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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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09/11/2024
( 959 letture )
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Brothers and sisters, the time has come for each and every one of you to decide whether you are gonna be the problem, or whether you are gonna be the solution… Queste sono alcune delle parole infuocate con cui Rob Tyner, frontman degli MC5, incita la folla pochi secondi prima che abbia inizio un concerto entrato nella storia del rock. Siamo al Grande Ballroom di Detroit, è il 30 di novembre e l'anno è il 1968. Superfluo soffermarsi sull'enorme importanza storica che la fine degli anni Sessanta ha avuto nella storia degli Stati Uniti e delle nazioni occidentali in generale. Basti dire che un'epoca andava finendo e ne stava cominciando una nuova. In quei giorni la guerra in Vietnam è ormai una tremenda realtà che destabilizza il tessuto sociale dell'America. I movimenti pacifisti infiammano le metropoli e la morte di Martin Luther King, avvenuta pochi mesi prima, ha contribuito a far salire la tensione ai massimi livelli. Detroit, simbolo dell'industrialismo statunitense, sede degli stabilimenti della Ford e della General Motors, città di operai dediti al duro lavoro alla catena di montaggio, è il palcoscenico perfetto sul quale far deflagrare la bomba MC5. Kick Out The Jams è la registrazione dei concerti tenuti il 30 e 31 novembre nello storico edificio di Detroit. Con un unico disco live gli MC5 sono entrati nella storia del rock e possiamo ben dire che hanno contribuito a cambiarlo. Quando, dopo la fremente dichiarazione d'intenti di Rob Tyner, la band attacca con Ramblin' Rose, le persone presenti nell'arena devono avere immediatamente capito che quel concerto sarebbe stata un'esperienza unica. Rumblin' Rose è puro rock 'n' roll made in USA, ma sparato ad un volume inaudito e pronto ad accogliere la corazza del metal che si svilupperà in seguito. La title track Kick Out the Jams è un inno rock, brano coverizzato chissà da quante band, famose o meno, in giro per il mondo, dai Rage Against the machine a Jeff Buckley, solo per fare due nomi illustri. Dopo questi due pezzi l'atmosfera nell'arena del Ballroom è già rovente; gli MC5 strapazzano il pubblico sotto bordate di riff ora acidi, ora impostati sulle sonorità del punk che verrà (e di cui la band di Detroit è giustamente considerata tra i pionieri) con Come Together e Rocket Reducer no.62, e poi Borderline, brano che costituisce un ponte perfetto tra le sonorità dei Sessanta ed il sound dell'hard rock che si svilupperà negli anni Settanta. Si torna alle origini del rock con il blues elettrico di Motor City Is Burning, cover di un brano scritto per John Lee Hooker. E sempre il blues vibra nei riff e negli assoli di I Want You Right Now. Infine, arriva la lunga Starship, rock psichedelico che si affida all'improvvisazione e al gusto per la teatralità. Proprio quest'anno, dopo oltre cinquant'anni dall'ultimo album, gli MC5, con i due unici membri rimanenti, ovvero Wayne Kramer e Dennis Thompson, sono tornati in studio per produrre un nuovo album di inediti. Kramer e Thompson moriranno entrambi, l'uno per un tumore e l'altro per infarto, subito dopo le registrazioni e a pochi mesi di distanza. Il loro lascito perdura nel tempo. L'esibizione degli MC5 al Grande Ballroom di Detroit ha segnato il passo di una nuova rivoluzione musicale all'interno della musica rock. Kick Out the Jams è stato un album fondamentale per lo sviluppo dell'hard rock, del punk e in parte anche del metal e la lista delle band e dei musicisti che hanno tratto ispirazione da questo disco è infinita. Se il concerto, con gli strali rivoltosi urlati da Rob Tyner dal palco, è da inserire nella cornice di un preciso momento storico ormai terminato, la musica degli MC5 ha attraversato i decenni ed è diventata pietra angolare per la scena rock degli anni a venire. Un disco epocale nel vero senso della parola.
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12
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Veemente, selvaggio, rock n roll e rhythm n blues estremizzati in orge di feed-back. Un vero classico. Non poteva essere che figlio della motor city e la vita aliena industriale ( una barzelletta comunque rispetto a quella digitale di oggi, a cui nessuno si ribella.....anzi leccano il culo, gente senza arte né parte odierna , rockers con denti da latte ). Il disco preferito di Lemmy, non a caso bisognerà attendere Overkill, dieci anni dopo, per trovare il giusto seguito, in altri ambiti ma neanche tanto visto il tempo intercorso |
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11
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Possiamo dire che forse è l\'album (ok, uno dei) più genuinamente e puramente selvaggio che sia mai stato inciso? |
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10
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Ok me lo riascolto subito poi mi leggo la rece e quando ho un giorno libero mi leggo pure i commenti del buon @Shock |
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9
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Questa era ancora l\'era della Psichedelia e secondo me é uno dei priimissimi album Garage Rock.
Chi ha commentato prima di me ha fatto dei paragoni con Blue Cheer e Stooges molto molto sensati!
Se vi piace questo disco vi consiglio l\'album di Wayne Kramer The Hard Stuff uscito per la Epitaph nel 1994. |
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8
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Poco da aggiungere,pionieri...voto 95. |
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7
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Visto che avrete già scritto tutto voi , mi limiterò a Disco monumentale. Per tutto il rock, na soprattutto per il glam rock e il punk rock. |
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6
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....100......capolavoro .......uno dei pilastri del rock duro...🤟 |
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5
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Semplicemente uno dei più grandi album live della storia della musica. PUNTO!!!!!.
Gli MC5 (abbreviazione per Motor City 5), nascono a Detroit nel 1964 per via del cantante Rob Tyner, il chitarrista solista Wayne Kraner e quello ritmico Fred \"Sonic\" Smith.
Ma l\'eminenza grigia dietro il gruppo è John Sinclair, leader delle White Panters, movimento contro il governo americano e lo status quo, teorico del rock come forza liberatrice dell’epoca, a cui si deve l’immagine oltraggiosa e sovversiva, profondamente iconoclasta, degli Mc5, fatta apposta per urtare la suscettibilità dell’americano medio benpensante.
E perché esordire con un livello? Semplicemente perché Sinclair capisce che dal vivo il gruppo è esplosivo ed esprime il meglio di sé.
Registrato al Grand Ballroom di Detroit in due notti: il 30 e il 31 ottobre 1968, il disco si apre con Tyner che declama:
Brothers and sisters
I wanna see a sea of hands out there
Let me see a sea of hands
I want everybody to kick up some noise
I wanna hear some revolution out there, brothers
I wanna hear a little revolution
Brothers and sisters
The time has come for each and every one of you to decide
Whether you are gonna be the problem
Or whether you are gonna be the solution (that\'s right)
You must choose, brothers, you must choose
It takes five seconds, five seconds of decision
Five seconds to realize your purpose here on the planet
It takes five seconds to realize that it\'s time to move
It\'s time to get down with it
Brothers, it\'s time to testify and I want to know
Are you ready to testify?!
Are you ready?!
I give you a testimonial
The MC5!
Signori, è il 1968 e queste parole sono rivoluzionarie ed incendiarie, ed il fuoco divampa subito dopo: le chitarre di Kramer e Smith eruttano un riff da mitraglia come non si era mai sentito, Ramblin Rose parte e non fa prigionieri, Tyner canta con un falsetto vizioso, ci aggiungiamo un assolo blues elettrico come non mai, quattro minuti e non c\'è scampo.
Il gruppo incalza: KICK OUT THE JAMS, MOTHERFUCKERS (siamo cone detto nel 68, ed una parola come l\'ultima fa scandalo, e sarà sostituita da BROTHERS AND SISTERS dall\'etichetta discografica, ma chi ha le prime copie del vinile semte quell\'urlo).
Altro pezzo che non fa prigionieri: altre chitarre incendiarie, come neanche i Blue Cheer al tempo riuscivano a fare, ed un coro da urlare a pieni polmoni.
Come together è altrettanto esplosiva, con un chiaro riferimento ai Beatles.
Un riff assassino introduce il caos di \"Rocket reduced no. 62 (Rama Lama Fa Fa Fa)\", canzone cacofonica e folle, Tyner vomita slogan rivoluzionari con furia iconoclasta, e le sei corde di Kramer e Smith mitragliano accordi senza pietà, as usual, fino al delirante finale.
Borderline prosegue il delirio, altra scheggia impazzita.
Pure un blues come Motor City is burning è trasfigurato dal gruppo in un pezzo elettrico come non mai. |
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4
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I want you right now sembra quasi normale, poi il delirio vocale di Tyner finisce col la solita esplosione delle chitarre nel finale, pura dinamite.
Ciliegina sulla torta, nonché capolavoro del disco, è la conclusiva \"Starship\" del jazzista Sun Ra, che in mano agli Mc5 diventa un viaggio negli abissi del cosmo: schegge di rumore impazzite attraverso il brano in lungo e in largo, muri di chitarre che divampano in tutta la durata del brano, la voce di Tyner che sembra arrivare dagli inferi. Una cacofonia straordinaria che ti avvolge in un limbo fatto di cosmo e tenebre.
Qui finisce uno dei migliori live di tutti i tempi (per me il migliore in assoluto) e praticamente pure la carriera del gruppo.
Perché subito dopo la pubblicazione del disco Sinclair sarà arrestato, ed il gruppo affidato ad un produttore come Jon Landau che produrrà il successivo Back in the USA, nel 1970, che ha richiami al R&B delle origini, senza avere successo, ed il successivo High Time, nel 1971 con uno stile ancora diverso, quasi hard rock mid-seventies, che avrà ancora meno successo (e soprattutto che non hanno minimamente la carica sovversiva di KOTJ), e che porterà allo scioglimento del gruppo.
Ma nonostante il poco successo, Kick out the Jams è il disco che influenzerà tantissimo il punk, l\'hard rock, si può dire pure il metal e tanti gruppi odierni (chi ha detto White Stripes o Hellacopters?).
Un disco che racchiude, e si può dire chiude, un\'era: quella rivoluzionaria degli anni sessanta, in particolare dalla Summer of Love fino a Woodstock, un\'era a cui noi dobbiamo essere grati, perché senza quella tante cose oggi sarebbero diverse.
It takes five seconds, five seconds of decision
Five seconds to realize your purpose here on the planet
It takes five seconds to realize that it\'s time to move |
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3
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Finalmente la recensione di questo incredibile album live! Sono d\'accordo con chi ha commentato prima di me: ogni volta che lo ascolto mi stupisce la natura terremotante e furibonda del suono e della voce in quella data, una deflagrazione che anticipa molto del decennio che verrà. Bella recensione. Noto solo che i concerti si sono svolti il 30 e 31 ottobre del \'68. |
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2
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Il 68 l\'anno nefasto del tradimento delle promesse operaie e sociali in nome di un degenerato progressismo e delle perversioni \"culturali\". Da allora la musica non è più protesta e controcultura ma solo vile servilismo al potere e alla propaganda. Oggi il popolo si riprende ciò che è suo rigettando l\'ideologia dei falsi profeti e anche la musica tornerà ad essere libera. Disco stupendo |
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1
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FON-DA-MEN-TA-LE! Pura furia cieca, elettrica, distorta, urlata, violenta. Lo metti su e non ci puoi credere che era il 1969. Chi c\'era in giro di così? Forse i Blue Cheer, gli Stooges, sicuramente i Grand Funk che però beneficiavano anche di un cantante sovraumano nonché chitarrista eccellente e una sezione ritmica fantasiosa. Qua non c\'è niente di tutto questo. C\'è solo pura ribellione. Vogliamo dire \"punk\"? Diciamolo, ma qua per me si è anche oltre. 85 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Ramblin' Rose 2. Kick Out the Jams 3. Come Together 4. Rocket Reducer No.62 (Rama Lama Fa Fa Fa) 5. Borderline 6. Motor City Is Burning 7. I Want You Right Now 8. Starship
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Line Up
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Rob Tyner (Voce) Wayne Kramer (Chitarra) Fred Smith (Chitarra) Michael Davis (Basso) Dennis Thompson (Batteria)
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RECENSIONI |
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