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OPHIS + GRAND SUPREME BLOOD COURT + DESASTER + ROADKILL XIII + SLAUGHTER COMMAND - Ohrakel, Ingolstadt (Monaco di Baviera, Germania), 01/12/2012
11/12/2012 (2644 letture)
Il viaggio non consiste semplicemente nello spostarsi da un posto ad un altro, a volte è quella cosa che serve e che dà quella sensazione di abbandono, verso una realtà vicina ma allo stesso tempo lontana, per dedicarsi al desiderio di andare (o tornare) in un luogo, quel luogo che appaga le proprie necessità di svago, talvolta non così sterili da essere saziate con il cambio d’aria, di mentalità e di contesto.
Questo è stato il mio primo approccio con il 2012, un anno difficile e controverso, pieno di ostacoli che continuano a presentarsi e pieno di problemi non semplici, che mi hanno portato al dovere di andar via per qualche giorno, via dall’Italia e da Roma, approdando nel Paese che più amo in assoluto: la Germania.
Con questi presupposti iniziai a cercare qualche intrattenimento che potesse interessarmi, nel frattempo aveva appena debuttato il ‘’nuovo’’ gruppo olandese, fondato dai membri degli Asphyx e degli Hail of Bullets; facilmente intuibile il tipo di musica racchiusa nel disco. Essendo proprio questo death metal, duro, crudo e volutamente marcio il mio genere preferito, appena venni a conoscenza che la band avrebbe tenuto il primo concerto in assoluto in Germania nei primi giorni di dicembre, ho colto al volo quest'occasione di vedere live i Grand Supreme Blood Court, concerto che ha avuto luogo nella cittadina di Ingolstadt, a circa 80 km da Monaco di Baviera.
Decisi quindi i mezzi e fu quasi istintiva la motivazione, tant’è che nel giro di pochi giorni avevo già individuato i voli e gli hotel in cui alloggiare, ben presto ebbi una mappa completa di quello che intendevo fare, i vari documenti sui mezzi di trasporto e luoghi caratteristici da visitare. Detto fatto, prenotai il volo dopo pochi giorni e bloccai un paio di camere; tutto pronto quindi, si parte.
Ero al settimo cielo. L’idea di tornare in Germania mi piaceva, ero entusiasta e anche per quello che stavo facendo. Vedo nuovamente Martin van Drunen e soci, con un altro gruppo, seppur assai simile agli Asphyx, e in un contesto del tutto diverso da quello romano, che si rivelò decisamente più semplice e tranquillo.

Appena atterrato, già respiro l'aria del cambiamento; è incredibile quanta differenza ci sia e, con un rapido sguardo all’itinerario, mi procuro il biglietto per la stazione centrale di Monaco e da lì il biglietto per il treno diretto ad Ingolstadt Nord, più vicina al mio primo alloggio così da poter scaricare bagagli e affari ingombranti, per poi salire su di un taxi –mi tratto bene- ed avviarmi all’Ohrakel, sulla Elisabethstrasse 5, a circa 5 km dall’albergo.
La location è comodissima. Non sapendo bene come raggiungerlo, optai per il taxi, ma il locale dista poche centinaia di metri dalla stazione ferroviaria centrale di Ingolstadt e, con i pagamenti dei ticket a tratta, sarebbe venuto davvero un nonnulla raggiungerlo. Lì vicino c’è un ristorante take away tedesco, un paio di panini tipici della zona, qualche birra e via nel locale che apre con una puntualità quasi disarmante, se paragonato ai posti a cui sono abituato ad andare.
L’interno è assolutamente confortevole, spazioso, largo e pieno di ragazzi cordiali che mi stringono la mano solo per avere addosso una t-shirt degli Asphyx, bancone disponibile e con prezzi decisamente umani, con birre 0.5 l vere in bottiglia di vetro a 3,00 euro. Rimango infatti un po’ tentennante poiché ricordo quanto scritto sulla serata dei Kreator a Bari che fecero un gran casino sulle bottiglie d’acqua, su panini e persino merendine, dunque ecco, se in quel locale una merendina aveva più o meno lo stesso potenziale di una bomba atomica, all’Ohrakel ti forniscono direttamente una bottiglia di vetro da mezzo litro, da consumare in tutta tranquillità in ogni angolo del locale, senza neanche la preoccupazione di fare la caccia al tesoro con un secchio, in quanto un ragazzo del bancone, di volta in volta, faceva il giro del locale con cassetta a raccogliere le bottiglie vuote e pulire ogni qualvolta qualcuna di queste cadeva a terra. Che dire, un servizio eccellente.
Ma passiamo alla musica.

Il running order è diverso da quanto riportato sull’evento facebook; ad aprire ci sono infatti gli Slaughter Command, band locale che iniziò la propria carriera circa dieci anni fa, fortemente attratti da un concerto degli Overkill nel 2002 proprio ad Ingolstadt, band dalla quale traggono parecchie influenze, spaziando anche tra i vari gruppi thrash metal di chiaro stampo teutonico e gruppi black/thrash connazionali.
Le presenze non sono affatto sterili come capita qui in Italia, in cui solitamente il gruppo di apertura viene accolto da 10-20 persone; in questo momento ci saranno sicuramente più di 50 persone e, considerando che il concerto si svolge a 80 km da Monaco di Baviera, che nevica e che c’è il match di calcio Bayern Monaco – Dortmund, ci si può ritenere soddisfatti, come lo sono i presenti al locale che apprezzano la musica proposta dai concittadini. Un thrash metal veloce e schietto, senza peripezie e numeri da circo con le chitarre, vanno diretti, traccia dopo traccia, risultando allegri ed energici, buoni ingredienti che non devono mai mancare a chi è lì per iniziare un concerto medio-grande, il compito è quello di scaldare gli animi e lo fanno assolutamente bene proponendo brani perlopiù tratti dal recente debut album Ride the Tornado, ma anche sporadici brani provenienti dai primi demo in carriera, come la canzone Ripper.
Il loro live prosegue senza alcun intoppo, come sarà anche gli altri tranne un leggero episodio di cui parlerò successivamente, e devo (s)piacevolmente constatare che con un’acustica del genere è veramente difficile sbagliare, o risultare poco all’altezza.

Mezz’ora spesa egregiamente, sporco lavoro fatto come si deve e possono accomodarsi tra il pubblico in attesa che salgano i Roadkill XIII, altra band bavarese attiva da una decina d’anni e con il primo album, The Chronicles, edito nel 2007; un ingresso, questo, che avviene in neanche 15 minuti di attesa per il cambio palco: subito su, un rapido soundcheck e via con il concerto.
L’etichetta al genere è quella di thrash/groove metal, ma non è da intendere come una solita band simile ai Pantera, come tanti altri, il loro prodotto è più thrash metal vecchia maniera con qualche linea melodica più marcata, ma senza sfociare nella modernità o nel groove metal vero e proprio, risultando anche più piacevoli per me, in quanto io e le sonorità moderne siamo totalmente opposti.
Certo, la loro presenza scenica lascia un po’ a desiderare, sul palco non spiccano di certo per impatto, ma proseguono anche loro "dritti per dritti" e senza alcun intoppo, suscitando tra i presenti un certo compiacimento, intrattenuti a dovere dal combo di Regensburg con i loro brani tratti sia dal full-length, ma anche dall’ultimo EP del 2010, The Separation. Perlomeno c’è comunque qualcosa da vedere in attesa dei pezzi forti. Carini.

DESASTER
Ora, secondo le iniziali informazioni, dovevano esserci gli Ophis, ma a salire sono i Desaster.
La band, spero la conoscano tutti anche se qualche riga di presentazione è doverosa farla, è una tra le portabandiera del black/thrash europeo, nata nel lontano 1988 e con sette dischi all’attivo -l’ultimo, The Art of Destruction, arrivato proprio quest’anno. Capisco bene che chi è più orientato verso sonorità più grezze preferisca colleghi quali Aura Noir o Bestial Mockery, ma comunque i Desaster si sono mantenuti sempre su livelli alti, producendo dischi con un tocco personale, che può piacere o meno, ma riconoscibile fra tanti e che è stato d’ispirazione per molti gruppi venuti dopo, come per gli Hellish Crossfire, per via della loro discografia rinnovatasi negli anni, iniziata con un black metal epico ed emotivamente coinvolgente con brani di caratura come In A Winter Battle e Teutonic Steel, per poi procedere verso un black/thrash più grezzo e sfacciato, senza nascondere qualche influenza degli amici Asphyx in alcuni riff (per esempio The Splendour of the Idols), cambio di stile avvenuto con il cambio del cantante nel 2001.
Avevo già visto la band di recente nella data al Closer di Roma, in cui hanno suonato una setlist ottimale e in maniera assolutamente professionale, è un gruppo navigato e che ha dietro anni di esperienze live in tutto il mondo, si vede che ci sanno fare, e in quella serata mi hanno davvero divertito nonostante il caldo destabilizzante provocato dalla piccola location e dalle 150-170 persone presenti circa, non c’era via di fuga.
In questa sede ho il piacere di vederli con più rilassatezza, il gruppo non propone una setlist particolarmente diversa da quella romana, è sì più corta per via del minutaggio a disposizione, ma sono andati a toccare gli stessi album dell’unica data italiana del 2012, eseguendo quindi brani come Sacrilege, Phantom Funeral, Teutonic Steel ed altri, con una platea più folta, ci aggiriamo sulle 200 unità, la quale apprezza tutta all’unisono i propri connazionali. Dai Desaster non ci si aspetta altro, semplice esecuzione live dei brani di repertorio e non, grande intrattenimento e coinvolgimento dal palco da parte del singer Satanic, che ho avuto il piacere di rivedere a distanza di poco tempo e che rivedrò sicuramente in futuro appena si presenterà l’occasione. A me piacciono molto, su disco e live, per la semplicità e divertimento che creano: ad un gruppo come questo non chiedo altro.

GRAND SUPREME BLOOD COURT
Gli Asphyx hanno dato vita a un nuovo gruppo uguale. Ma a cosa serve? Potevate dedicarvi ad altro, incredibile, sempre la storia sui soldi.
Frasi standard che si leggono in questi casi, ma evidentemente la stupidità del metallaro medio è sempre lì a dare manforte a delle motivazioni inventate, pur di aprir bocca.
I Grand Supreme Blood Court sono nati per sancire il ritorno in scena dello storico chitarrista degli Asphyx, Eric Daniels che, anni fa, smise di suonare con ogni gruppo, determinando anche lo scioglimento del monicker olandese nel 2000, dopo la pubblicazione di On the Wings of Inferno. Attualmente, nel gruppo di Last One on Earth milita la straordinaria macchina di riff Paul Baayens, sarebbe stato assolutamente irrispettoso nei suoi confronti mandarlo a casa per far posto al ritorno di Eric, scelta impensabile perché, nonostante ci siano stati svariati problemi anni or sono tra i membri, ora il gruppo ha una line-up stabile, fatta di amici e che suona per divertimento e passione. Ma questa non è la prima volta che accade qualcosa del genere, basti pensare ai Soulburn, che sono nati dagli stessi membri e hanno prodotto un disco di un genere non lontanissimo da quanto fatto dalla death/doom metal band olandese, perciò la loro continuazione fa facilmente capire che loro fanno questo perché gli piace, e non per discorsi economici che sono stati alzati da qualcuno.
Ma passiamo al concerto.

Il cambio di palco non è celere come gli altri, hanno una strumentazione più corposa, tanto da necessitare un soundcheck preciso e da manuale; così viene fatto, con prove-test del suono e dell’equilibratura, ma dopo una ventina di minuti è tutto ok e i cinque giudici partono con la loro sentenza. Durante i rintocchi delle campane a morto di All Rise! i membri si danno un amichevole abbraccio, per darsi una giusta carica emotiva e partire a cannone, come è il disco pubblicato a novembre 2012, soggetto di critiche sulla produzione da alcuni ma -suono moderno (?) o suono vecchio- la struttura delle canzoni è puramente Asphyx, come fecero sin dall’inizio, le chitarre hanno una produzione ad hoc per quel che vuole trasmettere questo gruppo: tortura. Non è di facile ascolto, è pieno di alti e sparato a mille, chitarre zanzarose, frastornanti, caotiche e chi più ne ha, più ne metta, ma il loro intento è quello di dare un senso visionario alla loro musica e questo disco è tortura pura, ascoltandolo in cuffia a volumi notevoli si finisce con piacevoli ronzii e stridii alle orecchie, il messaggio è chiaro, è il loro e se a qualcuno non sta bene, sono problemi suoi. L’unico problema che possiamo trovare, ad essere puntigliosi, è che è uscito troppo vicino all’ennesimo ottimo disco degli Asphyx, Deathhammer.
Conoscendo questi ragazzi da ormai otto anni e conoscendo di persona il chitarrista (bassista negli Asphyx) Alwin Zuur, posso semplicemente constatare la loro umiltà e indifferenza verso tendenze di ogni tipo. La serata è progredita notevolmente, nota dopo nota perché, se con All Rise! hanno iniziato da manuale, sul finire sono stati riscontrati alcuni problemi alla batteria di Bob Bagchus, che ha avuto bisogno di un paio di minuti di migliorie ma, nel frattempo, Martin intratteneva comunque i presenti, per un totale di circa 200 teste –considerando i fattori detti all’inizio, ci possiamo stare-, parlando in tedesco perfetto e, dalle sue smorfie e dalle risate del pubblico è facile intuire che stava cazzeggiando su questi problemini alla batteria, il tutto purché comunque non venga persa quell’enfasi del concerto e il contatto col pubblico.
Ripartono in sordina, propongono tutta la tracklist dell’album, né più né meno, eseguendo alla perfezione i brani, senza sbavature o andare fuori tempo, da manuale, hanno suonato come sul disco, stesso suono e stessi tempi, e se sul disco vi sono sembrati pesantissimi, pensate live cosa hanno potuto creare. Si divertono un casino, si vede chiaramente che sono lì con la sola voglia di divertirsi, come quando durante Fed To The Boars, Martin Van Drunen si cimenta in un growl pig squealing-style. Pensavo fosse un effetto messo lì in fase di mixing, ma è proprio lui a farlo e, appena terminati quei secondi anomali, il cantante si è messo a ridere, non è abituato a performance di quel genere, che evidenziano comunque il quantum di divertimento e la libertà espressiva della band.
Le solite presentazioni sul palco dei membri prima dell’ultima traccia, quella da dieci minuti di durata che, live, ha una magia ancor più pazzesca del al disco, una sensazione di perdizione, di vuoto, di distruzione che cresce minuto dopo minuto, dall’iniziale riff al rallentamento, alla ripartenza, alla conclusione, un brano che basta da solo.

Il pubblico si è mostrato assolutamente rispettoso, con qualche cenno di pogo solo in un paio di occasioni, con Metalized Blood dei Desaster e con Piled Up for the Scavengers dei GSBC, senza intaccare o infastidire chi magari non è propenso a questo genere di cose, limitandosi a del sano headbanging e poco altro, i tavoli nel bel mezzo del locale –come mostrato in foto- non hanno inciso più di tanto, solo in due occasioni ho visto birre cadere, cocci che sono stati immediatamente puliti dai gestori, fiondandosi sul luogo dell’accaduto per pulire e asciugare l’area interessata. Che efficienza!
La performance del quintetto è giunta al termine in un’ora circa a disposizione, quanto basta per il disco e chiacchiere da contorno, scendendo quindi tutti tra noi comuni mortali, parlando e abbracciando qualsiasi ragazzo si trovasse nelle loro vicinanze, mostrandosi disponibilissimi, bonaccioni, tranquilli e con una gran voglia di stare a contatto con i propri fan, abbattendo ogni barriera che si potrebbe creare tra pubblico e gruppo. È gente come noi.
Alwin stesso si fa il giro del locale per venire a parlare con me, per chiedermi se mi sono piaciuti e per ‘’scusarsi’’ dei piccoli problemi avuti all’inizio, come si fa a non apprezzarli! Gli dissi che ci saremmo visti sabato 8 dicembre a Roma, ma qualcuno ha avuto la brillante idea di non permettere agli Asphyx di suonare per un concerto attesissimo da molti, e anche da loro stessi, poiché Alwin era davvero felice di suonare nuovamente in Italia e, in questo caso, a Roma. Un concerto che sentiva dentro, voleva farlo e volevano regalarci uno show intenso, come detto durante la nostra chiacchierata.

I GSBC rimangono lì a parlare e in attesa degli Ophis, che hanno suonato come after show, autori di un death/doom desolante, lento e nero, provenienti da Amburgo, Germania, e attivi da circa undici anni, con due dischi sul groppone da cui hanno tratto la setlist della serata, perlopiù incentrata sull’ultimo Withered Shades del 2010, come Suffering Is a Virtue, abbassando quindi di molto i ritmi della serata, che scorre via con un po’ di relax per le povere orecchie e, in generale, con la stanchezza accumulata dal viaggio; prendere un aereo, due treni, due taxi e camminare sotto una copiosa nevicata in terra straniera, insomma, è un minimo spossante.
Scambio due chiacchiere anche con il ragazzo che stava all’ingresso del locale, o meglio lui viene da me, dicendomi che qui in Germania gli Asphyx, Hail of Bullets -ora anche GSBC- e tutti i gruppi ruotanti attorno a questi nomi sono una sorta di leggenda. Suonano spesso, frequentemente e anche in posti visti e rivisti, ma comunque in Germania nessuno si stanca di questa assidua frequenza di live, sono sempre lì pronti a riempire locali e sostenere questi gruppi. Mentalità, che noi abbiamo in maniera assai limitata.
Il concerto giunge al termine e mi avvio all’uscita. Fuori nevica, come quando sono arrivato, senza sosta e per altri due giorni sarà così, la Germania è un posto fantastico, la serata si è svolta senza problemi, suono ottimale, gente alla mano e gruppi professionali. Mi ritengo soddisfatto e compiaciuto di questa mia gita all’avventura nel cuore della Germania, svoltasi senza grosse complicanze.
A questo punto mi manca da vedere gli Hail of Bullets, toccherà anche a loro sicuramente e sarò sempre pronto a prendere solo un umile zaino –come ho fatto per andare a Monaco- e partire allo sbaraglio, armandomi di passione, voglia e dedizione verso questa musica, aggiungendoci magari qualche bel panino bavarese ricco di calorie e grassi, accompagnati da riscaldanti e corpose bevute.



Sambalzalzal
Giovedì 13 Dicembre 2012, 14.03.23
8
Ah Undercover@ non ne dubito! a me i GSBC piacciono non poco mentre non conosco benissimo gli altri. sarebbe stata una bella occasione per avvicinarli!
Undercover
Giovedì 13 Dicembre 2012, 13.42.59
7
@Samba e saresti rimasto sorpreso positivamente dalle altre band fidati
Sambalzalzal
Giovedì 13 Dicembre 2012, 11.59.55
6
Cazzo se non sono bravi i Desaster!!! Se avessi potuto sarei andato la solo per vedere loro!!!
il vichingo
Giovedì 13 Dicembre 2012, 11.42.22
5
I Desaster sono un'ottima band, ogni tanto A touch of medieval darkness gira nel lettore che è un piacere!
Selenia
Giovedì 13 Dicembre 2012, 11.40.23
4
i Desaster oramai li conosciamo bene e sono una garanzia.. ottimo concerto, beato te che hai visto i GSBC!! Grande Simo!
xutij
Mercoledì 12 Dicembre 2012, 19.50.31
3
Grande !
Blackout
Mercoledì 12 Dicembre 2012, 14.53.05
2
;D
Undercover
Mercoledì 12 Dicembre 2012, 14.22.04
1
Bella Simo !!!
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ARTICOLI
11/12/2012
Live Report
OPHIS + GRAND SUPREME BLOOD COURT + DESASTER + ROADKILL XIII + SLAUGHTER COMMAND
Ohrakel, Ingolstadt (Monaco di Baviera, Germania), 01/12/2012
 
 
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