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MUCC - Backstage, Monaco di Baviera, 20/01/2011
28/01/2011 (2593 letture)
Per documentare il nuovo arrivo dei Mucc sul suolo europeo, questa volta, sono veramente impazzito; e d'altronde i numeri non stavano dalla mia parte: 36 le ore passate fuori casa di cui 17 sui treni; 37,5 °C la temperatura media della mia febbre; -4 °C la temperatura media che si misurava a Monaco.
Ma per fortuna ci sono stati anche i numeri positivi: 115 i minuti abbondanti del live; 20 i brani suonati; 44 i minuti concessimi per intervistare la band.
Questo è il fortunato bilancio della "gita fuori porta" con direzione Backstage di Monaco (di Baviera).

Alle ore 18:00 in punto si aprono le porte del locale (le band giapponesi sono celebri per iniziare presto i loro show) e le buone 200 persone che stavano aspettando da qualche ora (ce ne erano una ventina perfino alle tre del pomeriggio) confluiscono velocemente ma ordinatamente all'interno del locale (cribbio, siamo in Gemania eh).
Musica techno, EBM, industrial, un angolo merchandising ben fornito e prezzi abbordabili degli alcolici sono gli elementi che ci distraggono e ci intrattengono fino all'inizio effettivo del concerto.
La suspance è ben poca e lo scorrere dei minuti intorno all'ora X non fanno lo stesso effetto che si prova in Italia: da noi ogni secondo successivo all’ora di cartello equivale a un brivido; in Germania (come è giusto che sia, intendiamoci), potrebbe praticamente partire il conto alla rovescia dato che, con certezza, allo "zero" tutto avrà inizio. Come volevasi dimostrare: il tempo di far scemare qualche coretto di incitazione rivolto alla band e parte la strumentale Chemical Parade.
Tutti ballano, tutti gridano al suono dei synth tech-house; sembra di assistere ad un DJ-set dei Simian Mobile Disco o dei Justice, invece salgono i quattro giapponesi che imbracciano i propri strumenti e cominciano il loro rock-metal pieno di contaminazioni.
Seguendo perfettamente la scaletta del nuovo CD, Karma, dopo l'intro i Mucc partono effettivamente con Falling Down - Organic Edition. La versione suonata è, appunto, quella del full-lenght: senza la fortissima dose dance presente nel singolo diviene un incalzante funky-rock sorretto dalla perfetta e personalissima voce di Tatsuro. Non avendo un tastierista, o un membro che si occupi del computer, questo compito è lasciato al fonico personale, il quale giostra sapientemente i volumi amalgamando alla perfezione la massiccia componente electro sulla potente e precisa massa "live". Si continua, come da album, con Zeroshiki: la batteria di Satochi viene puntualmente digitalizzata per far fronte a questo brano synth-rock. Tatsuro salta e si muove qua e la sul palco, tutti lo seguono con gli occhi e con la voce anche quando la sua si fa metallica ed effettata fra i synth della più r'n'b Chemical Parade Blueday.
Dopo questa tripletta i Mucc si presentano ufficialmente alla folla, Tatsuro prende l'armonica a bocca, ed giunge il momento di fare un salto indietro di due album per ripescare Fuzz da Shion. I ritmi funky-metal vengono scanditi dai salti a terra finché le temperature non si stemperano un attimo con Corruption (ancora dal nuovo album). Il brano fa respirare band e pubblico con le sue atmosfere soft-jazz un po' da colonna sonora, un po' da scampagnata: il pianoforte vibra a meraviglia e, benché campionato, riesce a suggerire quel brio che si avverte su disco.
Ma basta riposare! È ancora ora di scatenarsi al tempo di Ageha, cavallo di battaglia del precedente Kyuutai. Dopo l'intro di matrice tradizionale partono i taglienti riff death-thrash di Miya. Inutile dire che i ritornelli di Tatsu sono coperti dal canto entusiastico del pubblico!

È nuovamente tempo di promuovere l’ultimo album. La mid-tempo A. è caratterizzata dalle sue linee vocali melodiche e orecchiabile; I Am Computer riesce esternare l'atmosfera synth-rock del disco; gli assoli di Miya scivolano sotto le parti elettroniche e il basso di Yukke è preciso e marziale.
Poi è il turno di Polaris (il mio brano preferito di Karma). Strumenti e fiato e ad arco aprono questa ballata che sembra venire da un lungometraggio di Miyazaki. I flauti e le chitarre pizzicate si insinuano dolcemente attorno al canto di Tatsuro e l’atmosfera bonaria e trasognata continua anche con la successiva Feather per poi impennare con Yakusoku: la batteria accelera in un composto di new-wave, orchestrazioni e chitarre semiacustiche.
Pausa generale: Tatsu ringrazia il pubblico con alcune frasi in tedesco e con l'aiuto di un foglio scritto che lo guida attraverso le non facili pronunce tedesche. Ad ogni modo la folla lo ama e lo acclama, rispondendogli in giapponese.
Dopo questi momenti soft, è ora di sfrenare la band e il pubblico verso i lidi più "heavy" della carriera. Si comincia con Shoufu: i ritmi sono serrati in questa specie di tarantella in versione thrash metal. E si rimane sullo stesso stile con Shiva che intervalla momenti orecchiabili a margini portanti praticamente thrash/speed.
La ciliegina sulla torta è Howling (ancora dal precedente Kyuutai) sparata veloce per la gioia di tutti: basta distogliere l'attenzione dal cantato in giapponese e potremmo quasi trovarci di fronte agli In Flames; il fatto è che questo tipo di canzoni, nella terra del Sol Levante, vengono considerate "pop"…
Stessa cosa con Lion, traccia che sembra composta dai Metallica e perfino infarcita da scream e doppia cassa.
Alla fine di queste note, i Mucc salutano e se ne vanno, ma solo per tornare dopo un paio di minuti. È un "encore" dai connotati praticamente death metal.
Ma prima il giochino che stanno portando avanti in tutta Europa: un po' di lezione di giapponese: tutti a ripetere le parole magiche: genki ga areba, nandemo dekiru (Una volta che ho lo spirito, posso far tutto ciò che voglio). E dopo una serie di applausi si ritorna subito a ballare con la funk-rock Saishuu Ressha; poi Tatsu fa abbassare tutti a terra. Pronti per il salto: 4-3-2-1-JUMP! E scappa anche un bel pogo che non mi sarei aspettato... I growl di Tatsu accompagnano i potenti riff di Miya in questo tripudio death/thrash.
Il concerto si conclude con il primo singolo promozionale di Karma, Freesia. Una ballad pompata da un'incalzante sezione ritmica e da potenti tastiere.

C'è giusto il tempo per un ultimo saluto, il lancio di bacchette e plettri sulle note della minimal-techno Karma, e i Mucc se ne vanno da quello che è il quarto palco calcato quest'anno in Europa.
Peccato che non siano passati per l'Italia: magari qualche produttore discografico si sarebbe accorto di come dare una sferzata alla nostra povera e defunta scena pop-rock, ancora in balia del fantasma del cantautorato.

SETLIST
1. Chemical Parade
2. Falling Down (フォーリングダウン -Organic Edition-)
3. Zeroshiki (零色)
4. Chemical Parade Blueday (ケミカル・パレード・ブルーデイ)
5. FUZZ (ファズ)
6. Corruption (堕落)
7. Ageha (アゲハ)
8. A.
9. I Am Computer (アイ・アム・コンピュータ)
10. Polaris (ポラリス)
11. Feather (羽)
12. Yakusoku (約束)
13. Shoufu (娼婦)
14. Shiva (シヴァ)
15. Howling / Houkou (咆哮)
16. Lion (ライオン)
17. Saishuu Ressha (最終列車)
18. Ranchu (蘭鋳)
19. Freesia (フリージア Karma Edit)
20. Karma (業)



ASD
Mercoledì 7 Dicembre 2011, 13.30.03
3
La scena visual kei giapponese possiede sonorità metal fiin dagli esordi : ovviamente gli X Japan , ma anche gli Zi:Kill ed i Tokyo Yankees, ed i i Luna Sea (quest'ultimi in alcune parti della loro produzione). Recentemente i D , i Dir en grey , i Megaromania ed i Versailles (soprattutto questi ultimi) tra le band metal di qualità. Il fatto è che in Giappone non c'è tutta questa distinzione: un gruppo metal è semplicemente visual o j-rock, e spesso questi gruppi hanno un fanbase ed una notorietà mediatica alla pari dei gruppi pop occidentali (gli X Japan sono delle pop icons a tutti gli effetti, i Versailles hanno fatto una miniserie di cortometraggi). A causa della globalizzazione , il j-pop, che ricalca l'orribile pop occidentale ha preso piede (si , AKB48, collegate stettamente al fenomeno delle idols), ma , come ho detto prima , in giappone non vi è tutta questa distinzione. Concordo con Moro: il giappone era avanti già 20-25 anni fà rispetto al metal occidentale ( X Japan , Seikima-II ), e lo è tuttora, sebbene forse si stà abusando in questi anni del movimento visual: ci sono troppe band visual , con un make-up simile , e di queste non moltissime fanno musica originale e di qualità.
Moro
Lunedì 31 Gennaio 2011, 12.02.12
2
@Hab. si si, ne sono perfettamente consapevole. L'ideale sarebbe, più che altro, che i fan "metal" non giapponesi prendessero in considerazione anche il j-rock e il visual, che di per loro è molto "metal" come sonorità. Non direi che in Giappone c'è lo strapotere del j-pop-lolita (sono due cose diverse); ma sicuramente il potere del j-rock è fortissimo perchè c'è un ricambio spaventoso di band. Per esempio l'anno scorso è stato l'anno dei SID (chi se li cagava due anni fa ?), e l'anno prima ancora i Gazette (che si sono un po' assopiti, ma hanno rilasciato nel 2010 3 singoli da PA-U-RA)... Per quanto mi riguarda, creativamente è avanti a qualsiasi genere di metal più "easy-listening" che c'è in occidente.
Hab666
Lunedì 31 Gennaio 2011, 4.48.09
1
"Genki ga areba, nandemo dekiru" lo tradurrei con "se sto bene posso fare qualsiasi cosa". Non pensare che i Mucc siano così famosi in Giappone in ambito metal. Del resto arrivano dalla scena visual, non metal. I loro fan seguono appunto più questa scena e di metal san ben poco. Se in Italia c'è lo strapotere dei cantautori, in Giappone c'è lo strapotere del j-pop-lolita (vedi AKB48). Del resto chi ascolta metal preferisce i gruppi stranieri che cantano in inglese e molti ci invidiano i Rhapsody e i Lacuna coil. I gruppi più vecchi li conoscono in pochi, Death SS compresi (sigh!).
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