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19/09/24
GIANCANE
ARCI BELLEZZA - MILANO
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King Gizzard and The Lizard Wizard - PetroDragonic Apocalypse
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31/12/2023
( 5802 letture )
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I King Gizzard and The Lizard Wizard sono sicuramente tra le band più originali e folli apparse sulla scena negli ultimi anni. La band australiana ha infatti prodotto, dal 2012 ad oggi, la mostruosità di ben ventiquattro album in studio (compreso il qui presente PetroDragonic Apocalypse or, Dawn of Eternal Night: An Annihilation of Planet Earth and the Beginning of Merciless Damnation) una quindicina di album live ed un numero imprecisato di demo e compilation. Probabilmente, mentre sto scrivendo queste righe, la band sta già rilasciando qualche nuovo lavoro. Definire la musica dei King Gizzard and The Lizard Wizard è quantomeno arduo, visto che la band salta con sorprendente naturalezza da una forma di musica all'altra: psych rock, pop, garage, prog, r&b, jazz, heavy e thrash metal, nonché interi dischi composti con strumenti esotici microtonali. Tutti questi e altri sottogeneri sono entrati, in un modo o nell'altro, nei dischi della band australiana, spesso miscelati insieme. Di sicuro questo ultimo lavoro dal titolo chilometrico rientra in pieno nei confini dell'heavy e dell'hard rock. Come già detto non è la prima incursione della band nel campo del metallo pesante, l'album Infest the Rats' Nest, del 2019, proponeva del thrash metal grezzo, con sfumature stoner e doom. Con PetroDragonic Apocalypse gli australiani tornano quindi alle sonorità pesanti, ma questa volta producendo un lavoro molto più bilanciato, rifinito, e assolutamente da ascoltare.
Stando alle dichiarazioni del frontman Stu Mackenzie, PetroDragonic Apocalypse dovrebbe essere il primo di due album musicalmente differenti, ma uniti da una sorta di concetto yin e yang, e quindi in qualche modo complementari. Il mondo post-apocalittico della saga di Mad Max tratteggiato da un altro illustre australiano, George Miller, viene evocato dai testi del platter, che può essere considerato un concept album dove le canzoni, legate l'una all'altra, producono una sorta di lungo racconto in cui un'umanità allo sbando si agita sullo sfondo di un mondo devastato da guerre, inquinamento, cambiamenti climatici e popolato da streghe, draghi e chi più ne ha più ne metta. Il classico calderone di tematiche heavy metal, insomma, tratteggiato in maniera esemplare da esaltanti composizioni sonore in cui le cavalcate a tutta velocità dei Motörhead flirtano con le atmosfere psichedeliche e alternative metal dei Tool. È questa l'impressione che si ha infatti all'ascolto di brani come Motor Spirit, Supercell e Dragon, in cui chitarre dal suono secco e tagliente inanellano riff su riff, supportate da un comparto ritmico che alterna corse a perdifiato a stacchi in cui si inseriscono ritmiche tribali e fraseggi di chitarra e basso che danno vita a parti strumentali molto evocative. I King Gizzard and The Lizard Wizard mescolano con autentica maestria e buon gusto le sonorità dell'hard rock e dell'heavy di stampo settantiano con quelle del metal moderno, un'operazione non priva di rischi, ma in questo caso perfettamente riuscita. Così è facile cogliere nitide vibrazioni prog nella splendida Witchcraft, e allo stesso tempo apprezzare il moderno crossover tra stoner, power e thrash di un brano come Gila Monster. Nella traccia finale Flamethrower, linee melodiche e parti di testo si riallacciano direttamente alla prima traccia, chiudendo il cerchio e terminando il folle viaggio all'interno del mondo multicolore di PetroDragonic Apocalypse.
I King Gizzard and The Lizard Wizard si confermano ancora una volta musicisti dal talento poliedrico e smisurato. Se è vero che uno dei punti di forza della band australiana è certamente il loro spirito goliardico e il non prendersi mai troppo sul serio, produrre un album del livello di PetroDragonic Apocalypse tra i numerosi lavori sfornati a distanza di pochi mesi gli uni dagli altri è altresì indice di una inesauribile vena creativa e di una sbalorditiva padronanza dei propri mezzi. Tra le tante forme che la musica dei King Gizzard and The Lizard Wizard ha assunto negli anni, quella dell'heavy metal sembra calzare a pennello a questi eccentrici musicisti. Speriamo che continuino su questa strada.
Non fatevi sfuggire questo disco.
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Ganzi davvero..ottimi musicisti e proposta interessante. |
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Band folle. Ho avuto modo di ascoltare questo LP sul tubo e l\'ho trovato stupendo. |
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Difficile che sia quello. O è un gruppo inventato (in questo caso consiglio di ascoltare i Blood of Prometheus, fantastici) o è il soprannome di un gruppo più famoso. |
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@No Fun: Sul web dà come risultato un gruppo indie/pop rock israeliano trasferitosi in Italia intorno al 2016, ma non più attivo. |
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#22 Chi sono i Crunchies? |
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Cazzo ragazzi che album! La chitarra spacca sempre un sacco, è assurdo che gruppi nuovi tirino fuori sti pezzi qua, mi ricordano tanto quando ascoltavo i Crunchies da giovane, con le cassette di mia mamma.
P.S. Motor Spirit è un occhiolino a noi fan dei Crunchies no? È uguale a Feeling, stesso giro di chitarra. |
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Tornando a Mike Patton, anche io penso spesso a Mister Bungle, Fantomas e Tomahawk quando ascolto la discografia dei King Gizzard.
Con lui condividono la vena sempre ironica e dissacrante.
Poi di certo Patton è unico.
ma credo di poter salvare questi ragazzi dalla mediocrità generale, nonostante anche solo per ragioni anagrafiche sia più legato ai deliri del grande Mike. E di tutti i musicisti che lo hanno accompagnato. |
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Gradirei una recensione di Infest the Rats\' Nest.
I King Gizzard sono in queste pagine per caso, hanno fatto solo due album metal, in tutta la loro già enorme discografia.
Poi ogni tanto inseriscono qualche pezzo più duro, ma allo stato attuale gli unici due album di metallo sono questi due.
Il resto è un caleidoscopio di generi, musica microtonale, strumenti inusuali.
Petrodragonic per me è 96.
Una bomba.
Recensori, ascoltatevi anche Infest, molto più ruvido e semplice ma molto interessante. |
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Più che una band, un concentrato di esaltati dalle infinite doti musicali che sprecano il loro tempo a suonare senza prendere una direzione precisa. Così sono bravi tutti, il difficile è comunicare davvero qualcosa nel modo giusto senza ammorbare la platea con 10 uscite all\'anno che sembrano più dei divertissement che opere longeve. Della serie, se non sei mike patton, vola basso. |
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Hanno rilasciato una nuova versione dell\'album dove hanno tagliato Gila Monster e ridotto la durata di Dragon ad un livello più umano.
Ora tutto l\'album scorre molto meglio. |
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Boh. Ascoltato, sanno suonare, ma veramente boh. Non so dire se mi lascia indifferente, mi faccia schifo o mi piaccia. |
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Ho ascoltato il disco prima di leggere la rece e poi l\'ho letta per vedere se c\'era il nome della band alla quale ho pensato subito anch\'io, e c\'è: i Tool. Sono dei Tool velocizzati, con la spirale del loro gorgo che viaggia il doppio e non va giù nel buio ma risuona bella fiammante. Mi piace, gran bel disco. Non avevo ascoltato quasi niente di loro e sinceramente non ricordo cosa ho ascoltato tra le decine di uscite che hanno fatto. Pensavo \"no non lo ascolto perché ne hanno fatti troppi e chi ha voglia di sentirli, alla larga\" ma poi i commenti positivi mi hanno incuriosito. Veramente bello. |
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Quoto Jad, miglior album Metal del 2023 anche per me.
Conosco molto bene tutta la loro discografia, psichedelici e atmosferici sempre, sorprendentemente violenti e a loro agio in veste metal.. sempre.
Oltre a Infest, già in altri album avevano calcato maggiormente il piede sull\'acceleratore (ascoltare ad esempio il brano Gaia), sempre con risultati eccelsi e un sound veramente personale al netto di tutte le loro ispirazioni. Fenomenali. |
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Quoto Jad, miglior album Metal del 2023 anche per me.
Conosco molto bene tutta la loro discografia, psichedelici e atmosferici sempre, sorprendentemente violenti e a loro agio in veste metal.. sempre.
Oltre a Infest, già in altri album avevano calcato maggiormente il piede sull\'acceleratore (ascoltare ad esempio il brano Gaia), sempre con risultati eccelsi e un sound veramente personale al netto di tutte le loro ispirazioni. Fenomenali. |
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Band decisamente dall\'appeal unico. Io ho provato ad ascoltarlo varie volte e sebbene ne riconosca la capacità, non ha risuonato. Ma la qualità c\'è tutta. Oggettivamente sono notevoli. |
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Mai sentiti nominare in vita mia, ma dopo questa recensione e alcuni commenti sono proprio curioso di ascoltare qualcosa. |
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10
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No, e nemmeno quelle degli album pubblicati dal 2022 in poi. Verranno dopo, presumo quando ci saranno previsioni di ritorno di investimento. |
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9
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Ma non c\'è la versione in CD? |
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8
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Miglior album metal del 2023 per quanto mi riguarda. |
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Prolificità... Scusate. |
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Se molti avessero la loro prolissità probabilmente farebbero dischi di merda. È arte non una catena di montaggio. Loro si vede che funzionano così. |
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5
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Se i Tool avessero la loro prolificita\'... |
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Possibilissimo, se è per questo Buckethead ne ha sformati 617 in quasi 13 anni (numero in aggiornamento), Reuben Christopher Jordan ne ha tirati fuori un centinaio dal 2007 con vari progetti (tra cui Benighted in Sodom), ogni anni Ville Pystynen di Horna/Sargeist se ne esce fuori con un nuovo side project e annessi 4-5 album a botta, Olmo Lipani aka Déhà ha superato quota 100 da qualche anno da quando iniziò nel 2006, ma pure in ambienti simili, ci sono altri gruppi che hanno buttato giù 30 o più album in studio (Osees, quei malati dei The Residents, non parliamo poi di Robert Pollard e i suoi Guided by Voices, siamo al trentanovesimo col suo gruppo e all\'ottantacinquesimo contando tutti gli altri progetti/solo project, credo), basta chiudersi in studio 20 ore su 24, registrare, produrre e masterizzare a catena di montaggio oppue a lavorare senza schemi fissi con 80 gruppi diversi (vedi i considdetti \"giganti\" del jazz fino agli anni 70) e lavorare con un produttore disposto a lavorare 6 giorni su 7 con un solo gruppo (non: con te faccio 2 ore perché poi mi deve arrivare uno che fa lezioni di chitarra con me, prima no perché con quell\'altro faccio ear training 2 ore, ecc.)... Oppure, come il buon Buckethead insegna, spendi 500.000 euro e rotti per costruirti uno studio di registrazione dentro casa o attrezzare una sala, metti su 10000 basi digitali con qualsiasi workstation che ti capita o fai lavorare l\'AI (l\'ultimo della serie è AIVA, tempo 3 mesi e già arrivano producer che scrivono/pubblicano fino a 1000 tracce al mese sempre con gli stessi prompt) et violà, il buffet è servito. Poi uno dice perché certe discografie non finiscono mai... |
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3
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Scusate, ma stavo dando un\' occhiata su Wikipedia e ho visto che si sono formati attorno al 2010 e in 13 anni hanno sfornato 24 album?
Ma come cazzo è possibile? |
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2
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Stavo ascoltando qualcosa, davvero molto bravi. |
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Album molto divertente, sorprendente e suonato come al solito benissimo, secondo gli standard di questa super-eclettica band. Sono passati mesi dal primo ascolto e continua a tornare nelle mie cuffie. E nel frattempo gli australiani hanno pubblicato un altro album con l\'ennesima giravolta di stile. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Motor Spirit 2. Supercell 3. Converge 4. Witchcraft 5. Gila Monster 6. Dragon 7. Flamethrower
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Line Up
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Stu Mackenzie (Voce, Chitarra, Basso, Synth) Joey Walker (Voce, Chitarra, Basso, Synth) Cook Craig (Voce, Basso, Synth) Ambrose Kenny-Smith (Voce, Synth) Lucas Harwood (Synth) Michael Cavanagh (Voce, Batteria, Percussioni, Drum Machine)
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RECENSIONI |
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