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30/04/24
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FINE DI MONDO, VIA BADEN POWELL 3 - VILLAFRANCA DI VERONA (VR)
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Panopticon - The Rime of Memory
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15/02/2024
( 1309 letture )
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Dire cose che non siano già state dette su e di Austin Lunn è impossibile, tanta è stata ed è l’influenza che il musicista americano nel corso della sua carriera con il monicker Panopticon ha avuto e negli anni venturi avrà nel mondo del black metal. Parliamo invece immediatamente del neonato The Rime of Memory, decimo disco in carriera, composto da sei tracce per circa settantacinque minuti di musica. Una immersione evocativa tra le selvagge e fredde terre del Minnesota (terra in cui l’artista ha deciso di risiedere e qui di parlare), una dichiarazione di difesa verso la natura selvaggia, un lungo viaggio solitario tra innevate foreste su di candido manto monocromatico, bianco, che gela e che incanta. Che Lunn sia maestro nella suggestione evocativa ricreata con la musica è noto da sempre e anche in questo nuovo lavoro le alte aspettative antecedenti alla sua uscita vengono ampiamente ripagate.
La produzione di The Rime of Memory è fredda e improntata sull’aspetto ambientale; l’uso di violini ed archi impreziosisce lo spettro sonoro e non lo snatura anzi, il lavoro di basso e chitarra viene da essi impreziosito. Come caratteristica del progetto la batteria viene messa in primo piano andando però a soffocare spesso voce e strumenti, scelta che è un “marchio” sonoro ma che a chi non conosce l’artista e le sue produzioni può risuonare quasi fastidiosa. Le voci come già fatto in passato poste sullo stesso piano delle chitarre risuonano come strumento aggiunto il che è un valore aggiunto, così come le parti più acustiche che perfettamente bilanciate danno dinamiche e respiro ai brani.
Dopo una breve intro strumentale: I Erindringes Hostlige Dysterhet la prima vera traccia intitolata Winter’s Ghost è un crescendo prima acustico-ambientale poi black atmosferico, in pieno stile Panopticon se così possiamo dire, a dare ancor più sfumature ad esse troviamo subito partiture di archi semplici ma pienamente funzionali. La coppia formata da Cedar Skeletons e An Autumn Storm stupisce per l’ipertrofia sonora e la cattiveria black che portano con sé; non mancano soluzioni dinamiche come brevi soli, voice over, l’uso di synth e armonizzazioni profondamente melodiche che sommate allo scream cupo e sofferto danno profonda dualità alle musiche. Non discostandosi troppo dalla linea dei precedenti brani Enduring the Snow Drought si tinge di colpi più melodici che nella conclusiva The Blue Against the White lascia spazio ad una sonorità più “post”: Proprio quest’ultimo brano con la sua evoluzione e progressione compositiva suona fin da subito come uno degli episodi più rappresentativi e meglio concepiti del disco.
The Rime of Memory come ogni disco del progetto non è facilmente assimilabile al primo ascolto, non è nemmeno un ascolto che forse tutti riescono a portar a termine per intero sempre. Non è il capolavoro della carriera forse ma è l’ennesimo disco di altissimo valore. Porta con sé soluzioni a volte cacofoniche che si alternano a momenti acustici di rara bellezza (partiture in cui l’artista dà forse il meglio di sé) e le strutture di brani che corrono ad una media di dodici minuti ciascuno possono disorientare chi non è avvezzo a tali composizioni. Resta però indiscutibile il peso artistico di Austin Lunn e la sua dote, rarissima, di saper evocare immagini, ambienti, paesaggi con le sue composizioni; e toccare emozioni a volte assopite, a volte volontariamente messe sotto chiave.
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12
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I Lavori targati Panopticon, per chi conosce il marchio di fabbrica, sono da ascoltare a \"scatola chiusa\" e questo non fa eccezione.. Se si vuol trovare il \"plettro nel uovo\", col passare degli Album, il Manierismo è più di una sensazione.. Sul piano emozionale, la Musica proposta, non si discute. |
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11
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Per me il suo capolavoro rimane Kentucky, sia per la musica sia per le tematiche trattate. Ma avrei preso anche quest\'ultimo, se fosse stato disponibile su cd. |
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10
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Bellissimo album, senz\'altro tra i migliori del 2023. Come tutta la eccellente produzione di Panopticon, va ascoltato con attenzione per cogliere tutte le sfumature. Non mi disturba il fatto che la batteria sia più in primo piano. A mio parere da più nerve al tutto. E\' nella playlist dei miei device di questo fine inverno. Perfetto per le uscite a cavallo in una natura ancora spoglia e addormentata... Au revoir. |
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9
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Panopticon col tempo l\'ho rivalutato in negativo. Non riesco a capire i riff, tutto il songwriting è confusionario ma ben acchittato grazie alla violenza della batteria. Anche con i brani bluegrass non emergono mai delle vere melodie ma solo delle armonie.
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8
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Ho amato gli album precedenti, questo per ora non mi convince. |
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@Luca, davvero! Se devo comprare musica lo faccio nel formato CD che è comunque fisico nonostante le ridotte dimensioni rispetto al vinile...non ho mai avuto il coraggio di passare (o meglio, tornare) al vinile per ragioni di praticità tanto del supporto quanto del piatto e perché il 90% della musica l\'ascolto in digitale in diversi luoghi e con differenti riproduttori. Forse un giorno cederò al richiamo della puntina nel solco, chissà! Di certo la parte artistica del booklet è importante in molte opere e avere qualcosa tra le mani è ben più gratificante di vedere un\'immagine su un PC o peggio ancora su un telefono. Però non conosco la scelta di non voler stampare il disco in formato cd, forse per coerenza per via della plastica! Invece invito chi interessato ad andare a leggere le parole di Austin riguardanti quest\'opera sulla sua pagina bandcamp |
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6
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Peccato che esca solo in vinile |
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5
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Che artista.... Veramente un gran bell disco, uno dei migliori del 2023 |
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4
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Austin Lunn è veramente un genio.. Album meraviglioso e glaciale |
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L\'avevo ascoltato ma poi non ci ero più tornato sopra, di lui le cose che preferisco sono le prime, con tematiche più sociali e meno naturalistiche, Social Disservices su tutte. Me lo riascolterò di sicuro. |
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2
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Come ben scritto da Yoda nella rece ci vuole parecchio tempo da dedicare e predisposizione giusta a cui approcciarsi a Panopticon. Sono affascinato dal progetto di questo artista sia per la musica e le capacità strumentali che per le tematiche che affronta di volta in volta e per fortuna ho ancora molto suo materiale passato e presente da approfondire. Non mi sbilancio a dare un giudizio su questo lavoro perché lo sto ascoltando a spizzichi e bocconi quando mi trovo nel mood e set giusto che generalmente è in montagna quando sono solo a fine giornata e a occhi chiusi, quando si può fare correre liberamente la mente verso orizzonti onirici, ma di certo posso dire che ci sono delle parti bellissime, evocative ed intense soprattutto nei momenti non estremi. L\'apertura mentale di questo uomo è davvero ampia e lo porta ogni volta ad esplorare direzioni musicali sorprendenti. Bravo! |
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1
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Il senso di gelo che trasmette questo disco è qualcosa di unico. Per me assolutamente uno dei dischi più belli dell\' anno scorso. Voto 90 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. I Erindringes Hostlige Dysterhet 2. Winter’s Ghost 3. Cedar Skeletons 4. An Autumn Storm 5. Enduring the Snow Drought 6. The Blue Against the White
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Line Up
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A. Lunn (Voce, Strumenti)
Musicisti ospiti
Charlie Anderson (Violino, Arrangiamenti) Patrick Urban (Cello, Arrangiamenti)
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RECENSIONI |
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