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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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05/07/2023
( 1324 letture )
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Ci risiamo, senza pietà, senza la volontà di dare tregua all’ascoltatore o forse con l’intento di non abbandonarlo nella normalità di composizioni canoniche, alimentando le atmosfere lisergiche e progressive di cui si fanno portatori, i Motorpsycho tornano con un nuovo disco.
Questa volta i norvegesi, rimasti un duo in seguito all’abbandono del batterista Tomas Järmyr -che ha comunque partecipato agli arrangiamenti del disco-, si lanciano in una produzione semi acustica vicina al folk rock della scena sessantiana e settentiana inglese. Le composizioni vedono i due membri storici Bent e Snah donare all’ascoltatore un’esperienza musicale diversa, leggera per quanto riguarda le sonorità ma non per quanto riguarda la struttura delle canzoni. Parliamo pur sempre di due folli che sfornano un album l’anno ponendo come marchio di fabbrica l’eterogeneità delle composizioni.
Un mood positivo quello proposto da Yay!, già dall’opener Cold and Bored, l’approccio inusuale della band stronca ogni risentimento nell’animo umano: si entra in macchina pronti a fare esplodere lo stereo di riff pesanti, ma ci si ritrova nella pace dei sensi. E veniamo accompagnati dalle sonorità oniriche di Sentinels che ricordano lo stampo di Syd Barrett, oppure le composizioni del leggendario Nick Drake, rinvenendo anche quell’anima malinconica che emerge violentemente negli ascolti di Timothy’s Monster e Blissard.
Si può definire il full lenght un disco intimista, come un paesaggio montano nel periodo estivo, mentre la nostra autovettura raggiunge la sommità al tramonto del sole.
La cupa tranquillità di Patterns, la leggerezza di Dank State e le venature folk pure di WCA mentre si è pervasi da un senso di armonia capace di scacciare la negatività di un momento più buio. E la stessa cosa vale per i brani seguenti Real Again e Loch Meaninglessness & The Mull of dull, impregnate della matrice Motorpsycho che abbiamo apprezzato nel post rock delle loro composizioni novantiane. E lo scorrere della tracklist si ferma per un attimo nella imponente Hotel Daedalus, elettrica suite in cui gli “psicopatici” norvegesi nei 7 minuti recuperano le atmosfere del passato in tutta la loro maestosità. E la solennità del brano vira verso la pacificazione nel finale del brano dopo un’esplosione sonora. Dopo questo sfoggio onirico seguono la bucolica strumentale Scaredcrow e il folk di The Rapture, brani che lasciano inalterata l’atmosfera del disco, tasselli di un nuovo capitolo della band norvegese che non può non stupire e soddisfare anche l’ascoltatore meno avvezzo a tali sonorità.
I brani di Yay! sono all’apparenza meno ostici all’ascolto rispetto alle composizioni a cui ci hanno abituato i norvegesi, ma la realtà è un’altra, perché ci vuole del genio nel riuscire ad imprimere in un sound più leggero la natura di un band. C'è poco da soffermarsi a riguardo, per quanto atipico -mica tanto considerando anche le sperimentazioni fatte con Tussler o con alcune composizioni provenienti da Trust Us e altri full lenght di cui è difficile fare un elenco- è un disco al cento per cento marchiato dall’anima dei Motorpsycho, sia per il livello tecnico che per la struttura dei brani, capace di infondere all’ascoltatore un’infinità di sensazioni e di immergerlo completamente nel loro universo sonoro.
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Davvero un ottimo lavoro... spiazzante visto i loro precedenti. Mi hanno spiazzato almeno quanto l\'ultimo lavoro degli Avenged Sevenfold.
85 per me ! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Cold and Bored 2. Sentinels 3. Patterns 4. Dank State 5. W.C. A. 6. Real Again (Norway Shrugs and stay home) 7. Loch Meaninglessness & the Mull dull 8. Hotel Daedalus 9. Scaredcrow 10. The Rapture
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Line Up
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Bent Sæther (Voce, Basso, Tastiera, Percussioni) Hans Magnus "Snah" Ryan (Chitarra, Tastiera, Voce)
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