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Mike LePond`s Silent Assassins - Pawn and Prophecy
24/01/2018
( 1946 letture )
Esistono musicisti i quali, pur facendo parte di realtà musicali di primo piano, vivono all’ombra dei compagni più in vista. Un po’ come certi calciatori inseriti nella rosa di grandi squadre, pur giocando con continuità, quasi mai balzano agli onori della cronaca, messi in ombra dalle giocate dei grandi campioni. Una descrizione che si adatta perfettamente all’identikit di Mike LePond. Pur facendo parte a tutti gli effetti della squadra Symphony X, da tempo abituata a frequentare la parte alta della classifica metallica internazionale e pur giocando/suonando da titolare, il suo rendimento regolare non viene incensato dalla critica se non molto raramente, dato che tutti vengono attratti dai colpi di classe di Allen/Romeo/Pinnella. Nello stesso modo in cui nel Napoli sono quasi sempre solo i gol del trio d’attacco ad essere concentrati nei tre minuti dei servizi di 90° minuto. Capita però, di tanto in tanto, che l’Allan della situazione decida di dar vita ad un progetto proprio, mostrando di possedere dei numeri più che dignitosi. Creati quindi i Mike LePond’s Silent Assassins e dato alle stampe il buon Silent Assassins nel 2014, tocca adesso a Pawn and Prophecy confermare o smentire le buone cose messe in mostra in quella occasione.

Presentato come un’ora di metal classico da headbanging e piena di riff che si stampano in testa con l’obiettivo di catturare il vero spirito del metal, Pawn and Prophecy mantiene sostanzialmente quanto promesso, pur senza stupire. In più, si permette come title-track una suite di circa ventuno minuti posta in chiusura, che non solo si basa sul Macbeth di William Shakespeare, ma, per restare in tema di paragoni sportivi, mette in campo una formazione all-stars della quale parleremo in seguito. L’inizio è di maniera quanto volete, ma comunque capace di catturare l’attenzione. La prima parte del CD, costituita da Masters of The Hall, Black Legend (dedicata all’inquisizione ed a Torquemada), Antichrist (probabilmente a Solomon Burke) e I Am the Bull è un vero inno al metal di una volta, pesante e concreto. Impossibile tenere fermi piedi e testa davanti a riff così “giusti”, addirittura ruffiani se vogliamo, e ritornelli indovinati nella loro semplicità. LePond si ritaglia ovviamente un ruolo più evidente rispetto a quello ricoperto con i Symphony X -I’m the Bull serve proprio a quello ed a mostrare come sia a suo agio con arrangiamenti extra metal- ma non si fa travolgere dalla voglia, anche legittima, di prendersi tutta la scena, confezionando un prodotto complessivamente equilibrato. Alan Tecchio, dal canto suo, è sempre un bel sentire, dato che interpreta come ci si aspetta da lui delle linee vocali catchy, ma non prive di una certa raffinatezza, a loro modo. Soprattutto, però, a venire fuori è la capacità di scrivere brani heavy che, senza ricorrere ad effetti speciali e produzioni iper-pompate (non oltre quello che lo stile proposto necessita al giorno d’oggi per non risultare falso) sembrano davvero pesanti. Belli, poi, gli assoli di Lance Barnewold, all’opera anche in Avengers of Eden insieme a Rod Rivera, a sua volta solista anche in Hordes of Fire e The Mulberry Tree. Dopo la quaterna iniziale, il resto del disco si mantiene quindi più o meno sulla stessa falsariga, fino a giungere al pezzo forte, ossia alla title-track. A prescindere dagli ospiti che partecipano alla realizzazione del lungo brano (oltre ai compagni di merende Michael Romeo e Michael Pinella, troviamo una batteria di cantanti costituita da Andry Lagiou, Noa Gruman, Phyllis Rutter e Veronica Freeman), Pawn and Prophecy si pone come tentativo “alto” e concepito come idea originale per i Symphony X, di trattare la forma suite restando pienamente metal e coniugandola con tematiche nobili. La missione, al netto di alcune lungaggini eccessive e di certi passaggi un po’ involuti, viene sostanzialmente assolta, anche se la commistione di vari generi al suo interno -dal prog al folk, dal metal al sinfonico- la rendono forse un po’ disomogenea.

Così come già avvenuto per il disco precedente, Pawn and Prophecy è sicuramente citazionista e scevro da alcun tentativo di effettiva personalizzazione della proposta. Echi del lavoro dei Symphony X e dei Savatage emergono a più riprese e, in generale, il rimando alla parte migliore del metal anni 80 è altrettanto chiaro e voluto. Compresi i testi, ispirati a quelli delle classiche band metal degli anni 80 ed arrivando al viking/folk metal odierno. Tuttavia, la capacità di trovare il riff non originale ma adeguato, di arrangiare tutto in maniera non stupefacente ma professionale, la ricerca con buoni frutti di un suono coerente e l’esecuzione affidabile da parte di tutti i musicisti coinvolti, rendono l’album sempre piacevole e sufficientemente coinvolgente. Una maggiore sintesi in alcuni passaggi ed il tagliare alcuni altri non sempre a fuoco, avrebbero reso tutto più fluido e immediato, ma forse la cosa avrebbe parzialmente tradito lo spirito del disco. Di certo, non è da LePond e dai suoi assassini silenziosi che è logico attendersi rivoluzioni, ma un disco molto ben fatto sì. Ed è esattamente ciò che ci danno anche stavolta.



VOTO RECENSORE
73
VOTO LETTORI
82 su 3 voti [ VOTA]
Deris
Venerdì 26 Gennaio 2018, 21.52.33
4
Ma una volta i Pawer Metal non erano i puri? Che delusione..a quando un bass machine una guitar machine?
Raven
Giovedì 25 Gennaio 2018, 11.40.26
3
Ti dirò: usata piuttosto bene.
Maurizio
Giovedì 25 Gennaio 2018, 11.39.51
2
ancora la drum machine.... che palle....
warrior63
Giovedì 25 Gennaio 2018, 8.38.16
1
curioso di ascoltarlo.il primo mi era piaciuto molto
INFORMAZIONI
2018
Frontiers Music
Heavy/Prog
Tracklist
1. Masters of the Hall
2. Black Legend
3. Antichrist
4. I Am the Bull
5. Avengers of Eden
6. Hordes of Fire
7. The Mulberry Tree
8. Pawn and Prophecy
Line Up
Alan Tecchio (Voce solista)
Mike LePond (Basso, Chitarra ritmica, Cori)

Musicisti oOspiti:
Lance Barnewold (Chitarra solista nelle tracce 1, 2, 3, 5)
Rod Rivera (Chitarra solista nelle tracce 5, 6, 7)
Andry Lagiou (Voce solista nella traccia 8)
Noa Gruman (Voce solista nella traccia 8)
Veronica Freeman (Voce solista nella traccia 8)
Phyllis Rutter (Voce solista nella traccia 8)
Michael Pinella (Cori, Piano, Organo nella traccia 8)
Michael Romeo (Tastiere, Drum programming, Chitarra solista nella traccia 8)
 
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