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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Yngwie Malmsteen - Parabellum
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31/07/2021
( 4770 letture )
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Eccolo qua, è tornato. A cinquantotto anni appena compiuti il più celebre, pomposo, barocco ed egocentrico guitar hero dei nostri tempi si autodichiara pronto alla guerra con la sua ultima fatica, Parabellum appunto. E lo fa non cambiando di una virgola il suo credo artistico, fatto di riff, assoli e cascate di note sempre, comunque e in qualunque contesto suonati a velocità iperspaziali, anche quando davvero non vi sarebbe bisogno. Ma Yngwie Malmsteen è così, lui se ne frega altamente e va avanti per la sua strada lastricata all’inverosimile da esagerati barocchismi, spesso lontanissimo da qualunque forma di raffinatezza. È prendere o lasciare e, così come molti musicisti la cui arte è ormai scolpita nella pietra, lo zoccolo duro dei fan prende, prende sempre e a scatola chiusa. Quasi tutti gli altri invece generalmente ne stanno alla larga preferendo piuttosto dirigersi verso l’esplorazione di proposte dalla maggior freschezza e possibilmente meglio prodotti, poiché in un panorama musicale così saturo ormai la differenza è sovente fatta dalla produzione, e qui non ci siamo proprio.
Reduce da un paio di album alquanto dimenticabili e da una non malvagia raccolta di cover dall’impronta blues-rock (Blue Lightning, 2019), per questo full-length il chitarrista svedese decide di fare tutto, ma proprio tutto, da solo, compresa appunto la produzione dalla quantomeno discutibile qualità, con la chitarra smodatamente in primo piano e tutto il resto un po’ impastato sullo sfondo, cosa che non gioca affatto a favore della fruibilità del disco e del puro piacere d’ascolto. Oltretutto anche le precedenti opere da alcuni anni a questa parte non hanno goduto di produzioni all’altezza; se è una scelta voluta è piuttosto inspiegabile. Fermo restando che il livello complessivo probabilmente non lo meriterebbe, vale comunque sempre la pena di fare un rapidissimo excursus fra le tracce degli album di Malmsteen proprio perché, bisogna riconoscerlo, le sue canzoni non passano quasi mai inosservate, nel bene e nel male. Si parte allora con la già ampiamente anticipata Wolves At The Door, uno dei quattro brani cantati, ahimè, proprio da Malmsteen. Non che la sua voce sia orribile, per carità, il punto è che semplicemente non è un cantante e si avverte chiaramente. Tuttavia la canzone è abbastanza godibile e orecchiabile, nonostante le virtuosissime ma spesso inconcludenti sbrodolate chitarristiche, completate nella fattispecie con richiami al Capriccio N.24 di Niccolò Paganini, peraltro già sfruttato in passato dal nostro. Purtroppo o per fortuna, dipende dai gusti, vi sono solo altri tre pezzi cantati nel disco, Relentless Fury, la ballata Eternal Bliss, (Fight) The Good Fight, e per ciascuno di essi si può tranquillamente esprimere lo stesso concetto: caratterizzati dal desiderio di rinverdire i fasti del lontano passato (non riuscendoci), non sono per nulla da gettar via ma la prestazione vocale e i preponderanti assoli possono provocare ben più di uno sbadiglio, e soprattutto l’inventiva si vada a cercarla da un’altra parte. E veniamo al comparto strumentali, sei tracce per mezz’ora abbondante di musica. Se si esclude forse la monotonia causata dall’eccessiva lunghezza di Sea Of Tranquillity, i brani sono quelli che assolutamente ci si aspetta da Malmsteen: mostruosi virtuosismi e incredibile velocità esecutiva. Sotto l’aspetto essenzialmente melodico si distinguono (Si Vis Pacem) Parabellum, Magic Bullet e l’interessante God Particle, che mi sento di definire come l’apice del disco. Il resto è onestamente abbastanza tedioso e inutilmente prolisso (a partire dalla neoclassica Presto Vivace in C# minor), ma non c’è dubbio che ai fan inveterati tutto ciò possa piacere. La questione alla fine è sempre quella: se da Yngwie Malmsteen si vogliono prevalentemente tecnica sopraffina ed estrema velocità di esecuzione allora difficilmente si rimarrà delusi. Il lato prettamente compositivo lasciamolo stare, se si escludono infatti gli album degli anni ottanta e pochissimi altri episodi nei decenni successivi, esso non è mai stato un punto di forza del leggendario shredder. In conclusione si può quindi affermare che difficilmente si rimarrà delusi proprio perché da quasi trent’anni le aspettative, a livello di scrittura e originalità, sono ridotte al minimo sindacale.
“Paganini non ripete” viene spesso detto ma Yngwie Malmsteen a differenza dell’immenso violinista ripete, ripete se stesso all’inverosimile e quest’ultimo lavoro, anche se non privo di spunti gradevoli, non fa che confermarlo ancora una volta. Affermato ciò non me la sento proprio di bocciare Parabellum, dopotutto la maggioranza delle composizioni in esso contenute riesce a raggiungere agevolmente la sufficienza e se abbiniamo questo al fatto di essere davanti a uno dei più grandi chitarristi di sempre i motivi di interesse, principalmente a livello esecutivo, per forza di cose non possono mancare. Peccato, lo ribadisco, per l’incomprensibile qualità della produzione. In definitiva ritengo di consigliare questo lavoro solo agli estimatori e ai completisti. Dal canto mio devo purtroppo ammettere che difficilmente nelle settimane a venire questo ascolto farà parte della mia playlist.
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Premetto che sono stato un grande fan di Yngwie ed ho divorato tutti i suoi primi dischi (in special modo i primi 3, fino a Trilogy). Avevo dato un ascolto sommario a Parabellum e mi sono fermato al primo ascolto. La produzione non mi aveva favorito l\'ascolto ed avevo trovato questi punti deboli: la prolissità degli arrangiamenti, in cui la solita armonica minore veniva suonata alle solite velocità stratosferiche, l\'assenza di pause, un cantato non male ma lontano dalle prestazioni vocali a cui i suoi cantanti ci avevano abituato in passato e il suono della batteria troppo \"programmato\": sembra quasi esser stato fatto al computer, ma spero di sbagliare. Mi è capitato poi ieri di riascoltarlo e l\'ho rivalutato, trovando molti aspetti positivi...ho scoperto un bell\'album. Le strumentali sono spesso al livello dei vecchi fasti. Grande uso dell\'acustica, che emoziona sempre. Dei pezzi cantati apprezo principalmente Rentless Fury e la ballata Eternal Bliss. Rimane la batteria e il mixaggio che non convincono perfettamente, ma tutto sommato sono convinto che se questo fosse stato il primo o secondo album dello svedese, staremmo a descriverlo come un caposaldo della musica. In sostanza: bel disco. Rimane sempre questo dubbio: se debbo ascoltare un pezzo strumentale, perchè approcciare ad una nuova fatica di Malmsteen quando posso ascoltare Rising Force o Trilogy? Voto 78. ASPETTI POSITIVI: tecnica smisurata, due belle canzoni, belle parti con l\'acustica. ASPETTI NEGATIVI: troppo pomposo, assenza di pause, cantato buono ma non ottimo; i suoni della batteria |
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Malmsteen dove sei? Pessimo. |
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A me è piaciuto molto... che ci posso fà  |
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ho un disco flex "BLACK STAR" di YNGWIE MALMSTEEN QUANTO ME LO VALUTATE? |
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Sono un fan di Yngwie da quando avevo 12 anni , quando vidi per la prima volta"Live in Leningrad"...ok, faccio fatica a dirlo ...ma basta! Penso che l'ultimo disco piacevole da ascoltare sia stato Alchemy! Dopodiché non ne ha azzeccato più uno!...war to and all Wars è stato l'inizio della fine! Anche se devo dire che sopra ci sono anche delle belle canzoni! Ma o si fa produrre e "seguire" da uno bravo o pian piano comporrà solo che per se stesso...oltre a suonare, produrre, farsi la copertina etc. etc. Dovrà anche comprarlo! |
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La deve smettere.
Punto. |
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Effettivamente con l'acustica avrebbe nuove cose da dire, e non sarebbe il primo virtuoso ad applicaghsi alla classica , vedasi Leo Lotte con il suo leggendario 6 & 12 string guitar |
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Con le capacità che ha ancora yngwie potrebbe fare anche altri generi musicali, tipo folk (vedere a proposito un video su YouTube dove suona la classica a tavola con altri musicisti , divertentissimo) ,piuttosto che avere collaborazioni con cantanti di un certo livello ,cioè .. il suo egocentrismo e' così delirante che non si rende conto di essere diventato ridicolo a fare sempre le stesse cose da 30 anni con produzioni oscene (perché le fa a casa sua ) e senza un fottutissimo cantante con i controcazzi ! E basta ! |
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sta robaccia non dovrebbe neanche essere messa sul mercato... semplicemente vergognoso |
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Ascoltato per curiosità.. Dopo il 73 all'Ultima "Fatica" di Pino Scotto, va bene tutto.. Sei e mezzo meno uno ci sta... |
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Si anche Fusco, effettivamente |
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Galeppini o Ferdinando Fusco? |
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64? Con quella produzione da demo anni '90? |
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Grazie a Youtube ho potuto ascoltaghe parecchi brani tratti da quest'album, beeeeeee', la solita autocelebrazione, la solita velocita' esasperata intrisa di virtuosismo che oramai non stupisce piu'......E sul suo canale official ha disattivato i commenti e i Mi piace.... Coda di eeeeeeeee paglia ? La copeghtina eeeeee' un garbato omaggio alllo stile del mitico Aurelio "Galep" Galleppini, storico disegnatore di Tex Willer. |
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Bella questa definizione!
Mai interessato il personaggio e il genere in generale.
Certo che la copertina stessa è un manifesto alla DECADENZA!! |
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l'Adriano Celentano dei guitar heroes |
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Malmsteen non sta bbene da anni!! (Cit. Richard Benson) , è chiaro che ormai malmsteen non ce sta cor cervello, dal '98 (con l ottimo "facing the Animals" e con un cantante serio) che non fa altro che produrre dischi osceni, mal registrati (penso che con un qualsiasi programma free trovato su internet si ottenga un lavoro migliore, e addirittura con lui alla "vosce".. è chiaro che malmsteen ormai è da ricoverare . |
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tutta la sua bravura come chitarrista..e non si discute..la butta via per egocentrismo..ma deve per fozra cantare e fare registrazioni ??..prima o poi lo capira'... |
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Voterò 40 sto disco. Perché Malmsteen si deve vergognare. Con quale coraggio mette sul mercato una cosa registrata così male? Solo per la qualità di registrazione sto disco perde il 90 per cento del suo già scarso valore. L'unica cosa che ha fatto in fase di registrazione è stato alzare i fader delle tracce di chitarra al massimo...e basta. Il resto non pervenuto...anche se lo scempio totale è la batteria, che sembra realizzata con software anni 80 usati tra l'altro male. Sui pezzi boh a me passa la voglia di sentirli, mai così poco ispirati, stessa solfa e stessa frittata rigirata 1000 volte. Ah si poi canta, perché ovviamente oltre che a saper registrare benissimo il nostro sa anche cantare benissimo. Mio dio che ciofeca! |
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Quel rullante falso lì ha più o meno lo stesso suono che avevo io in spiaggia, da piccolo, quando sentivo le canzoni in radio e cercavo di imitare il tempo della batteria, colpendo i secchielli di sabbia rovesciati con la paletta di plastica....io comunque la sufficienza gliela do. |
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Spendendo 500 euro assoldava un cantante trovato su youtube e faceva mixare il disco a un qualsiasi appassionato con cubase in versione gratuita...sarebbe stato un discone, ma lui è Malmsteen... |
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Quoto pienamente Vitadatrasher che in poche righe ha sintetizzato il tutto. E pensare che nei primi anni '80 il giovanotto sembrava l'inarrivabile astro nascente, il nuovo Blackmore e via discorrendo e invece sono bastati due o tre dischi per far crollare il castello di note fritte e malregistrate che questo eccellente virtuoso dello strumento, quanto arrogante sbrodolone, ama propinare quando gli fa più comodo. Ricordo il suo concerto al Rolling Stone nel '88 (5/12 per la precisione, e che avventure per arrivarci...) come uno dei più noiosi in assoluto al quale ho assistito, e io di concerti ai vecchi tempi ne ho visti tanti... Questo disco manco lo ascolterò, sarà sempre la solita storia, canzoni senza pathos, produzione di scarsa qualità, il pieno di sbadigli. Fatalità ma proprio fatalità ieri sera tornando dal mare ho messo in autoradio " Rising Force" e manco sono riuscito a finirlo (ho dovuto dar ragione alla dolce metà che a un certo punto esasperata me l'ha fatto togliere...); voglio dire il disco di "Black Star" e "Evil Eye", quello del Grammy Awards (che per me conta nulla) e che ora faccio fatica a digerire, per cui figuriamoci se dovessi ascoltare questo....Pur non rinnegando il passato, della serie " ci eravamo tanto e intensamente amati", ma è durato poco poco....
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Gli strumentali mi piacciono molto, anche se é sempre la stessa formula (ma questo vale per 99/100 della musica in uscita: se Bonamassa suona un blues la gente impazzisce). Il problema principale é che questo sembra un demo: sia per la produzione, sia perché c'é un tizio che fa tutte le tracce da solo. In ogni caso ho comprato il vinile rosso e lo ascolto volentieri. |
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Fa cose sbalorditive tecnicamente e con una disinvoltura e pulizia incredibili.
Chi si esalta con tutto ciò ok, chi ama un po di "pathos" compositivo e anche di unicità, no. Non ha mai inventato nulla se non applicare su di una fender, scale di musicisti di 200 anni fa. Segarsi come lui con l'attrezzo è il sogno di tanti chitarristi e la sua tecnica è pornografica e il porno tira più dell'eros....Comprategli i dischi che fare il pieno al cavallino rampante costa. |
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Disco di una schifezza unica .... Torna nella caverna ... E non farti vedere ( sentire ) più....!!!!!!! |
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Certainement pas! (e ho scritto anche troppo...). Jusqu'à la prochaine fois. |
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Preferisco i Parabellum colombiani lol |
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un piattume unico... registrazione orrenda e songwriting imbarazzante |
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Non sono riuscito neppure ad ascoltarlo tutto. I Pezzi per un fa potrebbero pure andare bene, sono il suo stile, le solite cose che fa, molto simile alla produzione dei suoi anni 80 (con l'esclusione di eclipse forse, che era un po' più hard rock) con brani barocchi, minori armoniche e tutto l'ambaradan di arpeggi. Ma è prodotto talmente male che è difficile da tenere in ascolto. La batteria sembra provenire da una registrazione in una caverna attigua lo studio, con un riverbero tutto suo diverso dal resto, l'eq mi pare cupa e confusa, e ci sono delle compressioni che rendono il tutto decisamente poco equilibrato, col suono con un attacco bestiale che poi si smorza di colpo. Boh. Lo accetterei da uno senza sponsor alle prime pubblicazioni, autoprodotto per risparmiare. Così mi pare un insulto. |
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Purtroppo io soffro di Bortolite, dalle mie parti si dice bortolo uno che è senza soldi o ne ha pochi, quindi non penso di poterlo comprare. Prima di giudicare il disco spero di ascoltarlo in cd o in vinile , a me la produzione non dispiace del tutto, sembra un demo, ma da uno come lui c'era da aspettarselo  |
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Dai, seriamente. Ma perchè vedo tutta questa paura nel bocciare questo disco? Prodotto da cani, canzoni senza la minima emozione, è la conferma che ormai Malmsteen è bello che bollito. Fossi in lui me ne fregherei altamente dei dischi, e camperei solo ed esclusivamente di live. 40, l'ho ascoltato due volte e forse è stato anche troppo. |
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Resta da capire tu dove ti posizioni....  |
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In questo sito le persone o litigano o scrivono cazzate |
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ParaBRUTTUM  |
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INFORMAZIONI |
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Music Theories Recordings
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Tracklist
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1. Wolves at the Door 2. Presto Vivace in C# minor 3. Relentless Fury 4. (Si Vis Pacem) Parabellum 5. Eternal Bliss 6. Toccata 7. God Particle 8. Magic Bullet 9. (Fight) The Good Fight 10. Sea of Tranquillity
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Line Up
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Yngwie Malmsteen (Voce, Chitarra, Basso, Tastiere, Batteria)
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RECENSIONI |
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