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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Primal Rock Rebellion - Awoken Broken
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( 5171 letture )
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Prima o poi qualche biografo di buona levatura dovrà prendersi la briga di raccontare la storia di Adrian Smith. Dovrà tirare fuori da questo compassato e taciturno musicista il segreto della sua alterità. Smith è, da sempre, il membro aggiunto degli Iron Maiden, complementare e diverso da tutti gli altri, l’uomo capace di scrivere i pezzi più orecchiabili, ma al tempo stesso quello dotato di un gusto diverso, particolare, unico. Il chitarrista non ha mai fatto mistero di vivere una vita da musicista propria e spesso distante da quella della band madre. Non scordiamoci d’altra parte che ha sempre coltivato una certa tendenza ad essere un leader, poco appariscente, forse mai sicuro fino in fondo delle proprie scelte, ma al tempo stesso irriducibile alla linea dettata dagli altri. La sua prima esperienza con gli Urchin (la “sua” band), il grande successo con gli Iron Maiden, il primo tentativo da solista con gli A.S.A.P. (Adrian Smith And Project), la successiva rottura con Steve Harris, i vari tentativi di ritorno (chi ricorda i promettenti Psycho Motel?) ed, infine, il contributo decisivo a risollevare le sorti della carriera solista dell’altro transfuga Bruce Dickinson, per chiudere col ritorno nel caldo abbraccio della Vergine di Ferro. Un percorso personale fatto di continua ricerca e di curiosità musicale. Quelle stesse componenti che conducono oggi il chitarrista inglese a gettare sul mercato il disco d’esordio dei Primal Rock Rebellion; un album, questo Awoken Broken, che, ne sono certo, lascerà senza fiato i fans degli Iron Maiden. Attenzione però, perché quando dico senza fiato, intendo nel senso della sorpresa! Proprio così, una parola che forse non molti assocerebbero al buon Adrian, rassicurante rockstar di mezza età che gira il mondo suonando nella più grande heavy metal band del globo: un ruolo invidiato e privilegiato che sembra preludere ad una vecchiaia onorata e senza eccessivi scossoni. Niente di più sbagliato. Ecco quindi che il Nostro decide ancora una volta di sfidarsi e sfidare i propri fans, proponendo una collaborazione quanto meno sorprendente con Mikee Goodman, ex-frontman dei SikTh, band culto dal difficile inquadramento (prog? Djent?). Il monicker scelto per questo progetto pare indicare un ritorno ad una forma basica di rock, ma si tratta di uno specchietto per le allodole, perché quella contenuta in Awoken Broken è tutt’altro che musica nostalgica e tanto meno facilmente etichettabile nelle categorie hard rock ed heavy metal. È musica aggressiva, questo sì, pesante e potente, con un forte uso di riff monolitici, campionamenti, ma anche solenni partiture strumentali, dotate di splendide melodie, senza rinunciare ad intrecci chitarristici ed esplosioni solistiche degne del miglior Smith. L’approccio ed il taglio stesso della produzione sono quindi decisamente moderni, eppure conservano il meglio dell’hard’n’heavy classico: la melodia chitarristica coniugata alla potenza dei riff. Un percorso che rimanda in parte a quanto fatto con il collega Bruce Dickinson nei suoi dischi solisti, ma spostato ulteriormente in avanti, rinunciando a facili termini di paragone, a favore di un approccio genuino e, senza esagerare, sperimentale. Ulteriore elemento destabilizzatore e vero punto di rottura è, come prevedibile, il vocalism di Goodman: su questo, non credo sia possibile una via di mezzo, o si prende in blocco o si odia in blocco. Il cantante, infatti, pur scegliendo di aggrapparsi spesso alla melodia, imbastisce uno spettacolo dentro lo spettacolo, con un istrionismo vocale pressoché totale, che nulla ha di metal (piuttosto è vicino all’hardcore), pur essendo piuttosto aggressivo, per riallacciarsi ad un approccio molto libero, che sceglie spesso soluzioni in forma caricaturale ed interpretativa. Facendo un paragone azzardato, si potrebbe dire che utilizza la voce in maniera modale, preoccupandosi più dell’emozione che vuole trasmettere, variando spessissimo timbrica e registro interpretativo, fino a forme di spoken words, oppure spingendosi al growl, con una prestazione che farà sicuramente storcere il naso ai molti amanti di un cantato più classico e melodico. Intendiamoci, non che manchino i ritornelli da cantare (o gridare) piuttosto che strofe intessute melodicamente, ma certo di primo impatto si corre il rischio di rimanere piuttosto spiazzati. L’ascolto dell’intero album permette invece di calarsi dentro questa nuova realtà e goderne la modernità espressiva, che lascia poi spazio a soluzioni più conosciute e riconoscibili, in una costruzione davvero appassionante, che fa di questo album una delle maggiori sorprese in senso assoluto dell’anno 2012.
L’opener No Friendly Neighbour ci getta subito nel mondo dei Primal Rock Rebellion con un riffing impetuoso su cui si staglia il cantato schizoide di Goodman ed un finale drammatico e quasi epico. I giri si alzano con la seguente ed arrembante No Place Like Home, che offre però un ritornello molto cantabile, quasi alla Fishbone/Stuck Mojo. Molto aggressiva anche la ritmica offerta da Dan ‘Loord’ Foord alla batteria (anch’egli ex-SikTh), mentre il basso viene suonato dallo stesso Smith, che dimostra di credere veramente molto in questo progetto, avendogli dedicato d’altra parte ogni momento lasciato libero dai suoi impegni con i Maiden negli ultimi anni. Pesantissima, claustrofobica ed inarrestabile la seguente I See No Lights, dove è ancora la ritmica a spezzare un riff che è un macigno, mentre il cantato rabbioso di Goodman non fa che rincarare la dose, cadenzando la marzialità del brano; molto buono l'assolo di Smith, particolare e ricercato, davvero interessante. Un ottimo inizio, nel quale la band mostra i muscoli, ma lascia intravedere anche l’intenzione di non farsi rinchiudere negli stereotipi del groove e del nu metal, inserendo anche partiture strumentali non secondarie ai fini del brano e dell’atmosfera. Arriviamo così al primo pezzo “pesante” del lotto, Bright As a Fire, che potrebbe quasi sembrare una cattivissima ed oscura semi-ballad futurista, alternando strofe e stacchi violenti ad un refrain semiacustico molto riuscito ed agli ottimo assoli di Smith, stavolta più “classici”. Si fanno notare anche le numerosissime sovraincisioni di chitarra. In realtà, ogni canzone del disco offre spunti di riflessione e godimento (vedasi il passaggio centrale di Savage World) e così, Tortured Tone diventa il secondo pezzo “epico” dell’album, dotato di una bella melodia e di uno sviluppo convincente, con tanto di interventi di viola in sottofondo ad opera di Abi Fry (Bat for Lashes). Sprazzi di metal classico con tanto di chitarre armonizzate in White Sheet Robes, mentre la titletrack gioca sul solito riffaggio insistito e sulle melodie oblique e stralunate di Goodman, con tanto di effetto “fantasma” da risveglio interrotto. Ombre di Jane’s Addiction e Warrior Soul in Search for Bliss, mentre a volte sorge il dubbio che Goodman si rifaccia anche ai signori Glenn Danzig e Mike Patton (sentire il parlato in Snake Ladders, che di per sé sembra quasi un brano dei Down trasportato in una miniera di Marte). Chiude, sempre sul filo dell’eclettismo puro, Mirror and the Moon, brano-capolavoro, apice di tutto l’album, che conserva un’atmosfera mistica e sciamanica un po’ The Doors, un po’ Neil Young e ci regala uno Smith in stato di grazia zeppeliniana da urlo, accompagnato ancora da arrangiamenti iperstratificati e profondi, come per tutto l’album.
Inquadrare la proposta dei Primal Rock Rebellion diventa insomma un’impresa improba e, tutto sommato, anche fine a se stessa. Hard’n’heavy del futuro? Una domanda oziosa anch’essa, visto che comunque le sonorità qua contenute non sono una novità in senso assoluto, piuttosto è il modo di assemblarle a risultare vincente ed innovativo. Awoken Broken è uno di quegli album che aprono nuove strade, non necessariamente perché propone qualcosa di assolutamente inedito, ma per la libertà compositiva e le felici intuizioni che ne costellano lo svolgimento. Fa pensare che sia un artista di così lungo corso a ricercare ancora forme espressive nuove, mentre centinaia di gruppi odierni si sforzano di ricreare la magia degli anni passati. La musica è da sempre una continua ricerca ed un continuo ritorno, ma forse è anche vero che non è la musica ad essere finita, manca semplicemente la voglia di dire la propria ed essere solo se stessi, senza appoggiarsi necessariamente a quanto di grande fatto in passato da altri. Quel che è certo, è che non si può non rendere omaggio ad un disco davvero interessante, sorprendente, che pur mostrando qualche episodio meno riuscito e qualche asperità di troppo, merita davvero di essere premiato, anche al di là del suo valore musicale intrinseco. Qui parliamo di musica come Arte e non come mestiere: non sempre è facile farlo ed è giusto esaltarsi quando capita. Non un disco facile, a volte fuori fuoco e che forse piacerà a pochi, ma certo si tratta di un album importante e bello. Prima o poi, qualcuno dovrà costringere il signor Smith a dirci da dove nasca un album del genere e come si vince la scommessa di una collaborazione sulla carta assurda come quella con Mikee Goodman. Per adesso, lasciamo che sia la musica a parlare. Buona scoperta.
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discone! veramente fatto bene! Adrian è veramente un guitar hero su questo non ci sono mai stati dubbi! un bel disco potente,melodico ed anche innovativo! riffoni pesanti ed a limite del thrash! solisti con i controcazzi,anche se usa sto whammy allo sfinimento! ma quanto cazzo è bella white sheet robes?!! awoken broken, bright as fire con quel riffone centrale molto metalcore! discone e bella recensione! |
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mmm sono al secondo brano e niente male davvero... |
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Questo spacca davvero! Metti su e alza il volume! |
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Grazie della dritta waste of air, ci farò un pensiero !! Giusto ieri mi sono preso, " And justice for all " Metallica, e l ulitmo dei Kaiser chiefs, premetto dicendo che mi piacciono molto come alternative band specialmente i primi 2 cd sono spassosi, ma quest ultimo è obbrobioso e noioso, tanta elettronica e zero mordente voto 40 da evitare come la peste, per quello dei metallica, raddoppiate pure il voto !! |
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@billo: prendilo! Io me lo sono procurato ed è un gran bel disco! La recensione di Saverio lo descrive benissimo, puoi fidarti! |
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Dopo averlo ascoltato mi è sembrato un gran bel disco e sono d'accordo con il voto e con il recensore, mi è anche risultato facile ascoltarlo e prenderlo per quello che è, un album a se che, anche se ci milita al suo interno Smith, non ha nulla a che vedere coi Maiden. 83 è un voto che rende giustizia, bravo !Lizard"!  |
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Visto nuovo a 13 euro, prezzo della madonna, però non conosco il gruppo... |
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Ahh cazzo, dunque l'ultimo album decente dei Maiden sarebbe Powerslave?? E Seventh Son of a Seventh Son (considerato da molti critici l'apice compositivo dei Maiden) dove lo mettiamo? E gli ultimi dischi più recenti tipo dance of Death e A Matter of Life and Death, tutta fuffa anche questi?? Va bene i pareri personali ma non parliamo come se avessimo la verità in tasca, soprattutto quando certe affermazioni sono largamente contradditorie, perchè un conto è dire che gli album Post-Powerslave non piacciono, e un conto è affermare che i loro ultimi dischi non dicono niente e che si comprano solo per collezionismo. Ma dai!! Per il resto mi trovo in sintonia con il pensiero di Lizard. Ma dove diavolo li sentite i maiden in questo disco?? E ancora: solo perchè vi suona Adrian Smith dovrebbe essere paragonato con un disco dei Maiden? A mio avviso è insensato, come d'altronde è insensato dire che con questo disco si tenta di tentativo di "rianimare il cadavere dei Maiden ormai morto e sepolto." che, si pensi quel che si vuole, è davvero un'affermazione priva di senso: a prescindere dal fatto che si considerino o meno i Maiden morti, perchè questo disco dovrebbe riportare in vita i Maiden?? Mah proprio non capisco certi commenti... |
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Ho saltato un apostrofo, chiedo venia. |
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E' bello conversare con qualcuno che ad obiezioni sensate risponde sempre spostando il discorso da un altra parte. Che ti piaccia o non ti piaccia dipende da te, ma non venire a dire che e' la solita fuffa alla Maiden, perche' in questo album di somiglianza con quanto fatto nei Maiden non c'e' proprio traccia e parlando di umiltee non la imparero' di sicuro da chi si permette giudizi fondati sul nulla, come hai fatto finora. Ascolta il disco e poi ne riparliamo. |
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@sabbracadabra: ovviamente la mia era un'iperbole; ribadisco però che al mio orecchio non arriva alcuna similitudine tra i Maiden e i PRR; ovviamente resta un'opinione personale. Peraltro io adoro i Maiden e ho apprezzato moltissimo questo lavoro, quindi comunque il mio commento non volevaavere alcun intento denigratorio! |
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Mi spiace deluderti ma quello che piace a te non per forza piace agli altri, come direbbe Arrigg ci vuole umiltè. |
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Puoi comprarlo o meno, puo' piacerti o meno. Questo e' pleonastico. Ma almeno che sia per i motivi corretti, perche' quello che hai scritto non ha niente a che vedere con questo album. |
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C'entra con quello che ha detto sans al commento 10 |
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Ecco... E questo che c'entra? Nulla. Il che testimonia che 1) non hai ascoltato una nota di questo album 2) hai voglia di farci perdere tempo con un flame senza scopo sui Maiden, argomento che, se vuoi, puoi trattare sotto le loro recensioni. |
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@lizard hai ragione dai sample non si giudica un disco ma ti danno l'idea dell'andazzo e sono utili per evitare di comprarlo. |
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La musica dei Maiden la conosco da quando ho comprato il loro primo disco nel 1980, quel disco l'ho adorato e ascoltato all'infinito, ho comprato anche tutti i seguenti fino a "A matter of.." ma l'ultimo disco decente è Powerslave e stiamo parlando di 28 anni fa !!!! Gli ultimi dischi dei Maiden si comprano per abitudine o collezionismo ma (e te lo dice un vecchio fan) non dicono più niente. |
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Perdonate l'intromissione: sono totalmente ignorante in ambito Maiden e affini; però ho sentito 2-3 pezzi di questo album e nella mia ignoranza mi sono sembrati grandiosi! Un bel tiro e un cantante sopra le righe! Ci faccio più di un pensierino a procurarmelo tutto! |
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Conosci la parabola dei ciechi e dell'elefante Sabbracadabra? Giudicare un album da un paio di samples e poi fare sparate del genere, e' una pretesa assurda ed un pochino arrogante. Magari fai lo sforzo di ascoltare almeno una canzone intera... A meno che tu non sia il simpatico amico troll che ruba i nick, allora mi stai solo facendo perdere tempo. |
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Senza polemiche, l'alternativa è che tu non conosca la musica dei Maiden, perchè davvero, AB può piacere o non piacere, ma parlare di tentativo di resuscitare il cadavere dei maiden mi sembra decisamente fuori luogo. |
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Di fuori dalla realtà c'è solo il voto a un disco che se l'avesse fatto uno sconosciuto non l'avrebbe cagato nessuno. |
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A occhio direi che: 1) non hai ascoltato l'album 2) non hai letto la recensione. Niente di male eh solo che lasciare un commento cosi' palesemente fuori dalla realta' dei fatti potrebbe fuorviare altre persone che cercano informazioni sul disco. |
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Dai sample del sito del gruppo sembra la solita vecchia fuffa, basta con sto tentativo di rianimare il cadavere dei Maiden ormai morto e sepolto. |
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Recensione SPLENDIDA, provvederò all'ascolto del disco anche per premiare il lavoro di Lizard  |
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Perdono Maiden*  |
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Il trucco è non pensare agli Iron Mainden per nemmeno un istante... e ci si renderà presto conto di quanto valga questo disco!!!!  |
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Bella recensione e bellissimo disco! |
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A me è piaciuto molto, ma non dubito che per molti sarà una ciofeca colossale secondo me conteranno moltissimo le aspettative e non voglio neanche fare l'illuminato a tutti i costi: Adrian Smith si è messo in gioco tantissimo con questo album e sono certo che lui stesso sa che i giudizi si spaccheranno in due e se, dopo averlo ascltato, mi dicessi che non ti è piaciuto per niente, non potrei obbiettare, perché il salto in avanti in effetti è grandissimo! |
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Ed io che credevo che sarebbe venuta fuori una ciofeca... a sto punto m'incuriosici Saverio |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. No Friendly Neighbour 2. No Place Like Home 3. I See Lights 4. Bright As a Fire 5. Savage World 6. Tortured Tone 7. White Sheets Robes 8. As Tears Come Falling from the Sky 9. Awoken Broken 10. Search for Bliss 11. Snake Ladders 12. Mirror and the Moon
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Line Up
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Mikee Goodman (Voce) Adrian Smith (Chitarra, Basso) Dan 'Loord' Foord (Batteria)
Ospiti: Abi Fry (Viola) Tarin Kerry (Cori)
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RECENSIONI |
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