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26/04/25
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DARKHOLD - Il Libro dei Peccati
19/06/2023 (891 letture)
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Prendete una solida base di thrash metal ottantiano, arricchitela con una generosa mescolata di groove e heavy, abbinate il tutto a un’interessante riflessione sul peccato formulata attraverso i personaggi di celebri fiabe e otterrete l’esordio dei Darkhold, Quintetto italiano formato da nomi noti del panorama thrash della Penisola. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con il disponibilissimo cantante Claudio Facheris, che ci svela tutti i dettagli di questa riuscita opera prima.
Griso: Tales from Hell è uscito ormai da qualche mese. Vi piace ancora? Siete soddisfatti del risultato? Claudio Facheris: Assolutamente sì! Più lo si sente più si percepiscono sfumature che sull’onda dell’iniziale entusiasmo non erano evidenti, probabilmente perché saturi da ascolti continui dopo le registrazioni per trovare il mix e la produzione che più ci soddisfacessero; col senno di poi, tra qualche annetto, forse risponderemo diversamente, come spesso accade a molte band che non sono mai soddisfatte al 100% dei loro prodotti, ma come album di debutto direi che siamo decisamente contenti del risultato finale.
Griso: I Darkhold nascono originariamente come una tribute band dei Testament, i The Preachers. Com’è avvenuta la transizione verso un gruppo a sé stante? Claudio Facheris: In verità i Darkhold (o meglio la band senza nome che poi sarebbe stata chiamata così) nascono nella mia testa praticamente in contemporanea, perché avevo e ho ancora tanto da raccontare a livello personale e creativo, ma come spesso accade quando si formano nuove band bisogna trovare le persone giuste per poterlo fare; quindi la tribute band dei Testament è stata ed è tutt’ora un momento liberatorio e di sfogo puro, anche se impegnativo vista la caratura tecnica della band tributata, ma soprattutto un banco di prova per l’amalgama stesso delle fondamenta del progetto Darkhold; progetto che in ogni caso è stato messo in cantiere in contemporanea, perché necessario a testare le capacità compositive e creative dei vari membri e la voglia di fare di ognuno...e personalmente il risultato mi appaga molto.
Griso: I The Preachers (e la futura nuova band senza nome) nascono nel 2015, l’esordio dei Darkhold è registrato alla fine del 2022. Come mai il processo ha preso tutti questi anni? Claudio Facheris: Nei primi due anni abbiamo assestato e perfezionato la setlist del tributo a livelli che ormai nemmeno i Testament stessi fanno più, tanto da portare sul palco ben 23-24 brani se abbiamo una serata tutta per noi, brani che comunque presentano un fattore tecnico e stilistico non indifferente, quindi non proprio una passeggiata da preparare al meglio; ciò nonostante, come già anticipato nella risposta alla domanda precedente, la musica dei Darkhold ha preso subito forma e ha avuto un suo battesimo a sorpresa in uno dei nostri live verso fine 2017, tanto che abbiamo presentato dal vivo ben tre brani inediti (poi sistemati nel corso degli anni successivi) senza che nessuno li avesse mai sentiti, e il responso è stato a dir poco sorprendente con approvazioni unanimi del pubblico presente, che comunque era venuto al locale per sentire un tributo e non certo inediti di una band inesistente; di lì a pochi giorni mi è stato proposto dal bassista Andrea Bochi di rientrare nei Methedras (dove insieme al chitarrista solista dei Darkhold e dei The Preachers, Eros Mozzi, avevo creato e pubblicato già quattro album) per registrare la voce del quinto, The Ventriloquist, fermo da quasi un anno ai box per la mancanza di una voce che potesse interpretarlo al meglio di ciò che la band voleva in quel momento; il rientro dei Methedras, con registrazione vocale, promozione album e date live decisamente internazionali, ha rallentato la produzione di materiale ma non l’ha interrotta, così come la fase live del tributo, quindi è stato comunque un periodo molto intenso sotto parecchi punti di vista.
La nuova e definitiva separazione tra me e i Methedras a fine 2019 ha dato il via a un processo creativo intenso e iperpropositivo, purtroppo interrotto bruscamente dal lungo e alienante periodo pandemico che, avendo noi cinque vite diverse in posti diversi, ci ha impedito di creare nuovi brani e perfezionare quelli già esistenti perché a distanza noi proprio non sappiamo e non vogliamo lavorare, siamo molto “analogici” sotto questo aspetto. Usciti da quel periodo assurdo abbiamo praticamente azzerato le date live col tributo e in un anno solare abbiamo creato le ultime composizioni, arrangiato al meglio quelle già esistenti e siamo finalmente andati a registrare l’album a fine 2022.
Griso: Come nasce un brano dei Darkhold? Claudio Facheris: In verità ognuno dei nove brani che compongono Tales From Hell ha un’origine a sé stante, in quanto espressione personale di momenti diversi della nostra vita e soprattutto suddivisa tra i vari membri della band. I testi e il filo conduttore dell’album e del progetto escono sì dalla mia testa malata, ma devo dire di aver incontrato i perfetti compagni di reparto psichiatrico, perché i brani sono stati creati, assemblati, smembrati e rivisti un bel po’, senza comunque mai perdere l’ossatura primaria della creazione iniziale, quel guizzo di invenzione creativa che sta alla base naturale di noi Cinque; ognuno di noi sapeva però che poteva fare di meglio, sia sullo strumento sia a livello compositivo, quindi le idee di tutti sono state determinanti e fondamentali, e il risultato finale è il frutto del classico lavoro di squadra, che sempre più spesso ormai manca nelle band odierne, troppo concentrate sul singolo membro a livello creativo o di immagine o sul nome da mantenere, perdendo per strada l’anima purtroppo.
Griso: Qual è il contributo di ogni membro? Claudio Facheris: Come dicevo prima ognuno di noi ha un ruolo, o più ruoli, all’interno della band, ma ogni singola persona dà il 100% del proprio impegno compatibilmente con le nostre vite private e lavorative, perché a parte il nostro batterista Jacopo, noi altri Quattro siamo più vicini ai 50 che ai 30, sia in eccesso sia in difetto… ciò nonostante c’è chi come Eros si occupa solo della parte creativa e compositiva, chi come Beppe (basso) si occupa della parte merch e della logistica, chi come me e Giovanni (chitarra ritmica) si dà da fare tra ricerca date live, promozione e social vari, chi infine come Jacopo fa da psicologo, mediatore e paciere quando ci scaldiamo come sedicenni inviperiti e con gli ormoni a palla grazie al suo fare zen che tutti gli invidiamo, io per primo… siamo una band e un gruppo di amici, credo faccia tutto parte del gioco insomma.
Griso: Il binomio composto da te ed Eros Mozzi ha un ruolo preponderante in fase di scrittura, visto il trascorso comune nei Methedras? Claudio Facheris: In verità meno di quello che è stato in passato, dove in pratica facevamo tutto in due a livello artistico e creativo e gli altri o abbellivano e arrangiavano il proprio strumento (ma nemmeno più di tanto a dirla tutta) o semplicemente imparavano la propria parte di un brano già pronto; in casa Darkhold, come dicevo prima, io faccio in pratica la stessa identica cosa che ho fatto per tutta la mia amatoriale carriera di cantante metal, ma la parte musicale è ad appannaggio di tutti, perché tutti hanno creato dal nulla, hanno modificato e proposto modifiche, hanno espresso creativamente loro stessi senza paure o preconcetti, solo lasciando le briglie sciolte, e onestamente questa cosa mi ha dato personalmente una forte carica, totalmente inaspettata e impattante sul mio morale e sulla mia vena artistica, e la tipologia di cantato che uso nei brani di Tales From Hell, sia su disco sia dal vivo, è proprio il punto di stacco che volevo trovare e ottenere dal passato recente.
Griso: E proprio rispetto ai Methedras, l’esordio dei Darkholdmostra una certa voglia di variare, pur non divergendo completamente nello stile di fondo. Come si rapporta questo nuovo progetto al precedente, musicalmente parlando? Si tratta più di una continuità o di una rottura? Claudio Facheris: Lo stile si basa ovviamente sulla matrice thrash di base, perché con quello siamo cresciuti tutti e con quello ci troviamo benone, ma se in casa Methedras la commistione era con il death di stampo europeo, il progetto Darkholdprevede una base assolutamente heavy e groove, con ritmi meno serrati e claustrofobici ma comunque paurosamente heavy e thrash, senza mai lasciare da parte le proprie influenze musicali radicate da decenni di ascolti, fasi creative e concerti di chiunque ci piacesse...versatilità ed ecletticità direi che sono due parole che non ci spaventano più, soprattutto in fase compositiva, senza mai minimamente snaturare ciò che amiamo fare e sentire da noi stessi; quindi direi che alla fine non c’è continuità, ma nemmeno tanto una rottura, perché non avrebbe senso alcuno: credo sia piuttosto una nuova nascita, con un progetto artistico ben preciso e una voglia sempre più radicata di essere sé stessi fino in fondo.
Griso: Come si è svolta la scrittura del disco? Claudio Facheris: In una maniera assolutamente naturale e compatta, partendo da riff personali o cantati vari o idee compositive strambe, a seconda di quale personaggio fiabesco o narrativo avessimo deciso di considerare per ricoprire il peccato da girone dantesco del quale volevamo parlare e musicare.
Griso: E parlando di testi: le liriche del disco reinterpretano fiabe e favole in maniera alternativa. Da dove nasce quest’idea? Claudio Facheris: Il Darkhold è il Libro Dei Peccati, contiene quindi al suo interno tutti i peccati dell’Universo, conosciuto e sconosciuto, tanto da essere lui stesso un peccato perché sopravvissuto al suo creatore, ormai inglobato in esso, e sempre più vorace e mai sazio; gli uomini e la loro natura, anche inconsapevole, sono padri e figli del peccato dalla loro creazione, anche la loro creazione è un peccato a dire il vero: quindi quale miglior modo di far capire la vera essenza del peccato se non ripercorrere dal gradino più basso quel percorso di inutile redenzione dal peccato messo in parole, con uno stile magnifico, dal nostro Dante Alighieri ma attraverso l’ucronia dei protagonisti di fiabe, favole e narrazioni che ognuno di noi da piccolo ha sentito, con le orecchie e col cuore, in un’esistenza corrotta a causa di scelte diverse da quelle che tutti noi conosciamo? E questo percorso è soltanto iniziato, o meglio aveva già fatto molta strada prima, e tanta ne avrà ancora davanti a sé...
Griso: In che senso? Claudio Facheris: Le tematiche che trattiamo sono il peccato in ogni sua forma e visione, perché il Darkhold è nato dal nulla proprio per questo: con Tales From Hell siamo partiti dall’Inferno, ma in verità ci aspettano un Purgatorio, un Paradiso, un’origine del peccato stesso che anticipa e genera la visione dantesca e una vastità universale di peccato che ne trascende il significato stesso… c’è molta carne al fuoco, sto già iniziando a scrivere il percorso successivo al nostro album d’esordio, ed è come un fiume in piena che nella più totale naturalezza straripa, ingloba e devasta ogni cosa senza curarsi di nulla e nessuno, come è giusto che sia, perché il peccato non ha padroni…
Griso: Tornando al disco, avete esplicitamente precisato che non si tratta di un concept album. Come mai? Claudio Facheris: Perché in verità non è una storia fine a sé stessa che nasce, cresce e termina in nove brani, ma è un cammino lento, impervio e faticoso dall’origine del peccato alla sua benedizione: esplode all’improvviso da un qualcosa di primordiale, si sviluppa e si diffonde, come un cancro, nella storia dell’umanità (che lo fortifica e lo brama senza sosta) e si eleva verso qualcosa di cosmico e fuori da ogni schema; in pratica è lo stesso Darkhold a dover essere considerato un concept di sé stesso, affamato e fagocitante di peccati di ogni tipo, a ogni livello concepibile.
Griso: Quali sono le vostre principali influenze musicali? Claudio Facheris: Assolutamente metal, la base è quella ed è evidente e conclamata, ma c’è chi ama di più il thrash anni ‘80, chi quello più moderno, chi tutto il thrash di ogni epoca, chi il groove moderno o anni ‘90, chi il power e l’heavy classico e chi il metal moderno...siamo aperti a molti ascolti e non ci precludiamo niente, il cuore la fa da padrone.
Griso: Ed infatti, Tales from Hell spazia con una certa agilità tra tutti i generi che hai appena citato, per un risultato finale relativamente libero e vario. In futuro pensate di concentrarvi su di un sottogenere in particolare o di coltivare questa libertà sonora? Claudio Facheris: Assolutamente libertà sonora, è una cosa talmente naturale che nemmeno ci viene in mente di restringerla: non so come saranno le prossime composizioni a livello sonoro, ma so che non perderanno un grammo di quello che i Darkhold vogliono fare e di quello che sono.
Griso: Quali sono i vostri piani per i prossimi tempi? Claudio Facheris: Quest’estate assoluto riposo, ce lo siamo decisamente meritato un po’ tutti, ma dalla nuova stagione si riparte a bomba con entrambi i progetti, con performance live al vetriolo e con nuove creazioni e percorsi, tenete d’occhio la nostra pagina Facebook e venite a un nostro concerto, sarà l’occasione migliore per capire al meglio cosa i Darkhold possono fare e cosa il Libro Dei Peccati vuole realmente da ognuno di voi, a partire dalla remissione dei vostri peccati...
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