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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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28/11/2022
( 1037 letture )
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L’ottavo disco in casa Karg giunge con cadenza metronomica (come dal 2008 ad oggi per tutti i dischi della band) a due anni esatti dal suo predecessore e prende il nome di Resignation. Non si può di certo dire che J.J. sia un musicista di poca ispirazione, visto il cospicuo e continuo materiale che tra questo e forse il suo più celebre progetto parallelo Harakiri For The Sky continua a produrre e dare alle stampe. Quello sotto l’effigie Karg per dover di cronaca è il primogenito e propone fin dai suoi albori una miscela di black metal, hardcore e post-“varie”. I toni sono piuttosto melodici per ciò che concerne le musiche, mentre le radici hardcore emergono più nelle linee vocali. Questa miscellanea musicale prosegue anche in quest’ultimo lavoro, prodotto dalla AOP Records e formato da quattro tracce inedite, più due cover bonus track, il tutto per circa cinquantatré minuti di musica.
Resignation beneficia di una produzione compatta e potente, le due principali anime musicali ossia quella strumentale (più soft e delicata) e quella più estrema (più heavy e aggressiva) convivono piacevolmente in un buon gioco di dinamiche musicali, tuttavia nelle sezioni più estreme l’impasto sonoro tende a esser a tratti poco nitido, effetto risultante sicuramente voluto e ricercato ma che alla lunga crea una certa sensazione di pesantezza e staticità di ascolto per chi non è avvezzo a certe tipologie di sonorità. La scelta infine di un cantato in stile hardcore/post intrinsecamente monotòno ne caratterizza unicamente il prodotto: se si riesce a estrapolare il cantato e ci si approccia solo alle musiche Resignation parrebbe un disco completamente differente.
Stilisticamente la musica contenuta nel disco si muove su un saliscendi continuo tra aperture melodiche leggere ed eteree e partiture serrate, intricate, cariche di rabbia e frustrazione, fin dall’opener Was Bleibit. I toni si fanno leggermente più aggressivi con le oscure tonalità di EBBE//FLUT, brano in cui la voce e il muro sonoro chitarristico la fanno da padrone, per poi aprirsi quasi inaspettatamente in un ponte in cui una voce parlata si prende la scena. Gli ultimi due brani inediti Grab Der Wellen e Generation Ohne Abschied infine sono caratterizzati da una fredda emotività intrinseca; i riff si fanno ancor più complessi e le atmosfere prendono una deriva di sensazioni glaciali, quasi scandinave. Una nota infine sulle due bonus track (entrambe cover) classificabili più come re-interpretazioni molto personali, in quanto tradotte in lingua tedesca e dipinte di tonalità completamente “Karg”: scelta che si può considerare coraggiosa, opinabile, condivisibile o persino inammissibile, ma che riesce a dare uno spunto di colore completamente differente a questo Resignation.
L’ottavo disco dei Karg è contemporaneamente il più intimo ed il più complicato lavoro prodotto fino ad ora da J.J., che, dopo un lungo periodo da solista, è riuscito a formare una vera e propria band di musicisti di talento, che creano una efficacissimi amalgama sonora. Contestualizzato in un genere di non facile ed immediato approccio, Resignation non presenta nessun evidente punto debole. Le sensazioni che esprime la musica qui contenuta si fonde alle tinte di un artwork particolarmente azzeccato, il titolo rispecchia ciò che viene descritto nei testi e la sofferenza e la disperazione con i quali vengono urlati sintetizza tutto ciò. Non è un disco per tutti, non è un disco one-shot, Resignation richiede attenzione e necessità quasi di immergersi in esso; un’esperienza che merita di essere fatta almeno una volta.
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4
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Caruccio, ma niente di esaltante. 70. |
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3
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Particolare poi la scelta di utilizzare un dialetto austriaco della zona montuosa vicino a Salisburgo. Lo stile post-hc delle vocals, harsh e urlate ma non troppo, consente un po' di accorgersene. |
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2
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L'ho ascoltato stasera, non è un progetto che conoscevo, e mi ha piacevolmente e positivamente colpito. Dimostra come puoi creare un sound molto personale semplicemente attingendo da diverse influenze, anche molto evidenti spesso, ma sapendole ben riamalgamare e mettendoci ovviamente una buona dose di ispirazione. |
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1
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Disco secondo me ottimo, ma d'altronde adoro tutta la sua produzione, solista e negli Harakiri. Ha un gusto per la melodia incredibile e una capacità unica di mescolarla con la crudezza dell'hardcore da cui nasce e del black metal più spurio.
Piccola nota, i musicisti citati in line-up e di cui nella rece si parla come vera e propria band sono in realtà dei guest, la band è e rimane composta ad oggi dal solo JJ.
Inoltre in tutte le tracce ci sono collaborazioni con altre band e altri cantanti che forse andrebbero segnalate, anche questo rendono questo lavoro leggermente diverso dal resto della discografia Karg.
Per me comunque anche 82. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Was Bleibit 2. EBBE//FLUT 3. Grab Der Wellen 4. Generation Ohne Abschied Bonus Track: 5. Einen Traum Weiter Dort Fangen Wir Das Licht 6. Fieberherz
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Line Up
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J.J. (Voce, basso, Glockenspiel) Daniel Lang (Chitarra, Voce) Chris Purch (Chitarra, Voce) Georg Trascwandtner (Chitarra) P.F. (Batteria)
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RECENSIONI |
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