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26/04/24
ELECTRIC VALLEY RECORDS FEST
BLOOM, VIA EUGENIO CURIEL 39 - MEZZAGO (MB)
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Frostfall - Dark Torments/Beyond The Dusk
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( 2432 letture )
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Molti dicono che il Black Metal dovrebbe essere sempre sporco e grezzo. Lo dicono gli estimatori del War, ma lo dicono anche quelli che apprezzano le molte altre correnti musicali che portano con fierezza il vessillo della Nera Fiamma. Lungi da me contraddire questo pensiero comune, che ha radici filosofiche e di folclore molto profonde ed antiche, ritengo che spesso tuttavia una distorsione marcia ed un microfonaggio da 15 Euro vengano utilizzate come scusante per distogliere l'attenzione dallo scarso valore artistico e tecnico dei musicisti. Questo malcostume -sempre più diffuso- rende difficile non tanto l'apprezzamento complessivo dell'opera, la quale comunque può comunicare il suo messaggio di nichilistico allontanamento dalla società e dalla tradizione musicale classica senza problemi (spesso grazie proprio al rifiuto spavaldo di inseguire il sogno della perfezione formale), quanto la valutazione pratico-teorica dell'elaborato.
Venendo a noi dunque, Frostfall c'è o ci fa? O magari si fa e basta? E' difficile da dire con certezza assoluta, ma ci sono un pò di indizi che possono aiutarci a discernere il valore intrinseco del platter. La cosa che salta più rapidamente alle orecchie è l'esecuzione e l'atmosfera dei brani acustici: si sa, una cosa è suonare nel caos delle distorsioni zanzarose, un'altra è ritrovarsi da soli con una chitarra acustica in mano ad arpeggiare. E' il momento insomma in cui tutti i nodi vengono al pettine e, da questo punto di vista, la prova è stata superata con un voto sufficiente: buona l'atmosfera creata, decente l'esecuzione. Per quanto concerne il resto dei brani, devo purtroppo rilevare l'assenza totale di inventiva per quanto riguarda le scale utilizzate -anche solo nel contesto musicale specifico- e questo problema è appena appena risolto dall'uso (scostante) degli intermezzi in midtempo o pseudoacustici. L'esecuzione anche in questo caso è sufficiente, ma dispiace non poter valutare in nessun modo la prova vocale, completamente coperta dal noise, e la cui presenza si riesce ad avvertire solo nei momenti di pausa. Qua e là si avvertono degli imbarazzanti cali di intensità e velocità dovuti alle inefficaci doti tecniche dell'artista in veste di batterista, ma questo tutto sommato è un dato trascurabile, nel contesto specifico.
Quello che conta, alla fine, è il trasporto emotivo che un disco del genere riesce a regalare all'ascoltatore: che le note siano poche non importa (anzi, a volte è proprio la reiterazione che aiuta a raggiungere determinati stati mentali), così come certi aspetti tecnici vanno interpretati in una chiave molto particolare e con immensa cautela. In questo caso, comunque, il platter non mi ha regalato nulla di significativo, e se a questo aggiungiamo che stiamo parlando di un "doppio disco", riproposto (dal 1999-2000) probabilmente per evidenziare il suo valore quasi fosse un greatest hits, beh... temo che la (one man) band dovrà faticare ancora moltissimo prima di riuscire a conquistarmi del tutto.
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5
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Vivi il vero senso del BM quando l\'artista ignora volutamente pulizia sonora e perizia tecnica per esprimere con urgente immediatezza il proprio tormento. Nessun calcolo, nessuna costruzione ma pura emozione,nel misticismo del lato oscuro dell\'esistenza. È questo il vero BM.Il resto è solo musica. |
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4
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Tommy e SpiritOfTheForest, grazie ad entrambi per la profondità delle vostre riflessioni. Ci sono ancora persone per cui il Black significa qualcosa... |
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3
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Cè chi ascolta il BM per entrare in uno stato interiore trascendente,e chi guarda prevalentemente alla resa tecnica perdendosi il meglio ed il senso stesso d\'esistere di questa musica. Disco bellissimo ed immersivo,che spero di recuperare in qualche modo nel prossimo futuro,con un pò di fortuna,dato che fin ora mi è sempre sfuggito. Elitario. |
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2
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Dal tuo punto di vista infatti hai perfettamente ragione, Tommy... |
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1
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A me piace un casino!Ma io faccio parte di quelli che godono nel sentire questo tipo di marciume sonoro...capisco bene le tue perplessità, ma chiaramente questo tipo di sound o lo si accetta per come è e quindi perchè piace, al di la di ogni aspetto tecnico e di produzione o altrimenti diventa troppo indigesto...cogliere il fulcro portante di questo tipo di sound, sta nel fatto di farsi rapire dal "complesso" ambiente strutturale, dinamico, fortemente concettuale che un disco di questo tipo riesce a creare...qua l'intenzione del musicista è in gran parte quella di annichilire (come giustamente tu sottolineavi) e creare un immaginario sonoro che trasporta ad un livello mentale inabituale per l'ascoltatore, che trascende la musica come canonicamente la si interpreta...insomma diventa più forte il concetto del contenuto...cmq non voglio tessere le lodi di questo disco e di altri affini al genere, anche perchè mi pare che tu abbia cmq centrato la recensione...volevo solamente specificare alcune cose... |
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INFORMAZIONI |
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Final Earthbeat Production
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Tracklist
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1. To the Weirdness(2.37) 2. My Last Whisper(2.14) 3. Under the Black Mountain(3.17) 4. An oath to the Eternal Dusk(2.22) 5. A Black Though(2.22) 6. The Gates of souls are Opened(2.43) 7. Enter Majesty...(2.08)
1. Intro / A dark Whisper... 2. In the Seasons of Frost 3. Frozen & Doomed 4. My soul is no more 5. Winters... 6. The Altar of Dementia 7. The Freezing Winds of torments 8. Nocturnal... 9. The Realms of the Hidden Dusk 10.Beyond The Dusk
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Line Up
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Frostfall : Voice, all instruments
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RECENSIONI |
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