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10/05/24
NANOWAR OF STEEL + TRICK OR TREAT
URBAN, VIA MANNA 97 - PERUGIA
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Eddie Vedder - Into the Wild OST
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03/11/2023
( 1472 letture )
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Ma lo fai per amore no? L'amore immenso per la musica, l'unico che ti ha salvato e sorretto sempre, nei momenti più bui della vita, l'unico che mai ti ha abbandonato, semplicemente l'unico. Eppure questo amore spesso sa essere allo stesso tempo dolore allo stato puro, quel dolore di cui è necessario vestirsi e rivestirsi per comprendere l'essenza della vita, e in che modo questa ci ricorda che siamo tutti respiri interconnessi e vibrazioni che si incontrano, anche se in questo stesso dolore spesso crediamo di essere gli unici. Esistono per tale motivo opere catartiche che travalicano ogni confine di espressione, pubblico e forma d'arte e si fondono in un'unica enorme, universale impresa.
In questo caso, Into the Wild, è un' impresa di proporzioni mastodontiche che unisce letteratura, musica e cinema, creando un unico continuum in cui è difficile distinguere chiaramente i confini, in cui nulla ha senso senza il suo perfetto e calzante completamento. Quando il grande Sean Penn, regista della pellicola, contattò Eddie Vedder, storico frontman dei Pearl Jam, sicuramente aveva ben chiaro in mente cosa aspettarsi da lui. Eddie, che già in passato aveva collaborato con Penn a livello cinematografico, non ha fatto molta fatica nell'immedesimarsi nei panni del protagonista del libro di Jon Krakauer, uscito negli Stati Uniti nel 1996 e poi trasposto su pellicola nel 2007. Ma anzi, come lo stesso Vedder raccontò all'epoca, fu piuttosto semplice scrivere dei versi avendo già una storia, e un protagonista di cui raccontare. La vicenda è quella di realmente accaduta di Christopher McCandless, un ragazzo statunitense di buona famiglia che, dopo la laurea, conseguita nel 1990, stretto nel suo ruolo e consapevole di troppi problemi familiari repressi e nascosti in nome di una probabile reputazione, affascinato da un certo tipo di letteratura, decide di intraprendere un'avventura formativa nella natura selvaggia, che gli costerà la vita. Penn, rimasto colpito dalla storia, lesse attentamente il romanzo e prima di avere il permesso della famiglia di McCandless per girare il film, ci volle molto tempo, circa una decina d'anni. Nel 2007 uscì nelle sale di tutto il mondo una pellicola della durata di due ore e mezza, che diventerà un culto generazionale e non. L'attore californiano Emile Hirsch, scelto per l'occasione, veste a pennello i panni del giovane ribelle.
Che Eddie Vedder avesse la vena di cantautore non è certo una cosa nuova, e lo avevamo già visto durante la carriera coi Pearl Jam, a cominciare già dal primo album, la meravigliosa pietra miliare e generazionale, Ten, con la disperata e struggente Black, il racconto della sua infanzia Alive, ma anche, nel voler raccontare esperienze e storie altrui come la denuncia sociale di Jeremy e poi a seguire nei successivi album, Daughter ad esempio e molte altre.
Con Into the Wild siamo dunque di fronte a un colonna sonora, dei brani scritti appositamente per accompagnare ed aggiungere qualcosa in più ai momenti salienti del film e che non ha senso di esistere senza il suo naturale complemento. Il musicista adottivo di Seattle, a maggior ragione, essendo poi uno sportivo, amante del mare e delle avventure, sembra a trecentosessanta gradi la personalità più adatta per raccontare le vicende, ma soprattutto i pensieri e le sensazioni di McCandless durante i suoi pellegrinaggi alla ricerca di sé stesso e del vero significato e senso dell'esistenza. Il ragazzo, nauseato dalla società capitalista, dai doveri, dalla strada che la famiglia aveva già pronta per lui, finiti gli studi, con l'anima inquieta, appassionata di letteratura, che vive e vede tutto attraverso le citazioni dei suoi autori preferiti come Jack London, Henry David Thoreau, Lev Tolstoj, Boris Pasternak, dona tutti i suoi risparmi in beneficenza, distrugge tutti i documenti e carte di credito e senza dire nulla a nessuno, parte per l'ignoto. Cambiando l'identità in Alex Supertramp, renderà sempre più difficile il farsi rintracciare.
There is a pleasure in the pathless woods, There is a rapture on the lonely shore, There is society, where none intrudes, By the deep Sea, and music in its roar: I love not Man the less, but Nature more, From these our interviews, in which I steal From all I may be, or have been before, To mingle with the Universe, and feel What I can ne’er express, yet cannot all conceal. Lord Byron
C’è un piacere nei boschi senza sentieri, c’è un rapimento sulla spiaggia solitaria, c’è un mondo dove nessuno penetra, vicino al mare profondo, e musica nel mondo: oh, non amar l’uomo di meno, ma più la Natura, mercé questi nostri colloqui, dai quali io rubo tutto quanto posso essere, o sono stato prima, per mescolarmi con l’universo, e provare ciò che non riesco mai a esprimere, e tuttavia non riesco a celare.
Lord Byron
È con questa meravigliosa citazione, un inno alla natura solitaria e selvaggia, senza la presenza dell'uomo, che comincia il film, mentre vediamo Alex Supertramp arrivato ormai in Alaska nelle sue ultime settimane di viaggio, lasciare ogni compagnia umana incontrata fino a quel momento durante il viaggio per addentrarsi nella solitudine impervia per continuare la sua ricerca. Il film è costruito su un lungo continuo flashback che ripercorre i due anni precedenti dopo aver lasciato la Georgia e la sua famiglia, che l'hanno portato fino in Alaska. Fra incontri con personaggi più o meno bizzarri, a cui in qualche modo il giovane lascerà qualcosa che cambierà loro la vita, e che soprattutto lo aiuteranno e gli permetteranno di arrivare al momento clou del suo viaggio/esperienza nel selvaggio nord; fra disavventure e imprevisti con le autorità, Chris segue e vede come unico scopo e unico motore che lo spinge l'ebbrezza di arrivare, come ripete molte volte a tutte le persone che incontra lungo il suo cammino, al suo agognato traguardo in Alaska. La voce narrante è la sorella di Chris McCandless, Carine.
I brani scritti da Eddie Vedder non seguono lo stesso ordine su disco e nel film, infatti il primo che incontriamo durante la visione del film è Long Nights, intessuto profondamente di malinconia che sottolinea alla perfezione la solitudine dell'ultima parte della vita di Chris, che ormai ha abbandonato qualsiasi contatto con la civiltà e ha fortuitamente trovato rifugio in un vecchio autobus abbandonato, diventato iconico, da lui ribattezzato Magic Bus, che vediamo anche in copertina con Emile Hirsch. Lo sappiamo dal diario ritrovato e inaugurato all'arrivo in Alaska, che ha permesso di ricostruire le ultime settimane di vita del giovane avventuriero.
Have no fear For when I'm alone I'll be better off than I was before
I've got this light I'll be around to grow Who I was before I cannot recall
Long nights allow me to feel... I'm falling...I am falling The lights go out Let me feel I'm falling I am falling safely to the ground
La voce di Eddie, espressiva ed esaltata ai massimi livelli, accompagnata come in quasi tutti gli altri pezzi da un arrangiamento acustico quasi minimale, ma estremamente efficace, si fonde e fa eco con la natura e sembra dare vita alle impressioni che doveva aver provato Chris. Un arpeggio ripetuto e ossessivamente dolce, si appoggia su una ritmica monotona e precisa di basso. Questa è Long Nights, il brano forse più riuscito di Into the Wild, il capolavoro almeno a livello emotivo, che lascia scossi e interdetti per la semplice bellezza su cui è costruito. La quasi springsteeniana Hard Sun ci colpisce dura dritta in faccia, quando McCandless è appena partito con la sua auto, che non aveva voluto cambiare, nonostante i genitori volessero regalargliene una nuova per la laurea. Cover di un brano del cantautore canadese Gordon Peterson del 1989, si adatta perfettamente al timbro di Vedder e all'atmosfera del film ed è praticamente l'unico in cui viene fatto uso della chitarra elettrica, oltre che dei cori femminili di Corin Tucker delle Sleater-Kinney.
Fra gli altri punti salienti dell'album troviamo Society, scritta a quattro mani con Jerry Hannan, un manifesto contro la società moderna, i meccanismi oppressivi e non evitabili che la governano e inno alla libertà, che possiamo ascoltare nel film mentre accompagna immagini di vita quotidiana di Chris/Alex in Alaska, dopo il flashback in cui, dopo l'escursione in kayak fino al Messico, ritorna per un attimo nella vita cittadina e rivede sé stesso e la sua vecchia vita nelle vetrine dei locali.
Oh, it's a mystery to me We have a greed, with which we have agreed And you think you have to want more than you need Until you have it all you won't be free Society, you're a crazy breed I hope you're not lonely without me
Con l'ultimo incontro di Alex/Chris nel film, un vecchio signore sopraffatto dalla vita e dalla solitudine, troviamo Guaranteed, che è stata premiata all'epoca con Un' Golden Globe per la migliore canzone:
Leave it to me as I find a way to be Consider me a satellite forever orbiting I knew all the rules but the rules did not know me Guaranteed
Eddie disse che i versi:
Don't come closer or I'll have to go Owning me like gravity are places that pull If ever there was someone to keep me at home It would be you
Sono dedicati alla sorella di Chris, Carine, la voce narrante del film, l'unica figura con la quale ha un rapporto positivo e che sembra comprenderlo.
Sempre nella vita selvaggia quotidiana di McCandless, troviamo altri due momenti salienti sottolineati in cui No Ceiling e The Wolf, fanno da sottofondo sonoro. La seconda è poco più di un minuto di solenne organo e urla sciamaniche di Eddie Vedder che turbano nel profondo ed evocano la bellezza sconfinata e pericolosa della natura estrema. La prima, impreziosita dal suono particolare e metallico del banjo, è una presa di consapevolezza prima del tentato ritorno alla civiltà, però impedito dal fiume Teklanika, diventato inguadabile a causa dello scioglimento completo del ghiaccio e che di fatto lo condannerà alla morte.
Sure as I am breathing, sure as I'm sad I'll keep this wisdom in my flesh I leave here believing more than I had And there's a reason I'll be A reason I'll be back
"Ho vissuto molto, e ora credo di aver trovato cosa occorra per essere felici: una vita tranquilla, appartata, in campagna. Con la possibilità di essere utile con le persone che si lasciano aiutare, e che non sono abituate a ricevere. E un lavoro che si spera possa essere di una qualche utilità; e poi riposo, natura, libri, musica, amore per il prossimo. Questa è la mia idea di felicità. E poi, al di sopra di tutto, tu per compagna, e dei figli forse. Cosa può desiderare di più il cuore di un uomo?"
Lev Tolstoj "Felicità Familiare"
Questo passo letto da McCandless sul Magic Bus (aveva portato con sè infatti alcuni libri dei suoi scrittori preferiti), lo fa riflettere sul vero senso della vita, che non è quello che lui ha sempre creduto, in fuga da qualcosa che fa invece, parte della vita umana. Non è possibile vivere senza avere interazione umane e soprattutto senza far parte di una rete sociale ed affettiva. Nel suo diario pochi giorni prima di morire scrisse la famosissima frase:
“Happiness is only real when shared”.
La felicità è reale solo quando è condivisa.
Christopher McCandless è un moderno romantico, forse un folle, a detta di tanti, ma che ha insegnato e fatto riflettere ognuno di noi con la sua storia e senza la sua forse inevitabile morte, non ne saremmo qui a parlare, e non lo avremmo eretto negli anni come un Werther attuale, con tanto di emulazione, come accadde con il romanzo di Goethe. Del resto anche l'avventura di McCandless aveva preso a imitazione un altro grandissimo scrittore Henry David Thoreau, il quale nel libro Walden Ovvero Vita Nei Boschi, descrisse la sua permanenza di due anni sulle sponde dell'omonimo lago in Massachusetts, e che fu la sua grande fortuna, in particolar modo per la famosa citazione che perfettamente calza la vita e il sentire di Chris/Alex:
«Andai nei boschi perché desideravo vivere con saggezza, affrontando solo i fatti essenziali della vita, per vedere se non fossi riuscito a imparare quanto essa aveva da insegnarmi e per non dover scoprire in punto di morte di non aver vissuto."
La colonna sonora scritta da Eddie Vedder, che di fatto è diventata il suo primo album da solista -e sulla cui qualità di autore e cantante, non c'è nemmeno da discutere- è un tentativo portentoso di unire, congiungere, cucire, elevare, fare della poesia, far riflettere, sottolineando in modo sublime una vicenda, che nella sua folle tragicità è già poesia alla stato più puro, selvaggio e primitivo, quello in cui si paga con la vita stessa la ricerca di sensazioni e verità altrimenti negate alle persone comuni. Ed in questo risiede anche la magia che ruota intorno alla figura e alla breve vita di Christopher McCandless:
(El Segundo, California, 12 febbraio 1968 - Parco Nazionale del Denali, Stampede Trail, Alaska, 18 agosto 1992)
Grazie a questo continuum artistico possiamo rivivere immagini, scene, citazioni e le amate canzoni divenute in fondo anche un pò nostre, in loop, ricercando il nostro se' e la nostra libertà, come ci esorta e ci ammonisce allo stesso tempo la fosca e minacciosa End of the Road.
I won't be the last I won't be the first Find a way to where the sky meets the earth It's all right and all wrong For me it begins at the end of the road We come and go…
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40
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Bella recensione, concordo appieno anche con il voto. Credo sia la classica opera su cui tornare (che si tratti del disco, del film o del libro) di tanto in tanto per potersi riappropriare di una concezione più semplice e naturale della vita, un perfetto contraltare della contemporaneità (potremmo persino azzardare, musicalmente, una proporzione del tipo \"vita nella natura : strumenti acustici e analogici = vita attuale : plugin digitali e home recording\"), senza ovviamente romanticizzare eccessivamente il \"buon selvaggio\" come fece Rousseau. |
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Bella recensione, molto sentita, disco e film due capolavori. Poche canzoni mi emozionano come Long Nights e Hard Sun, ma il merito (oltre che di un Vedder ispiratissimo) è anche delle immagini incredibili del film, che rimane nella mia top 5 di sempre. Chris, che si condivida o meno il suo pensiero (io non lo condivido ma lo rispetto ed ammiro il suo coraggio), ha fatto un qualcosa di unico nella sua particolarità, e mi riferisco al diario con le citazioni ad autori famosi ed alle sue idee. |
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Film bello anche se non riesco ad immedesimarmi con il messaggio e le intenzioni di Alex, una ribellione ed un\'uscita dalla societá a singhiozzi, in cui bisogna tornare a produrre e lavorare per potersi permettere di uscirne. Peró al diavolo, a 24 anni sei ancora abbastanza giovane da non vederne l\'ironia e non comprenderne i risvolti.
Parlando del disco, davvero stupendo e rilassante, l\'ideale in macchina o per un viaggio in treno, voto 85 confermato |
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Concordo con la maggioranza dei commenti qua sotto: il film l’ho trovato magnetico, bellissimo, il protagonista Emile Hirsch davvero bravo nonostante allora la sua giovane età. La colonna sonora ce l’ho in cd e vi assicuro che viaggiare di notte, in tranquillità con su questo album è davvero un’esperienza da provare… 😅😅 |
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Come cantava Nick Cave: Le Stelle hanno il loro momento e poi muoiono.. |
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Certamente rimane un sacrificio inutile,tutto andrà avanti,ciò che anima il sistema proseguirà infrangibile.Ma fà pensare anche un antico detto indiano:non lasciare sulla terra orme che il vento non possa cancellare. |
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In Society, Vedder canta più o meno \"Spero che non ci sia problema senza di Me\".. Alla fine il Mondo va avanti e la nostra Ribellione rimane confinata nella famosa Fish Bowl menzionata in Wish You Were Here.. |
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L77 a volte non cerchi la solitudine ma una serie di fattori concatenati sui quali non hai potere ti portano lì,e ti senti solo,perduto,ma sai di doverci convivere per sopravvivere.E devi trarne comunque qualcosa. |
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La Solitune è bella quando la si cerca consapevolmente.. Quando sentiamo di essere soli, è brutto.. |
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Film e disco iconici. 90 |
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Anche le persone la cui vita è destinata alla solitudine,e non per scelta ma per presa di coscienza, dovranno trovarvi un senso.A questi l\'impresa più difficile. |
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Anche Thomas Merton che diceva di ricercare il Significato della Vita non da soli ma assieme a qualcun altro.. Chris/Alex non penso lo abbia letto.. |
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Non lo conoscevo. Devo rimediare. |
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Riguardo agli Spazi boscosi, si pensi a Robert Frost.. E miglia da percorrere.. |
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Gianni Morandi aveva rifatto Solitary Man e I Nomadi I Want You.. Rispettivamente Se perdo anche Te e Ti voglio.. |
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Belli i commenti 22 e 23. @Lucio, assolutamente non si tratta di una condanna, ma uno che fa scelte estreme penso lo si possa criticare con chiarezza, proprio perché non lo si considera uno stupido. Tornando all\'album, la cosa bella di queste canzoni come dice Sara è che non solo solo musica, è cinema, letteratura, musica e soprattutto è vita. Il folk negli States è rock scarnificato, da Johnny Cash a Dylan agli unplugged dei gruppi di Seattle, fino ad arrivare a questo gioiellino che ha il respiro dei grandi spazi boscosi e delle strade percorse in solitudine. |
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Eeeh L77,bisognerebbe vivere 1000 anni per trovare la giusta via,e magari non basterebbero..troppo poco il tempo e troppo rapido il viaggio. |
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Partire vuol dir morire.. Che poi sia una Morte solo Spirituale o purtroppo Fisica, non lo si può conoscere a priori.. |
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È un tema molto difficile.I legami tendono a frenare scelte radicali xchè inevitabilmente coinvolgono anche gli altri.Cosa sia giusto fare o no,è sempre un dilemma avendo legami. |
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A 24 anni non pensi di fare scelte irresponsabili.. Pensi solo a scoprire il Mondo.. |
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E\' questo il Concetto.. Pechè accanirsi nei confronti di un Ragazzo che ha scelto, non di andare a morire a 24 anni in Alaska, ma di vivere in libertà? La tristezza dell\'Anziano che lo ha accompagnato verso l\' ultima Tappa è commovente.. |
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Credo che alla fine di un percorso non più rimediabile sia normale struggersi nei rimpianti.\"avrei potuto..dovuto..\"ma la realtà è che hai fatto ciò che reputavi giusto in quel momento...è il dramma del tramonto. |
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Sì però parto dal presupposto che l\' Attore di un Film Biografico ripercorra più o meno fedelmente il percorso del Personaggio reale.. Solo questo.. |
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Ciao No Fun, sei Uno degli Utenti che peso di più perché in Te ho sempre trovato Profondità di pensiero e ho trovato strana la tua Opinione nei confronti di questo Ragazzo.. Un po\' una Condanna senza appello.. Alla fine non ha pesato su nessuno.. |
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@Lucio, nel commento 8 ho proprio specificato che mi riferisco al personaggio del film |
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#12, io sì, dato che ho solo visto il film e non ho conosciuto il ragazzo, ovviamente. |
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Leggendo il Commento 8, non mi pare.. |
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Il rispetto è dovuto, e proprio per questo non gli risparmio la critica. Poteva anche accorgersene prima che la sua \"ribellione\" finiva nel vicolo cieco dell\'individualismo e che gli altri sono necessari per vivere, gli altri in generale, quelli con cui dialogava attraverso i libri, quelli che hanno costruito il fucile che usava, e tutti i personaggi incontrati nel suo viaggio, senza dover arrivare nella tundra da solo per rendersene conto. Comunque era indubbiamente una persona affascinante, su questo concordo. |
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@ LUCIO 77: Penso che si riferiscano all\'attore Emile Hirsch e allo script del film, non al deceduto. |
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Non capisco questo accanimento nei confronti della Scelta di questo Ragazzo.. Secondo Me il Film ha fotografato bene il messaggio dell\'esperienza finita purtroppo male in un Bus in Alaska.. Quando si è alla fine si comprende che la Solitudine è il Nulla.. |
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Commenti ingenerosi dal mio punto di vista. Ha lasciato tutto.. Ha provato purtroppo sulla sua pelle che Soli si muore e che la felicidad es real solo cuando se comparte, e lo si critica solo perché ha deciso di vivere da ribelle tispetto al Vivere di tutti i giorni.. No comprendo.. |
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Ah complimenti per la recensione, bellissima. |
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Mi accodo ai commenti qui sotto, anche se sarei meno severo verso il ragazzo (ovviamente si parla del personaggio come è presentato nel film) però diamine arrivi nella tundra in Alaska e speri di sopravvivere senza la minima conoscenza di come, ad esempio, si possa conservare la carne di un animale ucciso o mangiando erbe alla cazzo. Forse dopotutto non era interessato a sopravvivere, anzi. |
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sottoscrivo quanto detto da epic, colonna sonora stupenda, film carino e protagonista da schiaffi |
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Il film è carino, il protagonista l\'ho trovato irritante, un idiota disfunzione che non si sa a cosa mirava. Chissà se il vero McCandless era davvero così. Ma questa colonna sonora è un piccolo gioiello diventato di culto. 80 |
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Una perla omnia che affonda interamente la propria genesi negli scritti di Thoreau in particolare nel suo capolavoro Walden- ovvero vita nei boschi. Krakauer, Fine scrittore, giunge a questa incantevole ,se pur opinabile scelta di vita di McCandless per scrivere uno struggente e moderno Walden. Libro che ho divorato e che ancora oggi nella mia libreria si trova accanto ad autori come Thoreau, Miur,Le Breton..,Film che ho amato. Colonna sonora che continuo ad amare alla follia. Capolavoro musicale con testi che aggiungono ulteriormente significato e narrazione alla pellicola cinematografica e con un cantato unico e indiscutibile. A differenza di Muir e di Thoreau, McCandless si avventurò nella foresta non tanto per riflettere sulla natura e sul mondo in generale, quanto per esplorare il paesaggio interiore della propria anima. Dovette presto scoprire quello che Muir e Thoreau già sapevano: inevitabilmente un soggiorno prolungato in un ambiente ostile sposta l\'attenzione tanto all\'esterno quanto all\'interno, ed è impossibile vivere della terra senza sviluppare una sottile comprensione, e un forte legame emotivo, con la terra stessa e tutto ciò che contiene. Disco che narra alla perfezione questo concetto. Ovviamente per me è, dalla data di pubblicazione, nella costellazione dei capolavori con un indissolubile 110 con lode. |
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Pura libertà,la voce di Vedder accompagna il viaggio di questo ragazzo in maniera incredibile. |
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Bel film, bella colonna sonora molto ispirata. |
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Quando conobbi la storia di questo ragazzo mi entrò dentro e non è più uscita |
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Libro, film e colonna sonora: 100 x 3. Bellissima recensione |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1.bSetting Forth 2. No Ceiling 3. Far Behind 4. Rise 5. Long Nights 6. Tuolumne 7. Hard Sun 8. Society 9. The Wolf 10. End of the Road 11. Guaranteed
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Line Up
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Eddie Vedder (Voce, Chitarra, Basso, Mandolino su traccia 4, Banjo su traccia 2, Piano, Organo, Batteria, Percussioni)
Musicisti Ospiti Corin Tucker (Cori Traccia 7) Jerry Hannan (Chitarra e Cori Traccia 8)
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RECENSIONI |
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