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26/04/25
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Paul Rodgers - Midnight Rose
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09/05/2024
( 846 letture )
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Avere il piacere di recensire il primo disco solista di Paul Rodgers dopo oltre vent’anni dall’ultima pubblicazione (Electric è infatti targato 2000), è un po’ come un sogno che si avvera, un po’ come ricevere quella chiamata tanto agognata dalla ragazzina che ti piaceva a 14 anni. Sei li che aspetti con la malinconica consapevolezza che, molto probabilmente, non la riceverai mai, per cui ti culli nella speranza, ma niente più. Ecco, sperare in un nuovo disco del cantante britannico, soprattutto alla luce dei gravissimi problemi di saluti che lo avevano afflitto, era un po’ la stessa cosa, ci speri ma sai che sarà difficile. Ed invece ogni tanto i sogni si avverano: giusto per ricordarci che esistono eccezioni che confermano le regole, a fine 2023 Mr. Paul Rodgers ha dato alle stampe Midnight Rose. Come accennavamo poco fa, negli ultimi otto anni il cantante ha avuto gravissimi problemi di salute, leggasi ictus, 2 particolarmente pesanti, ed altri undici (!) fortunatamente più leggeri, i quali gli hanno inibito temporaneamente anche l’uso della parola; oltre a ciò, il nostro nel 2019 fu sottoposto ad un delicatissimo intervento all’arteria carotidea che ha rischiato seriamente di togliere al mondo della musica rock uno dei suoi migliori cantanti di sempre!
Con questi presupposti bene in mente, l’approccio e le speranze nella resa di Midnight Rose erano naturalmente molto cauti, ed il mood sarebbe stato comunque quello di “perdonare” l’eventuale prova non all’altezza che ne fosse risultata, non tanto sulla qualità dei pezzi, quanto piuttosto sulla prestazione vocale del nostro. Fortunatamente la situazione è andata in maniera decisamente diversa! Midnight Rose si rivela infatti essere un piacevolissimo ascolto, di breve durata– poco più di mezz’ora di musica per otto brani–, ma decisamente ben fatto e, soprattutto, con una prestazione vocale di Paul Rodgers decisamente da brividi! Se la qualità dei brani si assesta complessivamente tra il buono ed il decisamente ispirato, l’interpretazione del singer inglese è assolutamente fuori dall’ordinario, e risulta ancora una volta essere sublime, soprattutto se teniamo conto di quanto sopra anticipato. Nonostante tutto, infatti, il nostro non ha perso una briciola della sua capacità di colorare strofe e ritornelli con il feeling, il pathos, la delicatezza ed il controllo vocale che lo hanno sempre contraddistinto. Come è facile immaginare, i brani, scritti quasi nella loro interezza da Rodgers stesso, sono cuciti su misura e si muovono nel suo spettro vocale di confort, in maniera tale da massimizzare il risultato finale (non per niente questo signore scrive musica e calca i palchi da più di 50 anni), motivo per quale ci troviamo di fronte a canzoni che spaziano dal blues, al soul, al rock, passando anche sonorità acustiche e generando un disco con una forte natura cantautoriale ed intimista. Ne è uno splendido esempio la titletrack Midnight Rose, costruita su una struttura composta da chitarra classica, e orchestrazioni, con la quasi totale assenza di suoni elettrici, che di fatto si regge sulla prestazione vocale di un Paul Rodgers in forma smagliante, che colora e rifinisce le strofe ed i ritornelli in maniera quasi commovente; molto bello anche il testo intriso di speranza e amore. Altro pezzo decisamente ispirato risulta essere la solare e spensierata Dancing In the Sun, anch’essa con una resa sonora che risulta essere lontana dagli standard del rock classico che ci possiamo aspettare da un’icona come Rodgers, ma che non per questo meno valevole di apprezzamenti, in primo luogo (ovviamente) per l’ottima prestazione del cantante inglese, oltre che più in generale per la bontà del pezzo stesso, che trasmette emozioni decisamente positive e confortanti. Come non citare poi la bella Take Love, che con il suo ritornello di natura soul e strofe decisamente ispirate, molto rimanda alle grandi band del passato in cui Rodgers ha militato. A proposito del passato del cantante, questo viene maggiormente richiamato dalle roccheggianti Coming Home, cadenzata opener del disco, impreziosita anche dalla presenza di un Hammond di settantiana memoria, Photo Shooter, bel brano con tanto di chitarra slide, dove il fantasma della Company aleggia in maniera evidente e Living It Up, dove il nostro ci regala un’interpretazione che ben giustifica il fatto che Ritchie Blackmore lo volesse nei Deep Purple per l’incarnazione del Mark III, salvo poi dover “ripiegare” su altre scelte. Si cita in ultimo, per completezza, Melting, pezzo di chiusura dell’album, le cui iniziali atmosfere ricordano molto sonorità country, salvo poi virare su un ritornello di natura rock che, oltre che essere ispirato dal punto di vista melodico, regala una delle migliori interpretazioni di Paul Rodgers all’ interno del disco.
Midnight Rose non sarà certo il capolavoro dell’anno 2023 e neanche la punta di diamante della carriera di Paul Rodgers, ma certo è un disco genuino, ben suonato e divinamente cantato, ma soprattutto è un inaspettato regalo per tutti quegli amanti del cantante inglese, che ormai disperavano di poterlo nuovamente sentire all’ opera con pezzi inediti. Recuperatelo, ascoltatelo a mente libera ed aperta, con la consapevolezza che questo signore, a quasi 75 anni, fa ancora il mazzo al 90% dei cantanti rock in circolazione.
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4
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Neanch\'io sapevo dei gravissimi problemi di salute descritti nella veramente ben scritta recensione. @Fabio sui Firm mi trovi abbastanza d\'accordo, sebbene l\'esordio non era male. Ricordo che su Videomusic passava un loro concerto con un Jimmy Page cotto come uno zucchino. @Afterdark condivido tutto. |
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3
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@Rob Fleming, la penso esattamente come te, l’unico che si avvicinò a Rodgers fu David Coverdale, non a caso fu scelto per i Purple del Mark III…purtroppo poi la sua voglia di sfondare in America lo ha portato a cantare in una maniera che non era la sua, con le conseguenze che tutti conosciamo!! |
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2
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Non sapevo dei suoi problemi di salute e me ne dispiaccio assai. /// La parola \"ispirato\" ricorre numerose volte in recensione, così come le parole Rock e Soul, e se c è anche un po\' di Country ancora meglio. lo ascolterò appena posso molto volentieri; uno dei miei cantanti preferiti di sempre. Inimitabile. Importante che non assomigli ai FIRM che mi delusero profondamente, per non dire che il loro disco mi fece cagare! / Grazie METALLIZED. |
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1
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Per quanto mi riguarda il più Grande Cantante della Storia del Rock (con Ian Gillan del periodo 70-73). Le sfumature della sua voce sono infinite. In pochi ci sono andati vicino tra cui David Coverdale, ma l\'eleganza di Paul Rodgers è rimasta insuperata. Sotto questo punto di vista Midnight Rose e Melting per me sono le più significative. Per il resto un buon disco debitore anche dei Bad Company (le prime due) e dei Firm (Living it up). 83 (5 punti in più per l\'adorazione) |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Coming Home 2. Photo Shooter 3. Midnight Rose 4. Living It Up 5. Dance In the Sun 6. Take Love 7. Highway Robber 8. Melting
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Line Up
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Paul Rodgers (Voce, Armonica, Tamburino) Ray Roper (Chitarra, Mandolino) Keith Scott (Chitarra) Rob Dewar (Chitarra Classica) Chris Gestrin (Tastiera, Organo) Todd Ronning (Basso) Rick Fedyk (Batteria)
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