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Guillotine - Blood Money
( 1642 letture )
A undici anni dal disco d’esordio, non a caso intitolato Under the Guillotine (palese citazione dei teutonici Kreator), gli svedesi Guillotine tornano sul mercato con Blood Money, un prodotto che concentra tutte le peculiarità tipiche del thrash ottantiano, quasi al limite del cliché. Non c’è scampo, non c’è altra definizione: il tupa tupa martellante, le alte velocità, le tematiche socialmente impegnate e la copertina in cartoon-style, che raffigura alcuni tra i più potenti politici del globo, compreso il nostro Berlusconi: un chiaro attacco verbale (e sonoro) alla classe dirigente di un pianeta sempre più annegato nei problemi, nella corruzione e nell’ingiustizia. Come vedremo, questo disco prodotto dalla Pulverised Records e contenente una dozzina di tracce (inclusa l’intro melodica Madness, posta ad apertura della seconda porzione di disco) non soddisferà appieno le esigenze e le fantasie del thrasher medio, risultando fin troppo elementare nell’esecuzione e nella riproposizione sistematica delle febbricitanti scorribande tipicamente old school. La band svedese, sorta nel 1995, confeziona un prodotto di sicuro gradevole e persino elettrizzante in certi (sparuti) frangenti, che sicuramente merita qualche scapocciamento convinto ma non possiede quel quid capace di elevarlo dalla massa; non è un prodotto trascendentale o particolarmente innovativo, anzi, continua a reimpastare una ricetta ormai consolidata nei decenni -peraltro con buoni risultati- senza minimamente cercare di stravolgerla, come i fans del genere amano. Il loro è un sound senza fronzoli, schietto ed irruente, che assale i padiglioni auricolari con voci aggressive ed una sezione ritmica rampante, ma esibendo anche una sezione solista di tutto rispetto. Il lavoro d’ascia di Daniel Sundbom, difatti, si rivela fiammante e abrasivo in passaggi come Skeleton City, uno degli episodi più frenetici e riusciti del full length, sufficientemente eccitante da permettersi il lusso di prolungarsi oltre quei pochi secondi di caos generalmente concessi alle formazioni più ignoranti del settore. La voce di Fredrik Mannberg si scaglia con frenesia e accanimento su riff brevi e nevrotici, sospingendo l’adrenalina a sprizzare fuori da ogni poro attraverso mazzate scarne e veementi come l’opener Insane Oppression, dotata anche di pesanti rallentamenti di passaggio, la tesissima Die/Live e l’intransigente titletrack. Altre tracce, come Our Darkest Day o la troppo scontata War, però, non faranno che creare una sensazione di 'già sentito', somigliando tutte a se stesse in modo troppo evidente e deludente. L’impianto di riff è semplice e abbastanza monotono e fatica a scoccare qualche scintilla veramente memorabile: una pecca assai fondamentale in un disco di thrash metal, che punta forte soprattutto sull’efficacia e l’affilatezza chitarristica. Vanno segnalati anche i limiti del platter, come la presenza di qualche brano meno avvincente (Insanity, la non eccelsa Dying World e diversi altri) o una certa ripetitività di sorta che, dopo quattro o cinque pezzi, inizia a rallentare un po’ l’ascolto; insomma, la longevità non è il pezzo forte per questi svedesi che con troppa sistematicità si incaponiscono nella ricerca di emulazione nuda e cruda, senza riuscire a generare un numero sufficiente di refrain vocali trascinanti e da cantare a squarciagola. La stessa Welcome to Dying (Death, Destruction & Pain), per esempio, non mantiene le premesse da moshpit che il titolo potrebbe far filtrare. Il prodotto non si fa disprezzare, scorre senza pretese e con qualche buon momento di thrash impellente e suonato come si deve. Un pizzico di personalità in più renderebbe la portata molto più interessante, anche considerata l’esperienza consistente che questa band può ormai annoverare.


VOTO RECENSORE
60
VOTO LETTORI
23.12 su 16 voti [ VOTA]
INFORMAZIONI
2008
Pulverised Records
Thrash
Tracklist
1. Insane Oppression
2. Rebellion
3. Insanity
4. Liar
5. Die/Live
6. Skeleton City
7. Madness
8. Dying World
9. Welcome to Dying (Death, Destruction & Pain)
10. War
11. Our Darkest Day
12. Blood Money
Line Up
Fredrik Mannberg (Chitarra, voce)
Daniel Sundbom (Chitarra)
Nils Eriksson (Basso)
Efraim Juntunen (Batteria)
 
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