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26/04/24
ELECTRIC VALLEY RECORDS FEST
BLOOM, VIA EUGENIO CURIEL 39 - MEZZAGO (MB)
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( 2215 letture )
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Questa volta vi direi di non perdere tempo a leggere una recensione e vi rimanderei direttamente all’ascolto di questo disco, poiché mai come questa volta le parole sono un mezzo inutile per descrivere idee e concetti alla base di un album. I Kezia sono un gruppo lombardo nato dalle ceneri di precedenti esperienze musicali e The Dirty Affair è un lavoro che ha dell’incredibile.
La visione del prog di questi ragazzi è estremamente complessa, tuttavia dopo una serie di ascolti diviene ben chiara; i Kezia sono stanchi di un’idea di "genere musicale" circondato da barriere invalicabili e, grazie anche alle proprie capacità tecniche sopraffine, vogliono creare musica in grado di connettere fra di loro realtà differenti. Il tutto viene riassunto bene con una breve frase che introduce la canzone Barabba Son’s Song: "A Classic and in the same time, Progressive". E così, ci imbattiamo in un album che puo’ apparire sovraccaricato di idee, ma che, al contrario di ogni previsione, funziona benissimo. Ma attenzione, non si tratta di uno scialbo esercizio eclettico finalizzato ad una mera autoproclamazione artistica, perché c’è anche tanta passione in quello che i Kezia fanno e le loro capacità ne sono solo il mezzo di espressione. Parlando delle influenze musicali, queste sono diverse e non tutte seguono uno schema delineato nella sessione ritmica; troviamo del sano Rock e Hard Rock, che danno solidità al suono e che esplodono in assoli di chitarra ruvidi e caldi, ma anche swing, musica elettronica e pop che rende il suono più apprezzabile. Da notare anche la centralità del prog in stile Dream Theater, che fa soprattutto da collante per connettere i pezzi del puzzle con intensi intermezzi che non eccedono in digressioni musicali sconclusionate e risulta rilevante, soprattutto nei costanti ribaltamenti di fronte, l’influenza che gruppi come i Protest the Hero e System of a Down hanno avuto nei confronti di questi ragazzi. E’ soprattutto questo, il punto di forza dei Kezia; infatti la band riesce a creare un'intersecata sezione ritmica grazie ai costanti cambiamenti di tempo come se, dietro agli strumenti, ci fosse un folle affetto da bipolarismo cronico ad orchestrare il tutto. Ciò che dà una marcia in più alla prestazione della band è sicuramente il vocalist Pierlorenzo Molinari, con una prestazione sopra le linee; il timbro vocale è estremamente vario e conferisce una certa atmosfera teatrale con le sue diverse sfumature; abbiamo delle parti in cui questa è più delicata e sensuale, mentre in altri frangenti raggiunge apici grotteschi, connotando la prestazione anche di una certa ironia (facendo un esempio, si puo’ citare la canzone Ebola, dove si puo’ apprezzare una cernita delle capacità vocali di Pierlorenzo ). Questi momenti sono molto divertenti, rendono più leggera l’atmosfera e dimostrano anche come la band, a tratti, non voglia farsi prendere troppo sul serio. Singolarmente parlando, sono diversi i pezzi che colpiscono: si puo’ fare un richiamo ad Ebola dove la band, anche a livello strumentale, si sbizzarrisce con i suoi irregolari cambi di tempo che fanno venire il capogiro all’ascoltatore. Anche la title track, per la sua passionalità e la sua drammaticità grazie anche a vari solos di chitarra viscerali. Barabba Son’s Song è la dimostrazione di quella bipolarità che contraddistingue la band, con una spola, nell’introduzione, fra uno spensierato pezzo rock anni 80 ed urla accompagnate da un suono moderno ed elettronico, per poi dare vita a un pezzo esplosivo.
The Dirty Affair, nonostante tutti i tecnicismi che si attenuano davanti alle capacità interpretative della band, è un album scorrevole; lo finisci in fretta e vorresti capire molto di più delle idee dei Kezia e della loro folle concezione artistica. Un prodotto davvero interessante che puo’ piacere anche a chi non è appassionato al prog e ha poca dimestichezza con il genere in sé; Sicuramente, una fra le uscite più interessanti che riguardano il nostro panorama musicale di questo 2015.
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3
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È stato un piacere |
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1
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Molto bravi e originali; secondo me però dopo le prime tre tracce perde un po'... Comunque un album discreto, complimenti doverosi a questi miei conterranei! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Before I leave 2. Ebola 3. The Dirty Affair (Between The Pelican and Bear) 4. Sneakers 5. Barabba Son’s Song 6. Quendo 7. Preludio 8. Treesome
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Line Up
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Pierlorenzo Mulinare: (Voce) Antonio Manenti: (Chitarra) Alberto Armanini: (Tastiere) Fabio Bellini: (Basso) Michele Longhena (Batteria)
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