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19/09/24
BELPHEGOR + MALEVOLENT CREATION + MONUMENT OF MISANTHROPY + CONFESS
AUDIODROME - MONCALIERI (TO)
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BLACK OVER FESTIVAL - Arena Alpe Adria, Lignano (UD), 05/08/2024
10/08/2024 (714 letture)
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Come rendere una calda estate ancora più infuocata? Lignano decide di ospitare un quintetto pronto a mettere alla prova la tenuta fisica dei metallari più allenati, con una giornata che vede le esibizioni di Sedna, Nocturnal Depression, per continuare con le sferzate death di Aborted e Deicide, prima di farsi ammaliare dalle gelide note di Abbath. Insomma all’ Arena Alpe Adria ce n’è per tutti i gusti, in attesa poi tra due settimane di gustarsi il concerto degli Amon Amarth. Per la gioia dei poveri camperisti che, finalmente trovato un parcheggio libero proprio vicino all’ arena, alle prime note degli Aborted ci chiedono se sarà tutto così, sperando duri poco, rimanendo interdetti ed indecisi se avventurarsi alla lunga ricerca di un nuovo posteggio, o se sopportare un concerto che “durerà a lungo e sarà ancora peggio di adesso”.
SEDNA e NOCTURNAL DEPRESSION Non ce ne vogliano le due band di apertura, ma tra spostamento ed orari di lavoro, riusciamo ad arrivare intorno alle 19.30, con gli Aborted già sul palco. Speriamo ci sia una prossima occasione di sentirli in giro.
ABORTED Giungiamo all’esterno dell’arena che già si odono le prime note degli Aborted, storico gruppo al quale non servono molte presentazioni. Infatti, il loro miglior biglietto da visita è il sudore che già scorre copioso, tra headbanging incessanti e pogo furioso, nonostante la temperatura ancora elevata. I nostri hanno una verve incredibile, che riversano abbondantemente sugli astanti, incitando e favorendo vari wall of death e circle pit, creando un’atmosfera sempre più infiammata e partecipe. Si fanno notare anche le scenografie, con un paio di scheletri rossi all’interno di due sottospecie di bare trasparenti: non spaventano nessuno, ma fanno una certa simpatia, dando quel tocco di ironia in più al concerto. Gli Aborted sono una macchina ben oliata in sede live, e macinano musica ad alto tasso di adrenalina, pescando soprattutto dagli ultimi album, tra continue sfuriate e momenti da puro headbanging; il buon Sven sembra sempre a suo agio nonostante l’afa, e ben si presta a qualche momento di interattività con i fan, rendendo la loro esibizione decisamente potente e riuscita. Un ottimo viatico per la prossima band che salirà sul palco, gli statunitensi Deicide.
SETLIST ABORTED Retrogore Bathos Dreadbringer The Origin of Disease Brotherood of Sleep Death Cult Infinite Terror Insect Politics Threading the Prelude The Saw and the Carnage Done
DEICIDE I floridiani entrano in scena dopo una prova degli Aborted davvero notevole, di conseguenza le aspettative sono molto alte. Purtroppo, i suoni inficiano le prime canzoni, arrivando sbilanciati, taglienti, molto incentrati sulle frequenze medie e per nulla profondi. Anche il microfono di Glen ha qualche problemino ed il suo growl infernale ne viene depotenziato. Fortunatamente i Deicide continuano con la loro esibizione, che comunque con il curriculum in loro possesso, fa la gioia di tutti i presenti. Gli statunitensi d’altronde possono pescare da una discografia lunga e piena di canzoni massacranti, raccogliendo hit dagli album storici e da quelli più recenti. Nonostante le varie controversie ed i gossip, nel bene e nel male i Deicide continuano da sempre per la loro strada, e questo atteggiamento si dimostra anche dal vivo, laddove il buon Glen riesce con il suo carisma a conquistare il pubblico inneggiante, che a gran voce prova a richiedere le proprie canzoni preferite. Senza troppi fronzoli e decisamente diretta, la prova dei Deicide alza volume ed intensità, con un concerto impeccabilmente condotto senza sosta e senza sbavature, mettendo ancora una volta in mostra le qualità della band americana. Vicino a me, due ragazze, prese dall’euforia, si rivolgono una battuta scherzosa: “uno spritz, in spiaggia, al tramonto, con questo spettacolo, cosa volere di più”: proprio così, il sole è appena tramontato quando i Deicide scendono dal palco, lasciando tutti frementi per gli headliner della serata.
SETLIST DEICIDE Satan Rules Carnage Bury Behead Once Heights Sacrifical Spawn In Hell Children Sever Scars Dawn Homage
N.d.R.: i titoli sono riportati come da scaletta usata sul palco dal gruppo
ABBATH Anche il paragrafo di Abbath potrebbe tranquillamente essere introdotto con un “non servono presentazioni”, come per i gruppi precedenti: l’ex leader degli Immortal, a cinquant’anni suonati ha d’altronde contribuito a creare ed istituzionalizzare i canoni del genere di riferimento, in un’epoca musicale ben diversa da quella di oggi. Riuscirà il nostro a reggere la prova del tempo, a cospetto delle tante nuove leve incalzanti? Beh… se è vero che gli anni passano per tutti, i gusti musicali si modificano e si affinano, adattandosi a nuove contaminazioni ed idee, molti nuovi artisti possono prendere tablet o notes e penna e segnarsi un bel po’ di appunti per apprendere cosa significa black metal! Ancora una volta i suoni cominciano in maniera pessima, taglienti e squilibrati, affaticando l’ascolto, sia nelle prime file che in zona mixer, ed anche in questo caso bisogna metter mano al microfono. Fortunatamente mano a mano che il concerto prosegue, finalmente si trova la quadratura del cerchio, rendendo l’ascolto con un sound più corposo, potente ed efficace. Ma il talento di Abbath e la qualità delle canzoni surclassa qualsiasi problema tecnico, catturando tutti i presenti tra un misto di sincera ammirazione e divertimento. Infatti, non mancano i momenti in cui Abbath incinta i presenti o scherzandoci in maniera davvero buffa. La band prosegue imperterrita nel suo spettacolo, fermandosi solamente per l’intro di At the Heart of Winter, che con la semplicissima scenografia paesaggistica delle montagne innevate e coperte da una fitta nebbia, diventa davvero intensa e suggestiva. Nondimeno sono però il resto delle canzoni, la maggior parte prese dagli album più recenti, e che tramutano l’arena Alpe Adria in un tripudio di note nere ed oscure, in perfetto equilibrio tra le gelide atmosfere del black metal e la calorosa energia della performance e del pubblico entusiasta. Un veloce bis per commiatarsi dai fan, e la prova si conclude lasciando i presenti assolutamente soddisfatti, ed impressionati dalla tenuta degli Abbath: decisamente, senza nulla togliere alle band precedenti, la migliore esibizione della giornata.
SETLIST ABBATH Mount North
Sons of Northern Darkness
Norden of Fire
Call of the Wintermoon
One By One
Damned In Black
In My Kingdom Cold
Tyrants
Withstand The Fall of Time
At The Hearth of Winter
The Sun No Longer Rises
Blashyrkh
CONCLUSIONI Ancora qualche commento prima di chiudere, partendo con alcune critiche in merito a dettagli organizzativi. In primis risulta incomprensibile come non sia stato possibile accedere all’arena se non lasciando all’ingresso le bottigliette d’acqua ed addirittura lo spray anti-zanzare, in una serata dove sarebbe sicuramente servito, ma poi trovando qui e là anche bottiglie in vetro, decisamente dal punto di vista della gestione dell’evento, più pericolose e meno adatte allo scopo. Se per le bottiglie d’acqua, considerando quelle in vetro distrazioni o bravate, si possono comprendere le motivazioni di sicurezza, la spiegazione per lo spray è fuori da ogni logica: “è potenzialmente infiammabile”. E allora potremmo star qui a discutere dell’opportunità di lasciare entrare accendini, a gas o petrolio, cartine e sigarette che così poco infiammabili non sono. Altra critica che, da buon appassionato di fotografia è davvero difficile da non fare: è oramai incomprensibile come, a fronte degli immancabili smartphone innalzati al cielo, non si possa portare in tranquillità una macchina fotografica senza sorbirsi limiti e lamentele assurde. D’altronde le transenne davanti al palco servono proprio a lasciare ai professionisti accreditati lo spazio e le possibilità creative per effettuare fotografie ben più appetibili di quelle in mezzo alla folla, a prescindere dall’utilizzo di mezzi di qualità. In ultimo, seppure è comprensibile come i fonici affrontino varie problematiche durante la serata, causa mille variabili non sempre gestibili in tempi rapidi, non si può “chiudere un orecchio” sul suono pessimo delle prime canzoni dei due ultimi gruppi: a fronte del soundcheck, un paio di canzoni dove aggiustare il tiro si possono decisamente sopportare, oltre diventa accanimento contro gli apparati uditivi di chi non ha colpe ed anzi ha pagato il biglietto per un ascolto, se non di qualità, quantomeno corretto.
Queste considerazioni seppur critiche su alcuni aspetti, non inficiano comunque un evento davvero speciale, che ha permesso agli appassionati di respirare dell’ottimo metal lungo tutto un pomeriggio; a fronte di un costo di 50€ si ha avuto la possibilità di godere di alcune delle migliori band in circolazione, in un’atmosfera tranquilla e rilassata, e che rimarrà sicuramente a lungo impressa nei ricordi dei fortunati che vi hanno potuto partecipare.
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Ed hai proprio ragione, mi sa ho copiato la scaletta sbagliata corro ai ripari, grazie |
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Beh che la scaletta di Abbath non è corretta…. Direi che è una scaletta dei Marduk…. Comunque grandissima performance..!!! |
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