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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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SUFFOCATION + CEPHALIC CARNAGE + HAVOK + FALLUJAH + altri - Il Blogos, Casalecchio di Reno (BO), 05/06/2013
10/06/2013 (4154 letture)
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È palese il fatto che l’attesa di vedere i Suffocation senza Frank fosse alta, soprattutto dopo la mezza delusione avuta l’anno precendete con un cantante (quello dei Decrepith Birth) a detta di tutti non convincente. I Cephalic Carnage non deludono e meritano rispetto a prescindere, Havok e Fallujah sono ottimi a supportare sebbene i primi stiano al bill come la peperonata al 15 di agosto. E vogliamo dimenticare due gruppi Italiani che tengono alta la bandiera del tricolore come Subhuman e Natron? Sfortunatamente i 3 gruppi precedenti ai Subhuman non son riuscito a vederli, arrivando tirato post ufficio, sorry guys! Gruppo per gruppo vediamo come è andata, senza lasciare nulla al caso.
SUBHUMAN Noi siamo i Subhuman, siamo pisani e veniamo in pace Bene queste sono le ultime parole famose prima del macello, perché di pace non si vede l’ombra, sotto l’aspetto prettamente musicale. I nostri sferrano un attacco frontale death/thrash senza esclusioni di colpi, Fabrizio (il cantante) sprigiona energia da tutti i pori e incita il pubblico, che non si fa pregare. Dal nulla spunta un gonfiabile a forma di orca assassina che viene letteralmente seviziato dai presenti. Perché questa presenza? Non importa, serve ad aumentare l’entusiasmo e a far mosh pit durante il concerto. Una prestazione a dir poco perfetta con pochi errori e una grande passione per la musica quella offerta dai Subhuman. Essere rilegati su un palco grande quanto un letto a due piazze può risultare demoralizzante ma, quando hai delle persone che tengono alto il ritmo dell’esecuzione, tutto diventa più semplice. Diversi sono stati gli estratti dall’ultimo album, Tributo di sangue, che fanno la loro porca figura. Il cantato in italiano poi offre diverse sfumature e fa ricordare come molto spesso la nostra lingua sia messa nel dimenticatoio a scapito di un inglese standardizzato e confezionato. La loro è stata una grande piccola prestazione, visti i 40 minuti scarsi concessi, ma come si dice chi s’accontenta gode e qui a godere non è stata solo l’orca assassina. Grandi ragazzi!
NATRON Ogni volta che sento nominare i Natron dentro di me scatta un’immagine, una visione ad occhi aperti. Un parlamento italiano fatto di metallari dove i nostri sono al ministero dell’interno. Rispetto, supporto ed headbanging, questo è ciò di cui ha bisogno un concerto targato Natron, né più né meno. Dalle foto è possibile evincere quanto questa storica band spesso venga dimenticata dalle grandi apparizioni di gruppi stranieri, a discapito di bambini che non hanno un briciolo di competenza in confronto a loro. In un angolo, rilegata su un trespolo, la prestazione del ministro è impeccabile, perché non importa dove sei, quale sia il tuo turno in setlist o chi hai di fronte; importa distruggere e stasera ci sono riusciti al 100%. La prestazione, seppur di breve durata, ha lasciato a bocca a aperta in alcuni momenti per la sua brutalità grezza, fine a se stessa, non ha mai avuto un calo e dato che la gente iniziava a diventare considerevole, il pogo è venuto più che spontaneo. Nicola, Max, Domenico hanno fornito rabbia a go-go senza sbavature ed i nomi valgono più di tutto il resto. Hanno ripreso in parte sia il nuovo Grindermeister che le vecchie glorie del passato; un chiaro segno che seppur gli anni passino, l’essenza rimane immutata. Verso la fine dello show una contestazione pacifica dei presenti con un cartellone ci ha ricordato quanto abbiamo bisogno in Italia dei Natron. La rabbia è contro i gestori, contro il sistema, contro nessuno probabilmente, contro un’utopica realtà. Grazie a band come queste possiamo ricordare che non siamo solo spazzatura!
FALLUJAH Prendono il nome dalla base statunitense in Iraq, sono giovani e con le frangette tutte belle ricamate e spaccano i fringuelli pesantemente. Tanto gracilini quanto potenti, offrono una prestazione notevole dal punto di vista puramente tecnico anche se, come da prassi per questa serata, il tempo a loro concesso non è tanto, riescono comunque ad animare le carni giovani, mentre i più datati, quelli che aspettano il clou, si guardano in giro bevendo birra. Tanta la roba messa sul fuoco, forse fin troppa e le prestazioni su disco che a volte, in alcuni tratti, facevano gridare al miracolo, non prendono quello slancio in più che una prestazione dal vivo dovrebbe far scaturire! La voglia e la grinta ci sono ma il carattere, quello che forgia la personalità, è ancora da definirsi perché il tutto prende un’aurea che ricorda un po’ il minestrone della nonna: ipertecnicismo, i soliti break-down ed un sottofondo fatto di tastiere campionate che da un po’ di mal di testa. Anche se l’impianto acustico ha fornito un aiuto considerevole, non bisogna lasciarsi fregare perché la potenza non è fine a se stessa! Non me ne vogliano i fan della band, ma ascoltandoli sembra di sentire altri 100 gruppi che oggi giorno forniscono le stesse note e le stesse vocalità. Spero solamente che con il tempo il carattere sopracitato possa emergere a discapito di un’eventuale standardizzazione. L’aspetto migliore? Sanno tenere il palco, tutti i componenti e il contatto col pubblico c’è, si vede e si sente.
SETLIST FALLUJAH 1. Alpha Incipient 2. Venom Upon the Blade 3 .Become One 4. Cerebral Hybridization 5. Assemblage of Wolves
HAVOK E questi che ci fanno stasera qui? Che c’entrano scusate? Tu scegli una serata dove il più romantico ti rade al suolo come un Landini a 4 tempi, dove il gel te lo scordi, usi gli ampli e metti in scaletta gli Havok? Esiste una sola risposta a tutto questo: "Boh W i drakkar"! Comunque, lungi da me fermarmi a queste tare mentali; suonano vecchia scuola, ma vecchia vecchia! Se un solo disco di quelli usciti all’incirca 25/30 anni fa avesse avuto la produzione che sta dietro a questi del Colorado, il mondo sarebbe totalmente differente. Se in proporzione questi avessero scritto musical al limite della personalità sarebbe stata tutt’altra storia. Dico questo perché come dice la parola stessa (thrash), questi lo scossone lo danno, sono bravi e la gente letteralmente impazzisce, pendendo dalle loro note. Sono bravi davvero, sono ottimi gli assoli e le canzoni, nella loro breve durata, offrono un bell’impatto. Mendez è un frontman con un carisma da vendere; penso di aver contato un "fuck" o "fucking" ogni due parole, ma forse erano ancor più frequenti; quando si dice alta classe della crusca! Attingendo i brani dai due dischi pubblicati ed assimilata l’energia trasmessa dal pubblico che inizia a diventare discretamente ampio, suonano 40 minuti violenti e ben strutturati. Sul finale c’è anche tempo per ascoltare un’anticipazione dal prossimo imminente album Time is Up. Ovviamente risulta uguale a tutte le altre, con la differenza che han messo un riff prima dell’altro, fornendo una struttura lievemente differente. Sostanzialmente, per gli amanti del genere, questi sono i gruppi che valgono e meritano di essere tenuti sotto controllo, senza ricadere nelle stesse glorie del passato; buttate l’occhio in giro perché c’è molta carne al fuoco!
SETLIST HAVOK 1. Covering Fire 2. Point of No Return 3. Scumbag in Disguise 4. Unnatural Selection 5. D.O.A. 6. Time Is Up
CEPHALIC CARNAGE Eccoli qui, gli schizzati del death metal a stelle e strisce. Lenzig (che sembra giorno dopo giorno il sosia di Ron Jeremy) e gli altri salgono sul palco e dopo un po’ di prove tecniche inizia il macello, una bordata fatta di riff vorticosi e peripezie formato doppia cassa . Lo show prende il pubblico, che inizia a fare un sano mosh pit. La sala ormai stracolma diventa un calderone e l’indice di gradimento sale. Rispetto all’ultima volta che li vidi (5 anni fa in quel del Rock Planet) la formazione è cambiata, ma la qualità rimane intatta. Il bello di ascoltare i Cephalic Carnage dal vivo è che apprendi subito cosa sta dietro alla loro musica: puro e semplice divertimento, goliardia versione brutal. Ogni canzone ha una sua storia assurda e quando il frontman offre un compenso il pubblico contraccambia. La ricompensa è una tubetto di maionese per il migliore del pogo; ma perché? Semplice, il testo parla di masturbazione. Tra un wall of death e l’altro si ascoltano tre quarti d’ora di sano tech-death dalle venature grind. Per chi sa apprezzare, questo è uno dei picchi dell’interno genere. Alla fine, per concludere, tutta la band si gira, qualche secondo d’attesa perché non si capiva bene, dopodiché tutti i bardati iniziano ad inneggiare a Satana; non c’erano più i Cephalic Carnage ma una band black metal norvegese! Batman, un cavallo, due clown e l’anticristo, si presentano eseguendo uno dei pezzi più black della storia: Black Metal Sabbath; una sola parola: tripudio! Non c’è molto altro da segnalare, se non che vanno visti per essere apprezzati appieno, vanno studiati come forme di vita aliene chiedendosi: come fanno? La loro è stata un’ottima prestazione sotto ogni aspetto e, in attesa del nuovo album in uscita la prossima estate (come han detto loro), rimane il fatto che sono dei mostri, anzi degli alieni.
SETLIST CEPHALIC CARNAGE 1. Raped by an Orb 2. Divination & Volition 3. P.G.A.D. 4. Endless Cycle of Violence 5. Wraith 6. Warbots A.M. 7. Kill for Weed 8. Lucid Interval 9. Black Metal Sabbath
SUFFOCATION Suffing Fetus / Dying Suffo: e questo che gruppo è? Fondamentalmente i Suffocation ci sono, poiché Terrence, Guy e Derek sono presenti. Ok c’è il batterista nuovo, Dave, che male non fa, ma chi è questo cantante pelatone come Frank ma con la metà dei suoi muscoli? Non riesco a focalizzare, ma ha l’aria di essere proprio John, quello del Dying Fetus. Vuoi vedere che i pezzi assumono un’altra ottica? Vuoi vedere che viaggiano a velocità doppia che su disco? Vero o falso? Verissimo, ogni canzone eseguita ha il triplo della brutalità, anche l’ultimo nato (Penny) sembra prendere linfa vitale. Dispiace ammettere la verità ma, se nella precedente apparizione Robinson risultava fuori contesto, in questa Gallagher rende giustizia a brani che assumono un significato, un perché. La prestazione delle due asce è impeccabile, anche se Guy sembra spaesato sul palco, a tratti fuori luogo, un morto che cammina, magari solo a causa della stanchezza. Dave è un batterista che ha due fringuelli quadrati che in pochi possono permettersi; velocità, precisione e improvvisazione sono tra le sue doti migliori e, se ci fosse ancora qualche dubbio sul suo ingresso in pianta stabile, questa sera è stato cancellato. Derek, sempre in posa (si perché non ci crede nessuno che suoni bene il basso così messo), è veloce e in alcuni momenti la sensazione che stia improvvisando è palese; meglio così in fin dei conti. I brani sono undici, per un’ora complessiva di durata dell’esibizione, la sala è stracolma e la prestazione è invidiabile; come la musica vuole, i commenti e gli sprechi di tempo sono banditi, anzi si susseguono, una dietro l’altra, vecchie glorie e nuovi arrivi. La differenza si sente: anche se dal vivo prendono il doppio della brutalità, hanno quel non so che di insipido se paragonati a Pierced From Within o Infecting the Crypts. Giorno dopo giorno sono sempre più convinto che si possa e si debba fare di meglio se il nome sulla cover è Suffocation. Ai posteri l’ardua sentenza. A fine concerto c’è una strana sensazione, un sogno ad occhi aperti: John e se tu entrassi in line-up in pianta stabile?
SETLIST SUFFOCATION 1. Thrones of Blood 2. As Grace Descends 3. Catatonia 4. Funeral Inception 5. Rapture of Revocation 6. Liege of Inveracity 7. Pierced from Within 8. Purgatorial Punishment 9. Cataclysmic Purification 10. My Demise 11. Infecting the Crypts
CHE IL MACELLO SPENGA LE LUCI Tra uno sprazzo di sole ed un mini temporale, la serata ha visto ben 9 gruppi salire sui 3 palchi del Blogos; l’organizzazione che ha fatto del suo meglio e il risultato è stato convincente, anzi alimentando ottime aspettative per eventuali avvenimenti futuri. L’idea dei tre palchi ha dato un ritmo al tutto, infatti non ci sono stati grandi stacchi di tempo tra un concerto e l’altro e credo che possa essere da esempio per molti locali in Italia. La timida concomitanza con l’orario di cena si è trasformata ora dopo ora in un macello, in una bolgia, perché mai mi sarei aspettato un’affluenza così grande. Il prezzo modico, se proporzionato al bill, invogliava la presenza, senza arte né parte. Rimane solo un po’ di amaro in bocca nel constatare come un audience così grande sia presente solamente se il nome sul flyer sia straniero, ma tant’è che le cose stanno così. In sintesi? Un evento da ricordare!
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Abbiamo già dei piani per altri grandi eventi in futuro, dopo Bleeding Through e Suffocation l'idea sembra avere tutte le carte in regola per diventare una istituzione!  |
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grandissimi natron..orgoglio italiano |
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@ be discorso set list a parte che posso aver fatto un errore e capita. Mea culpa. Parlando del livello muaicale ho solamente scritto che durante quel live non'e stata una prestazione che offra un motivo valido per tutto l'hype che viene effettuato su di loro. ano ancora da svilupparsi e le basi sono buone. @ wraith grazie a voi per gli sforzi che avete profuso in questo evento. Se l'inizio é di tale portata le aspettative sono ottime! Per i palchi avete perfettamente ragione ma meglio coai che nulla guai!!!  |
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Ciao! Grazie del report, a nome di tutta Wraith Agency voglio ringraziarti per l'incoraggiamento! Ci rendiamo conto che i secondi palchi sono a malapena proporzionati a un concerto dignitoso, ma d'altronde lo spazio (e la disponibilità economica, al momento!) è quello che è... Dopo questo successo siamo motivatissimi a continuare con quest'idea, e speriamo che possa dare buoni frutti! p.s.: anche la scaletta dei Cephalic è sbagliata eheh... occhio!  |
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ps ritual non l hanno fatta hai copiato le scalette della data di parigi! |
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Ma che concerto hai visto? I Fallujah come miriadi di altri gruppi? Hahahahaha |
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Sembra essere stato un bello spettacolo, ed il report è molto ben scritto  |
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ah, cazz...volevo aggiungere che le foto sono spettacolari! |
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Bologna docet. Il Blogos è un idea che sta ridando dei buoni frutti. Bellissimo report, sei stato vivido ed estremamente realistico. Veramente bravo. Jimi TG |
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