|
26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
|
|
|
25/01/2024
( 2627 letture )
|
Attesissimo ritorno in studio per l’iconico maestro del progressive e art rock Peter Gabriel. I/O rappresenta il decimo full-lenght di inediti in studio della carriera solista dell’artista britannico, a ben ventuno anni dal precedente Up. L’intervallo è essenzialmente dovuto ai vari impegni che hanno portato Peter Gabriel, tra le altre attività e tour, ad incidere lavori orchestrali con cover di altri autori e materiale da lui composto e ri-arrangiato, come nel caso di Scratch My Back del 2010 e New Blood del 2011. Il grande ritorno con questo I/O, registrato in vari studi e prodotto magistralmente dallo stesso Gabriel assieme a Brian Eno e Richard Russel, presenta dodici brani proposti ciascuno in due differenti versioni, denominate Bright Side Mix e Dark Side Mix. Artista unico per originalità, estro e classe, Gabriel ha deciso di centellinare e proporre gradualmente i brani con l’uscita di vari singoli nel corso del 2023 in concomitanza di lune piene, fino alla release vera e propria dell’intero album a dicembre.
Il sound proposto è ammaliante, saldamente condotto dall’interpretazione istrionica di un Peter Gabriel vocalmente ancora in eccellente forma a cospetto dei settantatré anni. Accompagnato dal fedelissimo David Rhodes alla chitarra e dalla sezione ritmica sensazionale che ha marchiato molti dei precedenti lavori solisti che hanno fatto la storia del rock, vale a dire il pulsante Tony Levin al basso e Manu Katchè alla batteria e percussioni, autori di una prova monstre, oltre a uno stuolo di musicisti ospiti specialmente in sede di orchestrazioni e cori. Ciò che colpisce è la fluidità e la apparente linearità del songwriting, che limita i passaggi progressive, elettronici e di world music che hanno marchiato una porzione significativa della precedente discografia, pur senza dare una sensazione di eccessiva semplicità e orecchiabilità. I brani sono qualitativamente a livello altissimo, valorizzati da una produzione come non si sentiva da anni nel mondo del rock, e l’idea di presentare i brani in due versioni differenti a livello di mix è un altro aspetto geniale per presentare un range di sfaccettature ancora più ampio. Più rotonda e rock nella versione Bright Side Mix, un po’ più intimista e nuda nella veste Dark Side Mix. Ecco dunque come l’opener Panopticom si rivela un pop sognante e fenomenale, introdotto da arpeggi su cui si innesta il basso prorompente di Tony Levin a sferzare il ritmo assieme al rullante di Manu Katchè, su cui si innesta la voce matura e magnetica di Peter Gabriel, che ci conduce a un refrain di facile presa, tanto azzeccato quanto per nulla banale. Un pezzo che porta alla mente alcuni momenti della discografia più ispirata di Sting. The Court è un brano ritmato, un rock contemporaneo e allo stesso tempo senza tempo con certi richiami ai Beatles, che lascia spazio alla delicatezza di Playing For Time in cui la timbrica inconfondibile di Gabriel conduce in un percorso sognante e successivamente alla strepitosa titletrack, un pezzo da manifesto per capacità di ammaliare pur senza deragliare in inutili complessità, al contrario presentando un andamento essenziale, lineare, con un crescendo magnifico all’altezza del refrain.
>I've got stuff coming out, stuff going in I'm just a part of everything Stuff coming out, stuff going in I'm just a part of everything When the panting is over and the warmth has run out Love will be flowing, I have no doubt With the vehicle in neutral and the ground to be faced I'll be all laid to rest in my proper place Into the roots of an old oak tree Where life can move freely in and out of me The stuff coming out and stuff going in I'm just a part of everything
Four Kind of Horses ammalia per gli inserti elettronici e ambient degni del miglior Mike Oldfield, lasciando spazio alle più ritmate e gioiose Road to Joy e Olive Tree, che riprendono il discorso lasciato da Sledgehammer e Steam. So Much e Love Can Heal d’altro canto emozionano per delicatezza e profondità interpretativa di un uomo maturo e saggio, sostenute da raffinati cori e orchestrazioni in un contesto acustico, elemento caratterizzante della più lunghe, intimista e rarefatta And Still e dalla conclusiva Live and Let Live, con inserti di world music e degna chiusura di un lavoro di indubbia classe.
Peter Gabriel non smette di evolversi, porta il rock melodico a un livello superiore e conferma uno status di classe, gusto e meticolosa attenzione a sonorità ricercate, pur evitando eccessive complessità nel songwriting e presentandosi in splendida forma. Si sentiva un grande bisogno di questa nuova musica, una qualità sopraffina da scoprire ascolto dopo ascolto, un’esperienza sensoriale da apprezzare e centellinare. Vero punto di riferimento. Maestro di art rock senza tempo.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
10
|
Peter ci regala un\'altra opera elegante e suggestiva. Se rapportato a quello che mediamente si ascolta oggi è un miracolo compito da un signore che non smetterò mai di ammirare e ringraziare |
|
|
|
|
|
|
9
|
Album smorto senza niente di memorabile. Più di 20 anni per questo? Peter mi hai proprio deluso... |
|
|
|
|
|
|
8
|
Vado decisamente controcorrente. Album STANCO privo di slancio, tutto un già sentito, senza più anima. Sia nella versione \"Bright\" sia nella versione \"Dark\" siamo lontani anni luce dal III e dal IV e persino da SO. Gabriel aveva fatto benissimo a ritirarsi dalle scene ed era preferibile fosse rimasto solo nei ricordi. Vabbè sembra comunque piacere a qualcuno. |
|
|
|
|
|
|
7
|
Vado un po\' controcorrente perché non mi ha preso più di tanto, questo nuovo disco di Peter Gabriel. Non è un brutto album, sia chiaro ma mi pare parecchio lontano da un album come OVO, dove sperimentava di più. Qui ci sono molti pezzi lenti, poco efficaci a mio avviso e a parte Panopticon, non ho trovato un brano che mi abbia coinvolto più di tanto. Naturalmente non si mette in discussione la produzione e il livello di professionalità dei musicisti, anche perché qui ci sono esperienza, grande tecnica e grandi budget. La parte Dark Side Mix (che non piace a nessuno, leggo...) mi sembra una forzatura molto \"marketing\" o del tipo \"non ho altro materiale, quindi rielaboro quello che ho, per fare un album corposo\". Peccato. Penso sarà difficile faccia un altro album in futuro. Da Up sono passati 21 anni... Au revoir. |
|
|
|
|
|
|
6
|
Altro disco meraviiglioso e da lungo tempo atteso. |
|
|
|
|
|
|
5
|
mi è piaciuto molto, al momento preferisco la versione bright. |
|
|
|
|
|
|
4
|
Dark side tutta la vita, viva Peter! |
|
|
|
|
|
|
3
|
Voto giusto, anch’io preferisco la versione Bright. Leggenda. |
|
|
|
|
|
|
2
|
Concordo forse è troppo presto per giudicarlo come capolavoro ma sicuramente è un lavoro spettacolare |
|
|
|
|
|
|
1
|
Disco bellissimo, la versione \"Bright\" la preferisco. L\'89 ci sta tutto. |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
 |
 |
|
|
|
Tracklist
|
1. Panopticom 2. The Court 3. Playing for Time 4. I/O 5. Four Kinds of Horses 6. Road to Joy 7. So Much 8. Olive Tree 9. Love Can Heal 10. This is Home 11. And Still 12. Live and Let Live
|
|
Line Up
|
Peter Gabriel (Voce, Tastiera, Piano, Programmazioni, Percussioni) David Rhodes (Chitarra) Brian Eno (Sintetizzatori, Programmazioni) Tony Levin (Basso) Manu Katchè (Batteria, Percussioni)
|
|
|
|
RECENSIONI |
 |
|
|
|
|
|
|
|