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ARACHNES - Un nuovo giorno per riscoprire il rock duro!
10/10/2011 (2279 letture)
Tra i grandi musicisti metal italiani rientrano sicuramente i fratelli Caruso, solitamente meglio noti col monicker di Arachnes. Stante l'uscita contemporanea di A New Day, nuovo album della band, e di Speak, nuovo disco degli Strings 24 di Frank Caruso, abbiamo intervistato la coppia per alcune delucidazioni (anche tecniche) sugli album. Come sempre, abbiamo trovato grande disponibilità: a voi la lettura!

Jimi The Ghost: Ciao Frank, sono Emanuele, innanzitutto mi “tremano le mani” per l’emozione, ma ho un dovere nei confronti di Metallized e quindi devo assolutamente farti e farvi un’ intervista! Sei pronto?
Frank Caruso: Ciao carissimi! E’ un piacere essere qui con voi…. Prontissimi per ogni vostra curiosità!

Jimi The Ghost: La mia domanda introspettiva: che rapporto hai con la tua chitarra? Anche tu hai un rapporto particolare, definibile come di ”amore/odio”?
Frank Caruso: Bella domanda! No, personalmente direi di non trovarmi nella condizione amore/odio… direi amore e basta, sottointendendo però con questo anche una sorta di “dipendenza” dallo strumento. L’amore è un sentimento complesso e irrazionale, fatto non solo di rose e fiori: se lo intendiamo cosi allora direi che è lo stesso rapporto che ho con la mia chitarra. Non potrei farne a meno…. Ma non riesco ad odiarla….

Jimi The Ghost: La mia solita curiosità… che strumentazione utilizzi? Puoi svelarci il tuo attuale setup live?
Frank Caruso: Beh, è doveroso! Dietro alla produzione di un album, ed in ogni caso alla creazione di un sound, c’è anche la ricerca di un setup. E qui per molti sarò forse blasfemo, ma non ho timore a rivelare come sia arrivato al setup attuale, forse in controtendenza per il genere. Lavorare nel music business, non solo per le mie band Arachnes e Strings 24 (produco spot televisivi, sigle, sottofondi ecc.), mi ha dato da un lato la possibilità di entrare in contatto con molti genere musicali diversi, dall’altro mi ha imposto la necessità di avere a portata di mano una varietà enorme di timbri diversi. Mi sono così avvicinato al mondo del Virtual e del Modelling, già venendo da un passato in cui da tempo ero fautore della registrazione con Amp Simulation e Cabinet, abbandonando la classica microfonatura. La mia attività di Beta-tester per la rivista Computer Music -in cui mi occupo di testare Hardware e Software dedicato al mondo della sei corde- ha fatto il resto, mettendomi cioè a disposizione praticamente tutto il software attualmente in commercio. Alla fine ho quindi scelto di utilizzare praticamente tutta una serie di equipment Line 6, un POD X3 live per il palco ed un X3 Pro a rack da studio. Dal vivo ho anche la mia colonna Marshall ovviamente, mentre in studio ho realizzato l’intero album senza l’utilizzo dell’amplificatore ma solamente grazie ad hardware Line 6 (non solo plug in quindi) ed una serie di software dedicati per compressione e delay.

Jimi The Ghost: Mi parli un po’ delle tue Ibanez, non so, hai dei suggerimenti e consigli sull’action, sulle corde, sui pick-up?
Frank Caruso: Pur essendo un Fenderista sfegatato (fra le mie chitarre ho una fantastica Stratocaster del ’72 ed una splendida R. Blackmore con tastiera scalopped, che ho anche utilizzato per l’album) trovo che le Ibanez siano chitarre fantastiche, versatili e maneggevoli. Utilizzo principalmente una Ibanez RG2550 Prestige, una sette corde Ibanez RG 7321 BK ed una serie S. Tutte sono settate con un'action molto bassa, necessaria per i fraseggi veloci, fatta eccezione per la sette corde, che ho utilizzato per tutte le parti ritmiche essendo a ponte fisso, quindi con un suono un pò più fermo e preciso soprattutto sulla parte bassa.
Per quanto riguarda i pick up uso sempre dei DiMarzio, abbastanza compressi e puntuali anche in attacco. Solo sulla Fender, che uso per alcuni soli, ho un Humbucker Seymour Duncun co-assiale, che permette di ottenere un suono un po’ più hi-gain del solito timbro Fender, ma senza perdere la caratteristica fondamentale del suono tipicamente sulle medio-alte.
Per le corde sono un fedelissimo utilizzatore Ernie-Ball, che trovo brillanti e ricche di armonici. Preferisco la scalatura 009/042, abbastanza sottili quindi per bending agevoli. Solo sulla sette corde utilizzo 010/052, per un suono più corposo.

Jimi The Ghost: Nella chitarra ad otto corde utilizzi un’accordatura particolare, o comunque tendi a fare esperimenti sulla linea di accordatura?
Frank Caruso: Certo, a seconda dei brani spesso utilizzo il Mi abbassato a Re, o in alcuni casi la sette corde è accordata in Do. La 8 corde tendo invece ad utilizzarla nell'accordatura normale avendo già un SI ed un Fa# basso. Tra l’altro avendo un'action bassissima ed un manico molto largo, modificare la tensione delle corde significherebbe spostarne anche l’assetto. Le accordatura aperte le utilizzo solo sulla sette corde, che oltretutto ha il vantaggio di essere un ponte fisso.

Jimi The Ghost: Che amplificazione utilizzi, è sempre la stessa? Qale effettistica associ e quanto questa miscela può influire nelle tue ispirazioni e composizioni?
Frank Caruso: Ho sempre utilizzato Marshall come testate e i suo cabinet, che preferisco nella versione 4x10 e 2x12, potendo spingere un po’ di più. Anche se spesso in registrazione il suono è frutto di altre tecniche, come dicevo prima. Ciononostante questo non influisce sulle composizioni; ho una formazione classica e per me la musica nasce non dico sulla carta ma quasi, è una sorta di architettura con le sue regole. Sarà il suono a doversi “piegare” alle esigenze della musica, mai il contrario! Una casa può essere rossa o gialla, ma per stare in piedi avrà delle solide fondamenta, e così la musica. A livello di effetti non utilizzo molti “artifizi”, perché ritengo che l’utilizzo di riverberi e delay sia in realtà la semplice riproduzione di un comportamento fisico del suono, non quindi un'“aggiunta”. Uso infatti dei riverberi molto corti per creare un effetto “room” tipicamente come accade quando un amplificatore si trova in un locale di media dimensione. Gli unici “effetti” veri e propri che utilizzo sono un wha in alcuni soli ed il Chorus Stereo sulle parti arpeggiate clean.

Jimi The Ghost: Ti considerano un virtuoso e nell’album Kaleidoscope sei uno che si diverte e gioca con la chitarra, quanto invece è veramente duro ed impegnativo arrivare a suonare ai tuoi livelli?
Frank Caruso: Grazie! E’ un grande complimento per me, dopo anni di lavoro si intende… Ho sempre pensato che le mie mani non avrebbero mai dovuto “frenarsi” perché non riuscivano a fare un fraseggio che avevo in mente… e sin da ragazzino mi sono imposto di fare tecnica ogni giorno, per poter superare quel limite. Per circa cinque anni ho suonato la chitarra tutti i giorni, anche con la febbre, ricordo, proprio facendo solo tecnica, scale ed esercizio, per ore. Adesso, devo dire la verità, mi basta una rinfrescatina, diciamo un minimo di mantenimento. Credo che accumulare tecnica serva, cosi come per il fisico: quando hai lavorato bene prima puoi permetterti di fare solo esercizi di mantenimento, ma guai a fermarsi! E poi credo che ci sia sempre da imparare, quindi plettro sempre in tasca e pronto!

Jimi The Ghost: Che consiglio ti senti e vi sentite di dare tutti voi ad uno studente che frequenta l’accademia di musica, che studia in particolare la chitarra e che vuole intraprendere il duro lavoro di musicista?
Frank Caruso: Inannazitutto di togliersi dalla testa il mito della vita rock’n’roll, fatto di party e f… belle fanciulle, il mondo della musica ha regole spesso ben più dure di quello che si respira nei divertenti clip dei Motley Crue. Sgombrato il campo da questo equivoco, il consiglio è innanzitutto di creare le condizioni per sentirsi sempre all’altezza della situazione. Vi troverete a lavorare con musicisti più preparati di voi, ma non dovrete mai sentirvi “inferiori”. L’unico modo per migliorare è studiare, avere delle grandi competenze e conoscenze musicali, che vanno al di là del semplice “saper suonare bene” perché questo, paradossalmente, in campo professionale, si da per scontato! E poi ascoltare tutta la musica possibile, di ogni genere. Ogni cosa ben fatta può insegnarci qualcosa; assaggiare qualcosa di nuovo magari ci sorprenderà e scopriremo che ci piace…

Jimi The Ghost: Frank, tu hai studiato musica sacra, quanto sono servite queste tue ulteriori conoscenze e come si sono rivelate influenti nelle tue partiture musicali?
Frank Caruso: Moltissimo! Nella scrittura degli arrangiamenti, ed in particolar modo nell'elaborazione delle armonie dei cori (ma anche per le armonizzazioni di chitarra) utilizzo la tecnica classica che ho acquisito in anni di studio di armonia, ed è bellissimo vedere come tutto cosi sia semplice! Normalmente quando registriamo i cori non li proviamo neanche, perché conoscendo le regole dell’armonia quello che accade è la naturale risultante della parte melodica! Inoltre lo studio della Musica Sacra mi ha dato un punto di visuale preciso della musica, che ho imparato a costruire sempre “dal basso”, intendendo cosi la parte “strutturale” del brano.

Jimi The Ghost: Enzo, tuo fratello, ha una straordinaria voce, che in sede di recensione ho definito molto gradevole, ma è anche un ottimo musicista, come arrangiate tutte le vostre composizioni? Come riuscite a trovare il giusto compromesso?
Enzo Caruso: Naturalmente ti ringrazio per i tuoi sinceri complimenti. Guarda, io credo che la chiave di tutto stia semplicemente nel reciproco rispetto, nella stima e nel coraggio di lasciare alle persone con le quali condividiamo un percorso il loro legittimo e giusto spazio. Questo fa nascere quasi sempre una vera magìa: io non ho bisogno di dire a Frank “questa mia composizione la devi arrangiare così piuttosto che così”, lui sa farlo e sa che cosa serve, punto e basta, lo stesso dicasi se sono io a dover arrangiare una sua idea tematica, non abbiamo bisogno di dirci niente. L’idea che tutto nasca insieme è un’idea dilettantistica, un vero professionista sa sempre cosa deve fare e sa sempre cosa deve lasciar perdere, per dare spazio all’altro. Vale nella musica ma vale ovunque, per me: alla base di tutto, ripeto, in un percorso condiviso, dev'esserci la fiducia. Quando non è così, okay, una cosa può anche riuscire bene, ma allora non esiste magìa, non esiste pàthos, e tutto può essere perfetto, ma spesso finisce con l’essere univoco, limitato e freddo.

Jimi The Ghost: Come vi siete incontrati con Stefano Xotta e Janna Rojatti, i grandissimi chitarristi presenti nel concept Strings 24? Come è nata questa idea?
Frank Caruso: Con Sebo ci conosciamo dai tempi della scuola e a 17 anni suonavamo insieme nelle prime band scolastiche! Erano gli anni ’80 ed eravamo gasatissimi dal periodo guitar hero! Poi le strade si sono separate, non ci siamo più visti e quando ci siamo re-incontrati (su Myspace!) abbiamo scoperto che entrambi eravamo diventati dei professionisti! Seppur in ambiti diversi, io più nella discografia e nella Tv e Sebo più nei live e nei Masterclass o clinic. Dopo il contatto “telematico” decidemmo per una birra insieme, e fu bellissimo ritrovarsi! Io avevo appena pubblicato Kaleidoscope e Sebo si offrì per darmi una mano nella promozione, lui aveva molti contatti. Nacque così una prima collaborazione, ed io stavo scrivendo del materiale per un mio nuovo lavoro solista… Che però volevo fosse diverso. Gli dissi: “ma se lavorassimo insieme?”. Lui fu felicissimo e poi mi disse: “Frank, tu hai delle grandi competenze armoniche, perché non le pensi sulla chitarra…”. Da qui l’idea di “armonizzare”, e allora ci voleva un terzo… Cosi nascevano gli Strings 24!

Jimi The Ghost: Janna è un insegnate, Xotta partecipa a clinic e comunque ha collaborato a metodi didattici, a quando il tuo “Frank’s book” sul metodo di chitarra? Sai, mi piacerebbe sfogliarlo un giorno…
Frank Caruso: Ahhhhhhhh non sai quanto mi riempi di gioia! E’ il mio sogno… Ed è sempre lì, pronto nel cassetto, ma attualmente non ho proprio il tempo per svilupparlo! Ma l’idea è già ben articolata… e prevede anche un bel po’ di materiale on line… sarà un metodo “moderno” anche dal punto di vista dei mezzi!

Jimi The Ghost: Tra l’altro sono un grande sostenitore e ammiratore dello stile di Andy Timmons, la sua tecnica esecutiva ed il feeling che ha con lo strumento sono invidiabili, ma come vi siete incontrati? E sul palco com’è?
Frank Caruso: Sebo ha organizzato diverse clinics per Andy e sono amici da tempo, tanto da scambiarsi le chitarre! Quando gli ha chiesto se poteva regalarci la magia di uno dei suoi soli ha accettato subito, e per noi è un motivo di orgoglio grandissimo! Inoltre è una persona fantastica: la nostra prima data live come Strings 24 è stata proprio come opener per un concerto di Andy Timmons, e ricordo che a metà del primo brano mi girai verso il mio amplificatore perché non sentivo nulla, il livello in spia si era inspiegabilmente abbassato (credo a causa della birra del fonico…) e dovevo alzarmi dal palco. Lui era accovacciato dietro al mio ampli e stava ascoltando, mi fece un sorriso di incoraggiamento e un segno di “ok!”. Ti assicuro che in quel momento mi sono chiesto, ma perché un grande come Andy Timmons sta qui ad ascoltarmi e a farmi coraggio per la mia prima data con la band? La riposta credo che sia “per la musica”. Chi crede nella musica non perde mai l’amore che ha per essa, chiunque sia e a qualunque livello arrivi, e se non è cosi non è un musicista, sarà “solo” un cantante famoso, uno di quei tanti “interpreti” che vediamo a Sanremo e simili... chiamarli artisti, allora, è troppo.

Jimi The Ghost: Non ne ho fatto riferimento nella recensione, ma nella mitologia Greca Arachne, in italiano Aracne, è una figura mitologica narrata da Ovidio nelle Metamorfosi e da Virgilio nelle Georgiche, ed era una bella fanciulla che aveva imparato a tessere filati, ma che fu punita dagli Dei e da Atene, che la trasformò in un ragno a tessere meraviglie con il solo utilizzo della propria bocca… Come nasce il nome della band, ispirati dalle meraviglie che riuscite a “tessere” dalla vostre mani e dalla meravigliosa voce di Enzo?
Enzo Caruso: Beh, detto da altri è lusinghiero, detto da noi sarebbe, come dire, quanto meno un delirio di onnipotenza! Il lungo lavoro, sia mio che di Frank, dal vivo e in sala di incisione, l’operare in mille e svariati contesti e su innumerevoli esigenze di target, sai, ti apre la mente a trecentosessanta gradi, e se te la vuoi tenere chiusa di certo non vai da nessuna parte, e prima o poi la paghi. E quindi no, l’ispirazone non è nata da una nostra “capacità”, ma piuttosto da una nostra tensione etica. Anzitutto, Aracne è una donna. Forse c’è ancora qualche maschio sprovveduto disposto a ritenere che il sesso forte sia quello maschile. Ecco, personalmente ho qualche dubbio. Le rivoluzioni vere le fanno le donne, e quando sono dei maschi, allora sono maschi che lasciano esprimere bene la loro parte più femminile. Ad un certo punto io e Frank ci siamo resi conto che se vuoi far bene devi anzitutto credere fino in fondo che ciò che stai facendo è utile, e che prima del consenso altrui occorre la tua determinazione. Aracne “fa”, e lo fa con il cuore e con generosità, e non importa qual'è il margine di rischio in tutto ciò, lei vive in pieno, come sa, dando tutta sé stessa, e basta. Siamo mediterranei, chi è attento lo avverte anche dall’utilizzo delle nostre soluzioni melodiche e armoniche. La passione delle cose, per me, viene prima del resto. E’ qui che va ricercata l’origine del nostro nome.

Jimi The Ghost: Adesso vorrei soffermarmi sul notevolissimo ultimo cd degli Arachnes, A New Day. Tutti ne parlano e confondono influenze con confluenze, sperimentazioni con ri-campionature di provenienza anni ‘70, per me è un disco nuovo, con sonorità equilibrate, ma con una visione assolutamente conservatrice, ma adesso potete dare sfogo alle vostre ragioni. Raccontateci chi sono gli Arachnes in A New Day
Frank Caruso: La tua analisi la trovo grandiosa, e quando leggo queste cose, telefono a mio fratello come ho fatto l’altra sera e dico: qualcuno ha capito il nostro lavoro! Eh si, perché non è semplice far arrivare tutti i messaggi… Non vorrei entrare nelle pecularità di ogni singolo brano, ma fare un discorso un po’ piu generale. La musica degli Arachnes si è sempre articolata su più livelli di comunicazione, ed un titolo ed un album eloquente in tal senso fu Parallel Worlds, brano che non a caso abbiamo ripreso proprio in A New Day. L’idea dei mondi paralleli altro non è che la consapevolezza della coesistenza di più messaggi, quindi anche musicali, che si intrecciano e sovrappongono. Faccio un esempio; in A New Day è sempre presente una parte ritmica molto articolata, spesso complessa, e laddove è più complessa allora la parte melodica si apre e la percezione è quella di un brano quasi orecchiabile! E’ un lavoro particolare, di ricerca e di composizione.
Hai ragione quando dici che la visione è assolutamente conservatrice, e non poteva essere diversamente per chi, come ti dicevo, pensa la musica come ad un'architettura. Questo però non ci ha impedito di utilizzare sonorità quasi futuristiche e di porre l’accento su quello che verrà, e da qui il titolo e la copertina… Un album in cui co-esistono sequenze digitali, un brano epico orchestrale come Parallel Worlds e la cover di Fireball dei Deep Purple non poteva altro che essere una provocazione, come a dire “guardate che qui non si inventa nulla di nuovo… Ma può esserci un modo innovativo per trasmetterlo…”. E se lo hai colto così precisamente, vuol dire che ce l’abbiamo fatta.

Jimi The Ghost: Tutte le canzoni di A New Day mi hanno conquistato, tutte splendide, è un disco ben fatto sotto ogni punto di vista, ma il mio cuore è esploso nettamente in The Face of Hard… nessun commento, ma ditemi come è nata. A chi si rivolge… Io l’ho già l’ho dedicato ad un giorno particolare della mia vita…
Enzo Caruso: Una volta Glenn Hughes (il grande bassista/cantante dei Deep Purple) mi disse che quando qualcuno ti dice “questa cosa che hai fatto mi ha dato qualcosa”, allora vuole dire che il tuo lavoro è stato davvero compreso, e questo vale più di centomila applausi e copie vendute. E dunque se tu dici questo, allora altri possono dirlo, allora... allora è fantastico, capisci? Recentemente, invece, un mio allievo pianista mi ha chiesto se parlare di cose personali al mondo intero è una cosa che mi riesce difficile o no. No, gli ho risposto, perché un artista non può che parlare di sé, anche quando parla di altro, e tanto vale farlo con onestà. La canzone tratta della perdita di una persona, e quindi del dolore ad essa connesso, ed è un invito a guardare le cose in un modo nel quale forse non siamo abituati a fare. Spesso ci si contorce nel dolore, dimenticando che passandoci attraverso, e senza irrigidire troppo le nostre membra e la nostra anima, tutto sommato si sopporta meglio, eanzi va a finire pure che quel dolore ci insegna delle cose, conferendo dignità a sentimenti quali il ricordo e la malinconia, cose troppo ingiustamente snobbate dalle nostre culture perfezionistiche e falsamente positive. E’ una canzone che vuole essere un invito a guardare le cose in una prospettiva nuova, un po’ come tutto il lavoro, dove non esistono dicotomie, ma solamente ragioni soggettive differenti, pronte ad integrarsi, e non ad annichilirsi a vicenda.

Jimi The Ghost: …e Parallel World… lo shredder solista Frank viene fuori in due minuti circa, con un misto di influenze?
Frank Caruso: Adoro quel brano, ha un disegno melodico pazzesco, frutto della liricità di Enzo, e quando ho proposto ad Enzo di rivederlo in chiave orchestrale è stato subito entusiasta! Procedemmo quindi alla realizzazione della parte classica, e a quel punto ci siamo accorti che mancava qualcosa… E se provassimo a metterci la chitarra? Non era semplice pensare a qualcosa che non snaturasse lo spirito del brano, e la chitarra quindi doveva “cantare”, ne più ne meno di quanto avrebbe fatto un primo violino!

Jimi The Ghost: In A New Day concludete con Fireball dei Deep Purple, ancora legami forti con l’hard rock del 1961?
Enzo Caruso: Ma certo! I legami forti sono incacellabili, e allora perché non celebrarli? In passato lo abbiamo fatto con Emerson Lake and Palmer, con gli Iron e perfino con l’italianissimo Giocchino Rossini. E se non fossero esistiti i Deep Purple, con il loro grande chitarrista e il grande tastierista, sicuramente io e Frank non saremmo stati io e Frank.

Jimi The Ghost: Mi complimento con “Ste” e Gabri, questa volta direttamente, ottimi musicisti, continuerete con gli Arachnes o avete altri personali progetti in cantiere?
Frank Caruso: Progetti personali esistono, per me gli Strings 24, un album solista in cantiere e per Enzo un'intensa attività in ambito Jazz… ma non credo che Arachnes possa fermarsi… è una sorta di macchina in continuo movimento, e tanto meno riusciremmo a fare a meno di comporre… Non so come dirtelo, ma in barba alla crisi del mercato discografico credo che ce ne fotteremo altamente e continueremo per la nostra strada!

Jimi The Ghost: Cosa si devono aspettare i fan, ed io Emanuele, in futuro da Frank, Enzo, Ste e Gabri?
Enzo Caruso: Novità, sempre, ma sempre accompagnate da un unico leit-motiv, l’amore, per la musica e per le cose, ma non per un genere musicale, o per un genere di cose, bensì per la musica tutta, al di là delle distinzioni, purché sia sincera e vera. Io credo che Chopin, Listz o Debussy fossero rock quanto me e Frank messi insieme, e dovremmo levarci tutti dalla testa concetti falsi e troppo semplificanti. Direi... aspettatevi tutto e il contrario di tutto. Ma è il bello della vita, non dici? VI aggiorneremo di volta in volta sul divenire… Sul sito www.arachnes.it o su facebook, proprio questa settimana è in uscita il cd in versione fisica con tanto di bonus track acustica! A presto...



Jimi The Ghost
Giovedì 13 Ottobre 2011, 21.40.59
7
Ciao Jek! E grazie
jek
Giovedì 13 Ottobre 2011, 21.24.27
6
Ottimo articolo JTG.
Jimi The Ghost
Giovedì 13 Ottobre 2011, 20.33.40
5
@MGG: non vale..., comunque inviate i complimenti a tutti capi redattori della zine e non a me...! @mamma e nonseinormale65: grazie per i complimenti (fanno sempre bene) e per gli approfondimenti assolutamente inerenti e molto interessanti!! Jimi TG
Mania Guitar Group
Giovedì 13 Ottobre 2011, 13.21.46
4
Ho letto l'intervista ed è proprio fatta a modo tuo..BELLISSIMA E INTERESSANTISSIMA. Ovviamente ci metti come sempre TESTA+ CUORE + TECNICA che insieme vanno bene. Complimenti Metallized, avete i migliori redattori di tutto il web. Siete fantastici!!
mamma
Giovedì 13 Ottobre 2011, 8.34.08
3
dice che nonseinormale65 ha proprio ragione ottima intervista di Jimi , grandi ARACHNES
nonseinormale65
Giovedì 13 Ottobre 2011, 1.05.12
2
Ottima ed esaustiva intervista(per quel che riguarda gli Arachnes ed in generale gli ultimi 15 anni di carriera dei Caruso brothers),ricordiamo però anche gli inizi di carriera(primi anni 80)con i Macid(un 45 giri) e sul finire degli anni 80' e anni 90' i Firehouse(quelli italiani,of course!)con due dischi all'attivo e lo spettacolare disco strumentale a titolo Special Guitars,oggi difficili da trovare ma se amate il class/melodic metal e vi dovessero capitare sottomano non fateveli scappare!
Jimi The Ghost
Martedì 11 Ottobre 2011, 7.39.18
1
Mi sono riletto questa intervista: UMILTA' misto a...grandi musicisti, grandi professionisti, grandi artisti che sanno fare musica a livellii che altri musicisti di fama internazionale potranno solo sognare. Se ne sono ancora capaci. Bravi Arachnes. Jimi TG
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Intervista
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