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02/05/24
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Satanic Warmaster - Aamongandr
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08/01/2023
( 1806 letture )
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Il ritorno di Satanic Warmaster, assente dalla scena discografica da quasi otto anni, era certamente uno dei più attesi del 2022. Aamongandr, sesto lavoro prodotto dal mastermind Werwolf sotto l’ormai glorioso monicker, marca ancora più nettamente la svolta attuata nel 2014 con Fimbulwinter, segnalando un progetto dai connotati stilistici lontani da quelli che lo avevano caratterizzato fino a Carelian Satanist Madness e al pur buon Nachzehrer. Il predecessore aveva aperto la strada a produzioni più nitide e potenti e soprattutto a soluzioni più marcatamente melodiche ed epiche che in passato, nonché a veri e propri momenti d’atmosfera con chitarre acustiche e synth e numerosi passaggi quasi keyboard-driven; allo stesso tempo però bilanciava questo nuovo lato con altrettanti momenti in cui emergeva il sound più violento e caratteristico di Satanic Warmaster: si pensi a brani come Winter’s Hunger o Dragon’s Egg che addirittura riprendeva lo storico incipit di Strength and Honour.
In questo nuovo Aamongandr invece, Werwolf esplora a pieno le sonorità epicheggianti e le atmosfere evocative già in parte esplorate in Fimbulwinter, abbandonando quasi del tutto melodie particolarmente aspre o malvagie e servendosi in maniera ancor più massiccio del lavoro tastieristico e di una produzione piena e professionale. Questi fattori non mettono certo in discussione la sincerità e l’autenticità che caratterizza quest’opera come tutte le altre uscite sotto questo monicker: l’aggressione quasi continua a base di riff in tremolo e blast-beat e una leggera patina di sporcizia ed amalgama sonora tipicamente black pongono in maniera indiscussa il marchio Satanic Warmaster sul disco. Quanto allo stile, la scelta di espandere e di concentrarsi su soluzioni più epiche e melodiche, che pure avevano sempre avuto un certo spazio nell’orizzonte sonoro del progetto, non è di per sé cattiva: Werwolf si dimostra sempre un ottimo songwriter e sa gestire differenti atmosfere e approcci alla materia black metal. Allo stesso tempo però tradisce un allontanamento dal melodismo malefico e disperato che aveva animato i capolavori della prima parte di carriera per approdare a soluzioni che pur rimanendo in qualche modo coerenti con l’approccio trademark di Satanic Warmaster, in parte strizzano l’occhio a certe tendenze melodic / bombastic abbastanza comuni nel black odierno. La critica, in questo caso, non è al cambiamento stilistico in sé, ma alla parziale perdita di personalità e di quel tratto distintivo che rendeva lo stile immediatamente riconoscibile in favore di un sound meno peculiare, che mischia tendenze melodiche più moderne a un approccio tastieristico vicino a certo symphonic/melodic black norvegese. I riff, per quanto ben scritti e certo non pacchiani nelle melodie, sono abbastanza "generici" e completamente privati di qualsivoglia sfumatura "notturna", oscura o malvagia; quest’ultima caratteristica probabilmente, nelle intenzioni del songwriter, sarebbe dovuta essere bilanciata dal classico taglio aggressivo e dai bpm spesso altissimi, ma è proprio la presenza di un apparato sonoro di tale violenza che fa sentire la mancanza di qualche momento di tensione, di carica negativa e disperata che è marchio di fabbrica del progetto e dell’intero genere. Per il resto, nessuno dei sei brani che compongono l’opera è di sgradevole ascolto: le melodie si susseguono senza soluzione di continuità sin dall’inizio di Bafomet tra tremolo e blast-beat, favorendo atmosfere epiche e armonie maggiori. In Duke’s Ride (Ride of the Spectral Hooves) fanno la loro comparsa anche le tastiere ad inspessire il tappeto sonoro sotto forma di orchestrazioni e cori maestosi, mentre nel mezzo c’è spazio anche per un intermezzo acustico carico di reminiscenze dei Bathory di Blood Fire Death, e per un breve passaggio in mid-tempo prima della sfuriata finale. E se Berserk Death si pregia nel finale di una delle melodie più intriganti dell’intero disco, la forse eccessiva ossessività e ripetitività dei riff epici ma non memorabili di The Eye of Satan e soprattutto di Darkness… Triumphator alla lunga non paga a sufficienza. La finale Barbas X Aamon, con il suo andamento lento ed ipnotico, il suo riffing arpeggiato e riverberato, vecchio trademark dello stesso Werwolf, e il denso pulsare del basso, è l’unica che concede un vero cambio di atmosfera e feeling, grazie al suo synth e al carattere quasi Burzumiano e a toni più oscuri e dimessi.
Aamongandr, al di là di ogni giudizio, certifica una decisa scelta stilistica di Werwolf, che probabilmente ha scelto di relegare le tendenze più estreme ed oltranziste a suoi progetti secondari come The True Werwolf e Orlok e di approfondire con Satanic Warmaster tutte le sonorità più melodiche e, in qualche misura, accessibili per il pubblico odierno. Il sesto lavoro della storica realtà finlandese nonostante segnali un leggero calo più che di qualità, di personalità ed unicità della proposta, rimane un disco tutto sommato gradevole e ben scritto, in cui le nuove atmosfere vengono veicolate in uno stile coerente e ben ideato. Difficile negare che non ci si potesse aspettare qualcosa in più, eppure non c’è nemmeno di che rimanere troppo delusi: Werwolf, alla fine dei conti, non fallisce neanche questa volta.
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14
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Quasi perfetto. 90 secco |
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13
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Satanic Warmaster un nome una garanzia. Disco valutato un po\' ovunque sull\'80: condivido. |
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12
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Grande disco... Niente lagne ridicole e bigotte🤘 |
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11
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Ridicolo all\'ennesima potenza. |
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10
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Gradevole se così si può definire un album di black metal ma comunque personalità poca, a parte la voce disneyana del cantante. Se con gli Immortal avevamo popeye, qua abbiamo paperino in versione black. L\'album sicuramente meglio del predecessore che è durato poco nel mio stereo, ma lontano anni luce da un mezzo capolavoro come l\'ultimo djevel citato dalla Lisa. Qua onestamente sembra di ascoltare Transylvanian Hunger o nattens madrigale con qualche sprazzo alla burzum nei passaggi rallentati e passaggi un po\' più melodici stile primi Satyricon. Quando però parte il tupa tupa sembra di ascoltare una unica canzone dove cambiano le melodie minimali come nei citati precedenti album ai quali il nostro eroe sembra ispirarsi. Voto per me 65 |
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9
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Quoto victory qua sotto e voto giusto. Considerato quello che hanno prodotto in passato abbasserei pure di 5 punti. |
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8
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70 numericamente giusto. album carino ma nulla di eclatante. prodotto con suoni davvero scarsi. peccato. almeno tre pezzi son davvero buoni, il resto fillers di qualita
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7
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Davvero un gran bell\'Album, trascinante fin dalle prime note. Bentornato e sempre in ottima forma Maestro WERWOLF. |
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6
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@Give\\\\\\\'em The Axe E allora direi che i tuoi discorsi stanno a zero. Qui di ridicolo non c\'è proprio un bel niente e questo disco è una bomba. |
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5
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Album spettacolare, ti riconcilia con il Black metal (cit.) Gelido è innevato al punto giusto. Black Finnish metal DOP. In numeri 80 pieno |
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4
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Con personalità, ahimé, nulla. |
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3
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@Give\\\'em The Axe e cosa consigli di meglio a chi cerca un disco finlandese fatto con personalità e uscito negli ultimi 5-6 anni? |
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2
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Riff sentiti 40.000 volte. Il resto al limite del ridicolo. Io boh. |
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1
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Album grandioso, uscito a fine 2022 insieme a Djevel e Hate Forest, un trio da urlo. La degna chiusura di un anno, musicalmente, eccellente 🤘 80 di sicuro.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Bafomet 2. Duke's Ride (Ride of the Spectral Hooves) 3. Berserk Death 4. The Eye of Satan 5. Darkness... Triumphator 6. Barbas X Aamon
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Line Up
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Werwolf (Voce, Chitarra)
Musicisti ospiti
Nattravn (Chitarra) Trollhorn (Tastiera) Necroterror (Basso) Grond (Batteria)
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RECENSIONI |
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