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The Revenants - Ghosts
02/06/2024
( 1347 letture )
Ci sono artisti talmente genuini che viene decisamente difficile capire quale sia il confine fra onestà artistica e accontentare i gusti del pubblico. È il caso di Michelle Darkness, frontman e mente dei tedeschi End of Green, che troviamo qui presente sempre in primo piano con la sua voce e il suo carisma nel progetto The Revenants. Nato inizialmente come una jam session fra gli altri due musicisti protagonisti del progetto e vecchi amici, Fabio Arganese e Marc Ayerle. Resosi probabilmente conto del potenziale di quello che stavano creando, i due hanno pensato subito alla voce di Michelle Darkness, scelta effettivamente azzeccatissima e che aggiunge una certa oscurità e un tocco gotico alle tracce. Anche se i nomi di riferimento e d’ispirazione sono Billy Idol in primis e tutto il filone new-wave, synth-pop anni Ottanta, i brani prendono una piega decisamente cupa nel loro suonare insolitamente vintage, cosa peraltro sicuramente voluta. Del resto Michelle, anche negli , non ha mai nascosto i riferimenti al rocker inglese, disseminati spesso saggiamente fra i brani, come nell'ultimo album in particolare, un alleggerimento del sound in favore di un gothic rock più canonico ispirato agli HIM e The 69 Eyes, nomi la cui influenza, peraltro, è facilmente riscontrabile anche in questo Ghosts.

Il lavoro si divide in due CD per un totale di 20 brani. Dopo alcuni ascolti non è difficile rendersi conto che il primo musicalmente presenta influenze musicali di matrice inglese, mentre il secondo di matrice statunitense. Ispirazione a cui si sono rivolti anche i The 69 Eyes e, infatti, le prime tracce del secondo disco, in particolare Los Angeles sembra quasi provenire da un platter dei vampiri di Helsinki. Il secondo disco si spinge addirittura anche su territori blues dalla seconda metà. Il sound generale è un rock decisamente diretto, sanguigno, attraversato da scariche di malinconia e tenebre.

Fra i brani più significativi e rappresentativi del primo disco, si può citare sicuramente l’opener e titletrack, che suona decisamente come un brano di Billy Idol, la ritmica accattivante, rincalzati da fraseggi melodici di chitarra, il refrain orecchiabile e coinvolgente, ma anche la seconda Into The Fire che segna un po' lo stesso iter, con in aggiunta dei cori.
Protagonista la tastiera in Emeraldmine, la quale riesce ad aggiungere un tocco di freschezza a un brano ancora decisamente efficace, che si pregia anche di un bel assolo. Momento riflessivo con Redemption, più lenta e sorretta da un’impalcatura sonora precisa, ma languidamente malinconica. Si vira decisamente su territori new-wave, se non direttamente synth pop, con Leeches And Whores, ballabile quanto basta, con tanto di coretti in falsetto che richiamano moltissimo gli anni 80. Anche la successiva If We Dance continua questo sound risultando forse un po' meno incisiva, seppur con interventi decisamente interessanti di chitarra. Karma Kills risulta interessante per il particolare riff di synth. Sfacciatamente pop la bellissima Who Knows, riff e ritmica azzeccatissimi, cori micidiali, sarebbe stata probabilmente una hit negli anni 80. Si ritorna alla malinconia con le due ultime conclusive perle, imbevute delle lezioni di Billy Idol, ma anche degli HIM, ritornelli melensi e melodici quanto basta per spaccare in mille pezzi i cuori più sensibili.

Il secondo disco, come si è già accennato, pone in apertura Los Angeles, che sprizza The 69 Eyes dai pori: impetuosa, sensuale quanto basta, riff e ritornello che fastidiosamente colgono nel segno. Le successive Ain’t No Wine e Me and the Sea, sono due brani abbastanza innocui, tranquilli, ma tutto sommato piacevoli, che puntano a intrattenere e non stupire, si tengono a galla grazie a una buona dose di malinconia sapientemente misurata. Un riff semplice e orecchiabile, rincalzato dalla tastiera si insinua nelle orecchie con Mountain, un brano che pur non puntando a stupire, riesce a farsi ricordare nella sua semplicità. Si cambia decisamente musica con l’irresistibile e infuocata Freestreet, in cui la voce di Michelle Darknesssembra rifarsi a mostri sacri quali Bob Seger e Tom Petty.
Con Roofless si comincia ad addentrarsi in territori decisamente blues e si alza ancora di più l’asticella che ci conduce a Good Men Gone Bad, in men che non si dica, con un ritornello da novanta, che sembra esserci stato spedito direttamente con una macchina del tempo, con una performance di Michelle davvero coi fiocchi, a proprio agio anche con suggestioni più energiche. Scivoliamo verso la fine di questo mastodontico lavoro con il sapore da gentlemen retrò di Slippin' Away, in cui la voce del tedesco gioca un po' a fare il crooner di altri tempi. Vendetta e Worlds Collide sono la degna, lenta e ragionata conclusione di un doppio platter che ha condensato in un'ora e mezza tutta la migliore ispirazione e gli archetipi musicali, presi in prestito dal passato e non, rendendoli molto spesso attuali con un pizzico di malinconia e cupezza tipiche di Michelle Darkness.

Ghosts suona terribilmente nostalgico, è nato da un desiderio artistico genuino e necessario, probabilmente un omaggio (decisamente gradito e riuscito) a determinate sonorità e personalità artistiche. Un lavoro trascinante che si rivolge a un pubblico avido di sonorità vintage, ma avvezze anche a sonorità più gotiche. La voce ruvida e un po' nasale di Michele Darkness regala ai brani un tocco personale e un po' maledetto riportato ai giorni nostri.
I brani sono talmente arrangiati e suonati bene, che il dubbio che ci sia qualche cover, uscita direttamente dagli anni Ottanta c’è.



VOTO RECENSORE
80
VOTO LETTORI
30 su 2 voti [ VOTA]
Lizard
Sabato 15 Giugno 2024, 9.05.43
2
Perché è un disco che, come genere proposto, rientra maggiormente nei canoni della rubrica Low Gain, che in quelli delle normali nuove uscite. Tutto qua.
Mandrake
Sabato 15 Giugno 2024, 7.56.59
1
Perchè un disco come questo non è recensito tra le nuove uscite? Vengono recensite porcate di ogni tipo e un disco di una bellezza rara come questo viene messo tra i low gain! Dai..
INFORMAZIONI
2023
El Puerto Records
Rock
Tracklist
CD 1
1. Ghosts
2. Into the Fire
3. Emeraldmine
4. Redemption
5. Leeches & Whores
6. If We Dance
7. Karma Kills
8. Who Knows
9. Disclosures
10. The End Is Near

CD 2
1. Los Angeles
2. Ain’t No Wine
3. Me and the Sea
4. Mountain
5. Freestreet
6. Roofless
7. Good Men Gone Bad
8. Slippin’ Away
9. Vendetta
10. Worlds Collide
Line Up
Michelle Darkness (Voce)
Fabiano Arganese (Chitarra, Tastiera)
Marc Ayerle (Chitarra, Tastiera, Basso, Batteria)
 
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