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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Rivers of Nihil - The Work
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08/10/2021
( 2281 letture )
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Dopo i primi tre lavori, l’interesse attorno ai Rivers Of Nihil ha maturato una continua ascesa sia da parte dei fans sia da parte degli addetti ai lavori; pertanto, l’uscita del loro quarto è stata attesa con parecchio fervore in quanto ci si aspettava la consacrazione definitiva dal quintetto della Pennsylvania. Prodotto dalla Metal Blade, composto da undici tracce per poco più di un’ora di musica ecco quindi The Work, l’opera più ambiziosa ed articolata proposta finora dal combo d’oltreoceano. Un disco di fusione in cui si mescolano death, progressive, jazz, elettronica ed industrial, un disco mastodontico sotto ogni aspetto, opulento, ricco, in cui la band aldilà del mero aspetto tecnico esecutivo ricerca una costante melodica che attiri magnetizzi senza affaticarlo.
Una concezione discografica di questo calibro porta con sé una decisa e necessaria ricerca di produzione dello spettro sonoro, in pieno stile americano i suoni sono quindi molto grossi e digitali, seppur ben bilanciati in dinamicità con le parti acustiche e le divagazioni elettroniche. Una piccola menzione va necessariamente fatta alla voce di Dieffenbach che compie un grande lavoro sia nei chorus che nelle clean e ovviamente nel growl e negli sporchi in generale. The Work porta con sé quindi l’ardito compito di coniugare l’animo più cervellotico e celebrale della band con il suo spirito più emozionale e sentimentale, tutto ciò in ogni aspetto: compositivo, esecutivo e d’ascolto. Concettualmente un’asticella da scavalcare posta molto, molto in alto. Ad aprire la tracklist abbiamo The Tower essenzialmente basata su una leggera melodia sulla quale si articola un bellissimo intreccio ritmico tra basso e voce. Dreaming Black Clockwork è un brano di Meshugghiana reminiscenza sia sonora che ritmica con aperture e divagazioni dinamiche che si spingono verso lidi più melodici e a tratti elettronici. La successiva Wait ha un inizio in salita, fatica a decollare, successivamente però il brano si articola in una piacevolissima discesa musicale dai tratti progressive che si gettano nella successiva Focus che con i suoi tratti industrial, oscuri e vorticosi ci pone in luce una sezione ritmica incisiva e massiccia, altresì ottima la prova vocale. In Clean vengono riproposti gli assalti sonori di scuola Meshuggah, l’intensità e l’aggressività la fan da padrone, intervallate da parti clean leggere e ben strutturate. Il giro di boa di The Work viene effettuato con due dei migliori pezzi proposti in scaletta, ossia The Void From Which No Sound Escapes e More? in cui la struttura, la qualità compositiva, gli scenari musicali intrapresi e la fluidità di sviluppo raggiungono la loro forma migliore. A dare un break ci pensa Tower 2, suite principalmente strumentale che riprende l’omonima sorella in apertura del disco e successivamente confluisce in Episode uno degli episodi più controversi del disco, in sé non all’altezza degli standard fin qui proposti. Maybe One Day posta in pre-chiusura può esser letta come uno stretching dall’ascolto, un defaticamento melodico dalla piacevole parte strumentale anche se il brano stenta a decollare a pieno, poco male poiché con la successiva, nonché ultimo pezzo Terrestria IV i Rivers Of Nihil piazzano il gran finale maestoso che il disco si merita, uno dei brani meglio concepiti e realizzati dell’opera.
Siamo quindi di fronte ad un album complicato che necessita di comprensione ed assimilazione, il che richiede tempo e più ascolti. Circoscrivere questi ragazzi in un genere o in qualsiasi limitazione o denominazione è l’errore maggiore che si possa fare, la loro forma di massimo splendore è raggiunta tramite una libertà anarchica musicale, come in questo nuovo disco ampiamente dimostrato. Ci sono influenze, ci sono richiami certo, ma c’è stile e c’è personalità, The Work con tutti suoi momenti musicali, sia alti che bassi, si pone come un grande puzzle musicale, fatto di centinaia di piccole tessere che a poco a poco vanno a creare una grande immagine. I Rivers Of Nihil al fronte di una, comunque, giovane età hanno finalmente lasciato un forte segno nella loro carriera e hanno disegnato un grande spartiacque al fronte del quale il proprio futuro è tutto nelle loro ormai sapienti mani e menti.
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6
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Non ho apprezzato la produzione e certe derive deathcore dei riff e delle ritmiche, soprattutto la prima parte del disco ne risente... La dinamica poi è fastidiosissima, piatta e ipercompressa nelle parti distorte e son talmente basse le parti clean da far fatica a essere sentite. Questione anche di speakers probabilmente, fatto sta che per me The Work è la delusione dell'anno. Where Owls mi aveva commosso, questo disco a parte due tre pezzi mi annoia parecchio... Peccato, son comunque contento che i Rivers stiano guadagnando la notorietà che si meritano |
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5
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Ottimo lavoro di una band con talento, idee, ottimi testi.. Tutto come meglio deve essere. 80 anche per me |
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4
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Band in continua ascesa: tante idee, musicisti tecnicamente dotati, imprevedibilità. Disco ottimo e spero che dia loro quel tipo di visibilità che permette di vivere con la musica. |
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3
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Mi disintossico dal nuovo Unto Others e passo a questo. Il precedente era una perla, ricordo con piacere la prima parte: superba, davvero. |
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2
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Band veramente capace che con questo lavoro, ancora più che con il precedente, riesce ad elevarsi dalla massa di band progressive death metal americane. Voto 85, ma può crescere con gli ascolti. |
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1
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top ten di fine anno personale.chapeau |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. The Tower (Theme From “The Work”) 2. Dreaming Black Clockwork 3. Wait 4. Focus 5. Clean 6. The Void From Which No Sound Escape 7. More? 8. Tower 2 9. Episode 10. Maybe One Day 11. Terrestria IV: Work
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Line Up
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Jake Dieffenbach (Voce) Brody Uttley (Chitarra, Tastiere, Programming) Jon Topore (Chitarra) Adam Biggs (Basso, Voce) Jared Klein (Batteria)
Musicisti ospiti: James Dorton (Voce nelle tracce 9, 11) Grant McFarland (Violoncello nella traccia 6) Zach Strouse (Sax nelle tracce 1, 2, 6, 9, 11)
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RECENSIONI |
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