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The Hirsch Effect - Holon:Agnosie
10/02/2025
( 346 letture )
The Hirsch Effekt, un trio tedesco dalla giovane età, ma molto attivo, pubblica tra il 2010 e il 2015 la trilogia Holon: Iberno, Anamnesis e Agnosie. Si tratta di tre album di complessità sbalorditiva che sintetizzano e manipolano geni di innumerevoli muse ispiratrici tra i migliori gruppi metal più estremi e progressivi degli ultimi vent’anni nella scena prog. Già con il primo disco avevano fatto colpo per le loro doti tecniche in un prog metal con punte mathcore dei primi The Fall of Troy. Iberno dava inoltre mostra di una certa sensibilità e offriva melodie in pulito orecchiabili e a volte memorizzabili.

Col passare degli anni e fino ad Agnosie hanno estremizzato e appesantito il loro suono, adottando riffaggio, strutture e voci di matrice mathcore. A risentirne è proprio la componente melodica dei cantati, con i due singer che optano in misura sempre maggiore per scream e growl; a giovarne è l’effetto sull’ascoltatore, sbalordito dalla varietà di riff che si inanellano in una catena che alterna e fonde la rabbia del deathcore con la matematica del math, a tratti anche con la sensibilità del prog e, forse, non a sufficienza. I tre intermezzi musicali (Chelicera), (Defaetist) e [Tischje] con la ballata Tombeau non sono sufficienti ad alleggerire l’ascolto di un’opera in cui la ricerca della sorpresa è dietro ogni riff, cosa che tiene l’ascoltatore sempre sull’attenti, ma rende segmentato l’ascolto nello svolgersi dell’opera stessa.


Presi singolarmente i brani sono effettivamente sorprendenti. La sequenza dal primo al quinto brano (da Simurgh a Bezoar) è praticamente una scarica di proiettili continua da direzioni sempre diverse, il ritmo è elevatissimo, la qualità e la tecnica eccelse, la produzione esemplare. Con Tombeau si apre una parentesi a velocità ridotta e, dopo le meno appariscenti Emphysema e Fixum che fanno l’occhiolino a tendenze emo/ metalcore, si giunge ad Athesie, altra ballata con le migliori melodie pulite del platter e sentimenti che ricordano i tempi di Holon: Iberno. Stesse vibrazioni si trovano in Cotard in cui sono riprese esplicitamente melodie dal loro debut album. Con Dysgeusie invece si torna brevemente al mathcore e ad ambientazioni oscure come nella prima metà dell’album.

Il trio di Hannover si dimostra sempre in grado di fare sfoggio di grande inventiva ed eccellente preparazione tecnica, ma dopo il sorprendente (e promettente) debut album le produzioni successive hanno generato opinioni contrastanti (eccezion fatta per Eskapist), anche perché tutte estremamente folli e articolate, fino all’ultimo Urian. E questo Holon: Agnosie è un ottimo lavoro, pieno di ottimi brani e idee, ma non convince del tutto. L’ora di durata lo rende pesante e alla fine di Cotard difficilmente si bramerà subito un nuovo ascolto. Tuttavia, i brani presi singolarmente sono di gran fattura e colpirebbero qualsiasi appassionato di metal, anche il più esigente. Ottimi musicisti, ottime idee, ottime canzoni non hanno purtroppo portato a un ottimo disco.



VOTO RECENSORE
77
VOTO LETTORI
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INFORMAZIONI
2015
Long Branch Records
Math Core
Tracklist
1. Simurgh
2. Jayus
3. Agnosie
4. (Chelichera)
5. Bezoar
6. Tombeau
7. Emphyzema
8. (Defaetist)
9. Fixum
10. Athesie
11. [Tischje]
12. Dysgeusie
13. Cotard
Line Up
Nils Wittrock (Voce, Chitarra)
Ilja John Lappin (Voce, Basso)
Moritz Schmidt (Batteria)
 
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