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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Conan - Evidence of Immortality
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25/10/2022
( 1043 letture )
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A distanza di quattro anni dal precedente Existencial Void Guardian , i “cavernicoli” del doom inglese tornano con la loro quinta fatica in studio. Assestata oramai la formazione dal 2017, i Conan hanno raggiunto in breve tempo uno status di band culto tra gli appassionati del doom, distinguendosi insieme a poche altre band -gli High on Fire di Matt Pike su tutti- per la violenza sonora con cui propugnano la loro musica. Un doom diverso da quello a cui l’ascoltatore è abituato, che strappa elementi dallo stoner, dall’heavy metal e dallo speed più selvaggio.
I nuovi brani non rivoluzionano la formula inaugurata dalla band sin dal 2012, ma ciò che ci viene presentato risulta "pesantemente" efficace. Dalla prima traccia A Cleaved Head No Longer Plots che dà una rinfrescata alla nostra memoria sul sound della band, passiamo alla distruttiva Levitation Hoax che con un blast beat iniziale ci seppellisce in ritmi doomeggianti, mentre le urla di Jon Davis, demoniaco cantore di presagi di morte, cantano l’ineluttabilità del fato. Più classiche risultano invece Equilibrium of Mankind e Righteous of Alliance, quest’ultima caratterizzata da un bel cambio ritmico in cui il basso di Chris Fielding -al quale è stata affidata anche la cura dei suoni del disco- sul finale sopraffa' gli altri strumenti che a seguito di un feedback ci schiacciano in un soffocante finale, scandito dalla mastodontica batteria di Johnny King. Il batterista irlandese risulta essere un vero e proprio motore per i Conan, le sue ritmiche si alternano tra la pesantezza angosciante e le cavalcate, dando all’eco delle battaglie cantate dagli inglesi, un tappeto ritmico che spicca per la sua eterogeneità. È proprio la diversità nell’approccio, per quanto possa sembrare atipico in un gruppo del genere, che ci regala la perla speed metal Ritual of Anonimity; oppure la tormentata Grief sequence una strumentale dal sapore gotico di quasi 15 minuti, in cui ad accompagnare i tre si affianca l’ex bassista Dave Perry, questa volta dietro la tastiere, che con il suono di un synth davvero raccapricciante riesce a far accapponare la pelle all’ascoltatore. Quest’ultima traccia si può considerare un preludio all’EP successivo della band, Monnos Darkwave, caratterizzato anche esso da due strumentali suonate al synth.
Il sound della band, nonostante risulti più "pulito" rispetto alle prove precedenti, non perde di pesantezza, risultando in linea con le sonorità proposta dal trio inglese. Evidence of Immortality soddisferà pienamente sia gli amanti dei “grassi” riff dei Conan che chi si approccia per la prima volta alla band di Liverpool. Non ci si poteva aspettare un album diverso da una band del genere, che ci stupisce inoltre con una strumentale che nella sua difformità riesce ad amalgamarsi perfettamente con le loro sonorità. La domanda che ci si pone, ascoltando quest’ultima traccia -e il successivo EP- è dove approderanno gli inglesi con queste composizioni funeree che li avvicinano più ai Goblin o –udite udite– agli Abysmal Grief. Per il momento non è importante, ora è meglio farsi scaraventare dal loro gigantesco sound nel campo di battaglia, tentando di dare prova della propria immortalità.
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2
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Band che adoro, li ascolto SOLO in cuffia (di quelle che arrivano a rombare nei subbassi) così mi perdo nel brodo primordiale del Riff cavernicolo. Quasi sperimentali per le loro medie, ma chissenefrega come i Ramones. |
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1
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Visti dal vivo 4 anni fa . Gran bella band. Ascolterò sicuramente questa loro ultima fatica |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. A Cleaved Head No Longer Plots 2. Levitation Hoax 3. Ritual of Anonymity 4. Equilibrium of Mankind 5. Righteous Alliance 6. Grief Sequence
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Line Up
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Jon Davis (Voce, Chitarra) Chris Fielding (Basso) Johnny King (Batteria)
Musicista Ospite: Dave Perry (sintetizzatore)
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RECENSIONI |
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