|
26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
|
|
|
( 5941 letture )
|
Non esiste nulla di più difficile di un album solista strumentale. E’ difficile la valutazione: in quanto solista, va tenuto conto della personalità più o meno forte o galvanizzante dell’autore; in quanto strumentale, va giudicato con parametri completamente diversi da quelli di un normale disco cantato. Il recensore e il fruitore in generale del lavoro devono fare tabula rasa di ciò che conoscevano dell’artista in rapporto alle sue “vecchie” band di riferimento, ed eventualmente guardarlo con occhi (ed orecchie) del tutto nuove, smaliziate. E’ difficile l’ascolto: una composizione priva di vocals quasi sempre infatti è meno digeribile delle altre, perché l’obiettivo primario del compositore non è più incentrato su un messaggio testuale da comunicare, ma tenta di rendere partecipe l’ascoltatore delle sue emozioni unicamente attraverso la musica. Steve Howe, a livello teorico, dovrebbe dunque farsi carico di molteplici responsabilità. Il problema è che, ascoltando un lavoro come il suo, si capisce come probabilmente sia una personalità decisamente superiore a simili problemi, e come nel corso degli anni continui a volare libero da qualsiasi preconcetto. A livello pratico quindi, è inutile porsi qualsiasi questione, ed è necessario lasciarsi trasportare dalla sua musica senza tentare troppo il facile paragone col passato, e comunque Howe ha preso parte a talmente tante collaborazioni nel corso degli anni, che sarebbe masochismo puro cercare di indirizzarlo verso qualche riferimento musicale: Steve assomiglia solo a se stesso, e continuerà a farlo sempre. “Spectrum” non segue una linea guida, è un incredibile collage di ambientazioni e colori musicali differenti, e se non fosse per la plettrata di Howe immediatamente riconoscibile, potrebbe benissimo essere una compilation di AAVV degli anni 70 e 80. Impossibile quindi prendere in esame un singolo pezzo, perché ognuna delle 15 composizioni è dotata di un’anima completamente diversa. Le collaborazioni di cui si avvale il nostro beniamino sono di tutto rispetto: credo che ben poche persone non conoscano ad esempio Tony Levin. Nonostante ciò la personalità di Steve è così invadente da mettere in secondo piano qualsiasi altra dote tecnica, pertanto scordatevi mirabolanti assoli di basso, batteria o tastiera. No, tutto è al servizio della chitarra, ma tuttavia essa stessa non si concede eccessivamente in maniera “solista”, ma costruisce un riffing estremamente funzionale all’amalgama d’insieme. Questo significa che lo sfoggio tecnico è lasciato in secondo piano rispetto alla volontà di esprimere un’idea precisa: fossero tutti così gli album strumentali, non ci sarebbe neanche bisogno di sudare freddo per valutarli in maniera coerente. La produzione non si avvale di nessuna moderna tecnologica (o comunque non in maniera apparente), pertanto il sound globale è davvero in linea con il periodo d’oro di Steve Howe, e chiunque abbia avuto modo di apprezzarlo in passato, troverà grandi soddisfazioni anche nell’ascolto del qui presente “Spectrum”. Un disco da ascoltare.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
1
|
Sono d'accordo col preambolo iniziale, che i dischi strumentali sono più "difficili" da digerire rispetto a quelli cantati. Ed anche che il motivo principale è che l'ascoltatore medio ascolta troppo "la storiella" che ci vuole comunicare la canzone e poco la parte strumentale (che spesso è degradata a livello di mero accompagnamento). Però voglio ricordare che la musica pop (diciamo allo stato "cristallino") si basa sulla melodia.. la musica folk (allo stato "cristallino") sulle storielle..... e la voce vista (anzi: ascoltata!) in questa ottica, è uno strumento anch'essa... con le sue peculiarità ed i suoi difetti rispetto agli altri strumenti!!.... E l'arte della musica dovrebbe essere proprio quella di comunicare emozioni! Attraverso la melodia, l'armonia, il ritmo, ed il timbro... tutte cose che possono assolutamente fare TUTTI gli strumenti (voce compresa!)!! Volendo, gli strumenti possono raccontare pure una storia! Meno articolata concettualmente delle parole...questo è il solo limite degli strumenti rispetto alla voce.... Ma per contro, nessuna voce potrà mai riverberare a lungo, senza perdere di intensità, come il tremolo di una chitarra (solo per fare un esempio)... Le radio, e la pigrizia (che ci fa risparmiare un po' di immaginazione) fanno il resto.... Alla fine il mio intervento è per "correggere" la frase che dice "che va giudicato con parametri completamente diversi dai dischi cantati ! " |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
 |
 |
|
|
|
Tracklist
|
1. Tigers Den 2. Labyrinth 3. Band Of Light 4. Ultra Definition 5. Raga Of Our Time 6. Ebb and Flow 7. Realm Thirteen 8. Without Doubt 9. Highly Strung 10. Hour Of Need 11. Fools Gold 12. Where Words Fail 13. In The Skyway 14. Livelihood 15. Free Rein
|
|
Line Up
|
Steve Howe: Guitars Tony Levin: Bass Dylan Howe: Drums Virgil Howe: Moog Oliver Wakerman: Keyboards
|
|
|
|
RECENSIONI |
 |
|
|
|
|