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26/04/24
ELECTRIC VALLEY RECORDS FEST
BLOOM, VIA EUGENIO CURIEL 39 - MEZZAGO (MB)
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Pathosray - Sunless Skies
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( 2720 letture )
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Interessante, veramente interessante, e mi riferisco sia al momento vissuto dal prog metal targato Italia sia a questa particolare realizzazione firmata Pathosray . Dopo un primo lavoro del 2007 –senza contare il primo demo- che già aveva attirato l’attenzione di parecchi addetti ai lavori, la band si ripropone ora con un nuovo album che non fa che ribadire le qualità già messe in mostra in precedenza, ma affinando il tutto sia per ciò che attiene al songwriting che alla cura della registrazione, ottenendo pertanto un miglioramento globale di un certo rilievo. Sunless Skies è sicuramente in grado di soddisfare pienamente chiunque abbia come punto di riferimento musicale quanto fatto da band quali Dream Theatre, Symphony X, Fates Warning, e che –preferibilmente- conosce bene la via italiana al prog rock degli anni 70 ed ama Le Orme e la PFM.
Forti di un ottimo suono ottenuto registrando dapprima in proprio da Ivan Moni Bidin e Fabio D’Amore -rispettivamente batterista e bassista del gruppo- presso gli Artesonika Studio’s ed affinato poi dal duo Bogren/Ornborg nei prestigiosi Fascination Street Studio’s in Svezia, i Pathosray si distinguono innanzi tutto per contenuti tecnici di ottimo livello e ben in grado di supportare le architetture sonore edificate in prima battuta del duo prima citato, ed ampliato poi dal lavoro delle tastiere di Gianpaolo Rinaldi -spesso indulgenti verso un piacevole suono old-school che riporta alla mente i gloriosi 70’s come in Quantic Enigma e che avrei talvolta preferito sentire più in evidenza in taluni passaggi che invece le vedono mixate un po’ troppo di retroguardia- e dalla chitarra di Alessio Vescellig, mai in difficoltà neanche nei passaggi maggiormente intricati, ma anzi in grado di comunicare padronanza dei propri mezzi in ogni circostanza. Il tutto a supportare quello che probabilmente può essere identificato come il principale trademark del gruppo: la voce di Marco Sandron. Il singer glabro è infatti in possesso di un timbro Russel Allen-oriented che ottimamente si fonde con la musica dei Pathosray e che mostra anche ottime doti di versatilità quando, in ossequio alle più basilari prerogative del prog, le atmosfere mutano repentinamente all’interno dello stesso pezzo.
A questo proposito possiamo dire che si passa senza troppi problemi da cose quasi al limite del thrash come l’opener Crown of Thorns ed altre comunque abbastanza possenti come la seguente Behind the Shadows, ma già questa mette in mostra aperture ariose ed una grande attenzione posta nell’esaltare la melodia, ma è Aurora che comincia a mettere maggiormente in evidenza le varie sfaccettature della musica dei Pathosray , con parecchi mutamenti umorali che spaziano da una parte aggressiva ad una più introspettiva, in particolar modo per ciò che riguarda l’interpretazione di Sandron. In your Arms è una delle rarissime ballads in grado di non annoiarmi, ( e vi assicuro che non è facile dato che non amo affatto questo tipo di pezzo), il tutto principalmente ancora una volta per merito del vocalist. Sons of the Sunless Skies è poderosamente prog, un continuo carico e scarico della tensione che manderà in sollucchero i metal-progsters più esigenti Atmosfere più immediate per The Coldest Lullaby, brano che vede all’opera la guest Klaaire quale vocalist, così come la seguente strumentale Perpetual Eclipse vede all’opera Silvia Marchesan al piano ed alla voce. Ritroviamo la Marchesan al microfono anche in Poltergeist, brano che in un’ottica prettamente progressiva rappresenta probabilmente il picco compositivo dell’album, infarcita com’è di cambi di tempo, soli e grande pathos, (ovviamente). A concludere il lavoro For the Last time, uscita acustica d’effetto che conclude degnamente un Cd di spessore.
Sunless Skies non è un album rivoluzionario, non inserisce elementi nuovi nel settore d’appartenenza e non scuote dalle fondamenta il settore, ma è semplicemente scritto, registrato e suonato molto, molto bene e può contare su quel qualcosa in più che viene dall’eredità spirituale della grande stagione del prog targato Italia. Se avete sempre sognato di poter sentire come suonerebbe la PFM se fosse nata trent’anni più tardi, bè, questo potrebbe essere uno dei vari modi possibili in qualcuno dei mondi possibili, ed il tutto è molto Quantic Enigma.
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18
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album di altissimo livello' probabilmente poco conoscuto.
meriterebbe un palco più alto |
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Immagino Raven!! se mai riuscissi, ne vale la pena!!!! Buona giornata! |
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Perdonami Lux, ma non ricordo più il disco, dovrei cercare in archivio e risentirlo |
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15
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Vorrei spezzare un ENORME lancia per questi ragazzi. Proprio oggi l'ho risentito in macchina per la centesima volta da quando è uscito...vorrei sapere Raven cosa pensa oggi della longevità di questo album dopo 8 anni, per me rimane un capolavoro del metal italiano, e so di sbilanciarmi...non originalissimo, non rivoluzionario, certo, ma forte di canzoni eccezionali (non è questo che cerchiamo alla fine?), tecniche ma non prolisse, che offrono sempre un "appiglio" melodico sensazionale per essere ricordate, e che non sono assolutamente somiglianti tra di loro, se non ad un superficiale ed iniziale ascolto...sia il primo che il secondo lavoro sono per me sensazionali, ed impreziositi dalla splendida voce di Marco Sandron...che fine hanno fatto?? Mi dispiace che non siano stati abbastanza considerati, perchè al giorno d'oggi è difficile trovare un livello di songwriting così elevato (per me ad esempio sono ENORMEMENTE superiori agli ultimi 3 noiosissimi album dei DGM, incensati ovunque non so perchè)...vi prego, riscopriteli!!!!!! E se si può recensite anche il primo bellissimo album! |
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14
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un disco eccelso, così come il precedente. grandissima capacità compositiva e un vocalist della madonna. |
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Pero' è vero che cè qualche sonorita' della PFM,specie nella traccia 4 |
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Ho qualche dubbio sulla sua longevità, però bello. |
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L'avevo detto tempo fa a Raven che era un grande albun,da un mese che nn lo tolgo piu'specie Aurora,spledida. |
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9
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4 gruppi interessanti con sfumature diverse. |
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8
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Mah...A me piacciono molto, pur non essendo un fanatico del progressive, e penso che non abbiano nulla da invidiare alle bands che ho citato. L'ho fatto perchè le reputo molto valide e mi fa piacee parlarne quando si tratta di una recensione di un disco di una band italiana emergente. Ribadisco che a mio avviso sono 4 bands validissime e che non hanno nulla da invidiare l'una all'altra...Raven tu che ne pensi? |
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7
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A me non sembrano poi così differenti...In fin dei conti il genere è lo stesso anche se sviluppato in maniera diversa. Magari c'è la band più Thrash oriented e quella più Power, ma in linea di massima non si discostano di tanto. A mio avviso, i Pathosray, pur essendo davvero bravi, tra le band citate da Nightblast sono quelli meno dinamici. I brani si somigliano un pò tutti. Questo è solo il mio parere però. |
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6
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Più che altro sono band diverse, tutte valide per carità, ma che a mio avviso hanno poco da spertire con i Pathosray (se non buonissime doti tecnice). Cmq tornando all'album in analisi in linea di massima mi sento di condividere i contenuti l'ottima recensione (come sempre del resto) di Francesco, seppur generosa nella valutazione finale. Certo non sono innovativi, ma hanno attributi, facilità nel comporre dei buoni pezzi, feeling, insomma... ci stanno. Nessun miracolo, ma una uscita discreta che cmq evidenzia ancora una volta la buona verve italiana in materia. Per me 70 pieno e meritato. |
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5
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A dire il vero non mi sembra un granchè...Indubbiamente buono, ma più di 70 non merita. Nightblast: le bands che hai menzionato a mio avviso sono di un altro spessore. |
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3
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Disco davvero bello. Nulla da dire. Ottima recensione. Mi sento di aggiungere anche i Pathos ray tra le rivelazioni italiane che a mio avviso detteranno legge in un futuro motlo vicino: Eversin, Empyrios, Enemynside, Pathosray. Support the new Italian Scene. |
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2
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Si, sembrano prima e dopo |
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1
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la copertina è la cattiva scopiazzatura della cover di "Virus" degli Hypocrisy |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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01 Crown Of Thorns 02 Behind The Shadows 03 Aurora 04 Quantic Enigma 05 In Your Arms 06 Sons Of The Sunless Sky 07 The Coldest Lullaby 08 Perpetual Eclipse 09 Poltergeist 10 For The Last Time
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Line Up
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Marco Sandron - Vocals Alessio Velliscig - Guitar Fabio D’Amore - Bass Gianpaolo Rinaldi - Keyboards Ivan Moni Bidin - Drums
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