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30/01/25
BERNTH, CHARLES BERTHOUD E OLA ENGLUND
SANTERIA TOSCANA 31, VIALE TOSCANA 31 - MILANO
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Fit For An Autopsy - The Nothing That Is
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19/12/2024
( 818 letture )
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Gli americani Fit For An Autopsy tornano dopo appena due anni di distanza dal precedente Oh What the Future Holds con il loro settimo album in studio dal titolo The Nothing That Is. La line up rimane praticamente invariata, con il chitarrista e produttore Will Putney che continua a dare il suo contributo unicamente in studio.
Fin dalla traccia d’apertura Hostage si può sentire la coesione dei musicisti capaci di alzare un muro sonoro pieno di riff e vocals nel puro stile del deathcore con sfumature più melodiche e puramente metalcore nei ritornelli come fatto nei precedenti lavori. L’atmosfera a primo impatto è quindi quella tipica del progetto e nel proseguire del disco ciò viene confermato anche dalle successive tracce. La voce di Joe Badolato si alterna tra parti sporche e clean mentre gli strumenti continuano a creare strutture compatte e potenti. Non ci sono particolari stravolgimenti e cambi di stile all’interno di The Nothing That Is, tutte le canzoni condividono gli stessi elementi riproponendo spesso il dualismo di potenza e melodia e solo Lurch e la conclusiva sembrano differire un po’ in questo incominciando in modo inaspettato, dando spazio ad atmosfere più introspettive riprendendo poi però quanto fatto anche dalle altre tracce. Non che questo sia di per sé un male in quanto è innegabile la qualità delle composizioni prese singolarmente, ma il risultato finale nonostante un songwriting molto elaborato finisce per essere in qualche modo appiattito a un primo ascolto per via del riffing tipicamente ‘core presente in tutte le canzoni. In ogni caso come detto il valore dei musicisti e delle composizioni è evidente e oltre all’ottima opener Hostage ci sono altri episodi veramente meritevoli all’interno del disco: Savior of None / Ashes of All, Red Horizon, la title track e soprattutto Lower Purpose sono canzoni capaci di convincere l’ascoltatore crescendo sempre di più con gli ascolti. Interessanti le tematiche nichiliste di pezzi come Savior of None / Ashes of All e Lower Purpose e in generale di tutte le canzoni che come la musica sono in qualche modo in sintonia con l’oscura copertina del lavoro che di per sé è fin troppo simile a quella di tanti altri dischi usciti recentemente. La traccia finale The Silver Sun spezza nuovamente come Lurch il ritmo del lavoro per poi riprendere l’assalto sonoro mostrando la capacità compositiva di Will Putney e soci e dando vita a un pezzo dalla struttura prog; ottima conclusione di un disco capace di mostrare ancora una volta il valore dei Fit For An Autopsy.
Come accennato in precedenza The Nothing That Is non presenta nulla di nuovo per la band (che comunque è stata capace di ritagliarsi una propria identità nel calderone del death-core inserendo melodie e strutture più intricate) e inoltre il riffing tipico degli stili del deathcore e del metalcore può a un primo ascolto non dare il giusto risalto alle tante sfumature che si nascondono nel lavoro, ma la qualità delle canzoni spinge a voler riascoltare sempre di più alcuni passaggi e alcuni punti riuscendo a fare breccia e a catturare l’attenzione. Per concludere The Nothing That Is è un lavoro che non cede in termini di qualità rispetto ai suoi predecessori e che riesce persino a crescere con gli ascolti superando i difetti che può dare un primo impatto.
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Bell\' Album, da ascoltare non in maniera superficiale perché effettivamente, i Brani hanno diverse sfumature che escono nel loro percorso di immersione del Lavoro.. Domanda : Come mai Putney non fornisce il suo contributo anche dal Vivo? |
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1
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questi tizi hanno avuto il coraggio di parlare di una tematica come il genocidio palestinese, che dire, tanto rispetto per will e gli altri membri |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Hostage 2. Spoils of the Horde 3. Savior of None / Ashes of All 4. Weaker Wolves 5. Red Horizon 6. The Nothing That Is 7. Lurch 8. Lower Purpose 9. Lust for the Severed Head 10. The Silver Sun
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Line Up
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Joe Badolato (Voce) Pat Sheridan (Chitarra) Will Putney (Chitarra) Tim Howley (Chitarra) Peter Spinazola (Basso) Josean Orta (Batteria)
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RECENSIONI |
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