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10/05/24
SLUG GORE RELEASE PARTY
LEGEND CLUB, VIALE ENRICO FERMI 98 - MILANO
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08/09/2019
( 3345 letture )
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Difficile trovare una band che abbia influenzato più generi all’interno del recinto del rock come i Pixies. Agendo su una base garage rock, hanno attinto (in parte stravolgendoli) da alcuni canoni che coprono un range enorme, dalla new wave al pop passando per tutto ciò che si trova in mezzo ed oltre, influenzando così una marea di gruppi. Ad esempio quei Nirvana che raccoglieranno enorme successo saccheggiando a piene mani dal loro stile per comporre Smells Like Teen Spirit, Bowie e innumerevoli altri.
Coagulatisi a Boston per iniziativa di Joey Santiago e Black Francis - ai quali di uniranno poi Kim Deal e David Lovering - i Pixies generarono con Surfer Rosa un’autentica scossa elettrica che attraverserà il mondo dei College americani, per poi propagarsi ovunque. Prodotto dal grande Steve Albini e divenuto in un tempo relativamente breve anche un fenomeno da classifica indie, Surfer Rosa si rese riferimento post-punk in grado di essere inserito nella programmazione dei locali più "Off", come di arrivare nelle stanze degli studenti universitari dei Campus e nelle case delle tranquille periferie. Includendo molti degli insegnamenti degli anni 60 e mettendo sul mercato un ibrido tanto semplice, quanto isterico e dissonante, la band mise insieme un lotto di pezzi quasi tutti brevi come il punk più immediato prescriveva, acidi e dissonanti, ma capaci di parlare a tutti. Nonostante, o forse anche per merito di testi irriverenti, sgangherati e gergali che molti ragazzi del tempo trovarono perfettamente adeguati al proprio linguaggio. Lungo la scaletta troviamo quindi l’incalzare ossessivo di Bone Machine e la pseudo-sigla da cartoon freak di Tony's Theme; l’allegria acida e melodica simile a quella di un certo synth-pop anni 80 di River Euphrates e la ripresa allucinata dello ska di Something Against You; la follia di Oh My Golly ed il punk schizzato ed alcolico di Broken Face; pezzi come Cactus e Break My Body, con il primo che arrangiato e prodotto in modo adeguato potrebbe tranquillamente essere un anthem metal e il secondo a chiarire ancora perché Kobain li ammirasse tanto. I due brani principali, però, restano la simil-ballad Gigantic, probabilmente il pezzo più noto del lavoro e Where Is My Mind?, forse la canzone che meglio sintetizza l’album e quel momento dei Pixies.
Uscito dopo l’EP Come On Pilgrim, l’album Surfer Rosa rimane insieme a Doolittle una delle poche pietre miliari di una certa scena debitrice verso quanto venuto prima in maniera assolutamente trasversale – dagli artisti made in U.S.A. più alternativi del passato ai Violent Femmes, giusto per dare un paio di riferimenti generici – anche per merito del suono. Il lavoro non convenzionale di Albini, il quale operò nei dieci giorni delle registrazioni (in realtà ne sarebbero bastati meno, ma si decise appunto di sperimentare qualcosa di diverso), utilizzando per esempio il bagno dello studio in luogo della sala per Where Is My Mind? e Gigantic. Surfer Rosa resta a tutt’oggi un nuovo modo di declinare il Rock che insieme forse solo a certe cose dei Sonic Youth ha cambiato davvero tutto e non è un caso che la fama della band crebbe in maniera esponenziale dopo lo scioglimento, quando lo scorrere del tempo mise in luce quante e quali band si siano ispirate direttamente o indirettamente a loro. Il ritorno coronato da enorme successo che continua anche dopo l’entrata di Paz Lenchantin (A Perfect Circle; Zwan) al basso in luogo di Kim Deal, è solo un riconoscimento dovuto dopo che altri hanno preso meriti non completamente loro.
"Stavo cercando di scrivere per i Nirvana la canzone pop definitiva. In realtà devo ammettere che stavo derubando i Pixies. Quando li ho sentiti per la prima volta mi sono immedesimato subito. Ho pensato che avrei voluto suonare con loro, o almeno essere in una cover band dei Pixies. Abbiamo usato il loro stesso tipo di dinamica sonora: prima morbidi e tranquilli, poi rumorosi e duri". Kurt Cobain
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Disco leggendario... Almeno una volta al giorno lo ascolto |
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Mi sono preso una settimana di ascolti per poter rispondere a @Galilee. La definizione che ho letto in un libro che definisce l'album "pop-noise" è perfetta. Ed è il motivo che mi piace di più l'EP "Come on pilgrim" perché la componente pop prevale su quella noise. Poi siam d'accordo che Where is mi mind? (ottimo il rimando al Fight club) è uno dei capolavori degli anni '90. Peccato che sia stata pubblicata due anni prima. A conferma della suo essere autenticamente fondamentale per tutto un certo modo di concepire il rock. Tra i pregi di Surfer Rosa vi è sicuramente quello di durare poco più di mezzora in modo da consentire molteplici ascolti. E poi, dai...cos'è tutto questo sbrodolarsi per Kim Deal, volete mettere sua sorella Kelley? (a distanza di 25 anni devo ancora capire chi è chi nel video di Cannonball dei The Breeders) |
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14
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Eeeeee opeva incvedibile
Eeeeee opeva museale
Eeeeee opeva clamovosa
Eeeeee opeva concettualmente sublime
Eeeeee opeva che si insevisce eeeee di diritto tra i gvandi protagonisti del '900
Eeeeee opeva stupefascente
Eeeeee opeva che si insevisce idealmente tra un Andy Warhol eeee un Bonalumi |
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13
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...una band davvero interessante...il loro disco piu' bello...voto giusto.... |
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anche per me un capolavoro! |
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Era un copia-incolla della citazione. La cosa conferma come si deva sempre controllare tutto e non fidarsi di nulla e di nessuno. Grazie per la segnalazione |
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10
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ehm @Raven, Cobain con la C, non con la K |
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Dico solo una parola
Capolavoro. |
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La scena finale di Fight Club che sfuma sulle note di Where is my mind? e' una delle più grandi congiunture astrali tra cinema e musica. |
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7
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Eh eh.... ma non l'ho citato a caso difatti. È che questo disco è un po' una Bibbia di tutto ciò che sarà. |
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@Gal non so se ho voglia di dedicarci tutto sto tempo! Comunque se mi citate (come Raven) i Sonic Youth e pure Safe as Milk cioè uno dei miei gruppi e uno dei miei dischi preferiti giocate sporco eh... @Rob invece io ho sbavato per i Sonic Youth, tra l'altro visti mi sembra nel 95 al Vox fu una delle serate più divertenti dei miei Nineties (maledetto Metallized che rivanga e rivanga...) |
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5
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Dal mio punto di vista è un disco che necessita sicuramente molti più ascolti di quanto non lo richieda un album dei Tool. Vista ls sua disomogeneità. Cito i Tool perché sono comunque una band impegnativa e se nesta parlando in questi giorni. |
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4
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Questo disco non ha una fruibilità alla Nevermind comunque. E risulta più ostico di tuttal a loro discografia. Diciamo che assomiglia più a qualcosa dei Sonic Youth pre experiment jet set. L.alternanza qua è schizofrenica sempre. Per non parlare delle sonorita che sono tra le piu svariate. Nei grandi e lunghi dischi l'alternanza è una necessità. Dal White album a Phisical Graffiti ad un SaFe as milk per citarne tre a caso. Riascoltatelo bene. Un disco di tale caratura non può e non deve non piacere. A meno che odiate tutto il rock nato dal post punk fino a fine anni 90. Raven impeccabile come sempre. Ma avrei dato 95. |
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3
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Caro @No Fun, siamo in due. Diligentemente lo presi perché nelle discoteche alternative Where Is My Mind era un passaggio obbligato - ed è bella - ma non mi ha mai detto molto (come del resto i Sonic Youth). L'ho riascoltato oggi sull'onda dell'entusiasmo della recensione, ma il giudizio non cambia. |
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Raven che recensisce i Pixies o.O citando pure i Sonic Youth e pure Kurt (2 volte) o.O ah ah scherzo. Comunque a riprova che non capisco niente di musica a me questo album non è mai piaciuto molto e il motivo è quello di cui parla Kurt, la dinamica sonora morbidezza - durezza, che infatti mi fa apprezzare molto meno Nevermind rispetto a Bleach o a Incesticide. Inoltre un giorno ero con una tipa, mette su un cd, e io: "cosa sono, i Muse?" (dei quali conosco mezza canzone). La tipa mi guarda con aria schifata: "cazzo dici, sono i Pixies!!" Figura di merda. Bah, fanc... lei, i Muse e i Pixies. Ecco. Scherzi a parte me lo riascolterò, prima o poi la finirete di rivangare i Nineties |
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Un disco della madonna. Ci sono già tutti gli anni 90 e siamo nel 88. Un disco da imparare a memoria. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Bone Machine 2. Break My Body 3. Something Against you 4. Broken Face 5. Gigantic 6. River Euphrates 7. Where Is My Mind 8. Cactus 9. Tony’s Theme 10. Oh My Golly! 11. Vamos 12. I’m Amazed 13. Brick Is Red 14. Caribou *
* versione europea
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Line Up
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Black Francis (Voce, Chitarra) Joey Santiago (Chitarra) Kim Deal (Basso, Voce) David Lovering (Batteria)
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RECENSIONI |
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