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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Bright Morning Star Orchestra - Lift Me Out
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( 2671 letture )
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Lift Me Out è la seconda fatica dei Bright Morning Star Orchestra, un gruppo svedese che descrive la propria musica come melodic pop/rock o emotional documentary pop, dal momento che i testi riguardano molto spesso esperienze di vita reale dei componenti della band. Questo giovane combo scandinavo arriva al suo secondo full-lenght dopo una vera e propria rivoluzione che nel 2009 ha visto cambiare 3 dei 5 componenti della band; inoltre, la pressione su di loro in virtù di una reputazione in patria già abbastanza positiva, era alta.
A mio giudizio, purtroppo, il risultato non è all’altezza delle attese: il gruppo propone -come già detto- un pop/rock melodico macroscopicamente influenzato dagli onnipresenti Coldplay, con qualche sporadica influenza dei Muse. Sfortunatamente, dalla loro i Bright Morning Star Orchestra non hanno né l’innata capacità di scrivere brani orecchiabili senza essere troppo “commerciali” di Chris Martin e soci, né il genio compositivo ed il buongusto per la sperimentazione di Matthew Bellamy. Si limitano pertanto a comporre 11 brani di rock/pop molto rilassato e rilassante (anche troppo, forse), gradevoli in alcuni tratti e che meriterebbero tutto sommato una sufficienza, se non vi fosse un altro problema: il cantante. Sì, perché il nostro Anton Ericsson che, come tutto il suo gruppo, tenta di scimmiottare gli attuali colossi del rock melodico citati poco fa, riesce al massimo ad entrare nei loro panni con qualche falsetto e qualche sporadica vetta vocale; per il resto, la sua voce risulta abbastanza anonima e noiosa, per non dire irritante. Una su tutte, se proprio avete voglia di sentirla, è White As Pearls quinta traccia dell’album, dove un buon inizio (diverso da quelli stereotipati di altre canzoni, se non altro) è completamente rovinato da una linea vocale che, a tratti, oltre che anonima sembra addirittura stonata. Per ciò che concerne il resto dell’album, invece, nel complesso risultano più godibili le tracce della seconda parte rispetto alle prime, con 52 Days e See What We Have Done come vette, sempre tenendo presente che Ericsson non è Matthew Bellamy.
Che dire, dunque, in conclusione? Le idee sicuramente ci sono, ma fanno molta fatica ad emergere: in primis per la deficitaria parte vocale (al contrario risulta assai gradevole il controcanto della pianista Ida Svensson), in secundis per l’originalità decisamente scarsa, dal momento che quasi tutte le tracce di questo album potrebbero benissimo essere state registrate da un altro della miriade di gruppi pop/rock in circolazione al giorno d’oggi.
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2
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E posso assicurarti che fai bene a tenertene lontano  |
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1
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La sola copertina allontanerebbe qualsiasi ascoltatore ben intenzionato |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Lift Me Out 2. Show Me Your Wings 3. Stone 4. Nelson 5. White As Pearls 6. 52 Days 7. Would It Be Easier 8. Cause I Matter To You 9. Close To Lose It All 10. Nowhereland 11. See What We Have Done
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Line Up
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Anton Ericsson (Voce e Chitarra) Andreas Ericsson (Chitarra) Thomas Engvall (Basso) Ida Svensson (Piano) Thorbjön Bergkwist (Batteria)
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RECENSIONI |
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