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27/04/24
CRASHDÏET
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Scott Mishoe Band - Phoenix Rising
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28/03/2024
( 579 letture )
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Immagino che per alcuni il nome di Scott Mishoe possa risultare addirittura nuovo, ma gli appassionati di shred/fusion se lo ricorderanno bene. Autore a metà anni Novanta di un lavoro che fece scalpore intitolato Omnidirectional, unanimemente considerato un punto fermo del settore, restò preso in mezzo in un trend musicale che ormai andava da tutt'altra parte. Scott scomparve così dai radar dedicandosi all'insegnamento, pur pubblicando nel 2002 il più rock Chronic Insomniac in auto produzione. Tutto ciò nonostante chitarristi del calibro di Guthrie Govan e Chris Broderick, tanto per citarne un paio, lo annoverino tra le loro principali fonti di ispirazione. Il suo silenzio discografico è però terminato e, per di più, il suo ritorno è legato a filo doppio all'Italia.
Già, perché la Scott Mishoe Band, moniker che firma Phoenix Rising, è composta, oltre che dal chitarrista, da due eccellenze come i “nostri” Dino Fiorenza al basso (Maurizio Solieri, Steve Vai, Paul Gilbert, Edu Falaschi, ecc.) e da Gaetano Nicolosi alla batteria (IronHorse, insegnante alla Delaware Music Academy di Delaware – Ohio, ecc). Incentrato almeno in parte su tematiche spaziali – vedi titoli delle canzoni e narrazione strumentale – l'album si dimostra fedele alla sua ragione sociale e se è vero che Mishoe si ritaglia un grande spazio come è logico che sia, pure gli altri due musicisti vengono fuori molto bene. Dimostrando come il termine “band” non sia stato messo lì per fare scena. Del resto, scorrendo i credits si legge la dicitura All songs composed and arranged by Scott Mishoe, Dino Fiorenza and Gaetano Nicolosi. Passando all'analisi, una volta terminato l'ascolto ci si rende conto che Phoenix Rising risulta densissimo di contenuti tecnici – un fatto assolutamente scontato, dati i nomi dei musicisti coinvolti – ma anche piacevolissimo all'ascolto. La forma-canzone, insomma, non è stata sacrificata sull'altare della tecnica, come talvolta accade quando degli shredders si uniscono all'interno dello stesso progetto. I brani, quindi, scorrono via in modo non solo godibilissimo, ma raccontando in musica la situazione descritta dal titolo di ognuna. Così, ascoltando il primo, pare davvero di viaggiare a Photonic Propulsion verso lo spazio aperto o verso il sistema binario Zeta Reticuli (ricordate Alien?) Oppure, proseguendo, di galleggiare in una situazione di Anti-Gravity o di scendere mentre si affronta un complicato Landing on Mars. Questo solo per citare i pezzi chiaramente legati da una tematica siderale, ma anche il resto è da considerare alla luce di quanto sopra. E forse, il modo migliore per approcciare questo CD è il playthrough video di Mishoen Impossibile, in modo da apprezzare sia la scrittura che l'esecuzione del brano da parte dei tre, in rappresentanza degli altri. Soffermandosi in particolare sullo slap di Mishoe, tecnica che lo caratterizza.
Phoenix Rising spazia senza soluzione di continuità fra rock, funk, fusion e vari altri stili, fusi in un crogiolo che restituisce un prodotto finale ugualmente compatto e fruibile da tutti. Sia da chi cerca la tecnica fine a se stessa, che da chi vuole ascoltare musica strumentale di alto livello servita in modo che non risulti solo un'esibizione di maniera. Servendosi in particolare di fraseggi ricercati e virtuosismi eccitanti, legati da ritmiche che faranno la felicità di chi suona gli strumenti interessati. Si è fatto attendere per un pezzo, il vecchio Scott, ma ne è valsa la pena.
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Io il buon Scott me lo ricordo per le recensioni che fece lo scomparso Richard Benson sulla rivista Guitar Player anni 1995/96 se ricordo bene. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Photonic Propulsion 2. Mishoen Impossible 3. Phoenix Rising 4. Anti-Gravity 5. Zeta Reticuli 6. Lizards 7. Landing on Mars 8. Space Funk
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Line Up
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Scott Mishoe (Chitarra) Dino Fiorenza (Basso) Gaetano Nicolosi (Batteria)
Musicisti Ospiti: Joseph Wooten (Tastiere nella traccia 8)
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RECENSIONI |
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