamente deciso di allontanarmi dal palco alla volta dello stand gastronomico per l'ennesimo panino col la salsiccia (onore e gloria a quei panini), cedendo dunque -a modo mio- al richiamo della carne. E poi, cos'altro poteva succedere su quel palco? Neanche il tempo di pensarlo, mi volto, e i due protagonisti sono completamente nudi. Come non detto...
A proposito, si può dire tette e culo sul web?

RAGE
Al grido di "se l'ha fatto Jasmine, possiamo farlo anche noi!" salgono sul palco i Rage. E non sto parlando di spogliarsi (zoticone chi l'ha pensato), ma di interdire la zona franca tra palco e transenne a fotografi, giornalisti e addetti ai lavori in genere. Sarà che la gente sotto il palco li infastidisce, sarà che tra loro e il pubblico non vogliono nessuno, ma gli headliner del Total Metal Festival 2007 hanno imposto uno stage blindato. Loro possono.
Un'altra cosa che i Rage (e pochi altri al giorno d'oggi) possono fare è vantare una carriera più che ventennale costellata da una miriade di album che nel caso peggiore sono "soltanto" buoni e da una trionfale attività concertistica. Se l'heavy metal è passione, se l'heavy metal è potenza, melodia, classe, allora questa sera i Rage sono l'heavy metal. Il power trio capitanato dal corpulento Peavy Wagner porta in scena sul main stage il trionfo del classico sound metallico fatto di chitarra, batteria e basso. E lo fa con una forza (e un set di suoni) tale da far impallidire anche il più ostico dei suoi detrattori in virtù di uno show intenso, sudato e senza fronzoli, se non quelli piacevolissimi della chitarra di uno dei migliori interpreti al mondo di questo genere: Victor Smolsky. Il lungocrinito chitarrista teutonico possiede un sound unico che marchia a fuoco i nove pezzi suonati stasera, esemplare in tal senso è l'impressionante serie di assoli di Paint The Devil on The Wall o i riff taglienti delle acclamatissime Down e Don't Fear the Winter. I tre tedeschi sono in forma smagliante, il basso di Peavy pompa che è una bellezza e la sua inconfondibile voce roca tiene bene per tutta la durata del concerto (soltanto su Black in Mind l'ho sentito leggermente in difficoltà). Di Smolsky abbiamo già parlato, rimane solo l'ultimo arrivato Andre Hilgers, ex-batterista degli Axxis e degli Helloween, anche se solo per un tour. Ebbene, Andre non sarà Mike Terrana ma si rivela un batterista preciso e potente, niente di più e niente di meno di quello che ci vuole per questa band. Tutto perfetto quindi? Quasi, poichè dell'ora e mezza prevista i Rage suonano solo un'ora tagliando buona parte della scaletta, scontentando chi chiedeva più classici (la band ha privilegiato il suo passato più recente) e consegnando di fatto il titolo di headliner ai Dark Funeral. Peavy dà la colpa ai carabinieri che a sua detta, minacciano di staccare la corrente allo scoccare della mezzanotte ma l'organizzazione rimane perplessa. In attesa di far luce su questo piccolo giallo possiamo solo sperare, nonostante il nostro esiguo apporto, che d'ora in poi l'appuntamento con band di tale livello diventi per il sud Italia più che annuale.
RAGE SETLIST
1. Great old ones
2. Paint the devil on the wall
3. Soul survivor
4. Down
5. Black in mind
6. Don't fear the winter
7. Refuge
8. War of the worlds
9. Higher than the sky


PS: questo live report era stato pensato per presentare ai lettori il punto di vista degli stessi artisti alla fine della loro esibizione in un gioco di auto-valutazione molto interessante (sicuramente più delle mie parole). Purtroppo il genio del sottoscritto si è esaurito nel momento di fare i conti con l'oste: il fatto che alla fine di una performance corrispondesse l'immediato inizio di un'altra esibizione su un altro palco ha reso inascoltabile la registrazione della voce dei musicisti interpellati. Se il cervello umano è in grado di filtrare i suoni che arrivano dall'orecchio, purtoppo lo stesso processo è fuori dalla portata di un comune registratore vocale. Colgo quindi l'occasione per chiedere venia della mia inettitudine e per ringraziare gli artisti che si sono mostrati tutti molto gentili e disponibili. Ringrazio anche i colleghi di Hardsounds e Benzoworld per la collaborazione e la compagnia e, last but not least, Essenzio per le belle foto dei Rage.
Tutti assieme possiamo ridipingere il mondo. Con vernice metallizzata, è ovvio...



GHNORTH
Sabato 10 Novembre 2007, 22.16.06
12
Si si direi proprio di si Hai perfettamente ragione e ti ringrazio per quest'ulteriore chiarimento cmq ripeto la recensione è ottima e anche su quel pezzo che avevo inizialmente contestato c'è da farti i complimenti... Spero di trovarne altre di recensioni scritte come le tue molti si limitano a buttar giù due righe mentre nel tuo lavoro si vede che ci metti impegno ed interesse!! A Presto !! GHNORTH
brutal_84
Lunedì 29 Ottobre 2007, 12.49.35
11
CHE CAZZO!!! AL PERICOLOSI QUANDO PARLI DI GIANNI E CINGHIO, AGGIUNGICI IL SOTTOSCRITTO.. (chiedi a cinghio per delucidazioni)
Il Mentalista
Lunedì 29 Ottobre 2007, 11.08.26
10
non c'è bisogno di una mail; quello sui dark funeral è il mio pensiero maturato dopo averli conosciuti: grandi musicisti ma soprattutto grandi persone, che non hanno bisogno di nascondersi dietro l'alone del "true" o del "grim" a tutti i costi, a dimostrazione che un grande gruppo black non ha bisogno dei grandi clichè per diventare tale. Ho cercato un modo colorito e goliardico per dirlo, con l'obiettivo di disorientare qualche lettore: visto che hai dovuto rileggerlo quel pezzo per comprenderne il significato direi che ho fatto centro, no?
GHNORTH
Domenica 28 Ottobre 2007, 15.08.42
9
Mmm avendola letta con troppa fretta molto probabilmente ho esagerato definendo i commenti sui df stronzate , cmq mi piacerebbe se mi rispondessi con una e-mail spiegandomi meglio ciò che intendevi dire. Cmq sul fatto che la recensione era ottima non mi ero sbagliato.
GHNORTH
Domenica 28 Ottobre 2007, 13.18.08
8
Ottima recensione non ce che dire ma mi perdonerai se ti dico che riguardo ai Dark Funeral hai sparato stronzate come credo nessun altro abbia fatto.
Il Mentalista
Venerdì 12 Ottobre 2007, 16.23.14
7
Allora, nessuno indovina la citazione ai Backjumper?
Il Mentalista
Venerdì 5 Ottobre 2007, 9.22.40
6
Thanx
Thomas
Mercoledì 3 Ottobre 2007, 22.42.01
5
Un gran bel lavoro, completo e preciso. 9+
Arakness
Mercoledì 3 Ottobre 2007, 17.57.01
4
Complimentoni Giuseppe!!!
Blindfold
Domenica 30 Settembre 2007, 23.20.39
3
Ma dai!! Viva la figa! e long live to metal. Complimenti per l'articolo.
ironhawk
Sabato 29 Settembre 2007, 22.12.58
2
COSA C' ENTRA IL METAL CON GLI SPOGLIARELLI??? IL METAL E' UNA COSA SERIA!!! Gli zozzoni che vogliono vedere le donnaccie nude lo facciano prima o dopo i concerti, ed in altra sede!!! E gli organizzatori di questo concerto avrebbero fatto meglio a spendere soldi per impianti che non si rompono durante le esibizioni, non per gli spogliarelli!!! VERGOGNA!!!
venomous
Sabato 29 Settembre 2007, 21.39.07
1
Amaro lucano, torroncini Condorelli...sbaglio o qui si fa pubblicità occulta?
IMMAGINI
Clicca per ingrandire
Metallized al Total Metal Festival 2007
ARTICOLI
29/09/2007
Live Report
TOTAL METAL FESTIVAL 2007
Una giornata a Bari
 
 
[RSS Valido] Creative Commons License [CSS Valido]