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26/04/25
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ABYSMAL GRIEF + IL SEGNO DEL COMANDO + BALLO ANGELICO - L'Angelo Azzurro Club, Genova, 13/01/2018
17/01/2018 (1950 letture)
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A causa di alcuni problemi personali era oramai dal Porto Metal Fest che non riuscivo a presenziare ad un qualsiasi tipo evento live e la cosa cominciava a preoccuparmi. Finalmente, dopo diversi mesi di astensione forzata dalla musica dal vivo, ho la possibilità in questo inizio di 2018 di tornare a godermi un concerto. L'occasione è la seconda edizione del festival FVIMI, organizzato dal gruppo di Facebook Facciamo Valere Il Metallo Italiano, che quest'anno si svolge all'Angelo Azzurro Club di Genova, il quale in queste ultime settimane è purtroppo salito alla ribalta a causa di alcuni problemi di carattere economico che ne minacciano la chiusura. L'edizione di quest'anno è articolata su due serate, venerdì 12 gennaio con Scala Mercalli, Sinphobia e Powerdrive e sabato 13, con Abysmal Grief, Il Segno del Comando e Ballo Angelico. Per questioni lavorative ho dovuto saltare la serata del venerdì (la quale, secondo quanto riferitomi, ha avuto un ottimo riscontro di pubblico) quindi passerò direttamente al racconto del sabato. Va subito detto che, vuoi per la presenza di gruppi di alto valore, vuoi comunque per il tipo di evento organizzato, anche quella di sabato parte subito con i migliori auspici, dato che personalmente non vedevo l'Angelo Azzurro Club così pieno da un bel po'. Ho giusto il tempo di salutare qualche amico e sbrigare le formalità per il tesseramento del club, dato che il primo gruppo del programma apre ufficialmente le danze.
BALLO ANGELICO Unica band proveniente da fuori Genova della serata, i Ballo Angelico sono una formazione di Firenze dedita ad un classico hard rock cantato in italiano e vedono la presenza alla voce di Giancarlo Fontani, primo cantante dei Sabotage negli anni 80. Il gruppo attacca mentre sono ancora in fila per le ultime formalità e si può dire che della prima canzone sono riuscito ad ascoltare solo qualcosa, ma, una volta completato il tutto, prendo posizione e seguo l'esibizione della band fiorentina. Come detto, la proposta del gruppo è molto classica, i brani sono quadrati e dotati di buon tiro e Fontani fa da mattatore, cantando e muovendosi continuamente sul palco... ed anche sotto, quando scende per un accenno di pogo tra il pubblico. Nonostante siano l'unico gruppo della serata a giocar fuori casa, il pubblico segue l'esibizione del Ballo Angelico e non manca di far sentire il proprio supporto ed incoraggiamento quando il chitarrista Fabio Nesi incappa in un fastidioso inconveniente tecnico, a seguito di un forzato cambio volante di chitarra. Il tempo a disposizione dei quattro è comunque parecchio e viene passato in rassegna il loro repertorio, che però alla fine, nonostante l'evidente passione ed impegno mostrati (al netto di alcune imprecisioni), stenta a colpirmi fino in fondo. Pochi pezzi, infatti, sono dotati della personalità per spiccare mostrando un songwriting forse sin troppo fedele ai numi tutelari del genere. In ogni caso il compito di scaldare il pubblico in questa fredda serata genovese viene assolto, complice il clima di festa che si respira.
IL SEGNO DEL COMANDO Il secondo gruppo della serata è una vecchia conoscenza di queste pagine: già due volte in passato ho avuto l'occasione di vedere dal vivo il gruppo genovese ed in entrambi i casi ne sono rimasto pienamente soddisfatto. La formazione prog rock presenta questa sera una novità, la presenza di un tastierista Beppi Menozzi, che fa il suo esordio stasera trasformando Il Segno del Comando in sestetto, liberando il cantante Riccardo Morello dagli oneri della tastiera ed affiancando il chitarrista/tastierista Davide Bruzzi nell'esecuzione delle partiture. I suoni e l'atmosfera cambiano radicalmente rispetto al gruppo precedente e le note ipnotiche di Komplott Charousek avvolgono il locale, prima dell'accelerazione finale. La perizia tecnica dei musicisti viene messa in evidenza da dei suoni subito all'altezza, in cui spicca il basso del leader Diego Banchero, al quale spetta il compito di parlare e presentare i pezzi nelle brevi pause. La scaletta alterna i classici della band come Golem ad alcune chicche, tra cui la più gustosa è il brano inedito Il Mio Nome è Menzogna, ottima anticipazione di quello che sarà il prossimo disco del gruppo, di cui però al momento non si sa niente. Se le premesse sono queste c'è, comunque, da ben sperare. Altra sorpresa è la cover di Mambo Sun dei T.Rex, presente nel triplo CD di tributo a Marc Bolan e David Bowie, A Tribute to the Madmen, edito dalla Black Widow Records lo scorso anno. Le atmosfere morbide della canzone vengono ben eseguite dal gruppo ed in particolar modo dal cantante Riccardo Morello, sempre molto bravo nell'interpretare i pezzi in maniera teatrale. Il merito più grande del gruppo in generale è quello di sapersi districare tra varie atmosfere musicali, riuscendo a mantenere la propria impronta. La chiusura della scaletta vede ritornare la band al 1997 con due brani estratti dall'omonimo debutto che testimoniano proprio questo caleidoscopio di stili. Il groove de La Taverna dell'Angelo mette in evidenza la sezione ritmica, con un ottimo assolo di basso dello stesso Banchero, mentre la splendida omonima traccia (canzone manifesto della formazione, come specificato in sede di presentazione) come di consueto pone termine all'esibizione de Il Segno del Comando, mostrando ancora una volta le doti tecniche del gruppo, in special modo dei due chitarristi, Roberto Lucanato e Davide Bruzzi. Come detto all'inizio, ho già avuto altre volte il piacere di vedere il gruppo dal vivo ed anche stavolta non si può non rimanere soddisfatti dello spettacolo: i musicisti sono affiatati e s'intendono ad occhi chiusi e le canzoni funzionano molto bene, non risultando solo una vetrina per l'abilità degli stessi. Da migliorare c'è sicuramente l'inserimento del nuovo ingresso, un pochino in disparte nei suoni ed in generale durante il concerto. Meccanismi che sicuramente la band riuscirà ad oliare con il passare delle prove.
SETLIST IL SEGNO DEL COMANDO 1. Komplott Charousek 2. Golem 3. Il Mio Nome è Menzogna 4. Mambo Sun (cover T.Rex) 5. La Taverna dell'Angelo 6. Il Segno del Comando
ABYSMAL GRIEF Il cambio palco degli Abysmal Grief è come di consueto lungo, dato che oltre alla strumentazione bisogna sistemare tutte la scenografia e gli oggetti di scena che il gruppo si porta dietro, tra i quali ci sono stavolta anche due stuatuette della Madonna parzialmente insanguinate. Per la formazione genovese quello di stasera non è però solo un semplice concerto: infatti, il nuovo disco Blasphema Secta è uscito ufficialmente in giornata e sarà presentato dal vivo per la prima volta proprio qui. Ed ovviamente è acquistabile nel banchetto del merchandise, occasione che colgo al volo, per una volta giocando in anticipo rispetto a chi l'ha pre-ordinato. Rispetto all'ultima volta che li ho visti dal vivo alcune cose sono cambiate, dato che c'è stata la pubblicazione di ben due dischi (Strange Rites Of Evil ed appunto Blasphema Secta) e della raccolta di singoli Reveal Nothing, per cui è lecito aspettarsi alcune novità nella scaletta. A preparativi ultimati, la coltre di nebbia creata dalla macchina del fumo avvolge il palco, tanto che quando gli Abysmal Grief guadagnano la scena possiamo scorgerne solo parzialmente le figure, attaccando con Hidden In The Graveyard, oramai collaudata traccia di apertura. Come ho già avuto occasione di notare in passato, la band dal vivo tende ad accelerare i brani riuscendo a non snaturare i pezzi e contemporaneamente creando più tiro e presa. Purtroppo le tastiere di Labes C. Necrothytus risultano un po' coperte durante la prima traccia, perdendo un po' dell'atmosfera sinistra caratteristica degli Abysmal Grief. I suoni miglioreranno col passare del tempo, mentre i quattro continuano con il loro cerimoniale proponendo Nomen Omen, traccia di apertura di Strange Rites Of Evil e soprattutto la nuova Behold The Corpse Revived, splendida traccia di Blasphema Secta che già in questa sede posso azzardare diventerà un classico del gruppo. La traccia è lunga e ben strutturata, con delle parti di tastiera maligne che entrano subito in testa ed un break centrale azzeccato. Nonostante per buona parte dei presenti si tratti del primo ascolto completo, la traccia viene accolta bene dal pubblico e questo è un importante indizio sulla sua qualità. Un corposo passo indietro viene fatto con Hearse e The Necromass, brani che da tempo sono oramai dei classici e che oramai non hanno bisogno di presentazioni. Come detto, il gruppo dal vivo suona più deciso e veloce, nella prima addirittura il batterista Lord Of Fog incastra la doppia cassa, mentre il funereo andamento della seconda viene spezzato dal devastante cambio tempo finale. Chi ha già visto gli Abysmal Grief dal vivo sa che l'interazione col pubblico è totalmente assente, parla solo la musica ed al massimo le espressioni facciali del cantante/tastierista Labes C. Necrothytus, impegnato ad interpretare invasato i pezzi. Nessun saluto, nessun proclama e nessuna presentazione, neppure quando viene suonato un altro pezzo nuovo, Maleficence, in realtà da qualche settimana su youtube e che conferma anche dal vivo le prime impressioni dell'anteprima. Con Borgo Pass si torna ancora al 2002 e l'atmosfera si fa più decadente e compassata, come l'andamento di una triste carovana che attraversa il passo descritto da Bram Stoker nel suo Dracula, senza però far perdere un briciolo della tensione accumulata sinora. A Crypt Of Horror e alla amatissima cover di Chains Of Death dei Death SS va il compito di chiudere la setlist, con gli spettatori che cantano all'unisono il ritornello dell'ultima, prima che gli Abysmal Grief in processione lascino il palco, così come sono venuti. Gli Abysmal Grief si confermano una solida e collaudata macchina da live, in grado di trascinare il pubblico nei sulfurei meandri del loro funereo mondo, stavolta anche senza il lancio di vermi. La cosa che colpisce di più è la sempre altissima qualità del loro materiale, in grado di pescare indistintamente dai cinque dischi e dai numerosi singoli/split/EP senza mostrare cali di sorta. La riprova l'abbiamo avuta con la scaletta di questa serata, in grado di fare a meno di classici come Creatures From The Grave, The Samhain Feast o Exsequia Occulta e risultare comunque di alto livello. Blasphema Secta è solo il loro sigillo più recente che inaugura il 2018 in maniera degna.
SETLIST ABYSMAL GRIEF 1. Hidden in the Graveyard 2. Nomen Omen 3. Behold the Corpse Revived 4. Hearse 5. The Necromass 6. Maleficence 7. Borgo Pass 8. Crypt Of Horror 9. Chains Of Death (cover Death SS)
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Gruppo interessante che cercherò di approfondire, ho visto un paio di video su youtube e sono inquietanti nella loro grezzura minimale, fatta di riprese amatoriali in cimiteri locali (luoghi che mi incutono tristezza e ansia, ma che lo dico a fare), atmosfere lugubri padane stile la casa dalle finestre che ridono e sonorità vintage cariche di inquietudine. Mi piacerebbe vederli live. |
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3
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Perchè, hanno mai fatto live con Mercy? A me non risulta. |
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Hai visto dal vivo Il Segno del Comando anche con Mercy? |
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Sacro culto. Grandi Abysmal, dal vivo sono una gran bella esperienza. Anche io quando li ho visti è' capitato che come partecipazione e presenze hanno superato band ben più famose. Intanto aspetto l'album nuovo! |
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