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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Yngwie J. Malmsteen - Trilogy
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( 10711 letture )
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A soli due anni dal rivoluzionario Rising Force, l’album manifesto della chitarra neoclassica, il Vichingo dalla lingua lunga e dalle dita veloci arriva a pubblicare altri due lavori, nel tentativo di stare sulla cresta di un’onda, quella dello shred, che cominciava ad essere surfata da molti. Nel ’86 esce infatti Trilogy, atto terzo dei Malmsteen’s Rising Force, che avevano bissato il successo dell’esordio nell’anno precedente con Marching Out. La band capitanata dal virtuoso svedese trova alla voce Mark Boals, per la prima ma non ultima volta, che cerca di non far rimpiangere l’uscente Jeff Scott Soto; fuori dalla band anche il compianto bassista Marcel Jacob (morto suicida il 21 luglio 2009), co-fondatore dei Rising Force nel lontano ’78, sostituito in studio da Yngwie stesso.
Osservando su uno scaffale l’orrida copertina di Trilogy, è lecito domandarsi se ci si troverà di fronte ad un album prettamente strumentale, sulla falsariga dell’opera d’esordio, oppure ad un heavy metal ferocemente cantato ed infarcito di fraseggi neoclassici, nello stile di Marching Out: i 40 minuti di musica contenuti nel cd fanno propria la filosofia del secondo disco, e l’esordiente Boals non si presenta certo intimorito.
Dedicato alla memoria dell’ex primo ministro svedese Olof Palme, assassinato nel marzo del ’86, Trilogy si apre con il riff di tastiera e chitarra di You Don't Remember, I'll Never Forget, riff che introduce l’incredibile e decisa voce di Boals; splendida la progressione di accordi guidati dalle estese urla del cantante ad introdurre il primo grande assolo dell’album, espressivo come pochi, alla faccia di chi rivolge critiche a Yngwie proprio in questo campo. Il finale veloce guida a Liar, fatta di un pattern di batteria che coadiuvato da voce e chitarra toglie il fiato, per lasciare poi libertà alla sei corde e alla tastiera del sempre ottimo Jens Johansson, che si inseguono con epos fino a spegnersi in un fade out che introduce a Queen in Love. Canzone questa certamente atipica per Malmsteen: trattasi di un hard rock quasi canonico, non fosse per il solo centrale, meno ispirato dei precedenti a dir la verità, con un chorus sdolcinato ma in grado di colpire nel segno. Ed eccoci alla prima strumentale del disco, Crying, pezzo dalla struttura relativamente semplice, in cui una base di arpeggi lascia il ruolo da protagonista ad una chitarra acustica affidata ad abilissime mani. L’atmosfera pacata viene spezzata prima da incursioni di plettrata alternata, veloce ma pesante ed incisiva, per maltrattare come si deve l’acustica, e nel finale, con l’ingresso della distorta Strato dal manico scavato, Play Loud per gli intimi. Dopo l’intermezzo strumentale, torna la presenza di Boals in Fury che, a dispetto del titolo, manca decisamente di mordente nel riff principale, e di passione negli assoli, segnando il punto più basso dell’album; da annotare l’ampio utilizzo del tapping, quanto mai imprevisto, vista la chiara predilezione per altre tecniche da parte dello svedese. Il fuoco riporta sui legittimi binari Trilogy, restituendo con Fire la giusta luce alla chitarra vichinga, che si esibisce nel lungo assolo in citazioni del Padre della musica J. S. Bach, grazie al saggio utilizzo di pedali, e di Blackmore. Magic Mirror serve a dar prova una volta di più della straordinaria estensione canora di Boals, al centro dell’attenzione a dispetto della chitarra, che tuttavia non ha timore di risorgere in due assoli che si richiamano fra loro. La parte ritmica è finalmente possente in Dark Ages, lento e oscuro heavy metal dalle tinte medievali, che invoglierebbe qualunque chitarrista amante del neoclassico a improvvisarci sopra a forza di scala minore armonica. Ed infine, il pezzo clou dell’album: Trilogy Suite Op. 5, il pezzo strumentale che fa suonare le track precedenti come semplice introduzione a questo spettacolare insieme di note diventate a ragione fra i pezzi forti dell’arsenale di Lars Johan Yngve Lannerbäck. Inutile da descrivere, per capire di cosa si tratta basta lasciarsi andare ai sette travolgenti minuti necessari per l’ascolto del pezzo che chiude la terza fatica di Malmsteen. Fatica per la quale vale la pena dedicare il proprio tempo: obbligatorio per i fan del Vichingo o per chi bazzica in ambito neoclassic metal (benché le due categorie identifichino le stesse persone), consigliato a chi vuole avvicinarsi a questo genere, per via della presenza non troppo ingombrante delle parti strumentali a dispetto della voce. Trilogy è infatti l’evoluzione diretta di Marching Out, migliorato sotto tutti i punti di vista, finisce per rappresentare uno degli apici più alti della carriera di Yngwie J. Malmsteen.
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VOTO LETTORI
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91.51 su 195 voti [
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Dopo Odissey il mio preferito dello svedese, ricordo ancora che venne eletto disco del mese su Rockerilla a discapito di Somewhere In Time sulle pagine hard & heavy. |
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Bhe che voce Mark Boals.... |
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Non lo conoscevo ancora. La copertina mi piacque talmente tanto che lo comprai a scatola chiusa e fu una delle mosse più azzeccate della mia vita.
Per me il miglior disco in assoluto di Malmsteen. La sua essenza sublimata alla perfezione. |
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Disco bellissimo, band straordinaria, copertina iconica, voto oltre 90 |
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Fabio Rasta concordo appieno, salvo il fatto che io apprezzo comunque l'album, ma in effetti non ho mai capito tanto scandalo per eclipse e fire and ice e non invece per questo che usciva giusto dopo marching out. questo si che era in controtendenza con quanto appena fatto. odissey in confronto pur avendo il cantante aor per eccellenza joe lynn turner era molto meno aor di questo trilogy. Ad ogni modo per tornare alla durezza neoclassica di marching out, pur nella sua differenza, si dovrà aspettare l'era vescera, qualcosa anche con il ritorno dello stesso boals e l'era doogie white |
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La leggenda di MALMSTEEN giunse sulle ali del passaparola prima del disco qui recensito. Veniva descritto come il Mozart della chitarra, il futuro del Metal!... ... davanti a lui spariva qualsiasi chitarrista conosciuto. La curiosità era alle stelle quando mi capitò di ascoltare questo LP. Tutto mi aspettavo fuorché roba alla Final Countdown. BON JOVI in confronto erano dei Thrasher. I due strumentali sono tanta roba, due gemme immortali, ma il cantato ... con quelle tastiere..., non lo sopportavo allora e non lo ascolterei oggi. Dopo un po' lo cancellai. /// ... manca la firma del recensore al quale chiederei: xchè orrida la copertina? Si vedeva e si è visto ben di peggio. |
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Risento questo magnifico album dopo tanto tempo, praticamente da quando è uscito. A 54 anni posso dire di aver ascoltato parecchio metal e Malmsteen me lo sono goduto dall'inizio fino a Facing the Animal( per me, bellissimo). Cosa dire a chi ne critica il carattere? Niente,infatti il 99%di quelli che ne criticano la personalità,non lo conoscono personalmente. Quindi? Fiato sprecato. Il genio musicale,quello si che merita tutta la nostra attenzione. TRILOGY è un caleidoscopio di musica intensa e gusto( l'assolo di Fire.. SPETTACOLARE!). La superba voce di Boals infarcisce il tutto( Fury perô è un grande pezzo,non certo da sminuire). In un certo senso questo è il disco che chiude la prima trilogia del metal neoclassico, poi tutto cambierà con il magnifico ODISSEY e la grande voce di mr.Joe Lynn Turner.,tingendo di aor il percorso del sovrano della sei corde. Oggi nel 2021,molto è cambiato e Malmsteen,non sforna più capolavori così,ma ha dato tanto ed è un pilastro del metal mondiale. Grazie di esistere. |
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Ma dico..tutti spettegolano Malmsteen..perche' suonava troppo veloce..perche' aveva un brutto carattere..perche' era insopportabile..bla..bla..bla! Ma x caso lo conoscevate di persona??? Posso capire che puo' piacere o no..ma addirittura criticare il carattere di un artista solo perche' sui giornali specializzati qualcuno lo catalogava in quel modo sicuramente x sentito dire..e voi come dei pappagalli a ripetere ste puttanate?? Addirittura ho letto qui come mai possiede molte Ferrari ??? Ma siete dei grandissimi coglioni questo personaggio ha venduto milioni di dischi nel mondo..ecco perche' e' milionario..in Giappone in Russia e in Svezia e' visto come una divinita'..concerti e comparsate nelle Tv di mezzo mondo..Anche negli USA con i primi quattro dischi ha venduto un botto!! Basta col gossip avete rotto i coglioni!! Lui ci ha regalato questa perla di album che rientra nell' elite di produzione hard' n' heavy anni 80! Tutti grandi dischi fino a Seventh sign...E siate piu' Uomini fanculo!!! |
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Ottimo a proposito di medioevalita', guitar fire come dicono gli ac/dc di for those |
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Il filone neo-classical di base non mi fa impazzire, e nemmeno Malmsteen a essere onesti, troppo egocentrico e lezioso, ma preferisco di gran lunga questo album minore al patinato "Fire and Ice" del 1992 che è strapieno di inserti con violini e violoncelli (dopo un po' stufano). Avevo la cassetta originale, ma è andata perduta...  |
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99, album strepitoso, gli altri tutti dietro a copiare (con risultati molto più modesti, ovvio). Ho sempre amato anche questa copertina, in quegli anniandava di moda il disegno,vedi ad esempio The ultimate sin di Ozzy.Malmsteen egocentrico e odioso? Vero ma chi se ne frega,peggio per chi lo frequenta casomai,a me importa solo la sua (meravigliosa) musica.Crying la risposta perfetta a chi dice che lo svedese sa solo andare veloce senza emozionare, quanto feeling in questa strumentale, da brividi!! Top album!! |
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Con rising force il migliore , tenendo presente che questo e' un disco di heavy metal, come possono essere quelli di Chastain, r.f. e' piu classico, quello che per me non sono riusciti a fare i Purple con slaves and masters |
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Album meraviglioso! Per me di meglio c'è solo Marching Out. Comunque tutto ciò che lo svedesotto ha pubblicato fino a The Seventh Sign è oro. Qui è al top, come pure Mark Boals, cantante incredibile. Visto dal vivo 15 anni dopo, ancora dava la polvere a un sacco di cantanti. Disco epocale. Voto 93 |
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29
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un disco che ha fatto storia....belle songs e tanta tecnica.... |
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Il tizio del commento 26, dev'essere senz'altro uno dei più grandi virtuosi della sei corde esistenti al mondo, visto che si può permettere di criticare
Malmsteen. Io, invece, nella mia modestia tecnico-artistica, mi posso limitare solo a criticare gli sbruffoni.
Voto 90 al disco, e 0 a certi commentatori. |
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La proposta si sta standardizzando anche se You don't remebmer, Queen in love, Magic mirror e Fire con un assolo veramente ricco di gusto (il che non è sempre all'ordine del giorno con Ingwie) sono pezzi splendidi. Trilogy suite op. 5 prosegue il discorso fatto di strumentali fantascientifici |
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26
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Sempre i soliti intro,negli assoli: piri piri piri piri piri piripi', sempre e solo velocità, sempre protagonismo e sempre di più di cercare di essere il clone di blackmore. Carattere leggermente di merda (se tutti i colleghi lo odiano, mica hanno tutti torto e solo lui ragione). Mania sempre di spiccare ...e poi che buffone, ricordo quando avevo il vhs del live in leningrad; a parte lo squallore del combo in generale, ma soprattutto, ogni volta che durante il concerto alzava quella gamba come una ballerina e con quei pantaloni in pelle attillati ...mamna mia. |
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Amo Malmsteen, ha un carattere impossibile, ma e' qualcosa di straordinario quando suona la chitarra, l'inizio del del disco fa della traccia 1 un pezzo stratosferico, da antologia, una stupenda melodia con un lavoro egregio magicamente combinato di tastiere e chitarra, voce di boals da pelle d'oca,tutto squisitamente compsto, riff, bridge e ritornello da incorniciare.Liar e' veramente diretta e poderosa ma senza perdere in melodia Boals continua a fare faville con la voce e Malmsteen da sfoggio della sua classe sciorinando travolgenti scale seguito dall'ottimo johansson, da non dimenticare inoltre la chiusura del brano, che daun magico impatoo con il grido finale di boals, bella Qeen in love di nuovo con un assolo travolgente e coinvolgente, poi la gemma luccicante Crying, lascia senza parole, classe e bellezza fuse perfettamente insieme, e' come se la chitarra del genio fosse una seconda voce che racconta con gran trasporto e sentimento, con la sua entusiasmante tessirura musicale emotivamente soprendente. maestria pura all'opera con il suo inizio piu' acustico ha poi un crescendo in intensita' espressiva fino ad arrivare all'estasi, quel che si dice quando la chitarra possiede un'anima. Magig mirror mostra tutta la bravura dello svedese, una superba e virtuosistica struttura chitarristica accompagnata da buon lavoro di tastiere, un ritornello diretto ed elegante, fraseggi chitarristici che sposano perfettamente tecnica e virtuosismo da brividi.Dark Ages e' la piu' oscura di tutte,ma ha una bella solididita' nella sua struttura,grazie alla bellissima prova di Boals che con le sue corde vocali mette l'anima in ogni singola frase del suo cantato trasormando questo lavoro in un brano poderoso ed epico al contempo.Da sogno la strumentale Trilogy Suite op. 5, 7 minuti di classe mostruosa inavvicinabile dai comuni mortali, mostra tutto il suo arsenale virtuosistico, chitarra neoclassica da far venire veramente i brividi, tanto di cappello, con fraseggi impossibbili di grande difficolta' e di assoluta maestria.una fantasia stupenda divisa in 3 parti ,la prima molto veloce, la intermedia piu' acustica e la finale piu' potente, dal minuto 4.38 un riff geniale al cardiopalma.Per chi ama la buona musica, non c'è dubbio grandissima opera da lasciare ai posteri, mostruosamente stupendo. |
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Mi piace molto questo album..di solito,a mio avviso,diverse composizioni di questi Guitar Hero,rischiano di diventare mere esibizioni di tecnica(a volte succede),in questo album,invece ci sono canzoni che ti entrano nel cuore e nella mente..è un album davvero bello,anche chi denigra Malmsteen,deve riconoscere la validita' di questo disco...una nota di merito per l'esordiente singer..ha fatto un lavoro ottimo! |
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23
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Album stupendo! Non ho altro d dire... Come tutti gli album di Malmsteen fino a Fire and Ice |
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Stupendo ,molto riuscito.Voto 80 |
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A parte 2/3 pezzi io lo trovo molto inferiore ai precedenti 2 e al successivo Odissey,sia per la voce che per il songwrite. Quasi quasi li preferisco anche Fire and Ice e Seventh Sign. |
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Questo è il terzo dei primi quattro grandi album di malm.Dopo sara' un susseguirsi di alti e bassi sulla falsariga di cio che fú.Forse il songwriting è un pò sotto la media ma l'esecuzione è perfetta e gli assoli sonp essenziali e cristallini.La produzione e' di altissima qualita',e la voce di Boals alle prime armi e' veramente al massimoe molto diversa da quella che ci verra' nuovamente proposta piu' di10 anni dopo(che peccato!) |
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Voto a mio avviso un po' basso considerata la portata di questo lavoro e la bellezza dei pezzi, secondo forse solo a Marching Out che cosidero il vero capolavoro, perfetto sotto tutti i punti di vista e di cui spero di leggere presto la recensione; stendo un velo pietoso su quello dei lettori, immagino che qualche fesso si sia divertito ad abbassare impietosamente la media |
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@Filippo: con molto ritardo ti rispondo...certo, anche in Leonardo Boals dimostra una tecnica notevole ed un'estensione da paura, ma non ce n'è, continua a non convincermi. Soto, Turner, Edman, Leven, Owens sono quelli che preferisco tra coloro che hanno prestato la voce ad Yngwie, poi White, Vescera e per ultimo Boals... |
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Ho consumato questo disco. Troppi ascolti... ogni canzone, da quelle diventate celebri come lopener a quelle cadute nel dimenticatoio come DARK AGES, sono gemme... questo è il Mamsteen che pubblicava dischi da 8 canzoni, non 15, in cui tutto era perfetto. Semplicemente magnifico. |
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Boia, è scomparso l'autore! Mo vedo di rimediare, grazie della segnalazione  |
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ciao, chi ha recensito questo album??? |
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@Painkiller: un pezzo in cui giudicare Boals è "Leonardo", sempre con Malmsteen. |
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ou a m e piace anche la copertina forse sono l' unico |
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Il mio disco preferito di Ingwie... |
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Grande chitarrista,,,,grande album !!!! |
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Grandissimo album e bruttissima cover! |
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Quoto Diablo alla lettera!!! @ Filippo: al contrario di te non amo molto Mark Boals.....l'ho sentito a Milano per il tour di Alchemy.....grande estensione certo, ma si preoccupa troppo di urlare più che può e modula poco....e poi sui bassi mmmh. Ma, come sempre è questione di gusti. Devo dire che trilogy è un buon album al quale però preferisco nettemente i primi due e Odyssey, che mi sembrano più "spontanei" e con singer meno gracchianti.....più melodici. 70 |
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@ Labruscore: i dati di vendita non sono conosciuti, ma tra i mille album che ha fatto, i concerti, il merchandising e tutto il resto, credo sia riuscito a costruirsi un buon tenore di vita. |
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Ottima Rece per un Album pieno di ricordi... personalmente adoro "Fire"... con un assolo ben articolato e ben costruito... da Manuale... ma che Tempi erano quelli...???? INDIMENTICABILI...!!!! |
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premetto che adoro questo disco, come tutti gli altri album fino a facing...(ecluso), non che detesti il resto, mi piacciono solo meno, vorrei sapere quanti dischi ha venduto malmsteen da permettersi tante macchine, penso non sia cosi' ricco, o forse sta bene di famiglia? un po' di gossip va'...... |
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Ottimo album ma non il migliore della produzione di questo svedese dotato di tecnica impressionante ma di un ego ancor più tracimante...chi lo ha visto dal vivo sa bene a che mi riferisco....ricordo con passione e un briciolo di nostalgia il video di You Don't remenber....tantissmo anni 80 e quindi pacchianotto...Recensione chiara ed efficace che smuove le corde della memoria! |
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Ogni giorno migliaia di persone parlano male di Malmsteen. Ogni giorno quelle stesse persone si svegliano, si vestono e vanno al lavoro, magari dopo un’ora di coda nel traffico o dopo aver preso l’autobus alla Fantozzi. Ogni giorno Malmsteen si sveglia, si veste e va a lucidare le sue Ferrari ed il suo lavoro? Suonare le 10.000 note… Malmsteen aveva un dono e l’ha sfruttato all’ inverosimile ed ora ha le Ferrari. Chi lo denigra lo fa spesso giustamente, ma deve lavorare, non ha le Ferrari e, sono sicuro, non sa suonare neanche le 10.000 note. Malmsteen se non ci fosse bisognerebbe inventarlo. |
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ne riconosco il talento ma non l'ho mai sopportato... |
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Marc Boals è uno dei cinque più grandi singer di sempre. Un prodigio. |
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La copertina è da conati di vomito... il disco splendido anche per chi non ama eccessivamente Malmsteen (come me...) |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1 You Don't Remember, I'll Never Forget (04:29) 2 Liar (04:07) 3 Queen In Love (04:02) 4 Crying (05:01) 5 Fury (03:54) 6 Fire (04:09) 7 Magic Mirror (03:51) 8 Dark Ages (03:54) 9 Trilogy Suite Op.5 (07:13)
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Line Up
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Yngwie J. Malmsteen – chitarre, basso Mark Boals - Voce Jens Johansson - Tastiera Anders Johansson - Batteria
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RECENSIONI |
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