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26/04/25
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CREEPIN` DEATH + FIL DI FERRO - El Barrio, Torino (TO), 03/12/2016
06/12/2016 (2436 letture)
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Posteggiato il bolide tra la foschia periferica di Strada Courgné (Torino), ci avviciniamo a El Barrio accompagnati da un alone di fedele surrealismo. Conosciuti da sempre, ma effettivamente inattivi da troppo tempo, i Creepin' Death, tornano in scena. Fuochi d'artificio e revival a go-go, per tutti coloro che hanno vissuto, in prima persona o di riflesso, il grande movimento heavy metal degli anni '80. Torino, con il suo tipico charm di aggregazione settoriale, quasi maniacale e per alcuni imprescindibile. È la musica heavy che ci porta a braccetto dall'epoca, facendoci rialzare dopo ogni caduta. Lo sentite? È il martello degli dei che ci sveglia e percuote fino a farci ricordare chi e cosa siamo. Di revival si parlava, ma anche di recupero energie, idee, voglia e grinta. Non è un throwback show quello della band e dei fidi alleati Fil di Ferro , quanto più una dichiarazione di intenti. Alle 22:30 le luci si spengono e i volti noti, già ampiamente salutati, sono pronti per la prima parte della serata, amabilmente inaugurata dai sempre ottimi Fil di Ferro, capitanati da batterista-fondatore Michele de Rosa. 3,2,1 e il Barrio si trasforma in una grande festa.
FIL DI FERRO Perseveranza. Potenza scenica, coerenza, grandi canzoni e determinazione assoluta. Ecco cosa sono i Fil di Ferro marchiati 2016. Dopo averli visti precedentemente non potevamo non notare la dedizione della vocalist Paola Goitre, del chitarrista Gianluca Uccheddu e del bassista Gianni Castellino. C'è commozione durante l'esecuzione di It Will be Passion, con la dedica speciale e il ricordo dell'ex bassista Francesco Barbierato (scomparso proprio nel 2016), così come c'è lo speed indiavolato di King of the Night, dove apprezziamo il forsennato drumming di De Rosa il quale, nonostante un problema al calcagno, suona come se avesse 19 anni, non lesinando potenza ed energia. Show compatto (35 minuti) per un pezzo di storia del metal italiano. 1978 – 2016 e i palchi, le serate (tra sorrisi, corna al cielo e ricordi) proseguono senza sosta, con il giusto dosaggio e la giusta perseveranza. Alle volte bisogna guardare indietro per riscoprire se stessi e il futuro. Un plauso.
PAUSE E ATTESE I volti noti. Mezz’ora di pausa e cambio palco dove possiamo tranquillamente parlare con il 99% dei presenti. Ci siamo proprio tutti, dalla generazione A alla generazione Z, dai più piccoli ai più grandi. Musicisti, giornalisti, esuberanza costellata, sfoggio di ardore metallico e un pizzico di vintage. Un mega-mix notturno e letale che lascia fuori il clima umido per riscaldare l'ambiente interno a suon di discorsi, acquisto di merchandising dedicato e, ovviamente, una tonnellata di cd, ristampe e chicche sparse. Un tripudio di volti noti e qualche sorpresa. Siamo in attesa degli headliner e la tensione (prettamente positiva) si fa palpabile. Ancora una volta luci spente, motori accesi e amplificatori ruggenti.
CREEPIN' DEATH Il tempo è stato sconfitto. Sala piena, ritmiche indiavolate e un'insalata di stop'n'go. Un breve saluto e un intro ci catapultano dentro lo show di rientro della band torinese, con una formazione rimaneggiata ma stabile da qualche tempo, che prepara e pianifica il ritorno in scena con maniacale cura e dedizione assoluta. L'alchimia si fa subito strada dopo che le danze sono aperte, frugando ogni dubbio: il gruppo C'E'. Suona convinto e gli sguardi verso il pubblico sono un bignami della concentrazione. Pochi movimenti (soprattutto a inizio show), ma è comprensibile. Troppi anni senza la fame della platea, troppe parole al vento, pochi fatti. Ma è tempo di cambiare le cose, e le carte in tavola sono tutte profumate e oliate a dovere. Verbo del thrash metal, con brani immortalati nell'odissea metallica tricolore (e non) quali Sadness (dal demo-tape No Privation del 1987), Anger and Pain e la cover di Trust e Anthrax : Antisocial, dove abbiamo il piacere di sentire l'ugola di ''Pomo'' (Claudio Gentile) ex-vocalist degli Headcrasher. C'è fratellanza e questo non può che giovare al tutto, tra un pausa e l'altra, tra le parole di gratitudine e felicità del frontman Paolo Carboni (già con la band nell'88), che sciorina aneddoti e ricordi prima delle sferzate mosh-oriented di Rotten Press e il thrash/punk di Stop that Car. Esecuzione accattivante e precisa da parte del talentuoso batterista Roby Vitari, così come dello storico bassista Paolo ''Ozzy'' Testa, che costituiscono un'ossatura ritmica di tutto rispetto, fantasiosa all'occorrenza e granitica quando serve. Un collante non privo di spunti che ci fa capire già dalle prime battute che la band è musicalmente rodata a dovere. Il chitarrista-fondatore Paolo Quarati, calato perfettamente nella parte, macina riff su riff, tessendo le trame del thrash che fu e sciorinando pregevoli assi nel brano inedito presentato a metà scaletta: Brand New Day suona compatta e aggressiva quanto basta, con le sue accelerazioni in doppio-pedale e i contro-cori anthemici. I riff sono meno intricati di un tempo, e si gioca con una struttura più di impatto. Il chorus non delude, così come non deludono i solismi di un Massimo Gasparoni in forma smagliante. Dopo quasi un'ora e un quarto di concerto, giungiamo all'epilogo, sentito quanto inevitabile. Tempo di festa e baldoria, in un clima famigliare retro-attivo e ricco di ardore: altro giro di boa e altra cover. Tempo di follia con una doppia versione di Metal Thrashing Mad, eseguita in versione ''party'' (con ospiti sul palco e cori improvvisati) e in versione ''seria'' in chiusura. Tutti felici e contenti nella buia notte torinese, con ringraziamenti, foto a profusione, pugni alzati e strette di mano.
CONCLUSIONI Citando un'amica, forse un po' di staticità in meno sarebbe gradita da parte del pubblico. E non parlo di mosh e circle pit. Parlo di presenza. È palese come, in questa singola occasione, molti volti noti della Torino anni '80 siano tornati a farsi vedere. Bene, benissimo. Sarebbe quantomeno piacevole rivedere tutti agli altri appuntamenti nostrani, tra un concerto e l'altro, tra band nuove e storiche, heavy e non, con una birra in mano e una manciata di storie da raccontare. Bisogna andare avanti, come hanno fatto e stanno facendo i Creepin' Death, che vivono una seconda giovinezza artistica senza arretrare e senza arrendersi, ma anzi provando a creare qualcosa di nuovo. Da questa serata abbiamo capito che c'è un modo solo per fare bene le cose: non mollare mai e, ogni tanto, anche se diabolico, perseverare. Nel nome dell'heavy metal e della famiglia.
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Mannaggia quanti ricordi... a Torino una trentina d'anni fa c'ero anch'io (ora abito in Francia) e ancora conservo una copia di "No Privation" comprata da Rock'n Folk una vita fa... |
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5
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Tanti anni fa, a Torino, serate come quella di sabato scorso, ce n'erano talmente tante che, per questione di money, eri obbligato a fare delle scelte. Oggi è tutto cambiato, ascoltare del buon metal nostrano in casa propria è diventato quasi una chimera. Io mi sono divertito, i due gruppi hanno dato il meglio forse perché era da tanto tempo che non salivano su un palco e anche da parte loro c'è stata questa gran voglia di reinventarsi e rimettersi in gioco. Una grande festa con un pubblico amico molto ben disposto. Alla prossima, speriamo presto. |
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4
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Stay trash anche a te, Paolo. Bentornati, vi ho trovato veramente in grande forma. Una serata piena, da ricordare. Bel report di Riccardo che rende un'idea quasi visiva del concerto. A presto. |
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3
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Innanzitutto grazie a tutti per la partecipazione e l'accoglienza veramente eccezzionale al di sopra delle nostre aspettative.....insomma tutte cose che viene difficile non pensare di riviverle, quindi grazie al calore degli amici metallari ci sentiamo spinti con il vento in poppa ad andare avanti!!! non è troppo da metallaro ma i vostri commenti mi hanno commosso e giovato al cuore!!!!!! ribadisco METALLARO ED ORGOGLIOSO!!!!! STAY THRASH a tutti!!!! |
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2
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C'ero anch'io. Una bella rimpatriata di persone perse un po'di vista. È stata una serata all'insegna della buona musica, con due gruppi che mancavano da tempo ma che non hanno perso smalto e voglia di rimettersi in gioco. Un'accoglienza calorosa da parte di un pubblico che si è divertito ed ha apprezzato. A fine serata ho avuto modo di ascoltare solo commenti positivi. Auguro ai Fil di Ferro e ai Creepin' Death di proseguire su questa strada, sono certo che avranno delle belle soddisfazioni. Quando ci sono voglia, passione e capacità, il resto vien da solo. |
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Bellissima serata. Impossibile mancare, volti noti e arcinoti, un clima di grande festa 🎆 e tutti i musicisti al top. Mi sono divertito 😁 e anche un po' commosso nel rivedere tante persone che mancavano da un bel po' dalla scena musicale. Il mio augurio è che Torino torni ad essere quella che fu in passato : una città ricca, musicalmente parlando, da qui sono passate band tra le più famose del mondo, concerti indimenticabili, personaggi storici. Un vero peccato che oggi sia tutto convogliato su Milano e dintorni; Torino, per quel che ha dato, avrebbe sicuramente meritato di più. Scusate lo sfogo di un torinese un po' deluso. |
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