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26/04/25
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SEVENTH WONDER + STRANGER VISION - Legend Club, Milano (MI), 06/11/2022
20/11/2022 (826 letture)
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INTRO Un arrivo in Italia non certo idilliaco per i Seventh Wonder, l’atterraggio a Trieste porta con sè una pessima notizia. Le valigie non sono pervenute e con esse anche tutta l’attrezzatura per i concerti delle tre date nel centro-nord Italia. Motivo per cui la prima serata nel capoluogo del Friuli Veneza Giulia si trasforma in un grande meet & greet dove i nostri provano ad abbozzare un concerto acustico con ciò che riescono a rimediare, mettendosi a disposizione dei fan per foto e autografi. Ma niente panico, il giorno successivo tutti i bagagli giungono a destinazione e i concerti di Bologna e Milano sono pertanto salvi. Essendo arrivata la conferma che il concerto del Legend Club si terrà regolarmente, proprio tramite un post sulla pagina ufficiale della band, il giorno successivo mi metto alla guida per raggiungere la piccola ma ambita location, teatro di moltissimi concerti metal in questi ultimi mesi.
STRANGER VISION In leggerissimo ritardo sulla tabella di marcia, fanno il loro ingresso sul palco i nostrani Stranger Vision. La scelta di affidare a loro l’apertura è tutto sommato corretta in quanto il sound e lo stile vertono verso un power/prog non troppo dissimile dalla proposta musicale degli headliner. Il quartetto è molto energico e davvero entusiasta di poter portare in scena il nuovo disco Wasteland, al quale dedica ampio spazio concedendo circa metà della playlist. Il vero mattatore e trascinatore di questi tre quarti d’ora di esibizione è sicuramente il cantante Ivan Adami, la cui performance scorre fluida sui toni medio-alti classici del power prog e alcuni scream degni di nota. Da segnalare gli assoli di Riccardo Toni e anche il gran lavoro dietro alle pelli di Luca Giacopini. Un ottimo modo di cominciare la serata per una band molto giovane (il primo disco Poetica è uscito l’anno scorso) ma con le idee molto chiare sulla strada da intraprendere. Da apprezzare soprattutto la grandissima passione trasmessa dai membri, che è arrivata forte e chiara anche a noi spettatori.
SEVENTH WONDER Portandosi dietro il ritardo accumulato dalla prima esibizione, ecco apparire sul palco gli headliner di serata. Dettaglio curioso ed inusuale, la batteria utilizzata dal mastodontico Stefan Norgren è in realtà rimasta la stessa dell’esibizione precedente, con il simbolo degli Stranger Vision impresso, come potete vedere nelle foto a lato. Di solito è la band di supporto a chiedere in prestito l’attrezzatura ai colleghi più blasonati e non viceversa, ma c’è sempre una prima volta. Come di consueto, si comincia con la prima traccia del disco a cui è dedicato il tour, in questo caso Warriors, opener del nuovo e interessantissimo The Testament. Proprio come accaduto nella data del 2019 di Retorbido, purtroppo, si ripete anche qui il problema acustico che si era verificato con la voce di Tommy Karevik. Il missaggio penalizza eccessivamente la potente voce del vocalist, che finisce per scomparire, complice anche un eccessivo allontanamento del microfono dalla bocca durante alcuni momenti salienti dei vari pezzi. In realtà l’intero concerto si rivelerà essere un enorme karaoke in quanto i fan giunti numerosi sul posto hanno partecipato energicamente a rinforzare il comparto vocale in ogni brano. Ne è un esempio Welcome To Mercy Falls, cantata a memoria dagli astanti. Non fa eccezione la cantabilissima e anche un pò radiofonica Tiara’s Song, vera e propria hit dell’omonimo disco del 2018, molto caro e atteso dai fan dopo un silenzio lungo 8 anni. I nostri sono ben consci di essere una band prog perciò Tommy Karevik, nel presentare il pezzo successivo, si è dilungato dicendo che non sono molti i pezzi nei quali i fan possono lasciarsi andare ad un headbanging cadenzato, ma uno di questi è proprio Taint The Sky, brano con cui il pubblico si è scaldato ulteriormente le corde vocali. Il sound heavy metal di quest’ultima ci conduce poi ad un bellissimo momento intimo ed emozionante con la ballad acustica e toccante Tears For A Father, cantata all’unisono anche dal pubblico. è solamente in questi momenti che riusciamo a sentire nitidamente ed apprezzare appieno la calda voce di Tommy Karevik, troppo poco per promuovere l’acustica del Legend. I Seventh Wonder calano poi un poker di canzoni tratte proprio dall’ultimo album: si parte con The Light, passando per Reflections e The Red River per arrivare all’emozionantissima Elegy nella quale lo stesso frontman ci confida di essere quasi commosso in quanto per lui è un brano speciale e per l’occasione chiede l’aiuto del pubblico per creare la giusta atmosfera accendendo le torce degli ormai abusatissimi cellulari. Per concludere, due grandissimi successi della band svedese. Hide And Seek, amata da tutto il pubblico e suonata in ogni concerto dal vivo, su ammissione della band stessa, e per finire Alley Cat, cantata forse più forte dai fan presenti che non da Tommy Karevik, brano attesissimo e che non poteva certo mancare. Dopo la solita finta uscita di scena, è il turno dell’encore con un brano che francamente sognavo proprio di sentire e per il quale ho una particolare predilezione, cioè The Black Parade, una canzone favolosa resa benissimo dal vivo tratta da quell’indiscutibile capolavoro che è Mercy Falls.
SETLIST SEVENTH WONDER
1. Warriors 2. Welcome To Mercy Falls 3. Tiara’s Song 4. Taint The Sky 5. Tears For A Father 6. The Light 7. Reflections 8. The Red River 9. Elegy 10. Hide And Seek 11. Alley Cat
---- ENCORE ----
12. The Black Parade
CONCLUSIONI Prima di lasciare la sede del concerto, mi attardo nell’area del merchandising per trovare una copia di The Great Escape, un album che trovo magnifico con la titletrack (link all’articolo) con la quale condivido un legame emotivo impareggiabile, forse la mia preferita nell’intero panorama progressive metal. Nel chiedere il prezzo del CD, mi accorgo che alcuni membri della crew, nonchè i fondatori del fan club “Seventh Wonder Italia” (ringraziati personalmente durante il concerto da Tommy Karevik) discutono del fatto che la band si fermerà a firmare autografi e scattare foto prima di partire per il viaggio di ritorno. Pertanto decido di fermarmi per avere qualche ricordo fotografico della serata, che sono felice di poter condividere con voi lettori. Oltre a ciò, riesco a guadagnare un giro di autografi da parte di ciascun membro sulla mia copia di Mercy Falls e anche la scaletta del concerto. Insomma, fatta eccezione per qualche piccolo neo acustico, una serata fantastica e memorabile, grazie all’umiltà e alla professionalità di una band eccezionale, dentro e fuori dal palco.
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