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Richie Kotzen/Greg Howe - Project
( 1873 letture )
PREMESSA
Project è il secondo disco collaborativo realizzato dalla coppia di chitarristi fuoriclasse americani Richie Kotzen/Greg Howe: il duo, come conseguenza del più che discreto successo di critica, di pubblico e di vendite di Tilt -sempre considerando il range di nicchia del genere di musica di riferimento- nel 1997 decide infatti di dar vita ad un nuovo episodio, che per motivi a noi sconosciuti si rivelerà essere anche l'ultimo frutto della pregevole collaborazione. Project, edito dalla leggendaria Shrapnel Records, è un disco sofisticato, raffinato e difficilissimo da assimilare che, se anche non regge il confronto qualitativo col precedente (ed inarrivabile) Tilt, si rivela comunque essere un episodio interessante per tutti coloro che siano alla ricerca di musica elegante e culturalmente profonda. Ma andiamo con ordine, partendo da...

... UNA PICCOLA CONFESSIONE
Sarò sincero, per un periodo abbastanza lungo della mia vita ho disprezzato Project. Non sopportavo proprio di ascoltarlo, lo trovavo noioso, stancante, sterile, privo di emozione, sembrava che i musicisti fossero stati costretti a suonare qualcosa che non volevano... a un certo punto però, quasi per caso, ho rispolverato il cd, decidendo di dargli una seconda chance. Tra me e me ho pensato, "chissà, magari con gli anni è cambiato qualcosa". In effetti così è stato: quel qualcosa che era cambiato, però, non era certamente il disco, ma ero io.
Perchè in effetti Project non è un album che si può ascoltare a tutte le età. A differenza del precedente Tilt manca, prima di tutto, di quella caratteristica irruenta che lo rendeva gradevole al primo ascolto anche a chi solitamente è abituato a ben altro genere di musica (area heavy, thrash, death, prog metal): al suo posto c'è un vero e proprio concentrato di espressività che, però, si basa sull'essere la sezione ritmica realizzata esclusivamente per accompagnare le parti soliste. Project è essenzialmente una grande jam session: in tutte le dieci canzoni qui presenti (escluso Led Boots, che però è una cover) ciò che risalta è l'operato solista dei due funambolici chitarristi, veri e propri protagonisti del disco ai danni delle parti ritmiche, che assumono un ruolo secondario (anche se, ovviamente, fondamentale). Rispetto a Tilt, dunque, il lavoro pare molto più programmato e freddo, paradossalmente poco spontaneo e affatto collaborativo: credo che siano proprio questi i motivi per cui non sono riuscito ad ascoltare ed apprezzare Project per tanti anni.

Eppure qualcosa, come dicevo, è cambiato. Perchè in fondo, anche se il disco mi pare poco coinvolgente dal punto di vista emotivo, anche se le sezioni ritmiche mi sembra che siano state sfruttate come un "tappeto solista", piuttosto che come un'occasione di intreccio musicale, comunque il contenuto del platter è decisamente gradevole. Sebbene viziato da una produzione che, al mio orecchio, suona eccessivamente ovattata, Project vive dei momenti molto interessanti, a partire dall'introduzione funkeggiante di One Function, uno di quei pezzi che con le sue ritmiche ostinate ti spinge a tenere il tempo col piede, che con la sua struttura semplice si rende adatto ad introdurci a ciò che i Nostri possono fare.
Dal punto di vista del genere di musica ci troviamo essenzialmente di fronte ad un album fusion, con qualche influenza funk e rock, la cui esecuzione avviene spessissimo attraverso i canoni dello shred, tra fraseggi chitarristici rapidi e diteggiature inusuali: per coloro che volessero dargli un'ascoltata, i brani in cui forse maggiormente si colgono queste caratteristiche sono Trench, Groove Epidemic e Crush. Buona anche la versione qui presente di Led Boots di Jeff Beck, che rispetto alla versione originale (comparsa su Wired nel 1976) può contare su una presenza più "importante" del basso ma che, al di là delle personalizzazioni stilistiche dei chitarristi e del tipo di suoni scelto, rimane fondamentalmente lo stesso brano.

CONCLUSIONE
E' mia opinione che Project sia, tutto sommato, un dischetto più che interessante, certamente non è un capolavoro (così come sicuramente è parecchio distante dai livelli qualitativi del precedente Tilt) ma comunque è un album ben sopra la sufficienza. Ci ho messo qualche anno per capirlo perchè certa musica bisogna essere pronti ad accoglierla: ecco che, allora, un rodato ascoltatore di fusion potrebbe anche storcere il naso innanzi ad un platter così, che nel bene o nel male non porta nessun tipo di novità (neanche stilistica o esecutiva) nel genere, ma tutti gli altri potrebbero (anzi, dovrebbero) considerarne l'ascolto e/o l'acquisto. Mal che vada, tra qualche anno potrebbe iniziare a piacervi...



VOTO RECENSORE
69
VOTO LETTORI
36.91 su 23 voti [ VOTA]
Khaine
Lunedì 28 Novembre 2011, 13.42.32
2
Dagli una seconda chance, ascolta a mmè
therox68
Lunedì 28 Novembre 2011, 13.29.53
1
Anch'io dovrei ricominciare a riascoltarlo come hai fatto te, Khaine, per vedere se mi fa lo stesso effetto di rivalutarlo. So solo che non lo ascolto da molti anni perchè lo trovavo palesemente inferiore a Tilt.
INFORMAZIONI
1997
Shrapnel Records
Shred/Fusion
Tracklist
01 One Function
02 Retro Slow
03 Present-Moment
04 Trench
05 Groove Epidemic
06 Space
07 Led Boots (autore David Maxwell "Max" Middleton, cover di Jeff Beck)
08 Crush
09 Accessed
10 Noise
Line Up
Greg Howe – chitarra elettrica (canale destro), drum programming (tracce 1, 3, 5, 7, 9), basso (tracce 1, 3, 9)
Richie Kotzen – chitarra elettrica (canale sinistro), tastiere, basso (tracce 2, 4, 6, 8, 10)
Atma Anur – batteria (tracce 2, 4, 6, 8, 10)
Kevin Vecchione – basso (tracks 5, 7)
 
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